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Con la Palestina contro ogni repressione
Quasi 200 persone al presidio indetto dalla Rete antifascista lecchese il 1° agosto a Como nei pressi dello stadio. L’iniziativa è stata animata per esprimere solidarietà alle cinque persone colpite da un provvedimento di Daspo per avere sventolato una bandiera della Palestina durante la partita Celtic-Ajax a Como il 24 luglio. Negli striscioni e negli interventi, partendo dagli episodi di criminalizzazione delle manifestazioni politiche a Como, a Bergamo e altrove, si è affermato il sostegno alla Resistenza palestinese la condanna dell’orrore del genocidio in atto, il rifiuto della repressione sempre più forte che attraverso decreti sicurezza e retoriche securitarie, restringe lo spazio pubblico, comprime le libertà individuali e collettive e mette a tacere ogni voce fuori dal coro. Free Palestine e Free Gaza certo, ma anche Stop Rearm Europe e la rivendicazione della legittimità di essere antisionisti senza per questo essere accusati di antisemitismo. Nei video gli interventi, aperti da Corrado Conti della Rete antifascista lecchese, della rete Stop al genocidio, dei Giovani palestinesi e in chiusura dell’avvocato Ugo Giannangeli, che ha chiarito l’incongruenza dei provvedimenti repressivi attuati chiarendo tra l’altro che nella legislazione italiana non esiste alcun divieto di sventolare bandiere di altri Paesi. Ecoinformazioni
Argentina. Un altro mercoledi di repressione contro i pensionati. Ma “le nonne e i nonni” non arretrano
L’unità perversa del ministro Bullrich con Jorge Macri, ha generato centinaia di poliziotti armati come se stessero andando in guerra, attaccando indiscriminatamente nonni e nonne che chiedono un aumento dei loro salari da miseria. E per inciso, hanno anche preso di mira la stampa. L’idea dell’apparato repressivo del governo fascista […] L'articolo Argentina. Un altro mercoledi di repressione contro i pensionati. Ma “le nonne e i nonni” non arretrano su Contropiano.
Il clima politico attorno all’operazione contro il Movimento per l’abitare romano
Martedì abbiamo dato la notizia della perquisizione per mano dei Carabinieri contro otto attivisti e attiviste del Movimento per il diritto all’abitare di Roma, finiti sotto indagine della Procura di Roma per il cosiddetto “racket delle occupazioni”. L’accusa è di estorsione di somme variabili tra i 3€ e i 5€ mensili per nucleo familiare […] L'articolo Il clima politico attorno all’operazione contro il Movimento per l’abitare romano su Contropiano.
Il nostro genocidio – Our genocide
  (english below) Segnaliamo un’altra voce controcorrente da Israele, B’Tselem, il Centro d’informazione israeliano per i diritti umani nei Territori Occupati, ha pubblicato oggi 28-7-2025 un nuovo documento dal titolo significativo: “Il nostro genocidio” (88 pp.). Documenta quello che tutti i governi occidentali, a cominciare da quello italiano, fanno finta di non vedere; ossia che […]
CPR: dietro quel filo spinato…
Riceviamo e volentieri diffondiamo Nonostante il silenzio e il diniego del Ministero dell’Interno, ieri sera il Segretario di Radicali Italiani Filippo Blengino e Bianca Piscolla, membro della Giunta nazionale, si sono recati comunque all’hotspot di Lampedusa per tentare di verificare, almeno dall’esterno, le condizioni in cui vengono trattenute le persone migranti. Una volta giunti nei pressi delle recinzioni, in un’area pubblica e priva di divieti, sono stati fermati e allontanati dall’Esercito. A darne notizia è Radicali Italiani. “Da settimane chiediamo formalmente di entrare nell’hotspot, come già facciamo regolarmente nelle carceri italiane – dichiara Blengino –. Ma il Ministero dell’Interno e la Prefettura hanno scelto la via del silenzio e dell’opacità. Così abbiamo deciso di andare lo stesso: ci siamo avvicinati alle recinzioni per ascoltare direttamente chi vive dietro quel filo spinato. Volevamo solo vedere, sentire, testimoniare. L’intervento immediato dell’Esercito, che ci ha identificati e allontanati, è la prova che lo Stato ha qualcosa da nascondere. Abbiamo rispettato la legge e ci siamo allontanati – conclude Blengino –. Ma chi continua a violarla è lo Stato stesso, che da anni sospende diritti e legalità nei CPR e negli hotspot. Si recludono persone che non hanno commesso alcun reato, in condizioni disumane, nel silenzio e nell’ombra, per paura di perdere consenso. Nel Paese dei CPR, chi chiede trasparenza viene trattato da sovversivo”. Francesco Rosati Responsabile stampa Radicali Italiani ufficiostampa@radicali.org +39 339 526 0002 Redazione Italia
Genova 2001, il “decreto sicurezza” prima del ddl
Quando si parla di Genova, a più di vent’anni di distanza, si rischia spesso di rimuovere la sua natura più profonda: Genova non fu un incidente, né un eccesso, né una parentesi chiusa. Fu, al contrario, la manifestazione acuta di un conflitto strutturale, il punto di convergenza fra un ciclo […] L'articolo Genova 2001, il “decreto sicurezza” prima del ddl su Contropiano.
Altri cento arresti nel Regno Unito tra i solidali con Palestine Action
Sabato è stata un’altra giornata di proteste nel Regno Unito, con piazze schierate a fianco della resistenza palestinese come da quasi due anni a questa parte. Ieri, però, il livello della repressione britannica ha raggiunto livelli molto preoccupanti nei confronti dei manifestanti che protestavano contro la messa al bando della […] L'articolo Altri cento arresti nel Regno Unito tra i solidali con Palestine Action su Contropiano.
Solidarietà a Gigi: quando la repressione colpisce attivisti e ambiente
Gianluigi Di Bonaventura, “Gigi”, è stato condannato a 10 mesi di arresti domiciliari senza poter svolgere la propria attività lavorativa di apicoltore (qui per maggiori info). Conosciamo Gigi da anni, dai tempi di Indymedia Abruzzo e grazie a lui e all’interesse di molte compagne e compagni siamo riusciti a farci conoscere in Abruzzo affrontando tematiche a noi care: diritti digitali, autodifesa digitale e legale (con il Mutuo Soccorso), piattaforme alternative e molto altro.
NOTAV: DIECI CONDANNE PER COMPAGNI E COMPAGNE CHE RESISTEVANO AL PRESIDIO DEI MULINI IL 24 LUGLIO 2020
Sono arrivate ieri, 14 luglio, condanne da undici mesi a due anni di reclusione per dieci attivisti del movimento NoTav per la giornata di lotta del 24 luglio 2020. In quei giorni, da più di un mese, resisteva il presidio permanente dei Mulini, che difendeva la Val Clarea e si opponeva all’allargamento del cantiere di Chiomonte: in piena emergenza sanitaria dovuta alla pandemia, proseguivano i lavori per realizzare il Tav. Tra le azioni di resistenza c’era stata anche la costruzione di barricate lungo il sentiero Gallo Romano. Al centro delle condanne decise dal tribunale di Torino c’è la giornata, come dicevamo, del 24 luglio e ai microfoni di Radio Onda d’Urto abbiamo raggiunto Martina del movimento NoTav per raccontare cosa succedeva in quei giorni in valle e per lanciare anche il festival Alta Felicità che comincia la prossima settimana, dal 25 al 27 luglio a Venaus. Ascolta o scarica