Giorgio Antonucci: pioniere dell’approccio umanoIn occasione dell’ottavo anniversario della sua scomparsa, ricordiamo con
affetto e ammirazione l’amico Giorgio Antonucci (1933–2020), medico e
psicanalista rivoluzionario nel panorama italiano e internazionale. Antonucci è
stato uno dei più strenui difensori di un approccio umano, etico e radicalmente
non coercitivo alla sofferenza psichica, lasciando un’eredità che continua a
ispirare il dibattito sulla salute mentale.
L’esperienza con Basaglia
La sua carriera inizia durante la stagione delle riforme. Antonucci fu tra i
medici che collaborarono con Franco Basaglia a Gorizia. L’esperienza cementò il
suo rifiuto totale delle istituzioni manicomiali e delle pratiche
disumanizzanti. A Gorizia e, successivamente, a Cividale del Friuli, Reggio
Emilia e Imola, Antonucci non si limitò a teorizzare un approccio umano alla
sofferenza mentale: la sua pratica quotidiana era concretamente basata sul
rispetto incondizionato per la persona e sul ripudio di ogni forma di violenza
istituzionale.
L’Approccio non coercitivo e il pregiudizio psichiatrico
Il suo lavoro era guidato dal rifiuto del “pregiudizio psichiatrico”: l’acritica
convinzione che la sofferenza esistenziale, classificata come “malattia
mentale,” autorizzi la coercizione e la negazione della dignità del sofferente.
Antonucci vedeva in questo pregiudizio la radice stessa della violenza e
dell’istituzionalizzazione. La sua pratica era dunque basata su due pilastri
etici fondamentali: il rifiuto della coercizione e dell’elettroshock e la forte
limitazione, fino all’eliminazione, delle cure farmacologiche, ritenuti
strumenti di controllo e soppressione del sintomo piuttosto che di vera
guarigione. L’obiettivo era aiutare la persona a rielaborare la propria crisi in
un contesto di libertà e ascolto autentico.
Il riconoscimento internazionale
Il suo impegno radicale e la sua coerenza etica hanno varcato i confini
nazionali, guadagnandogli un significativo riconoscimento internazionale. Nel
2004, a Los Angeles, Giorgio Antonucci è stato insignito del prestigioso Premio
Thomas Szasz, assegnato dalla Citizens Commission on Human Rights (CCHR). Questo
premio, intitolato al celebre psichiatra ungherese-americano che criticò le basi
stesse della psichiatria, ha onorato Antonucci per il suo coraggio e la sua
integrità nel difendere la libertà e i diritti umani nel campo della
psichiatria.
L’eredità
Giorgio Antonucci ci ha lasciato un monito potente: la vera cura inizia dove
finisce la paura e dove la dignità umana viene posta al centro di ogni relazione
terapeutica. La sua opera resta una guida essenziale per chiunque creda in una
salute mentale che sia, prima di tutto, un atto di profonda umanità. Col suo
lavoro, egli ha dimostrato sul campo, con cinquant’anni di anticipo, la
possibilità concreta di implementare con successo le linee-guida congiunte delle
Nazioni Unite (ONU) e dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) che
promuovono l’abbandono della coercizione e un approccio incentrato sulla
comunità e sul rispetto della persona e dei suoi diritti.
Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani odv
www.ccdu.org
Redazione Italia