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Un Sud mai visto
Raccontare il Sud Italia attraverso i fenomeni sociali che lo caratterizzano porta a scoprire tante buone pratiche e a prendere atto di una narrazione diversa del nostro Mezzogiorno. E’ questo l’obiettivo di un’iniziativa promossa da Fondazione Con il Sud e Fondazione Apulia Film Commission per far incontrare il mondo del cinema – imprese cinematografiche italiane o internazionali – con il Terzo settore – organizzazioni non profit meridionali – per raccontare il Sud Italia attraverso le tematiche sociali. Una sperimentazione unica nel suo genere che promuove una collaborazione attiva tra società di produzioni cinematografiche di qualunque nazionalità e organizzazioni del Terzo settore meridionale. La prima edizione del bando promossa in via sperimentale nel 2018, registrò un grande interesse con la partecipazione di 350 organizzazioni tra imprese cinematografiche e organizzazioni di terzo settore. Le 10 opere selezionate ottennero numerosi premi e riconoscimenti internazionali – tra cui la vittoria alla Festa del Cinema di Roma del docufilm “Santa Subito” di Alessandro Piva – ma, soprattutto, hanno contributo ad alimentare e qualificare un’originale narrazione sul Sud attraverso i fenomeni sociali che lo attraversano, presso le comunità locali e, attraverso i festival, gli incontri, i canali distributivi e, più in generale, verso l’opinione pubblica. Anche la seconda edizione del bando “Social Film Production Con il Sud” (evoluzione del precedente “Social Film Fund Con il Sud”), promossa nel 2020, registrò grande interesse con oltre 160 proposte ricevute da 150 società di produzione cinematografica, con il coinvolgimento di circa 350 organizzazioni di Terzo settore di tutte le regioni meridionali. In base alle categorie previste dal bando, furono selezionati 10 documentari sui temi: ambiente, cultura, legalità, territorio, diritti, nuove generazioni, pensiero femminile, cittadinanza attiva, oltre i luoghi comuni, emergenza Covid. Diverse opere hanno partecipato a festival nazionali e internazionali, ricevendo riconoscimenti e riscontrando successo, a partire dalla proiezione di “Naviganti” di Daniele De Michele alle prestigiose Giornate degli Autori, nella cornice della Mostra internazionale d’Arte del Cinema di Venezia a settembre 2021, dove riscosse un grande successo di pubblico. Torna ora la terza edizione del “Social Film Production Con il Sud” , il cui bando scade il 3 novembre 2025. L’iniziativa si rivolge a partenariati composti da almeno tre organizzazioni: l’impresa cinematografica proponente dovrà essere affiancata da almeno due enti del Terzo settore meridionale (Basilicata, Calabria, Campania, Puglia, Sardegna e Sicilia), che avranno un ruolo di valorizzazione e promozione della tematica affrontata, nella fase di ideazione e realizzazione del prodotto audiovisivo e della promozione. Le riprese, così come le attività di promozione sul territorio, potranno essere svolte in una o più delle regioni meridionali in cui interviene la Fondazione Con il Sud (Basilicata, Calabria, Campania, Puglia, Sardegna, Sicilia). Le opere potranno essere documentari (della durata compresa tra i 20 e i 52 minuti) o cortometraggi di animazione (della durata minima di 10 minuti). A disposizione 50.000 euro complessivi per progetto. Le proposte potranno affrontare una o più tematiche sociali tra quelle previste nel bando. Beni comuni e territorio: tutela, cura e valorizzazione del patrimonio ambientale, del paesaggio, della biodiversità, del patrimonio culturale materiale e immateriale; valorizzazione di terreni incolti o abbandonati, di beni confiscati alle mafie, di periferie urbane, di biblioteche di comunità; promozione culturale e turismo responsabile; legalità: educazione alla legalità; contrasto alla criminalità organizzata; percorsi di inclusione socio-lavorativa di persone detenute; diritti: cura e integrazione delle persone con disabilità; cura e integrazione degli anziani; supporto ai caregiver; contrasto allo sfruttamento sessuale e lavorativo e integrazione degli immigrati; contrasto alla violenza e promozione della parità di genere; housing sociale; nuove generazioni: servizi per l’infanzia, contrasto alla dispersione scolastica e alle povertà educative; contrasto al lavoro minorile; accoglienza e interazione dei minori stranieri non accompagnati; promozione dei giovani talenti in ambito economico sociale e della ricerca scientifica; cittadinanza attiva: promozione della cittadinanza attiva, volontariato; promozione della partecipazione attraverso lo sport sociale, l’arte urbana; comunità e spopolamento: contrasto al fenomeno della denatalità e dello spopolamento al Sud, promozione della rigenerazione demografica, sociale e culturale delle comunità; promozione dell’economia sociale nell’ambito dello sviluppo locale del territorio; oltre i luoghi comuni e pensiero femminile: contrasto alla narrazione stereotipata di comunità e persone. Qui la documentazione necessaria per partecipare al bando Social Film Production Con il Sud: https://www.apuliafilmcommission.it/bandiefornitori/avviso-pubblico-relativo-ad-una-indagine-di-mercato-per-la-produzione-esecutiva-di-opere-audiovisive-social-film-production-con-il-sud-edizione-2024-2025-nellambito-del-programma/.  Giovanni Caprio
Al via le riprese del documentario sul movimento guerrigliero del “Che” Guevara
La regista boliviana Verónica Córdoba ha assicurato che questo mese inizierà le riprese del documentario El Paquete, la storia di Efraín Quicáñez (Negro José), che salvò i sopravvissuti della guerriglia del comandante Ernesto “Che” Guevara. “È una grande notizia, abbiamo finalmente ricevuto i finanziamenti per realizzare il film El Paquete, la storia di Quicáñez, che salvò i sopravvissuti del movimento guerrigliero del comandante Ernesto Che Guevara e li guidò lungo percorsi molto difficili”, ha dichiarato in un’intervista esclusiva a Prensa Latina. Córdoba ha descritto come Negro José (nome di battaglia di Quicáñez) abbia attraversato i confini del Cile con i cinque guerriglieri sopravvissuti e li abbia poi accompagnati in giro per il mondo fino a quando non sono stati finalmente ricevuti all’Avana dallo stesso leader storico della Rivoluzione, Fidel Castro. “È una storia che volevamo raccontare da molto tempo e siamo molto contenti che finalmente in questo mese e nel prossimo luglio riusciremo a filmarla”, ha detto Córdoba. “Insieme a Quicáñez, faremo di nuovo questo viaggio, lo seguiremo lungo quelle strade con tutto ciò che è cambiato nel tempo, ma credo che ne uscirà un documentario molto rivelatore”, ha concluso il regista, comunicatore e scrittore. > Il 29 maggio, in conformità con la Legge boliviana sul cinema e l’arte > audiovisiva, il Ministero delle Culture e l’Agenzia per lo sviluppo della > Settima Arte hanno premiato i progetti vincitori del secondo bando relativo al > Fondo per la promozione del settore – Verso il Bicentenario della Bolivia – (6 > agosto). Rivolto a registi nazionali e stranieri residenti nel Paese, il bando ha come obiettivo centrale il rafforzamento dell’industria cinematografica nazionale e la promozione dello sviluppo artistico, tecnico e produttivo. In base al bando, sono stati stanziati più di 4,3 milioni di boliviani (614.000 USD) per sostenere un totale di nove progetti. I vincitori nella categoria Lungometraggi di finzione-Seconda opera in poi sono stati i rinomati registi Kiro Russo, Alejandro Loayza e María Victoria Guerrero. > El Paquete, di Verónica Córdoba, è stato il vincitore della categoria > Lungometraggi documentari-Seconda opera in poi, mentre nella categoria Film e > audiovisivi indigeni e comunitari sono stati premiati cinque progetti. Gli autori sono Edwin Marcos Mamani, Demetrio Nina, Anaisa Merelis, Salomé Zenteno e Patricio Luna. I progetti selezionati sono stati valutati da una giuria di fama internazionale composta dai professionisti Sergio Calero (Bolivia), Marilha Naccari (Brasile) e Paulo Roberto de Carvalho (Germania-Brasile). Fonte: CUBADEBATE Traduzione: italiacuba.it Associazione Nazionale di Amicizia Italia-Cuba
Dalai Lama – La saggezza della felicità: il documentario per il leader spirituale che compie 90 anni
Il film documentario di Barbara Miller e Philip Delaquis, prodotto da Richard Gere, esplora la vita e le lezioni del Dalai Lama sulla compassione e la pace interiore. Il trailer In una società in cui siamo interconnessi e sempre più soli, in cui la comunicazione è continua e alla portata di tutti, ma in cui non sappiamo più dialogare, le parole di un uomo come il Dalai Lama sono lo spunto per fermarci, fare silenzio e finalmente ascoltare. Le hanno raccolte Barbara Miller e Philip Delaquis nel documentario Dalai Lama – La saggezza della felicità, prodotto da Richard Gere suo grande seguace, e al cinema con Wanted il 26, 27 e 28 maggio.  La sinossi ufficiale presenta il film come: “Un documentario che offre un ritratto cinematografico del 14º Dalai Lama, Tenzin Gyatso, in occasione del suo novantesimo compleanno. Nel film, il leader spirituale si rivolge direttamente al pubblico, condividendo la sua saggezza sulla ricerca della felicità nel mondo contemporaneo. La pellicola combina immagini personali del Dalai Lama, filmati d’archivio storici e scene attuali delle sfide globali che l’umanità affronta oggi”. Dal trailer si evince che si tratta di un appello, un testamento spirituale che questo leader esiliato vuole rivolgere ai “fratelli e sorelle di questo piccolo pianeta”. E sorprendentemente il novantenne Dalai Lama invita tutti a non pensare “a Dio, all’aldilà, ma a questa vita. La nostra unica vita”, ribaltando la concezione, a cui il monoteismo ci ha abituati, di un’esistenza oltre la morte e un impegno per la conquista del regno dei cieli o simili. L’urgenza del capo buddhista è quella di ricordare la responsabilità che ciascuno di noi ha in questa esistenza, nell’impegno per la pace e per il rispetto dell’ambiente, senza anteporre fedi religiose che distolgono dall’attenzione verso le cogenti sfide del Secolo. E ci ricorda che “il vero obiettivo della nostra vita è la felicità, la gioia” raggiungibile solo attraverso una pace interiore.   LA STORIA DEL QUATTORDICESIMO DALAI LAMA Nato Lhamo Dondrub, il 6 luglio 1935, in un povero villaggio tibetano, Tenzin Gyatso fu identificato come reincarnazione del Dalai Lama nel 1937 – a soli due anni – e intronizzato come XIV Dalai Lama nel Palazzo di Potala, a Lhasa, nel 1939. Qui fu educato e crebbe isolato dal mondo, ma nel 1950 la Repubblica Popolare Cinese invase il Tibet: il popolo volle allora il quindicenne Dalai Lama a capo del governo per gestire l’occupazione. Fu allora che tentò la mediazione attraverso un viaggio in Cina durato due anni, che tuttavia non ebbe buon esito. Dopo la repressione cinese della sommossa tibetana del 1959, il Dalai Lama partì esule verso l’India promuovendo l’autonomia del Tibet, restando sempre fedele alla pratica della non violenza, promossa da Gandhi. Tale perseveranza gli valse il 10 dicembre 1989 il Premio Nobel per la pace che accolse dichiarando: “Mi onora e commuove profondamente il fatto che abbiate deciso di conferire questo importante riconoscimento a un semplice monaco del Tibet: io non sono niente di speciale. Credo quindi che il premio sia un riconoscimento dell’importanza dell’altruismo, dell’amore, della compassione e della non-violenza, tutti valori che cerco di praticare, in accordo con gli insegnamenti del Buddha e dei grandi saggi dell’India e del Tibet. Accetto il premio con profonda gratitudine a nome degli oppressi, ovunque essi si trovino, e di tutti coloro che lottano per la libertà e lavorano per la pace nel mondo”. IL DALAI LAMA AL CINEMA  A presentare il film Dalai Lama – La saggezza della felicità sarà domenica 25 maggio 2025 a Milano lo stesso produttore Richard Gere, presso Anteo Palazzo del Cinema, in compagnia di Jetsun Pema, sorella del Dalai Lama, e Filippo Scianna, Presidente dell’Unione Buddhista Italiana. Questo documentario ha in particolare il pregio di riprendere il Dalai Lama in persona che rivolge messaggi diretti al pubblico, sebbene la filmografia dedicata a questa figura religiosa sia corposa e variegata: da pellicole cult come Piccolo buddha di Bernardo Bertolucci o Sette anni in Tibet di Jean-Jacques Annaud, ai documentari 10 domande al Dalai Lama di Rick Ray o Lo sguardo insostenibile di Joshua Dugdale. Roberta Pisa   Redazione Italia
“Il prezzo che paghiamo”: documentario sulle vittime della crisi climatica
Quali sono le conseguenze su tutte e tutti noi dell’inazione climatica dei governi e dell’avidità delle compagnie fossili che, pur conoscendo da decenni la pericolosità delle loro attività per il clima del pianeta, continuano a ignorare le indicazioni della comunità scientifica? È la domanda che si pone “Il prezzo che paghiamo”, documentario prodotto da Greenpeace Italia e Recommon e realizzato da FADA Collective, che verrà presentato in diverse città italiane a partire dal 23 maggio. Guarda il trailer Attraverso interviste a Milena Gabanelli (autrice e giornalista del Corriere della Sera), Stella Levantesi (giornalista freelance e autrice del saggio “I bugiardi del clima”) e Davide Faranda (Direttore di ricerca in climatologia del Centro Nazionale per la Ricerca Scientifica francese – CNRS), “Il prezzo che paghiamo” racconta quanto sia pervasivo il potere delle grandi aziende fossili nella nostra società – dai media all’università – attraverso le testimonianze di chi già oggi in Italia è costretto a subire gli impatti della crisi climatica e ambientale. In Emilia-Romagna, Maria Gordini, un’agricoltrice, ha perso la casa e la propria azienda a causa delle gravi alluvioni che hanno colpito la Regione nel 2023 e 2024. In Basilicata, Camilla Nigro, Isabella Abate e Giorgio Santoriello vivono le pesanti conseguenze delle attività estrattiva di gas e petrolio, portata avanti nei loro territori dalla più importante multinazionale italiana, ENI. Nei territori in cui abitano, segnati da decenni di trivellazioni, si trova il più grande giacimento a terra di petrolio dell’Europa occidentale. Il racconto delle vicende personali di Maria, Camilla, Isabella e Giorgio, alternato alle testimonianze, alle analisi di ricercatori, giornalisti e attivisti e ai documenti storici e scientifici mette in luce le connessioni tra l’estrazione del petrolio e le devastanti ricadute sociali, ambientali ed economiche, dalla contaminazione delle terre e delle acque, fino alle alluvioni e ai fenomeni climatici estremi. Realizzato da Sara Manisera, con musiche di Gianni Maroccolo (Litfiba, CCCP, Marlene Kuntz) e Ala Bianca Group Edizioni Musicali, il documentario sarà presentato in anteprima a Roma il 23 maggio nell’ambito del Festival delle Terre organizzato dal Centro Internazionale Crocevia. “Il prezzo che paghiamo” inizierà poi il suo viaggio in diverse città italiane,  con proiezioni 27 maggio a Le Serre di Bologna, il 28 maggio nella fabbrica Ex-Gkn di Campi Bisenzio (Firenze) e il 29 maggio a Roma a Spin Time. Per informazioni e richieste di proiezione: info@ilprezzochepaghiamo.it Re: Common
[2025-05-15] Janin, Jenin 2024 - Proiezione documentario @ CSOA Forte Prenestino
JANIN, JENIN 2024 - PROIEZIONE DOCUMENTARIO CSOA Forte Prenestino - via Federico delpino, Roma, Italy (giovedì, 15 maggio 21:30) CSOA Forte Prenestino giovedì 15 maggio 2025 ore 21:30 CinemaForte presenta JANIN, JENIN 2024 documentario di Mohammad Bakri (Palestina 2024 - 91') v.o. con sottotitoli it. https://www.forteprenestino.net/attivita/cinema/3356-janin-jenin-2024-cinemaforte •••• Il regista palestinese Mohammad Bakri ritorna 21 anni dopo nel campo profughi di Jenin, dove aveva già girato nel 2002, documentandone la distruzione ad opera dell'esercito israeliano durante la Seconda Intifada. Nel 2023 non è cambiato nulla. Le persone e le storie si ripetono, in un ciclo di orrore e devastazione senza via d'uscita. Il documentario denuncia i brutali attacchi dell'occupazione israeliana in Cisgiordania, realtà per lo più misconosciuta e negata, e al tempo stesso testimonia di un popolo che nonostante tutto resiste. Il film del 2002 è costato al regista persecuzioni e processi, e dopo varie vicissitudini legali è stato definitivamente vietato in Israele, la cosiddetta "unica democrazia del Medio Oriente". •••• Sottoscrivi per il cinema!! ••• CSOA Forte Prenestino • via Delpino • 100Celle Roma
15 novembre 2024 ore 19 – Proiezione e chiacchiera sul documentario ‘Feminist Ninja. Aggiornare il femminismo intersezionale con la classe hacker’
𝔽𝔼𝕄𝕀ℕ𝕀𝕊𝕋 ℕ𝕀ℕ𝕁𝔸 ~ 𝚊𝚐𝚐𝚒𝚘𝚛𝚗𝚊𝚛𝚎 𝚒𝚕 𝚏𝚎𝚖𝚖𝚒𝚗𝚒𝚜𝚖𝚘 𝚒𝚗𝚝𝚎𝚛𝚗𝚊𝚣𝚒𝚘𝚗𝚊𝚕𝚎 𝚌𝚘𝚗 𝚕𝚊 𝚌𝚕𝚊𝚜𝚜𝚎 𝚑𝚊𝚌𝚔𝚎𝚛 🤖 dalle 19 proiezione e chiacchiera con le autrici ai Carmela e Ines Feminist Ninja è un documentario creato come supporto per i laboratori di hacking e autodifesa digitale … Continue reading →