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Comunicato stampa sul Convegno del 4 novembre annullato dal MIM: libertà d’insegnamento in discussione
Il 4 novembre avrebbe dovuto tenersi uno straordinario convegno formativo per il personale delle scuole, le adesioni erano andate ben oltre le previsioni (1300 circa), ma nella mattina del 31 Ottobre il Ministero dell’Istruzione e del Merito ha comunicato agli organizzatori, il CESTES (Centro Studi Trasformazioni Economico-Sociali), l’avvio del procedimento di contestazione dei requisiti di accreditamento e sospensione cautelare dell’iniziativa formativa “La scuola non si arruola” in programma per il 4 novembre, giornata di celebrazione dell’Unità nazionale e delle Forze armate. Le ragioni addotte sono che l’iniziativa formativa è presentata come organizzata dall’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle Università (ente non accreditato al MIM) in collaborazione con il Cestes (ente invece accreditato al MIM) e non viceversa. Ma c’è di più. Il MIM scrive che “l’iniziativa ‘La scuola non si arruola’ non appare coerente con le finalità di formazione professionale del personale docente presentando contenuti e finalità estranei agli ambiti formativi riconducibili alle competenze professionali dei docenti, così come definite nel CCNL scuola e nell’Allegato 1 della Direttiva 170/2016”. Dietro alle motivazioni addotte dal Ministero si nascondono ben altre motivazioni di natura politica. Ogni iniziativa nelle scuole e nell’università che contesti storicamente la equiparazione tra antisionismo e antisemitismo (in Parlamento hanno depositato una proposta di legge che trasforma le critiche allo Stato di Israele in una minaccia al popolo ebraico punibile con il Codice penale) viene considerata una sorta di minaccia per un Governo complice del Genocidio. Ogni attenzione e analisi critica verso il sistema militare, gli intrecci tra economia e finanza, la costante denuncia del militarismo e dei militari nelle scuole suona come una sorta di minaccia al Riarmo e ai profitti che deriveranno dalle speculazioni finanziarie attorno alla grande produzione di armi. Allo stesso tempo si sta verificando l’ennesima e puntuale contrazione degli spazi di libertà e democrazia, per la prima volta si vieta un corso di formazione su tematiche giudicate non formative mentre vengono celebrate pagine nostalgiche e di mero revisionismo storico attraverso le rievocazioni delle guerre mondiali nel secolo scorso. È quindi in serio pericolo la libertà di insegnamento, di apprendimento, la democrazia se il Ministero cancella dei percorsi formativi e non perde occasione per rispondere con logiche panpenaliste e repressive alla solidarietà verso popoli oppressi da cui scaturisce il bisogno di conoscere e studiare. Invitiamo a rafforzare i presidi che si terranno il 4 novembre in decine di città italiane (clicca qui per la lista in aggiornamento). Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università USB Scuola CUB SSB UNICOBAS OSA Cambiare Rotta COBAS sedi regionali Sicilia, Puglia, Umbria e Ancona, Arezzo, Cagliari, Como, Genova, Grosseto, Macerata, Milano, Varese FISI Antropologə per La Palestina …. Lista in aggiornamento per eventuali altre adesioni al Comunicato Stampa.
Presidio informativo su inceneritore di Roma verso un nuovo corteo, domenica 19 ottobre, ore 10.30, Piazza S.Pietro, Albano
Il cronoprogramma dell’ultimo cammino per l’acquisizione del ProvvedimentoAutorizzativo Unico Regionale ( PAUR ) termina il 24 dicembre. Subito dopopartirebbe il cantiere. Oggi, acquisiti sbrigativamente i pareri degli enti e le osservazionidei cittadini, quindi anche le nostre, il commissario straordinario Gualtieri, credibilmente,cestinerà tutte le obiezioni e le contestazioni perchè la legge gli da questo potere.Fatti salvi … Leggi tutto "Presidio informativo su inceneritore di Roma verso un nuovo corteo, domenica 19 ottobre, ore 10.30, Piazza S.Pietro, Albano"
comunicato stampa incontro in regione
Il 3 settembre abbiamo incontrato l’ing. Wanda D’Ercole, a capo della Direzione regionale Ambiente e Ciclo dei Rifiuti, per avere risposte sui tempi del capping definitivo degli invasi della discarica di Albano, la caratterizzazione idrogeologica e la bonifica delle falde inquinate. Al centro dell’incontro anche il procedimento per l’applicazione della legge regionale 13/2019 sulle “aree … Leggi tutto "comunicato stampa incontro in regione"
DISCARICA DI ALBANO E AREA DI SANTA PALOMBA AD ELEVATO RISCHIO AMBIENTALE UN ULTERIORE MOTIVO PER DIRE NO ALL’INCENERITORE La situazione di inquinamento delle falde sottostanti la discarica di Albano da composti organici e inorganici è indiscutibile. Come lo è l’inquinamento dell’aria e gli effetti sulla salute documentati da ben due rapporti epidemiologici di Eras … Leggi tutto ""
DENUNCIATA LA DISTRUZIONE DEL FOSSO DELLA CANCELLIERA ALL’INTERNO DEL TERRENO AMA DESTINATO ALLA COSTRUZIONE DELL’INCENERITORE DI SANTA PALOMBA Come annunciato durante il presidio di martedì 8 luglio 2025, il giorno successivo i vari Comitati No Inc aderenti all’Unione hanno sporto denuncia ai Carabinieri del Divino Amore nei confronti delle persone direttamente o indirettamente coinvolte – … Leggi tutto ""
LA FREEDOM FLOTILLA SALPA DI NUOVO
LA FREEDOM FLOTILLA SALPA DI NUOVO   La Handala salpa per rompere l’assedio – per i bambini di Gaza Siracusa, Italia – Il 13 luglio 2025, la Freedom Flotilla Coalition (FFC) lancerà la Handala – una nave civile in partenza per sfidare il blocco illegale e letale imposto da Israele a Gaza. L’imbarcazione porterà aiuti umanitari salvavita e un messaggio di solidarietà da parte delle persone di tutto il mondo che si rifiutano di restare in silenzio mentre Gaza viene lasciata morire di fame, bombardata e sepolta sotto le macerie. Questa missione si svolge a poche settimane dall’attacco illegale di Israele alla Madleen, un’altra nave della Freedom Flotilla sequestrata illegalmente da Israele in acque internazionali. Dodici civili disarmati – tra cui un membro del Parlamento Europeo, un medico, giornalisti e difensori dei diritti umani – sono stati sequestrati da un commando israeliano e portati con la forza in Israele, dove sono stati interrogati, maltrattati e poi deportati. Il loro “crimine”? Tentare di portare cibo, medicine e solidarietà ai palestinesi sotto assedio. Non ci arrendiamo. La Handala salpa nell’ombra delle atrocità di massa in corso. Secondo il Ministero della Sanità di Gaza dal 18 marzo 2025 – quando Israele ha rotto il cessate il fuoco e ha ripreso gli attacchi su Gaza – almeno 6.572 palestinesi sono stati uccisi e oltre 23.000 feriti. Tra loro, più di 700 persone sono state uccise a colpi di arma da fuoco mentre attendevano il cibo nei punti di distribuzione gestiti dalla “Gaza Humanitarian Foundation” (GHF), controllata dagli Stati Uniti e sostenuta da Israele: una trappola mortale mascherata da operazione umanitaria; una struttura di controllo e crudeltà al servizio del genocidio israeliano. La Handala fa parte della Freedom Flotilla Coalition, una rete internazionale dal basso che naviga contro il blocco dal 2010. A bordo ci saranno medici volontari, avvocati, attivisti per la giustizia sociale, giornalisti e organizzatori di comunità. Non siamo governi. Siamo persone che agiscono dove le istituzioni hanno fallito. Per i bambini di Gaza. La nave prende il nome da Handala, il personaggio dei fumetti palestinese: un bambino rifugiato a piedi nudi che volta le spalle all’ingiustizia e che ha giurato di non voltarsi finché la Palestina non sarà libera. Questa imbarcazione porta con sé il suo spirito e quello di ogni bambino di Gaza a cui sono stati negati sicurezza, dignità e gioia. Nel 2023 e 2024, la Handala ha navigato nei porti d’Europa e del Regno Unito, rompendo il blocco mediatico, coinvolgendo il pubblico e costruendo solidarietà con eventi stampa, installazioni artistiche e attività di educazione politica in ogni porto visitato. I bambini di Gaza – che rappresentano oltre la metà della popolazione – vivono sotto un assedio brutale da tutta la vita. Dal mese di ottobre 2023, più di 50.000 bambini sono stati uccisi o feriti, decine di migliaia sono orfani, e quasi un milione è stato sfollato con la forza, senza più una casa. Ora affrontano fame, malattie e traumi che pochi di noi possono immaginare. Questa missione è per loro. The post LA FREEDOM FLOTILLA SALPA DI NUOVO appeared first on Freedom Flotilla.
Finalmente liberi – Gli ultimi tre tornano a casa – Vi chiediamo di continuare a mobilitarvi
Tutti i volontari di Madleen fuori dalla prigione e tornati a casa dopo la detenzione illegale da parte di Israele   Lunedì 16 giugno 2025. Palestina occupata – La Freedom Flotilla Coalition conferma che tutti i difensori dei diritti umani e i giornalisti internazionali a bordo della nave umanitaria civile Madleen sono ora in viaggio verso casa. I dodici sono stati rapiti e detenuti con la forza dalle forze israeliane mentre tentavano di rompere l’assedio illegale e disumano di Gaza da parte di Israele e di consegnare aiuti umanitari alla popolazione assediata.   Gli ultimi tre volontari detenuti della Freedom Flotilla, Marco van Rennes, Pascal Maurieras e Yanis Mhamdi, sono stati rilasciati questa mattina dalla detenzione israeliana e hanno iniziato il loro ritorno nei loro paesi d’origine attraverso il confine con la Giordania. Le rispettive ambasciate faciliteranno il loro rientro dalla Giordania. Siamo grati ad Adalah, il Centro Legale per i Diritti delle Minoranze Arabe in Israele, per la loro costante e professionale rappresentanza di questi detenuti e invitiamo i nostri sostenitori ovunque si trovino a unirsi a noi donando per sostenere il loro importante lavoro.   Questa missione si è svolta mentre i palestinesi di Gaza affrontano la più devastante campagna di pulizia etnica e genocidio della storia recente. Il blocco israeliano di Gaza, che dura da quasi vent’anni, è stato ripetutamente ritenuto in violazione del diritto internazionale, anche nel Rapporto della Missione d’Inchiesta delle Nazioni Unite del 2009 e in numerose analisi legali successive. Nel 2024, la Corte Internazionale di Giustizia ha ritenuto plausibile che Israele stia commettendo un genocidio a Gaza e ha emesso misure provvisorie vincolanti per prevenire tali atti. Ciononostante, il mortale blocco israeliano continua con il pieno sostegno degli Stati Uniti, dell’Unione Europea e di altri governi complici.   La missione della Madleen fa parte di un impegno della società civile durato 17 anni per affrontare, contestare e smantellare il blocco illegale imposto da Israele a Gaza. Sulla base dei precedenti, sapevamo che i rischi, inclusi attacchi, feriti e persino morti, erano elevati. Ma crediamo che il costo dell’inazione sia maggiore. Il nostro obiettivo è rompere l’assedio, non simbolicamente, ma materialmente e politicamente, il che richiede la mobilitazione non solo della società civile, ma anche dei governi. In questo senso, questa missione è riuscita a riaccendere la consapevolezza, la speranza e l’immaginazione globale nel potere della solidarietà tra le persone e dell’azione diretta. Non ci fermeremo e invitiamo il mondo a unirsi a noi.   La nostra missione ha cercato di superare la stanchezza mediatica e ricordare al mondo che Gaza rimane sotto un blocco illegale. Il silenzio internazionale non è neutralità, è complicità. I palestinesi hanno il diritto di vivere con dignità, libertà e giustizia e di ricevere aiuti – tutto ciò di cui hanno bisogno – senza il controllo della loro illegale potenza occupante.   Accogliamo con favore la solidarietà della gente con la nostra missione, con i nostri volontari e, soprattutto, con il popolo palestinese di Gaza, affamato e assediato. Vi chiediamo di continuare a mobilitarvi, di attendere gli annunci delle nostre prossime azioni contro il blocco e di far salpare la vostra solidarietà.   Continueremo a navigare finché il blocco non sarà spezzato, il genocidio non finirà e la Palestina non sarà libera, dal fiume al mare. The post Finalmente liberi – Gli ultimi tre tornano a casa – Vi chiediamo di continuare a mobilitarvi appeared first on Freedom Flotilla.
Solidarietà agli attivisti dell’Osservatorio identificati per azione nonviolenta a bordo dell’Amerigo Vespucci
Il 31 maggio 2025, l’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università, nelle persone di Stefano Bertoldi e Giuseppe Curcio, si è presentato a bordo della nave Amerigo Vespucci e ha fatto un’azione assolutamente nonviolenta con uno striscione, informando i presenti del motivo per cui siamo contrari alla militarizzazione delle scuole e delle università. Tuttavia, Bertoldi e Curcio sono stati trattenuti inutilmente in caserma per oltre due ore, identificati e, avendo constatato che non c’era nessun tipo di reato ascrivibile, sono stati rilasciati. Si tratta di un chiaro segnale del clima di repressione che viviamo, si tratta della messa in atto di un atteggiamento muscolare che si misura in lunghi tempi d’attesa e inutili identificazioni che, peraltro, non sempre sono giustificate, a meno che non sono inerenti a un qualche reato. A sostegno dei nostri attivisti sono arrivati diversi messaggi di solidarietà da parte di associazioni, sindacati o organizzazioni varie, che riportiamo qui di seguito: L’Associazione Per la Scuola della Repubblica odv sostiene e solidarizza con i partecipanti alla iniziativa nonviolenta di Civitavecchia. -------------------------------------------------------------------------------- Il circolo Arci Oltre i Confini di Bisceglie è solidale e complice con gli attivisti dell’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole. Sempre più in questi giorni qualsiasi iniziativa non gradita al governo, complice del criminale Netanyahu, è attenzionata se non repressa dalle forze dell’ordine. Un’anticipazione del cosiddetto decreto sicurezza che introduce nuovi reati ed inasprisce le pene, criminalizzando forme legittime di protesta. Contro la conversione in legge del DL in questo momento è in corso una partecipata manifestazione nazionale a Roma. Non ci avrete mai come volete voi! -------------------------------------------------------------------------------- La CUB SUR esprime totale e incondizionata solidarietà agli attivisti dell’osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università Stefano Bertoldi e Giuseppe Curcio per quanto avvenuto il 31 maggggio 2025 a bordo della nave Amerigo Vespucci. -------------------------------------------------------------------------------- Esprimiamo vicinanza e solidarietà agli attivisti dell’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università fermati al porto di Civitavecchia dove avevano organizzato (in due) una manifestazione di denuncia contro la presenza di studenti e studentesse nelle caserme e sulle navi militari. La colpa di Stefano e Giuseppe è una sola: avere sventolato uno striscione con sopra scritto «Fuori gli studenti dalla nave scuola. Fuori i militari dalla scuola» all’interno di una campagna che dura da alcuni anni contro la militarizzazione delle scuole e delle università e l’utilizzo dei plessi scolastici per esaltare ruolo e funzioni delle Forze Armate, mentre nel frattempo prosegue il genocidio del popolo palestinese e si procede con il Riarmo Europeo. Una manifestazione simbolica di due attivisti derubricata a motivo di ordine pubblico, due attivisti fermati e portati in caserma dai Carabinieri come documentato dal sito dell’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università. In questa fase storica nella quale il ricorso alla guerra sembra essere la sola risposta alla crisi è di vitale importanza che docenti, genitori e studenti si sottraggano alla necessità della guerra e alla mera giustificazione della militarizzazione. Ma è altrettanto fondamentale attivarsi contro decreti securitari come quello Sicurezza che rappresentano una involuzione del tessuto democratico e una sorta di repressione preventiva contro l’opposizione sociale, qualunque essa sia e a prescindere dalle forme che caratterizzano il dissenso. La scuola non sia un laboratorio di guerra, l’università e la ricerca non si prestino allo sviluppo di tecnologie duali a uso e consumo delle industrie di armi: queste sono le nostre parole d’ordine per costruire un presente e un futuro estraneo alla cultura della guerra. Confederazione Unitaria di Base -------------------------------------------------------------------------------- Il Sindacato Sociale di base esprime piena solidarietà ai due attivisti dell’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle Università che sono stati fermati a seguito di un’azione assolutamente nonviolenta rivolta a denunciare il crescente e ormai dilagante interesse delle forze armate verso gli studenti e le studentesse italiani/e. Come sempre, dietro una patina ammiccante e buonista, i nostri giovani sono stati invitati a salire sulla Amerigo Vespucci, venendo così a contatto con il mondo militare, presentato come affascinante e magari come allettante per una futura carriera in divisa. Stefano Bertoldi e Giuseppe Curcio hanno srotolato uno striscione con su scritto “«Fuori gli studenti dalla nave scuola. Fuori i militari dalla scuola», uno slogan che ben sintetizza il lavoro di denuncia che ormai da anni porta avanti l’Osservatorio; lo striscione è stato requisito e i due attivisti fermati illegittimamente per due ore. Crediamo che l’Osservatorio debba moltiplicare azioni nonviolente e simboliche come questa, perché è venuto il momento di agire in modo sempre più capillare e concreto, è venuto il tempo di portare i nostri corpi laddove si vorrebbe far credere che il contatto tra le giovani generazioni e il mondo militare sia una cosa del tutto normale; crediamo che di fronte al genocidio in atto a Gaza, di fronte alla guerra che incombe in più parti del mondo sia dovere dei docenti e delle docenti italiani/e e di tutti coloro che credono che la guerra debba uscire dalla storia, costruire momenti di resistenza attiva affinché ai nostri ragazzi e alle nostre ragazze arrivi concretamente un altro insegnamento, anche così si insegna, anche così si mostra loro che è necessario costruire un altro mondo e un altro futuro. Ringraziamo Stefano e Giuseppe per aver rappresentato con coraggio tutto questo e invitiamo tutte le scuole, i docenti, i genitori e gli studenti a dire no a progetti, visite e interventi in collaborazione con le forze armate o forze dell’ordine. La scuola deve essere un laboratorio di pace, di dialogo e di educazione fondata su valori democratici e pacifisti senza collaborazione con chi opera nel contesto della guerra. Sindacato Sociale di Base -------------------------------------------------------------------------------- I Cobas Scuola Cagliari e Bari esprimono piena solidarietà a Stefano Bertoldi e a Giuseppe Curcio, attivisti dell’ Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università. Nessun reato poteva essere loro ascritto, ma sono stati assurdamente trattenuti per due ore dalla polizia col motivo dell’identificazione. La loro protesta si è espressa aprendo uno striscione all’interno del veliero Amerigo Vespucci, pieno di studenti in visita alla nave. La scritta sulla striscione la condividiamo in pieno: “Fuori gli studenti dalla nave scuola. Fuori i militari dalla scuola”. E ancora “Stop genocide in Gaza”, firmato Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università. Il gesto di Stefano Bertoldi e Giuseppe Curcio è un contributo critico che richiama studentesse, studenti, insegnanti e in generale la cittadinanza, alla consapevolezza di che cosa comporti la funzione e la presenza dei militari malgrado le forme di fascinazione che cercano di esercitare in particolare sui giovani, magari attraverso la visita di una nave di grande rappresentanza come la Vespucci. Cobas Scuola Cagliari Cobas Scuola Bari -------------------------------------------------------------------------------- Il 31 maggio al porto di Civitavecchia, Stefano Bertoldi e Giuseppe Curcio, due attivisti dell’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università sono stati fermati, identificati e, pur essendo chiaro che non ci fosse alcun reato da poter contestare loro, sono stati portati in una caserma e trattenuti per ore. I Cobas-Scuola di Palermo esprimono la loro totale solidarietà nei confronti dei due attivisti dell’Osservatorio di cui si condividono pienamente gli obiettivi e le strategie, la denuncia della costante e invasiva militarizzazione della società e in particolare dell’istruzione. Il trattamento “esemplare” inflitto ai due attivisti è il frutto di un clima repressivo contro ogni forma di dissenso e protesta che trova nell’approvazione del decreto legge sulla sicurezza lo strumento più efficace di controllo e repressione. Come lavoratori della scuola riteniamo che sia nostro compito informare, sensibilizzare e prendere posizione contro la diffusione della cultura securitaria che coinvolge sempre più spesso le/gli studenti in attività finalizzate anche al reclutamento nelle FF.AA. e nelle forze dell’ordine; sosteniamo il personale scolastico che esercita, con determinazione, le prerogative democratiche della scuola pubblica votate alla pace e alla convivenza. Cobas-Scuola Palermo -------------------------------------------------------------------------------- La Scuola per la pace di Torino e Piemonte esprime la propria solidarietà ai compagni dell’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle Università, Stefano Bertoldi e Giuseppe Curcio, illegittimamente sottoposti a fermo di polizia a seguito della loro identificazione, in occasione di una loro pacifica incursione di protesta sulla nave Vespucci ormeggiata al porto di Civitavecchia il 31 maggio 2025. La Scuola per la pace aderisce formalmente all’Osservatorio e ne condivide le campagne attraverso l’operato di alcune sue componenti. Ci accomunano il focus sul mondo della scuola, l’approccio critico, il metodo nonviolento, la consapevolezza della necessità di una presenza il più possibile incisiva nei contesti più permeati dalla militarizzazione della società. La Scuola per la pace e l’Osservatorio sono legati a doppio filo da un comune sentire e dalla convinzione che il lavoro di denuncia in cui tutt3 siamo impegnat3 non si esaurisca in aspetti culturali e formativi (che rappresentano comunque il terreno in cui germoglia il nostro agire), ma che sia oggi necessario portare i propri corpi e la propria presenza fisica nei luoghi in cui vogliamo fare sentire la nostra voce. Nel mondo virtuale in cui le nostre vite sembrano a volte essersi smarrite, la semplice ma costante (e si auspica crescente) presenza reale di quanti lottano per la pace rappresenta un messaggio potente. Mentre a Civitavecchia i compagni Bertoldi e Curcio venivano fermati, a Torino si svolgeva la 170° “presenza di pace”, un presidio fisico che da più di tre anni si ritrova in piazza tutti i sabati mattina e a cui la SPP ha sempre garantito il suo sostegno. Nelle stesse ore in cui sulla “Vespucci” gli attivisti dell’Osservatorio esponevano il loro striscione, a Torino la SPP lavorava intensamente a costruire una camminata di solidarietà con il popolo palestinese, la cui ambizione è riempire le vie della città con un corteo la cui ideazione è partita proprio dalle scuole, coinvolgendo insegnanti e studenti. Le campagne della SPP sono le campagne dell’Osservatorio e sappiamo di poter contare sempre gli uni sugli altri: sulla Vespucci c’eravamo idealmente anche noi, compagn3 torinesi, a reggere lo striscione incriminato e a chiedere a gran voce: “Fuori gli studenti dalla nave scuola. Fuori i militari dalla scuola” e “Stop Genocidio”. Ringraziamo i compagni dell’Osservatorio per avere portato un messaggio non solo di pace ma anche di verità a bordo della Vespucci.
Quattro deportati, otto detenuti: Israele detiene illegalmente il gruppo ‘Madleen’
PER PUBBLICAZIONE IMMEDIATA CONTATTI E-mail: freedomflotillaitalia@gmail.com Volontario e attivista italiano di FFC disponibile per interviste: Simone Zambrin Numero di telefono e WhatsApp: +39 351 639 3727 Portavoce Freedom Flotilla Italia: Michele Borgia Numero di telefono e WhatsApp: +39 340 946 2501 Inviare richieste di intervista qui:https://docs.google.com/forms/d/e/1FAIpQLSc7r5Wy2glAJI8gLV5dtsjcoIhIy9bheJ9CR_nOt1hFOZU-kg/viewform?usp=sharing&ouid=100716123373783889502 Media disponibili per l’uso con la citazione:https://drive.proton.me/urls/CDYKESS7SC#ab0CGGgdRpYg Circa 24 ore dopo la perdita dei contatti con i nostri colleghi A bordo della Madleen, gli avvocati di Adalah (il Centro Legale per i Diritti delle Minoranze Arabe in Israele) hanno potuto incontrare 10 dei 12 rapiti. Due dei 12 – Omar Faiad, giornalista di Al Jazeera, è rappresentato separatamente da un avvocato incaricato dall’emittente, e Yanis Mhamdi, giornalista francese, è assistito da un avvocato privato. La Freedom Flotilla Coalition (FFC) conferma che quattro dei 12 sono stati deportati e 8 rimangono detenuti in Israele: 1. Baptiste André (Francia) – Deportato 2. Greta Thunberg (Svezia) – Deportata 3. Sergio Toribio (Spagna) – Deportato 4. Suayb Ordu (Turchia) – Detenuto 5. Mark van Rennes (Paesi Bassi) – Detenuto 6. Pascal Maurieras (Francia) – Detenuto 7. Reva Viard (Francia) – Detenuto 8. Rima Hassan (Francia) – Detenuta 9. Thiago Avila (Brasile) – Detenuto 10. Yanis Mhamdi (Francia) – Detenuto 11. Yasemin Acar (Germania) – Detenuta 12. Omar Faiad (Francia) – Deportato Israele sta gestendo la custodia di tutti i 12 come se fossero entrati illegalmente, nonostante siano stati rapiti con la forza in acque internazionali e condotti in Israele contro la loro volontà. A ciascuno dei volontari sono state date 2 opzioni: firmare documenti di consenso all’espulsione o rimanere in detenzione e comparire davanti a un tribunale. L’FFC aveva incoraggiato alcuni volontari, se ne avessero avuto la possibilità, ad accettare l’espulsione accelerata al fine di ripristinare l’accesso alle comunicazioni, inclusa la possibilità di parlare liberamente e di difendere i diritti degli altri partecipanti. Tutti hanno contestato esplicitamente per iscritto l’accusa di ingresso illegale, affermando che la legge israeliana non si applica a loro, che la loro missione era di natura umanitaria e che sia l’intercettazione dell’imbarcazione che la loro detenzione sono illegali. Coloro che non hanno acconsentito a partire rimangono in detenzione e compariranno davanti a un tribunale. Gli avvocati sosterranno che l’intercettazione è stata illegale, le detenzioni arbitrarie e che i volontari devono essere rilasciati senza espulsione. Il team legale continuerà a chiedere che ai volontari sia consentito di tornare sulla Madleen e riprendere la loro missione legittima a Gaza. Tuttavia, sappiamo fin troppo bene che non c’è giustizia nel sistema legale israeliano, che funziona principalmente per legittimare e consolidare la colonizzazione, l’occupazione e l’apartheid. Il tribunale, in ultima analisi, probabilmente ordinerà la loro espulsione forzata. L’FFC è al fianco dei 12 della Madleen. La loro detenzione è illegale, motivata politicamente e costituisce una diretta violazione del diritto internazionale. La persecuzione dell’azione umanitaria e il silenziamento della resistenza non avranno successo. L’FFC riconosce che, in virtù dei loro passaporti privilegiati, i 12 della Madleen sono protetti dalla brutalità quotidiana e dalle orribili torture sistemiche che i palestinesi subiscono sotto l’occupazione israeliana. Secondo l’Addameer Prisoner Support and Human Rights Association, al 4 giugno 2025, oltre 10.400 palestinesi erano tenuti prigionieri nelle prigioni israeliane. Di questi, più di 400 sono bambini e più di 3.500 sono detenuti senza processo, accusa o un minimo di giusto processo. The post Quattro deportati, otto detenuti: Israele detiene illegalmente il gruppo ‘Madleen’ appeared first on Freedom Flotilla.
L’esercito israeliano attacca la ‘Madleen’ in acque internazionali – poche settimane dopo il bombardamento alla ‘Conscience’
COMUNICATO STAMPA PER PUBBLICAZIONE IMMEDIATA CONTATTI Portavoce Freedom Flotilla Italia Michele Borgia Numero di telefono e WhatsApp: +39 340 946 2501 Volontario e attivista italiano di FFC disponibile per interviste Simone Zambrin Numero di telefono e WhatsApp: +39 351 639 3727 Inviare le richieste di intervista qui: freedomflotillaitalia@gmail.com Inviare le richieste di intervista qui: https://docs.google.com/forms/d/e/1FAIpQLSc7r5Wy2glAJI8gLV5dtsjcoIhIy9bheJ9CR_nOt1hFOZU-kg/viewform?usp=sharing&ouid=100716123373783889502 Media disponibili per l’uso con citazione: https://drive.proton.me/urls/CDYKESS7SC#ab0CGGgdRpYg   Catania, Sicilia, Italia – La Freedom Flotilla Coalition (FFC) conferma che la sua nave civile, Madleen, che trasportava aiuti umanitari a Gaza, è stata attaccata/intercettata con la forza dall’esercito israeliano alle 3:02 CET in acque internazionali a 31.95236° N, 32.38880° E. La nave è stata abbordata illegalmente, il suo equipaggio civile disarmato è stato rapito e il suo carico umanitario, tra cui latte in polvere, cibo e forniture mediche, è stato confiscato.   “Israele non ha l’autorità legale per trattenere i volontari internazionali a bordo della Madleen”, ha dichiarato Huwaida Arraf, avvocato per i diritti umani e organizzatrice della Freedom Flotilla. “Questo sequestro viola palesemente il diritto internazionale e viola gli ordini vincolanti della Corte Internazionale di Giustizia che impongono il libero accesso umanitario a Gaza. Questi volontari non sono soggetti alla giurisdizione israeliana e non possono essere criminalizzati per aver consegnato aiuti o contestato un blocco illegale: la loro detenzione è arbitraria, illegale e deve cessare immediatamente”.   Israele sta ancora una volta agendo nella totale impunità. Ha sfidato gli ordini vincolanti della Corte Internazionale di Giustizia di consentire il libero accesso umanitario a Gaza, ha ignorato le leggi internazionali a tutela della navigazione civile e ha respinto le richieste di milioni di persone in tutto il mondo che chiedevano la fine dell’assedio e del genocidio. Questo ultimo atto di aggressione contro la Freedom Flotilla segue l’impunito attacco israeliano con drone alla nostra precedente nave, la Conscience, che ha causato il ferimento di quattro volontari civili e la messa fuori uso della nave, in fiamme nelle acque europee. Quell’attacco immotivato ha violato il diritto internazionale. Ora Israele ha intensificato nuovamente i suoi attacchi prendendo di mira un’altra nave civile pacifica.   “I governi del mondo sono rimasti in silenzio quando la Conscience è stata bombardata. Ora Israele sta mettendo nuovamente alla prova quel silenzio”, ha dichiarato Tan Safi, un altro organizzatore della Freedom Flotilla. “Ogni ora senza conseguenze incoraggia Israele a intensificare i suoi attacchi contro i civili, gli operatori umanitari e i fondamenti stessi del diritto internazionale”.   Esigiamo: • La fine dell’assedio illegale e mortale di Gaza. • Il rilascio immediato di tutti i volontari rapiti. • La consegna immediata di aiuti umanitari direttamente ai palestinesi, indipendentemente dal controllo della potenza occupante. • Piena responsabilità per gli attacchi militari a Madleen e Conscience.   I governi devono adempiere ai loro obblighi di diritto internazionale e smettere di consentire i crimini di Israele. Siamo imperterriti. Ripartiremo. Non ci fermeremo finché l’assedio non finirà e la Palestina non sarà libera. The post L’esercito israeliano attacca la ‘Madleen’ in acque internazionali – poche settimane dopo il bombardamento alla ‘Conscience’ appeared first on Freedom Flotilla.