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La polizia europea vuole che l’intelligenza artificiale combatta la criminalità. Sostiene che la burocrazia sia un ostacolo.
(Fonte) Ellen O’Regan – 7 novembre 2025 Negli ultimi anni Europol ha ampliato significativamente le proprie capacità tecnologiche, soprattutto nell’uso di big data e nella decifratura delle comunicazioni criminali, in risposta alla criminalità informatica alimentata dall’IA. La Commissione Europea, con Ursula von der Leyen, punta a trasformare Europol in un attore molto più potente, con personale raddoppiato e una proposta legislativa prevista per il 2026. Tuttavia, accademici e attivisti sollevano forti preoccupazioni sul rischio di concedere alle autorità un uso incontrollato dell’intelligenza artificiale. Durante un incontro a Malta, il responsabile della polizia Ebner ha chiesto procedure accelerate che permettano di impiegare strumenti IA in situazioni di emergenza senza dover attendere i lunghi processi di valutazione richiesti da GDPR e AI Act, che possono durare fino a sei-otto mesi. Ebner sostiene che tali procedure rapide non violerebbero i divieti fondamentali, come quelli sulla profilazione o sul riconoscimento facciale in tempo reale. Nonostante restrizioni e tutele dell’AI Act, le forze dell’ordine godono già di alcune eccezioni, inclusa la possibilità per gli Stati membri di autorizzare l’uso del riconoscimento facciale in tempo reale per reati particolarmente gravi. I legislatori e i gruppi per i diritti digitali hanno espresso preoccupazione riguardo a queste eccezioni, garantite dai paesi dell’UE durante la negoziazione della legge. Le indagini di polizia hanno ormai quasi sempre una componente digitale e le forze dell’ordine investono molto in tecnologie costose come IA, piattaforme di decrittazione e, in futuro, computazione quantistica. Europol discute con le polizie nazionali la propria espansione e il ruolo crescente nell’innovazione tecnologica e nella cooperazione con soggetti privati, anche attraverso l’invio di analisti specializzati nelle indagini locali. Nonostante la spinta ad accrescere le capacità digitali europee, i paesi dell’UE restano riluttanti a cedere maggiore potere operativo alla dimensione sovranazionale. Europol ribadisce che il rafforzamento dell’agenzia non comporterà poteri diretti di polizia, come arresti o perquisizioni: tali prerogative resteranno esclusivamente agli Stati membri, poiché conferirele all’agenzia non sarebbe né necessario né utile. The post La polizia europea vuole che l’intelligenza artificiale combatta la criminalità. Sostiene che la burocrazia sia un ostacolo. first appeared on Lavoratrici e Lavoratori Aci Informatica.
L’ICE, l’agenzia federale americana che si occupa di immigrazione, ha appena acquistato un bot per la sorveglianza dei social media
(Fonte) Katya Schwenk – 23 ottobre 2025 Secondo i registri degli appalti federali,l’agenzia statunitense Immigration and Customs Enforcement (ICE) avrebbe speso 5,7 milioni di dollari per un software di sorveglianza dei social media basato sull’intelligenza artificiale. Il contratto quinquennale con l’intermediario tecnologico governativo Carahsoft Technology fornisce licenze all’Immigration and Customs Enforcement (ICE) per un prodotto chiamato Zignal Labs, una piattaforma di monitoraggio dei social media utilizzata dall’esercito israeliano e dal Pentagono. Il software analizza oltre 8 miliardi di post al giorno per fornire analisi e allerte in tempo reale, permettendo alle forze dell’ordine di individuare “minacce” con maggiore rapidità. Le licenze saranno destinate alla divisione di intelligence dell’ICE, Homeland Security Investigations, per supportare indagini penali. Si tratta del primo contratto noto che garantisca all’ICE accesso diretto a Zignal, che va ad aggiungersi a un ampio arsenale di strumenti di monitoraggio online basati su IA. L’espansione di queste capacità solleva preoccupazioni per il potenziale uso della sorveglianza dei social media come strumento di controllo e repressione dell’immigrazione, una tendenza già rafforzata durante l’amministrazione Trump. Negli Stati Uniti, diversi attivisti filo-palestinesi — tra cui Mahmoud Khalil — sono stati presi di mira e arrestati dalle autorità per l’immigrazione dopo essere stati esposti da siti di destra filo-israeliani come Canary Mission. Recenti incursioni dell’ICE contro venditori ambulanti a New York sono seguite alla pubblicazione di video online da parte di alcuni influencer. Parallelamente, sindacati hanno intentato una causa contro l’uso crescente della sorveglianza dei social media da parte del governo, denunciando un “programma di sorveglianza di massa basato sulle opinioni politiche”. Secondo Wired, l’ICE intende espandere queste attività con un team di monitoraggio attivo 24 ore su 24, anche grazie all’uso di strumenti come quelli di Zignal Labs. Gruppi per i diritti civili, come l’ACLU, denunciano che tali tecnologie di analisi automatica dei social media minacciano la libertà di espressione e vengono implementate senza trasparenza né controllo pubblico. Zignal Labs, azienda fondata nella Silicon Valley nel 2011 per il monitoraggio dei media e delle campagne politiche, ha progressivamente spostato il proprio focus verso il settore della difesa e dell’intelligence. Dal 2021 collabora con enti militari, tra cui l’esercito israeliano — per il quale fornisce “intelligence tattica” a Gaza — i Marines statunitensi e il Dipartimento di Stato. La società, che non ha commentato il suo contratto con l’ICE, è parte di un più ampio ecosistema di strumenti di sorveglianza digitale utilizzati dal governo statunitense. Una causa promossa da sindacati denuncia l’uso di questi strumenti da parte dell’ICE, già dotato di software come ShadowDragon e Babel X, capaci di tracciare l’attività online e collegare dati personali e sociali dei bersagli. Secondo l’avvocata Julie Mao di Just Futures Law, i contratti di sorveglianza dell’ICE sono in costante aumento, sollevando gravi preoccupazioni per la privacy e i diritti civili. L’ICE ha firmato un contratto da 7 milioni di dollari con SOS International LLC (SOSi) per servizi di skip tracing, cioè il tracciamento degli spostamenti di individui. L’accordo segue di pochi mesi l’assunzione da parte di SOSi di Andre Watson, ex dirigente dell’intelligence dell’ICE, per ampliare le attività dell’azienda nel campo della sicurezza. Nel frattempo, l’ICE ha anche stretto un contratto con Carahsoft per l’uso delle licenze Zignal Labs, il cui software di sorveglianza potenziato dall’intelligenza artificiale consente di analizzare dati digitali globali in tempo reale per identificare potenziali “minacce”. Secondo i sindacati e gruppi per le libertà civili, come l’Electronic Frontier Foundation e la Yale Media Freedom Clinic, l’impiego di IA e strumenti automatizzati per la sorveglianza online rappresenta una grave minaccia alla privacy e alla libertà di espressione, rafforzando il rischio di un controllo di massa basato sulle opinioni politiche. The post L’ICE, l’agenzia federale americana che si occupa di immigrazione, ha appena acquistato un bot per la sorveglianza dei social media first appeared on Lavoratrici e Lavoratori Aci Informatica.