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La morbida durezza del tatami. Come affrontare la differenza della disabilità
Quando il tatami diventa un luogo di cura, crescita e inclusione per bambini e adolescenti Oggi utilizziamo la giornata internazionale delle persone con disabilità per parlare di un’iniziativa che riflette molto bene l’attività quotidiana del lavoro sul territorio campano, un fare costante e continuo che avvicina la fragilità e le neurodivergenze. In particolare, ci riferiamo al progetto Katautism appena partito all’interno dell’Istituto Comprensivo “De Amicis” a Succivo. Il paese campano accoglie la proposta della Federazione Nazionale Fijlkam (Federazione Italiana Judo Lotta Karate Arti Marziali) e osa un percorso innovativo e sperimentale avvalendosi di interventi psicologici specialistici: la disciplina judoka offre, quindi, alla comunità l’arte di alimentare, all’interno dell’individuo, una mentalità solidale e attenta al senso dell’essere giusti e del diritto alla libera scelta, tenta lo sviluppo della capacità di simbolizzare psichicamente la pratica dello stare in relazione con l’altro, creando, gradualmente e attraverso la guida dei maestri, un cambiamento nell’individuo e nel suo mondo interno, una trasformazione nel suo sé che, ad un certo livello, può definirsi profonda e strutturale. Il judo, in questo senso, ha molti punti in comune con la cura psicologica. La lotta sul tatami, tappeto da combattimento utile come superficie sicura per l’allenamento e le competizioni, è la conquista di un’esperienza di fiducia e di incontro con l’altro e insegna che imparare a cadere può diventare un vissuto di valore. La caduta, cioè, viene colta nel suo significato intrinseco dell’imparare-a-cadere-per-rialzarsi e, in tal senso, l’arte marziale del judo esprime la capacità di sollevarsi dalla caduta attraverso lo sguardo dell’altro avversario che tiene vivo l’atleta messo al tappeto condividendo con lui il vissuto di impotenza, in questo modo lo aiuta in un momento di sconcerto e fragilità. Potremmo pensare che il tatami, come base sufficientemente morbida su cui cadere, esprime la forza, il coraggio e il senso del giusto, insomma, con il judo c’è la possibilità di vivere un’esperienza di morbida durezza, ossimoro che ci porta ad immaginare il rapporto stretto che questa disciplina ha con l’essere umano e la sua comunità. Soprattutto, il progetto mette in evidenza molto bene la forte relazione tra l’Arte Marziale, la Psicologia e la Politica come rete necessaria affinché si possa creare un ambiente stabile, solido e affidabile, fonte di sviluppo e vera crescita nei bambini e negli adolescenti. L’obiettivo è di poter pensare, dentro un microcosmo qual è la scuola, ad esempio il dojo, luogo della “pratica marziale” come crescita e miglioramento personale, una modalità nuova di stare in relazione con l’altro e fare in modo che l’individuo possa esprimere le regole valoriali, apprese nella tecnica judoka, all’interno della società e dell’ambiente in cui vive. Lo scopo più lungimirante è provare a sviluppare, in ciascuno, il senso della cura per l’altro e, contemporaneamente, per sé. Manifestare, insomma, la necessità di proteggere i diritti dei più deboli e sentirne l’impegno e il dovere, e costruire una comunità in cui la vera forza è sentirsi meno spaventati ed esprimere, perciò, la libertà delle differenze nella loro molteplicità. Il progetto ricorda, e sottolinea, che il divertimento e il piacere sono ingredienti fondanti per poter imparare a vivere e a lottare per la conquista del diritto dello stare insieme in pace che non è assenza di conflitti, ma, al contrario, è renderli vivi e animati. Antonella Musella
Buone pratiche di Comunità educanti
Il rapporto recentemente pubblicato da Assifero mostra l’efficacia degli interventi che contrastano la povertà educativa minorile, che in Italia si sta aggravando ed emerge come una delle forme più insidiose di povertà, perché non si limita alla mancanza di risorse materiali ma compromette il diritto stesso dei bambini e dei ragazzi ad apprendere, formarsi, sviluppare capacità e competenze, coltivare aspirazioni e talenti. Negli ultimi quindici anni l’Italia ha vissuto un incremento significativo delle condizioni di povertà e delle disuguaglianze sociali, con ripercussioni profonde sulle fasce più fragili della popolazione. L’ISTAT certifica che le persone in condizione di povertà assoluta sono passate dai 2,9 milioni del 2008 ai circa 5 milioni del 2017, raggiungendo il 23,1% della popolazione nel 2024, in costante aumento. Nello stesso arco di tempo le famiglie coinvolte sono aumentate da 1,1 a 1,8 milioni, raggiungendo 2,2 milioni nel 2024. A questo quadro già critico si aggiungono due elementi di particolare vulnerabilità: da un lato il divario geografico, con il Mezzogiorno che registra incidenze di povertà assoluta ben superiori alla media nazionale (oltre l’11% per le persone e più del 10% per le famiglie). Dall’altro la fragilità anagrafica: sono proprio i minori a pagare il prezzo più alto, con un’incidenza di povertà assoluta superiore al 12% rispetto all’8,4% medio. Nonostante il Sud rimanga l’area con le incidenze più alte di povertà, il Nord sta diventando sempre più significativo nel totale delle famiglie povere: nel 2023, il 45% delle famiglie in povertà assoluta risiedeva al Nord. In particolare, si notano povertà nuove e inaspettate che riguardano il fenomeno dei working poor, ovvero quelle persone o quei nuclei familiari che lavorano, spesso anche come dipendenti, ma che fanno fatica ad arrivare a fine mese e che oggi rappresentano il 30% degli occupati. Di recente è stato presentato un rapporto, redatto da Ilaria De Cave e Alessia Trabucco di Assifero, l’associazione italiana delle fondazioni ed enti filantropici, in collaborazione con le Fondazioni di comunità di Lecco, Brescia, Mirafiori e Napoli, che restituisce i risultati e le buone pratiche emerse nell’ambito di diverse progettualità sostenute da Impresa Sociale Con i Bambini, tra le quali il progetto “Le radici e le ali”, offrendo modelli e strumenti per rafforzare le comunità educanti nei territori. Un contributo condiviso che valorizza l’impegno congiunto delle fondazioni nella lotta alla povertà educativa e nella costruzione di ecosistemi educativi inclusivi e sostenibili, collaborazioni e sinergie tra diversi attori, il rapporto di Assifero illustra, in particolare, alcune buone pratiche che meritano particolare attenzione per il loro grado di trasferibilità. Ne riportiamo due. “Giovani Competenti” – Promossa dalla Fondazione Comunitaria del Lecchese si presenta come un’iniziativa di impegno civico, retribuito, per i giovani del territorio dai 16 ai 24 anni che si trovano in un momento di riflessione e costruzione del proprio futuro formativo e professionale e che decidono di intraprendere un impegno continuativo ma temporaneo all’interno di enti che promuovono cultura, turismo e comunicazione ed educazione. Ogni ragazzo sceglie liberamente l’attività che desidera svolgere e l’ente ospitante in numerosi Comuni del territorio. In questo modo, alcuni si dedicano all’attività del doposcuola, accompagnando i più piccoli nei compiti e nelle attività quotidiane, mentre altri lavorano nei musei e negli uffici turistici o info point, come quelli sul Lago di Como, o nelle RSA del territorio. Quest’esperienza rappresenta un’occasione di orientamento e apprendimento per i giovani coinvolti che vengono accompagnati da tutor e supportati da un percorso di formazione parallelo e di gruppo durante tutto il periodo. L’iniziativa si inserisce in una rete di progetti territoriali che promuovono la crescita dei giovani, grazie al contributo di Alleanze Educative, con capofila Impresa Sociale Girasole, finanziata da Con i Bambini; BEST, con ente capofila l’Associazione Punto Famiglia Per, finanziato dalla Fondazione Comunitaria del Lecchese; e Fondo Welfare, A.G.ORÀ – Ai Giovani ORA con capofila la Parrocchia Sant’Alessandro in Barzio, finanziato da Fondazione Cariplo. Comunità educante alla Rete Educativa Sanità – Le iniziative realizzate dalla Fondazione di Comunità San Gennaro grazie ai bandi di Con i bambini sono molteplici e si inseriscono nella più ampia missione di creare e sviluppare la comunità educante stessa per superare la logica del singolo progetto. In questo contesto, la comunità educante pone le sue basi quasi dieci anni prima della Fondazione di Comunità San Gennaro, sviluppandosi in diverse associazioni territoriali, oggi partner fissi delle progettualità educative della fondazione. La progettualità di “Batti il Cinque!” ha rappresentato per la fondazione e per il quartiere del Rione Sanità, dove opera principalmente, un’esperienza di consolidamento della comunità educante già esistente, permettendo di fatto un ragionamento di sistema con altre quattro fondazioni sul territorio nazionale. Il polo territoriale di Napoli, nel corso della terza annualità del progetto ha raggiunto 1420 minori, di cui 89 in condizione di vulnerabilità economica, 20 portatori di Bisogni Educativi Speciali e 50 di origine straniera. Nel contesto napoletano i centri educativi e sportivi gestiti dagli enti del Terzo Settore hanno giocato un ruolo fondamentale, diventando presidi e spazi per attività progettuali di doposcuola, recupero e potenziamento didattico, laboratori didattici-formativi, espressivi, sportivi e di cittadinanza attiva. Alcuni degli enti del Terzo Settore coinvolti sono stati Il Grillo Parlante Onlus, la Casa dei Cristallini Associazione di Promozione Sociale, la Cooperativa Sociale La Paranza, che continuano tutt’ora la collaborazione con la fondazione. Significative in questo contesto sono anche le attività di scoperta del patrimonio culturale del Rione Sanità che hanno coinvolto i ragazzi, non solo come visitatori ma anche come guide e custodi dei beni della comunità. Dal punto di vista delle attività di sostegno al nucleo familiare, sono stati creati anche percorsi di sostegno e accompagnamento sociale delle famiglie, azioni di prevenzione dell’abbandono scolastico e della dispersione, attraverso colloqui con i genitori, attività di gruppo per le famiglie, laboratori genitori-figli ed interventi di educativa domiciliare, coinvolgendo ben 92 genitori nella realizzazione dei patti di corresponsabilità educativa. BUONE PRATICHE E PROCESSI A CONFRONTO: COMUNITÀ EDUCANTI TRA NORD E SUD ITALIA – rapporto ASSIFERO 2025 Giovanni Caprio
Studenti con le Stellette come FSL (ex PCTO) a Roma: Educazione o addestramento?
Molte scuole della provincia di Roma, stanno ricevendo a firma Norberto Colella, una lettera di incontro per la presentazione di un progetto FSL (ex PCTO) dal titolo Studenti con le stellette. Recita le lettera: “Anche per l’anno scolastico 2025 – 2026 la nostra Associazione (Scuola Civica) organizzerà una settimana di corso estivo rivolta a ragazze e ragazzi di terza, quarta e quinta superiore che è validabile come parte del PCTO”. Il progetto è rivolto a ragazze e ragazzi di terza, quarta e quinta superiore al costo di 570 euro, come contributo, ma la cui cifra esatta verrà comunicata successivamente l’iscrizione. Nulla ci è dato sapere sul numero delle ore che il campus riconosce come PCTO. In allegato alla lettera c’è la locandina (in foto) e un documento dal titolo allegato referenze. L’associazione si vanta di organizzare dal 2016, una settimana, di impegno-vacanza nell’ultimo periodo di agosto, per fare provare ai “giovani studenti la curiosità e l’emozione di fare propri i valori delle associazioni d’arma, lo spirito di corpo, […] e proporre la possibilità anche di un nuovo orizzonte professionale” (Leggi reclutamento). Accanto a lezioni teoriche e pratiche sui temi più disparati (sicurezza stradale e personale, pronto soccorso, prevenzione dei reati e di fenomeni devianti, orientamento sul territorio, antincendio boschivo…) si affiancano materie volte alla conoscenza delle Istituzioni, della Polizia e delle Forze Armate. Nella inquietante descrizione della settimana si legge: “libera uscita serale e ore di addestramento, […] conteggiate quale PCTO”. Insomma, una vera e propria settimana propedeutica all’arruolamento, per la gioia del Capo di stato maggiore generale Masiello, che implora l’aumento dei militari da 40.000 a 93.100 entro il 2033. Ancora più inquietante la visita al sito https://studenticonlestellette.weebly.com/ dove si scopre il vero volto di questa iniziativa. I nomi dei corsi degli anni precedenti: Volontà, Dovere, Onore, Fede, Tenacia, Lealtà, Audacia…termini che più cha alludere all’educazione civica, alla cittadinanza attiva, alla costituzione, al volontariato civile sono concetti chiave spesso evocati per descrivere le gesta e l’animo dei soldati italiani in guerra. Seguono anche ulteriori corsi, “valore aggiunto”, per studenti già specializzati: Unione, Responsabilità, Resilienza… Sempre on line è possibile scaricare l’interessante Quinterno di scritturazione, con la facoltativa richiesta della “piastrina” (il ciondolo militare utile per l’immediato recupero del gruppo sanguigno o per il riconoscimento del soldato una volta deceduto) al costo di 15 euro; Sebbene nella presentazione dei corsi si legga: dal mondo militare attingiamo unicamente per ciò che riteniamo utile ai nostri fini educativi e alla socializzazione tra i ragazzi, la lettura del regolamento mostra il contrario: dall’obbligatoria uniforme mimetica vegetata, completa di copricapo con visiera e anfibi, alla divisione in Plotoni di 5 squadre; dal “fare la branda” la mattina alle punizioni qualora, dai sopralluoghi (la chiave sempre sulla porta per consentire ispezioni!) non venissero riscontrati ordine e pulizia, (punizione all’occupante della stanza ma anche agli occupanti delle camere vicine!); e ancora: libera uscita da richiedere all’ufficiale di picchetto, corveè per la pulizia delle parti comuni, turni per il servizio di ronda, pubblicazione dei puniti, appello e contrappello, colpe attribuite in solido in caso di mancanza del colpevole e dulcis in fundo: “Non è ammessa nessuna confidenza amichevole con Comandanti, Istruttori, Volontari e VA ed è altresì escluso qualsiasi contatto fisico“. Chiosa così educativa e pedagogica che mostra, insieme agli esempi selezionati, quanto questo campus possa essere lontano dal contesto scuola. Per il dettaglio, rimandiamo alla lettura dell’intero regolamento. Negli ultimi anni si è aggiunta la collaborazione con l’università e-campus; il referente della sede di Novedrate, Emanuele Martinoni fa presente come il progetto serva a creare cittadini consapevoli e responsabili, esigenza determinata dal nostro vivere in un contesto sociale in cui spesso il senso civico, il rispetto, la disciplina e la solidarietà rischiano di passare in secondo piano. Come dire: poiché la scuola non riesce in questo compito in una settimana di addestramento militare recuperiamo la carenza! Il regolamento ci ha spiegato con quali mezzi…. L’allegato alla mail ricevuta dalle scuole, riporta una serie di lodevoli dichiarazioni sulla validità del progetto da parte di molti sindaci e ricorda come l’associazione sia stata insignita della MEDAGLIA D’ORO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA (sic!). Cosa tutto ciò abbia a che fare con il mondo dell’istruzione è la frequente domanda che ci si pone. Il corso, infatti, passando per il canale dei percorsi FSL (Formazione, Scuola, Lavoro, nuovo acronimo per i PCTO!) richiede una convenzione con le scuole e, cosa ben peggiore, va accolto nel PTOF e quindi all’interno della progettualità scolastica. I progetti volti alla militarizzazione delle scuole non sono progetti “neutri”, ma trascinano all’interno delle coordinate educative della scuola valori e pratiche a essa estranei: Sacrificio per la patria, Obbedienza, Disciplina militare, Addestramento, Dovere, Coraggio (militare)… e il corso studenti con le stellette mostra quale sia il modello educativo che tali valori richiedono per essere trasmessi. Obbedire, Punire, Rispetto per chi comanda, Omologazione, Libertà (titolo di uno dei corsi) fittizia. Come Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università ricordiamo a tutte le componenti della scuola l’importanza di utilizzare il nostro vademecum al fine di arginare questi fenomeni e di continuare a denunciare tutti i tentativi di “contaminazione” tra mondo militare e mondo scolastico contattandoci via mail. Di seguito la tabella riassuntiva delle scuole che hanno finora aderito al progetto, sperando che le adesioni si fermino qui.
Pressenza: Successo della seconda edizione del Forum nazionale “Scuole per un’Educazione Nonviolenta”
DI FRANCESCA DE VITO PUBBLICATO SU PRESSENZA DEL 10 NOVEMBRE 2025 Una grande partecipazione di docenti ha animato una giornata intensa di incontri, riflessioni, emozioni e pratiche educative presso l’Istituto Comprensivo 06 Chievo-Bassona-Borgo Nuovo, che ha ospitato la seconda edizione del Forum nazionale “Scuole per un’Educazione Nonviolenta”. Un appuntamento che si conferma sempre più centrale nel panorama educativo italiano. Promosso da scuole e reti scolastiche quali ED.UMA.NA, Polo Europeo della Conoscenza, Scuole che Promuovono Salute, I.C. Nazario Sauro – Rinascita-Livi e dall’ Osservatorio contro la Militarizzazione delle Scuole e dell’Università, il Forum si conferma un laboratorio aperto per chi crede in una scuola pubblica democratica, capace di costruire cultura di pace e relazioni nonviolente. A rendere ancora più accogliente la giornata, coffee break e pranzo curati con professionalità e calore dalle studentesse e dagli studenti della Scuola Alberghiera “Luigi Carnacina” di Bardolino, segno concreto di una comunità educativa che si costruisce insieme. Una plenaria breve ma intensa La dirigente scolastica della scuola ospitante Gemma Lanzaretta, ha aperto i lavori dando il benvenuto a docenti, dirigenti, educatrici, educatori e rappresentanti delle istituzioni riuniti per riflettere su come la scuola possa diventare luogo di crescita nonviolenta e di cura reciproca. Subito dopo, Stefano Cobello del Polo Europeo della Conoscenza ha presentato il progetto europeo “Let’s Care”, finanziato dal programma Horizon Europe, che sostiene iniziative di educazione per la nonviolenza e la cittadinanza attiva, proprio come il Forum. Successivamente Annabella Coiro (Rete Ed.umana) ha raccontato un anno di lavoro del Forum, a partire dalla prima edizione che si è tenuta a Milano, presentando il processo di costruzione dei gruppi di ricerca che costituiscono il cuore ‘permanente’ del Forum. Ha sottolineato anche come “la nonviolenza non sia un traguardo, ma un cammino quotidiano che sceglie consapevolezza, relazione umana e responsabilità condivisa”. Un momento di grande intensità è stata la lectio magistralis del Prof. Alberto Oliverio, neuropsicologo dell’Università “La Sapienza” di Roma, dal titolo “I bambini sono davvero difficili? L’approccio nonviolento nella formazione della psiche e del cervello dei bambini”. Oliverio ha guidato il pubblico in un viaggio tra neuroscienze e pedagogia, spiegando come la violenza e aggressività siano due cose distinte. La violenza, ha osservato, trova radici in molteplici cause, tra cui l’imitazione: la diffusione di comportamenti e linguaggi violenti nei media, nei social e nei videogiochi contribuisce a renderla socialmente accettabile. “Quando siamo violenti,” ha spiegato, “è l’amigdala ad attivarsi e non viceversa. Questo accade perché la corteccia prefrontale non riesce a inibirla” Il professore ha ricordato che il comportamento umano è il risultato dell’interazione tra struttura, funzione cerebrale ed esperienza, e che il compito dell’adulto è “offrire fiducia e creare un clima emotivo positivo, dove l’apprendimento possa fiorire per accompagnare la ricerca di significato e di senso”. Tra gli interventi istituzionali, significativa la domanda su cui sono stati invitati a rispondere Elisa La Paglia, assessora alle Politiche educative del Comune di Verona e Alessio Perpolli, dirigente dell’I.C. Bosco-Chiesanuova: ‘Come le istituzioni possono contribuire a costruire un ambiente nonviolento?’. La Paglia ha invitato a “superare le conflittualità tra amministrazione e scuola” e a promuovere corresponsabilità e dialogo sincero per contribuire allo sviluppo di un ambiente nonviolento in una visione di scuola sconfinata. “Verona può essere veramente un’arena di pace,” ha affermato La Paglia, “se impariamo a dare all’altra persona la possibilità di una risposta diversa, se costruiamo spazi di ascolto e confronto reale, anche a costo di metterci in gioco e accettare la possibilità di essere feriti”. Accanto a lei, Perpolli ha sottolineato come “le istituzioni possano scegliere tra una direzione autoritaria o collaborativa, ricordando che anche il silenzio o l’omissione possono essere forme di violenza”. Coltivare pensieri, usare parole e attuare azioni nonviolente. Scegliere di disinnescare la violenza nella comunicazione e nelle relazioni. Questa la formula da lui proposta. I laboratori cuore pulsante del Forum Il cuore pulsante del Forum è stato, come sempre, il lavoro dei laboratori tematici e dei gruppi di ricerca, che hanno coinvolto docenti, educatrici ed educatori di ogni ordine e grado. Dalle riflessioni sull’aggressività e il bullismo con Anna Ferraris, alla scoperta della violenza implicita a scuola guidata da Tiziana Rita Morgante, fino a specifici percorsi disciplinari come quello proposto da Michele Lucivero “Dalla pace perpetua al Lamento della Pace”. Sorprendente il gioco sulla gestione dei conflitti con Gabriella Fanara per “trasformare la classe in uno spazio di dialogo” e le attività di ‘Giocare alla guerra serve alla pace?’ con Luciano Franceschi. Sempre sui conflitti un laboratorio dedicato ai docenti dell’infanzia con l’esperienza di Patrizia Granata e le pratiche sulle parole ostili nella scuola di primo grado sperimentate dai docenti Cirulli, Brusoni e Costa. Non sono mancati momenti creativi ed espressivi, come i laboratori “Svuotare la guerra, riempire la pace”, condotto da Claudio Tosi e Maria Grazia Cotugno e “Educare nella Nonviolenza: ritrovare l’essenza del proprio agire” di Jaqueline Mera e Stefano Colonna, insieme alle attività dedicate al cinema e agli albi illustrati come strumenti di educazione alla pace, proposti da Isabella Gallotta e Claudio Ridolfi. Tra i temi apprezzati, anche i percorsi su femminismo e violenza di genere di Valeria Russo, la nonviolenza è salute con  Angela Rinaldi, Nicola Iannaccone, Federica Fratini e Noemi Toni, e la natura come via alla nonviolenza, che ha visto protagonisti Dino Mancarella e la sua amica a quattro zampe Janis, amata anche dai più reticenti. Pratiche super concrete anche per i laboratori dedicati alla partecipazione di bambine/i, ragazzi/e nei percorsi di educazione civica, a cura di Simonetta Muzio e Annabella Coiro. Nel pomeriggio, le persone partecipanti si sono divise in sottogruppi di ricerca, approfondendo le aree tematiche del Forum e progettando il lavoro fino al prossimo appuntamento in presenza. Una conclusione che è già viaggio verso il prossimo appuntamento La giornata si è conclusa con il ritorno in plenaria e una performance collettiva in cui è emerso con forza che la scuola può essere il luogo da cui riparte una cultura della pace e della nonviolenza, se sceglie la cura, il dialogo, l’ascolto e la partecipazione come cardini del proprio agire quotidiano. A questo proposito, non si può non sottolineare che il clima che si è respirato in ogni momento rispettava con molta coerenza ogni parola detta durante la giornata a proposito dell’educazione nonviolenta, a conferma di questo chi era all’accoglienza, stanca della giornata ma felice, dice: “sono molti anni che faccio questo lavoro ma è la prima volta che riceviamo così tanti ringraziamenti, caldi, affettuosi e soprattutto molto sinceri!” La seconda edizione del Forum nazionale “Scuole per un’Educazione Nonviolenta” ha dimostrato che, in un tempo attraversato da conflitti e polarizzazioni, esiste anche una comunità educante pronta a rispondere con l’intelligenza della pace positiva. Il Forum continua con i Gruppi di ricerca online le iscrizioni sono sempre aperte, fino alla prossima edizione in presenza, di cui si annuncerà presto la data e la città ospitante. Una rete viva e in crescita che intreccia esperienze e competenze interdisciplinari per dare voce a una scuola pubblica capace di formare persone libere, empatiche e consapevoli. Come ha ricordato una delle relatrici, “la nonviolenza non è assenza di conflitto, ma un modo diverso di attraversarlo: con responsabilità, rispetto e fiducia nel cambiamento”.
Giovedì 6 novembre sarò ospite dell'Istituto Comprensivo "G. Parini" di #Catania per un laboratorio di #educazione alla #pace con gli alunni delle classi quinte della scuola primaria. Ospiti d'onore #Handalino e Coniglio Clown e "La fiaba che avrei voluto raccontare ai bimbi di #Gaza". Un’occasione speciale per riflettere, crescere e imparare attraverso il linguaggio del teatro, con l’obiettivo di educare alla nonviolenza, alla solidarietà e alla pace.
Partecipanti triplicati al Convegno “La scuola non va alla guerra. L’educazione alla pace risponde alla repressione”
COMUNICATO STAMPA Il convegno di formazione/aggiornamento per il personale della scuola, promosso dall’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università vietato dal ministro Valditara, in spregio al CCNL della scuola e, soprattutto, in assoluto contrasto con la nostra Costituzione (ricordiamo almeno gli articoli 11 e 33) non solo si è svolto regolarmente, ma, come tutti hanno potuto constatare, è stato seguito da migliaia di partecipanti, che ringraziamo per aver scelto consapevolmente di “disubbidire”, dimostrando quanto pensiero critico, nonostante la repressione, sia oggi presente nel mondo dell’istruzione. Oltre il triplo di partecipanti rispetto ai mille che si erano iscritti al convegno annullato (fino al momento in cui viene pubblicato in comunicato n.d.r.). La qualità delle relazioni, l’ampiezza dei temi affrontati, la scientificità delle argomentazioni proposte (chiunque ne abbia voglia può vedere la registrazione, collegandosi al canale Youtube dell’Osservatorio) hanno rappresentato la risposta migliore alle provocazioni del ministro, secondo cui “gli organizzatori hanno scambiato la formazione per una occasione di indottrinamento contro il governo”. Un governo che, sempre secondo Valditara, “difende la scuola costituzionale e mette al centro il rispetto verso lo studente e la necessità di una formazione seria e non ideologica”. Di fatto il ministro imputa all’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università il modo di procedere di questo governo, sempre più preoccupato che nelle scuole e nelle università si possa esprimere, nonostante circolari e direttive, un pensiero critico e libero. Del resto, tutti ricordano la lettera di Valditara del 10 novembre 2022 in cui proponeva, nella qualità di ministro, una lettura tutta ideologica e politicamente orientata del periodo storico concluso con la caduta del muro di Berlino. Quello sì un esempio, un po’ banale, di indottrinamento. L’impegno dell’Osservatorio per una scuola che impara a gestire i conflitti e educa alla pace prosegue. Oggi pomeriggio con manifestazioni in 40 città italiane per riaffermare che il 4 novembre non c’è nulla da festeggiare. Un’orrenda carneficina, come fu la prima guerra mondiale, figlia dello scontro fra le nazioni più importanti della “civile Europa”, va studiata e condannata, senza se e senza ma. Ma il medesimo impegno verrà profuso, giorno dopo giorno, per fermare l’israelizzazione dello studio e del sapere, perché la ricerca e la pedagogia mettano al centro i diritti sociali e l’impegno per un mondo libero da genocidi e guerre. L’unico futuro per il quale vale la pena lavorare. Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università
#nowar - La #scuola non va alla #guerra. L’#educazione alla #pace risponde alla #repressione 4 novembre ore 9 - Convegno nazionale Disobbediamo alla militarizzazione dell'istruzione - Disertiamo le guerre https://osservatorionomilscuola.com/2025/11/02/convegno-4-novembre-scuola-non-va-guerra-educazione-pace-risponde-repressione/
La #scuola non va alla #guerra. - L’#educazione alla #pace risponde alla #repressione Convegno online 4 novembre, ore 9.00 – 13.00. Intervengono: Roberta Leoni, Marco Meotto, Antonio Mazzeo, Mjriam Abu Samra, Caterina Donattini, Don Andrea Bigalli, Tommaso Marcon, Leonardo Cusmai,,
Verona, 8 novembre: Seconda Edizione forum nazionale per l’Educazione nonviolenta 2025
VERONA – 8 NOVEMBRE 2025 IN COLLABORAZIONE CON IL COMUNE DI VERONA EVENTO IN PRESENZA PRESSO L’ISTITUTO COMPRENSIVO 06 CHIEVO-BASSONA-BORGO NUOVO – VIA PUGLIE 7/E – 37139 VERONA Partecipazione di Elisa La Paglia, Assessora con delega a Politiche educative e scolastiche, Biblioteche, Edilizia scolastica, Salute e servizi di prossimità L’iscrizione è possibile solo per tutta la giornata. Le persone  iscritte riceveranno successivamente informazioni dettagliate sui tavoli di lavoro – titoli, argomenti e le fasce d’età di riferimento, dentro le aree di interesse scelte che troverete qui di seguito. L’evento è aperto esclusivamente al personale di istituzioni educative (scuole pubbliche, paritarie, associazioni educative, cooperative, ecc.) Descrizione dell’evento di formazione in presenza dell’8 Novembre 2025 Il Forum nazionale “Scuole per un’educazione nonviolenta” riunisce reti scolastiche, scuole, docenti, dirigenti e istituzioni educative che credono in una scuola pubblica, democratica e orientata alla pace, una scuola che coltiva relazioni nonviolente e riparative, valorizza l’interconnessione, promuove il benessere collettivo, rigetta militarizzazione e autoritarismo e si fonda su pratiche inclusive e sostenibili. 9.00 ingresso e registrazione Ore 9.15 *  Benvenuto della Dirigente scolastica I.C. 06 Gemma Lanzaretta e del Comitato promotore del Forum * Presentazione del progetto Horizon Europe “Let’s Care” – Stefano Cobello – Rete Polo Europeo della Conoscenza Ore 9.30 * Presentazione del Forum permanente “Scuole per un’Educazione Nonviolenta” A un anno di lavoro, la seconda edizione: significato, obiettivi e sviluppi di comunità  – Annabella Coiro – Rete Edumana Ore 9.45 * I bambini sono davvero difficili? L’approccio nonviolento nella formazione della psiche e del cervello dei bambini –  Prof. Alberto Oliverio – Università “La Sapienza” Ore 10.25 * Tavola rotonda Come le istituzioni (scuole e territorio) possono contribuire allo sviluppo di un ambiente nonviolento in una visione di scuola sconfinata. Intervengono: Alessio Perpolli, Dirigente I.C. Bosco-Chiesanuova.  10.50 * Coffee break a cura degli/delle studenti  della Scuola Alberghiera Luigi Carnacina di Bardolino ore 11.15                                               LABORATORI / DIBATTITI PARALLELI Area: Analisi della violenza implicita a scuola * “Maestro, ma tu ci sogni?” Come riconoscere la violenza implicita a scuola? (tutti i gradi di scuola) conduce Tiziana Rita Morgante * Link scheda laboratorio Area: Attività per gestire i conflitti e le relazioni in classe * Contrastare e prevenire il bullismo a scuola (tutti i gradi di scuola) – conduce prof.ssa Anna Ferraris * Link scheda laboratorio * Conflitti che insegnano (scuola dell’infanzia) – conduce Patrizia Granata  * Link scheda laboratorio * Il manifesto delle parole ostili secondo me (scuola secondaria di primo grado) – conducono Andrea Brusoni, Giacomo Boffa, Gianluca Cirulli, Giorgio Costa  * Link scheda laboratorio Area: Educazione civica e cittadinanza partecipata * I giorni che contano: memoria e pace nel calendario civile (secondaria di primo grado) – conduce Simonetta Muzio  * Link scheda laboratorio Area: Letture, cinema e musica per educare alla pace * Gli albi illustrati come strumento per educare alla pace e alla nonviolenza nella scuola primaria (scuola primaria) – conduce Isabella Gallotta  * Link scheda laboratorio Area: La nonviolenza è salute * Il curricolo di promozione della salute orientato alla nonviolenza (tutti i gradi di scuola)– conducono Angela Rinaldi e Nicola Iannaccone * Link scheda laboratorio Area: Laboratori espressivi per la nonviolenza * Svuotare la guerra, riempire la pace – L’immaginario dei bambini nei disegni di guerra e pace  (scuola primaria) – conducono Claudio Tosi e Maria Grazia Cotugno * Link scheda laboratorio Area: Pace e nonviolenza nei contenuti disciplinari * Dalla pace perpetua al Lamento della Pace. Come parlare di Pace e Nonviolenza a partire dalla filosofia (scuole secondarie di secondo grado) – conduce Michele Lucivero * Link scheda laboratorio Ore 13.00 – Pranzo a cura degli/delle studenti  della Scuola Alberghiera Luigi Carnacina di Bardolino 14.30 – LABORATORI / DIBATTITI PARALLELI Area: Attività per gestire i conflitti e le relazioni in classe * Giocare alla guerra serve alla pace? – conduce Luciano Franceschi * Link scheda laboratorio Area: Educazione civica e cittadinanza partecipata * Come si può parlare di femminismo e violenza di genere in classe. Laboratorio di scrittura (secondarie di primo e secondo grado) – conduce Valeria Russo  * Link scheda laboratorio * Quando la classe è un’esperienza di nonviolenza e democrazia dal primo giorno. Percorsi partecipati di una scuola sconfinata (scuola primaria) – conduce Annabella Coiro  * Link scheda laboratorio Area: Letture, cinema e musica per educare alla pace * Fare pace col cinema – La pedagogia dello sguardo per l’educazione nonviolenta (tutti i gradi di scuola) – conduce Carlo Ridolfi * Link scheda laboratorio Area: La natura e l’ambiente come percorsi di nonviolenza * Il diario autobiografico sulla pace e la nonviolenza – Prendersi cura di sé, degli altri, del mondo – (tutti i gradi di scuola) conduce Dino Mancarella * Link scheda laboratorio Area: La nonviolenza è salute * La nonviolenza ti fa star bene! (tutti i gradi di scuola)– Conducono Federica Fratini e Noemi Toni * Link scheda laboratorio Area: Laboratori espressivi per la nonviolenza * Educare nella Nonviolenza: ritrovare l’essenza del proprio agire (tutti i gradi di scuola)– Jaqueline Mera e Stefano Colonna * Link scheda laboratorio Area: Riflessioni e pratiche contro la militarizzazione della scuola * E se un militare entrasse nella mia classe a fare lezione sulla Pace? Strumenti e sostrato culturale per fermare la militarizzazione delle scuole (tutti i gradi di scuola) – Michele Lucivero * Link scheda laboratorio Area: Trasformare la classe in uno spazio di dialogo * Attività ludiche per imparare a dialogare alla scuola primaria (scuola primaria) – Gabriella Fanara  * Link scheda laboratorio 16.30 – Sottogruppi di ricerca paralleli –  Divisione in gruppi di lavoro tematici * Analisi critica della violenza implicita nella scuola * Attività per gestire i conflitti e le relazioni * Educazione civica e percorsi di cittadinanza partecipata * Ho letto un libro… ho visto un film… ho sentito una canzone… * La natura e l’ambiente come percorso nonviolento * La nonviolenza ha a che fare con la salute * Laboratori espressivi per la nonviolenza (arte, corpo, musica) * Pace e nonviolenza nei contenuti delle discipline * Quale contrasto alla militarizzazione della scuola? * Trasformare la classe in uno spazio di dialogo (anche fisico) 18.15 – Plenaria con performance di chiusura 18.30 – Saluti di chiusura Il Forum nasce per condividere pratiche e costruire una cultura pedagogica per la pace e la nonviolenza, sostenuta dall’Agenda ONU, dall’UNESCO e dalla Costituzione. Il Forum è uno spazio in crescita che ogni anno organizza un incontro nazionale per valorizzare le esperienze dei territori, diffonderne le buone pratiche e rafforzare la voce collettiva della scuola pubblica per la pace e la nonviolenza. La scadenza per le iscrizioni per poter partecipare al forum è il 2 Novembre 2025 La giornata costituisce iniziativa di formazione ai sensi della Direttiva n. 170 del 2016. I docenti partecipanti hanno diritto all’esonero dal servizio e all’attestato di partecipazione. I certificati di partecipazione saranno emessi nei mesi di Gennaio e Febbraio 2026  LInk per l’iscrizione COMITATO PROMOTORE Rete ED.UMA.NA  www.edumana.it Rete Polo Europeo della Conoscenza www.europole.org/ Rete Scuole che Promuovono Salute  www.scuolapromuovesalute.it Osservatorio contro la Militarizzazione delle Scuole e dell’Università –osservatorionomilscuola.com IC Nazario Sauro – Rinascita-Livi icnazariosauro.edu.it/
Convegno a Napoli del 17 ottobre: Educazione alla pace e critica al militarismo
Grande la partecipazione al convegno dell’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università che si è tenuto il 17 ottobre a Napoli, organizzato dall’Assemblea di Autoformazione della scuola presso il Liceo Statale Villari in collaborazione con alcuni suoi docenti. La mattina è iniziata con l’introduzione di un portavoce del collettivo organizzatore, che ha inquadrato la prospettiva generale della giornata di formazione e l’idea di autoformazione che la sottende in un mondo, quello della scuola, sempre più incardinato sul militarismo sia implicito sia in divisa.  Il prof. Charlie Barnao – sociologo e docente dell’Università di Palermo – è intervenuto sul tema del militarismo culturale e dei processi di socializzazione ad esso connessi, partendo da un’autoetnografia sui sistemi addestrativi militari; la prof.ssa Daniela Tafani – ricercatrice in Filosofia politica presso l’Università di Pisa – sulle relazioni tra il complesso militare industriale e i giganti del Big Tech e sull’incompatibilità tra democrazia ed enormi concentrazioni di capitale che questi ultimi rappresentano; Barbara Bertani – docente di scuola primaria e attivista nella Rete Alfabeti Ecologici – ha illustrato il modo in cui un approccio ecologico alla pedagogia, basato sulla costruzione di una comunità di ricerca che si pone domande, che discute, e in cui il conflitto emerge e viene rielaborato, possa contribuire alla crescita di soggetti capaci di immaginare altri mondi possibili e di incidere sulla realtà per trasformarla. Infine Roberta Leoni – docente di scuola secondaria e attuale presidente dell’Osservatorio – ha relazionato sul fenomeno della militarizzazione delle scuole e delle menti, dagli accordi tra il mondo della formazione e quello dei corpi armati e dell’industria bellica, alle norme nazionali e comunitarie che lo promuovono, dall’invasione più o meno sottile delle menti attraverso i media, l’editoria scolastica, i prodotti culturali per bambini/e e adolescenti; l’intervento è stato accompagnato da una carrellata di immagini tratte dalle numerose segnalazioni dell’Osservatorio e dalla testimonianza delle più significative campagne finora portate avanti. Video dell’intervento di Roberta Leoni a Napoli. Nel pomeriggio i presenti si sono divisi in gruppi coordinati dai docenti dell’Assemblea di autoformazione che hanno discusso a partire da domande-guida su temi desunti dalle relazioni mattutine: pedagogia e guerra, cultura della militarizzazione, pervasività del digitale; gli spunti che ne sono scaturiti sono stati poi esposti e riportati in plenaria da un rappresentante per gruppo. Ringraziamo le relatrici e i relatori, il Liceo Statale Villari che ci ha ospitati, le colleghe e i colleghi che hanno collaborato all’organizzazione, tutti quanti hanno partecipato e che ci hanno dato feedback che rafforzano la convinzione della necessità di questi momenti di approfondimento orientato alla lotta. Qui alcuni scatti della giornata. Assemblea di autoformazione della scuola di Napoli Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università