Lettera aperta sul DDL di censura alle critiche a IsraeleAlcuni docenti, in nome di quel residuo di libertà di insegnamento che consiste
nel concepire la propria classe come un gruppo di apprendimento che non inizia
un percorso formativo standardizzato, ma elaborato su misura per loro, per
allenarli alla socioanalisi e farne poi dei futuri cittadini consapevoli, non ci
stanno!
Col DDL Gasparri, equiparare l’antisemitismo all’antisionismo o semplicemente
far rientrare nel primo anche una semplice critica all’establishment di un
criminale di guerra come Netanyahu, rappresenta un salto all’indietro di
ottant’anni e dà la misura della forza delle connessioni politiche ed economiche
con uno Stato maestro in colonialismo di insediamento, gli USA (vd. genocidio di
circa 50milioni di nativi americani) e con il suo vassallo in Medio Oriente,
Israele (vd. genocidio in corso e 80 anni di colonialismo di insediamento e
apartheid).
Gasparri, senatore di Forza Italia, emergeva già due anni fa in un servizio di
“Report” su RaiTre, con tutti i suoi legami imbarazzanti con le lobby sioniste e
in particolare con chi si occupa di Cybersecurity, fiore all’occhiello di
Israele
(https://www.thegoodlobby.it/conflitto-di-interessi-porte-girevoli-lobbying-maurizio-gasparri-sembrerebbe-non-farsi-mancare-nulla/).
È anche grazie al proprio apparato di spionaggio digitale ( vs. ultime novità su
Wired: https://www.wired.it/article/paragon-spyware-caltagirone-orcel-copasir-indagine-audizione-mantovano/)
che Israele tiene sotto ricatto mezzo mondo “occidentale”, prima fra tutti
l’Italia, consentendogli di avere alleati bipartisan tra i parlamentari e gli
eurodeputati che organizzano la copertura politica, tramite l’inattività e/o la
disinformazione. In quest’ultimo settore della cosiddetta guerra ibrida, rientra
la campagna mediatica che attraverso un massiccio bombardamento di news
tendenziose sta presentando il progetto immobiliare-colonialista di Trump & Co.
per Gaza, addirittura come un piano di pace. Alcuni docenti, quindi, non ci
stanno e scrivono questa lettera aperta:
Dopo le manifestazioni oceaniche in solidarietà con la Palestina che hanno visto
la partecipazione di insegnanti, studenti ed educatori, siamo allarmati dalla
possibilità che nel nostro Paese venga approvata una legge che di fatto
renderebbe illegale l’espressione di quelle critiche nelle scuole, nelle
università e nelle strade. Sono, infatti, in discussione al Senato ben tre
disegni di legge che, con l’obiettivo dichiarato di contrastare l’antisemitismo,
rischiano invece di mettere il bavaglio a ogni possibile critica allo Stato di
Israele. Ci riferiamo al DDL 1627 – Gasparri (FI), al DDL 1004 – Romeo (Lega) e
al DDL 1575 – Scalfarotto (Italia Viva). Questi testi sono così simili che la
commissione del Senato il 30 settembre scorso ha deciso di unificarli e per
questo anche noi li consideriamo come un’unica minaccia alla libertà
d’espressione nel nostro Paese.
Innanzitutto, in questi disegni di legge si vuole rendere legalmente vincolante
la definizione di antisemitismo proposta dall’International Holocaust
Remembrance Alliance (IHRA). Questa decisione, però, come è stato rilevato anche
da tanti esperti (1) (e in ultimo dalla storica Anna Foa in audizione al Senato
il 23/09 scorso), porterà ad effetti paradossali ampliando l’accusa di
antisemitismo ad ogni possibile critica ad Israele. Negli esempi, infatti, si
legge che sono da considerare antisemitismo:
* “Negare agli ebrei il diritto dell’autodeterminazione, per esempio sostenendo
che l’esistenza dello Stato di Israele è una espressione di razzismo.”
* “Applicare due pesi e due misure nei confronti di Israele, richiedendo un
comportamento non atteso da o non richiesto a nessun altro Stato
democratico.”
* “Fare paragoni tra la politica israeliana contemporanea e quella dei
nazisti.” Vogliamo ricordare, però, che le condanne a Israele arrivano da
istituzioni come la Corte di Giustizia Internazionale e le Nazioni Unite (2)
e sono accuse circostanziate basate sul diritto internazionale. Sollevare la
critica nei confronti di Israele e richiamare tutte le autorità, compreso il
nostro governo, ad agire per fermare questi crimini non può essere
considerato espressione di antisemitismo.
Cosa che, invece, sta già accadendo nei Paesi in cui l’applicazione di questa
definizione ha portato a una stretta repressiva ingiustificata. In Inghilterra,
ad esempio, recentemente sono state arrestate 890 persone per il solo fatto di
aver partecipato a una manifestazione per la Palestina (3). In Germania il
governo ha accusato di antisemitismo associazioni per i diritti umani quali
Amnesty International o Human Rights Watch, che hanno mostrato nei loro rapporti
le somiglianze tra quanto sta commettendo Israele nei territori occupati e le
politiche segregazioniste attuate in Sudafrica durante il regime di apartheid
(4). Sempre in Germania è stata messa al bando, perché ritenuta antisemita,
un’associazione nonviolenta come BDS. Ma questa associazione, proprio
ispirandosi alla storia luminosa della lotta al regime sudafricano, propone
campagne di boicottaggio, disinvestimento e sanzioni contro Israele sino a
quando non rispetterà, nei fatti, i principi del Diritto Internazionale
liberando dal terribile regime di occupazione militare i territori palestinesi,
riconoscendo il diritto al ritorno dei rifugiati, smantellando il muro
dell’apartheid e trattando con pari diritti i cittadini palestinesi che oggi
vivono in Israele.
Inoltre, in quei Paesi europei e negli USA la stessa definizione viene
utilizzata oggi per accusare di antisemitismo le associazioni ebraiche come
Jewish Voices for Peace che si sono mobilitate contro il genocidio. Le
università vengono ricattate con il taglio dei fondi (5) e si arriva al punto di
vincolare i finanziamenti all’adesione preventiva a tale definizione dell’IHRA,
cosa che comporta l’obbligo di vigilanza sui contenuti dei corsi di
insegnamento, determinando un meccanismo di forte autocensura e limitazione
delle libertà di espressione (6).
Per questo, temiamo che, se dovesse passare questo disegno di legge, la
repressione del dissenso che vediamo in altri Paesi potrebbe realizzarsi anche
nel nostro. Infatti, sulla base della definizione di antisemitismo dell’IHRA e
richiamandosi al codice Rocco di epoca fascista, sarà possibile negare per
ragioni di “moralità” l’autorizzazione a manifestazioni pubbliche “anche in caso
di valutazione di grave rischio potenziale per l’utilizzo di simboli, slogan,
messaggi e qualunque altro atto antisemita” (art. 3 del DDL 1004 – Romeo).
Addirittura, nel DDL 1627 – Gasparri si prevede la condanna da due a sei anni di
reclusione per la propaganda dell’ostilità “in tutto o in parte” nei confronti
dello Stato di Israele ed è prevista l’aggravante dell’utilizzo di simboli
riconducibili a questa definizione di antisemitismo (Art. 4 – DDL Gasparri).
Cosa ne sarà dei nostri cartelloni contro Netanyahu o delle bandiere della
Palestina? Saranno considerati dei reati come avviene in altri Paesi europei?
La libertà di espressione e di insegnamento nelle nostre scuole e università
verrebbe gravemente minacciata, dato che nel DDL 1627 – Gasparri è previsto
sulla base della definizione dell’IHRA l’obbligo di “tempestiva segnalazione”
alle autorità di polizia e le sanzioni previste possono arrivare fino al
licenziamento (art. 3 – DDL Gasparri).
Si prevedono, inoltre, corsi di formazione per alunni e alunne organizzati dal
Ministero dell’Istruzione che dovranno equiparare l’antisemitismo e
l’antisionismo. Corsi analoghi sono previsti per le forze dell’ordine, in modo
da rendere più efficace l’individuazione e la repressione di casi che rimandano
a questo tipo di definizione. (art. 2 DDL – Gasparri) Tutto questo ci spaventa
molto perché in questo modo si finisce per confondere un’ ideologia razzista
come l’antisemitismo, ancora viva nel nostro Paese e da contrastare, con la
critica a un progetto di colonialismo di insediamento che si è espresso mediante
la sistematica infrazione del diritto internazionale.
Ribadiamo che non c’è nulla di ebraico nel colonialismo, nell’apartheid o nel
genocidio. Per questo contrastare le politiche violente e razziste di Israele
oggi non può essere considerato una forma di antisemitismo. Critiche al
sionismo, tra l’altro, provengono anche dal mondo ebraico e sono centrali nel
pensiero di intellettuali ebrei che consideriamo tra i fondatori della nostra
riflessione sulla Shoah, come Hannah Arendt e Primo Levi. Con questa legge anche
questi autori finirebbero per essere tacciati di antisemitismo.
Siamo convinti che lasciare che anche le voci più critiche nei confronti di
Israele possano esprimersi sia essenziale per dare ai nostri studenti la
possibilità di capire e imparare a individuare con chiarezza cosa sia davvero
l’antisemitismo, o l’antisionismo, e che questo non sia confuso in nessun caso
con il primo. Riteniamo, quindi, di estrema importanza per le sorti democratiche
del nostro Paese quanto si sta discutendo oggi in Parlamento. L’approvazione di
questi disegni di legge comporterebbe un rischio di violazione degli articoli
della Costituzione che riguardano i diritti inviolabili dell’uomo, sia come
individuo, sia nelle formazioni sociali in cui si sviluppa la sua personalità
(art. 2); la libertà di espressione (art. 21) e la libertà di insegnamento (art.
33). Per questo, facciamo appello a tutta la società civile, affinché si
mobilitino tutte le forze democratiche del nostro Paese al fine di manifestare,
dentro e fuori dal proprio posto di lavoro, tutta la propria contrarietà a
questo disegno di legge liberticida. Non vogliamo lavorare in una scuola
censurata e controllata, non vogliamo che la ricerca accademica si svolga sotto
minaccia, non vogliamo vivere in un Paese dove le libertà di parola, opinione,
espressione sono represse.
Docenti, educatrici ed educatori per il rispetto dei diritti umani in Palestina
(1) https://morasha.it/artisti-e-intellettuali-anche-ebrei-firmano-una-lettera-contro-la-definizione-diantisemitismo-dellihra/?utm_source=mailpoet&utm_medium=email&utm_campaign=kolot-artisti-eintellettuali-anche-ebrei-firmano-una-lettera-contro-la-definizione-di-antisemitismo-dell-ihra_334
(2) https://www.un.org/unispal/document/report-of-the-secretary-general-icj19dec24/?utm_source=chatgpt.com
(3) https://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/2025/09/07/polizia-890-arresti-a-protesta-palestine-action-alondra_a29f9a92-d4db-4a9a-b467-870e0d52f777.html
(4) https://www.dw.com/en/germany-rejects-amnestys-apartheid-label-for-israel/a60637149?utm_source=chatgpt.com
(5) https://www.theguardian.com/us-news/2025/mar/07/trump-administration-cancels-columbia-universityfunding
(6) https://www.theguardian.com/education/2023/sep/13/antisemitism-definition-used-by-uk-universitiesleading-to-unreasonable-accusations?utm_source=chatgpt.com
Stefano Bertoldi