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OPERAZIONE IPOGEO A CATANIA
La Procura di Catania ha coordinato l’Operazione Ipogeo, eseguendo due ordinanze di custodia cautelare in carcere nei confronti di altrettantx compagnx per il corteo del 17 maggio, organizzato dalla “Rete No DDL Sicurezza Catania” per protestare contro il ddl Sicurezza. Perquisizioni domiciliari sono state eseguite dalla polizia con la collaborazione delle Digos nelle città di Palermo, Bari, Brindisi, Messina e Siracusa. Abbiamo chiesto a un compagno di Messina di parlarci dell’operazione repressiva e delle occasioni di portare solidarietà allx arrestatx. Per scrivere allx compagnx reclusx Luigi Calogero bertolani C/o casa circondariale Piazza Lanza 11 95123 Catania Gabriele Maria Venturi C/o Casa Circondariale Via Appia 131 72100 Brindisi LUIGI, BAK, ANDRE, GUI LIBERX SUBITO!! LIBERX TUTTX!!! PALESTINA LIBERA! NO AL PONTE SULLO STRETTO!
La Palestra Lupo e la trasformazione di Catania
La Palestra Lupo è uno degli ultimissimi spazi occupati e autogestiti della città ed è sotto sgombero da anni e il nuovo P.U.G. approvato recentemente potrebbe portare a un accelerazione in questo senso. Ma non è solo la Palestra Lupo a rischio: la città sta subendo una rapida turistificazione che sta portando la gentrificazione nei quartieri popolari così come avviene nella centralissima San Berillo o vengono coinvolti nel decreto Caivano com'è accaduto al quartiere di San Cristoforo, anch'esso nel cuore della città. Le compagne e i compagni della PL ci raccontano cosa accade a loro e le forme di resistenza in città. Durata 30'
San Berillo, quartiere resistente
Ci sono certi quartieri di certe città italiane dove la sopravvivenza è una resistenza quotidiana.San Berillo a Catania è un quartiere resistente, che il governo prova a distruggere da decenni. Prima con una vera e propria opera di sventramento avvenuta a partire dal 1957; poi con piani di demolizione, risanamento e riqualificazione – una parola […]
San Berillo, quartiere resistente
Ci sono certi quartieri di certe città italiane dove la sopravvivenza è una resistenza quotidiana. San Berillo a Catania è un quartiere resistente, che il governo prova a distruggere da…
GLOBAL SUMUD FLOTILLA: PARTITA DA CATANIA LA PRIMA NAVE ITALIANA DELLA FLOTTA
Da Catania, in Sicilia, dopo la grande manifestazione di mercoledì 3 settembre, è partita una delle navi italiane della Global Sumud Flotilla che si unirà, nei prossimi giorni con altre barche partite da Barcellona e da Tunisi per cercare di rompere l’assedio navale a Gaza e consegnare tonnellate di aiuti umanitari. Da Catania, Dafne Anastasi dell’Unione Sindacale di Base e dell’equipaggio di terra della Global Sumud Flotilla. Ascolta o scarica. Stefano Bertoldi, attivista e collaboratore di Radio Onda d’Urto con la trasmissione Scuola Resistente, sarà a bordo della Global Sumud Flotilla. Ecco un suo contributo, di domenica 7 settembre, dal porto siciliano, in attesa di partire. Ascolta o scarica. Solidarietà internazionale verso il popolo Palestinese anche a Vicenza, dove è in corso dal 5 al 9 settembre Vicenza Oro, la fiera del settore orafo, gioielliero e orologiero. Un banchetto di solidali riuniti nell’organizzazione Vicenza per la Palestina, sono stati presenti con un gazebo durante tutte le giornate della fiera per protestare contro gli espositori israeliani. Ci racconta come è andata Angela, di Vicenza per la Palestina. Ascolta o scarica
GLOBAL SUMUD FLOTILLA: A CATANIA IN MIGLIAIA IN CORTEO. IN PALESTINA IL GENOCIDIO PROSEGUE
Ieri sera in 15mila a Catania e oltre un migliaio a Siracusa, per augurare “buon vento” alla Global Sumud Flotilla, l’iniziativa navale che sfida il blocco della Striscia per consegnare aiuti umanitari e a bordo della quale ci saranno anche 4 parlamentari italiani di Pd, Avs e M5s. Le opposizioni chiedono a Meloni di garantire protezione diplomatica, con la premier che nicchia: “il Governo italiano assicura tutte le misure di tutela e di sicurezza dei connazionali all’estero in situazioni analoghe, come sempre garantito finora, anche se avvalersi dei canali umanitari già attivi, eviterebbe di esporre i partecipanti all’iniziativa a rischi”. Sui tre jet militari israeliani atterrati nella base militare italiana di Sigonella nelle scorse ore, invece, il Ministero della Difesa parla genericamente di “supporto logistico”…al genocidio. Oggi presidi in numerose città (a Milano ore 17 fuori dalla Stazione Centrale) a sostegno dell’iniziativa, che ha posticipato la partenza dalle coste siciliane a domenica, per attendere le imbarcazioni in viaggio dalla penisola iberica, dove ieri – nei Paesi Baschi – è stata bloccata la tappa ciclistica della Vuelta a Bilbao da manifestanti proPalestina, contro la presenza di una squadra israeliana, la Israel Premier Tech. Alfonso Di Stefano, Comitato catanese di solidarietà col popolo palestinese Ascolta o scarica Nel frattempo l’esercito occupante israeliano, seppur lentamente e incontrando sul terreno la Resistenza palestinese, avanza verso il centro di Gaza City, tra stragi continue per bombe, droni e mancanza di cibo: 66mila i morti ufficiali a Gaza, 79 solo ieri, mentre le ultime ore sono definite “infernali” dai pochi giornalisti palestinesi ancora in vita. 31 i morti accertati al momento, decine i feriti. Nel quartiere di Zaitoun, il più grande della città vecchia di Gaza City, fatta saltare in aria l’ultima scuola elementare, la Fourqan, assieme a diverse abitazioni limitrofe. 3 morti cercando cibo a Khan Yunis; 7 – un’intera famiglia – sterminata dentro la tenda a Nuseirat. Altri morti, tra cui 4 bambini, nel quartiere di Al-Sabra a Gaza City.  Netanyahu intanto respinge la proposta di Hamas di discutere di un accordo globale con liberazione di tutti gli ostaggi; Israele vuole tutta la Striscia, minacciando di morte oltre 2 milioni di persone, mentre nella Cisgiordania Occupata il ministro fascista e colono Smotrich mostra le mappe che prevedono la volontà di annettere l’82% della West Bank. Proseguono qui i raid; 11 persone rapite tra Nablus, Salfit e Hebron, dove pochi giorni fa è stato fatto prigioniero persino il sindaco. Superano così gli 11mila i palestinesi prigionieri in Cisgiordania; non ci sono numeri ufficiali sulle persone rapite a Gaza. Si parla QUI di almeno 6mila persone; per l’inglese Guardian, almeno 3 prigionieri su 4 sono donne, bambini, anziani, giornalisti, operatori della Protezione civile e sanitari.