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ASSEMBLEA PUBBLICA SULL’ESPLOSIONE DI VIA DEI GORDIANI – 19 settembre 2025
Ci vediamo domani venerdì 19 settembre alle ore 17.30 a piazza San Gerardo Maiella (Villa de Sanctis/Casilino 23) per ASSEMBLEA PUBBLICA SULL’ESPLOSIONE DI VIA DEI GORDIANI: BONIFICA E SPOSTAMENTO DEGLI IMPIANTI SUBITO! A due mesi dalla tragedia annunciata di via dei Gordiani, dopo i primi risultati ottenuti e l’incontro in Campidoglio, la RETE TERRITORIALE 4 LUGLIO lancia un’assemblea pubblica per discutere alla presenza delle istituzioni di: tempi, modi e obiettivi della bonifica dell’area e risultati del monitoraggio del suolo e dell’aria delocalizzazione dei siti industriali e del distributore GPL tempistiche riguardanti i lavori di ristrutturazione della scuola Balzani risarcimenti per i danni alle case e alle strutture pubbliche mappatura delle ulteriori criticità presenti sul territorio CdG IC Simonetta SalaconeLSA 100celleAnpi CentocelleCdQ Villa De SanctisBorgata GordianiQuarticciolo RibelleCEMEA del MezzogiornoA SudNonna RomaLegambiente Si Può FareCLAP – Camere del Lavoro Autonomo e Precario L'articolo ASSEMBLEA PUBBLICA SULL’ESPLOSIONE DI VIA DEI GORDIANI – 19 settembre 2025 proviene da Casale Garibaldi.
Mercatino dei libri
Anche quest’anno i libri scolastici hanno avuto un aumento del prezzo. Si tratta di circa l’1.8% di più rispetto allo scorso anno. Non si tratta di una necessità, bensì di speculazione. Le vecchie edizioni vengono abbandonate anche senza reali necessità appena possibile per legge e una nuova ne viene rilasciata con poche modifiche, costringendo le famiglie a spendere di più per aumentare i profitti delle case editrici. Il costo medio dell’acquisto di tutti questi libri ha raggiunto una cifra che in media si attesta tra i 500 e i 600 euro per anno scolastico, è necessario dunque, nell’attesa che qualcosa cambi, mettere in moto dei meccanismi di solidarietà e mutualismo per contrastare le enormi spese a cui gli studenti vengono sottoposti. Non possiamo accettare che studiare diventi un privilegio per pochi. 𝐀 𝐩𝐚𝐫𝐭𝐢𝐫𝐞 𝐝𝐚 𝐨𝐠𝐠𝐢, 𝐧𝐞𝐢 𝐦𝐞𝐬𝐢 𝐝𝐢 𝐒𝐞𝐭𝐭𝐞𝐦𝐛𝐫𝐞 𝐞 𝐎𝐭𝐭𝐨𝐛𝐫𝐞 𝐨𝐬𝐩𝐢𝐭𝐞𝐫𝐞𝐦𝐨 𝐮𝐧 𝐦𝐞𝐫𝐜𝐚𝐭𝐢𝐧𝐨 𝐝𝐞𝐢 𝐥𝐢𝐛𝐫𝐢 𝐨𝐫𝐠𝐚𝐧𝐢𝐳𝐳𝐚𝐭𝐨 𝐝𝐚𝐥 𝐜𝐨𝐥𝐥𝐞𝐭𝐭𝐢𝐯𝐨 𝐝𝐞𝐥 𝐅𝐫𝐚𝐧𝐜𝐞𝐬𝐜𝐨 𝐃’𝐀𝐬𝐬𝐢𝐬𝐢: chiunque potrà vendere, comprare o scambiare libri con l’unico limite di non venderli al di sopra del 50% del costo di catalogo. Durante questi giorni ci saranno anche momenti di socialità e divertimento per iniziare la scuola al meglio tutti e tutte insieme. 15:00-19:00 2-4-6-9-11-13-16-18-23-25 Settembre e 12 Ottobre (vedi seconda slide del post) L'articolo Mercatino dei libri proviene da Casale Garibaldi.
GIÙ LE MANI DALLA CITTÀ!
GIÙ LE MANI DALLA CITTÀ! Verso l’assemblea pubblica del 2 Settembre e il corteo del 6 Settembre In difesa degli spazi pubblici e sociali autogestiti, contro la gentrificazione, per il diritto all’abitare, contro la speculazione edilizia, il saccheggio delle olimpiadi … Continua a leggere→
San Piero a Grado (PI), domenica 7 settembre: Territori in lotta nella guerra globale
DIBATTITO CON LA GIORNALISTA FUTURA D’APRILE, MOVIMENTO NO TAV, MOVIMENTO NO PONTE E PERCORSO “GUERRA ALLA GUERRA” DOMENICA 7 SETTEMBRE ORE 09.30 AL PRESIDIO DI PACE “TRE PINI” – SAN PIERO A GRADO (PI) L’escalation bellica globale porta con sé un’economia di guerra feroce, visibile in molte forme. Riarmo europeo, riconversione industriale civile-militare, crescita della spesa militare al 5% del PIL sono le sue facce più esplicite e minacciose. La sua aggressione si esprime sui territori sottraendo risorse dai bisogni sociali reali, imponendo infrastrutture come la nuova base militare, impoverendo la popolazione di possibilità economiche, culturali, sociali, schiacciando gli spazi di decisionalità delle comunità tramite disciplinamento, ricatto, militarizzazione della cultura.  L’Italia e le isole sono costellate di grandi opere, infrastrutture militari, energetiche, logistiche per integrare aree di territorio e connettere armi, mezzi, persone, energia, denaro: centinaia di “zone di sacrificio” ci rendono una piattaforma della guerra globale sul Mediterraneo e sono l’altra faccia degli interessi militari, estrattivi e industriali che il nostro Paese interpreta nelle missioni all’estero, dall’Ucraina al Medio Oriente, nella complicità diretta con il genocidio in Palestina, nel supportare il ritorno al nucleare, nei carichi di armi che fornisce a tutto il mondo. Le “zone di sacrificio” sono anche il luogo della resistenza e del potenziale riscatto da questo avvitamento militarista, territori in cui scoprire che ostacolare la guerra dal basso e immaginare un’economia di pace è possibile. Per questo vi invitiamo al dibattito di domenica 7 settembre al Presidio di Pace “Tre Pini” nell’ambito del Campeggio No Base: dallo scenario globale, alle prospettive di lotta territoriali, vogliamo confrontarci su come mettere in discussione questo sistema di economia di guerra e individuare concretamente delle alternative, fondate sui bisogni delle comunità. Sarà uno spazio aperto per mettere in dialogo le lotte e le esperienze, immaginare e arricchire le diverse prospettive di mobilitazione contro la guerra, discutere di cosa significa la pace sui territori e come costruirla unendo le nostre idee e le nostre forze. Qui l’appello completo del campeggio No Base previsto nei giorni 5-6-7 settembre al Presidio di Pace “Tre Pini” a San Piero a Grado!  https://nobasecoltano.it/appello-per-un-campeggio-no-base-territoriale-5-6-7-settembre-al-presidio-di-pace-tre-pini-san-piero-a-grado/
Perignano Lari (PI), 15 agosto: Osservatorio all’incontro “Conflitti, Sanzioni, Riarmo”
Si è tenuto, nel suggestivo spazio della Festa Rossa di Perignano Lari (Pisa) il dibattito coordinato dell’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e dell’università. Alleghiamo la registrazione completa delle due ore di confronto che ha visto protagonisti il geografo Andrea Vento, il blogger, esperto dell’est Europa, Francesco Dall’Aglio e Federico Giusti dell’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università che si sono soffermati sulle cause e sulle conseguenze della crisi economica della guerra in Ucraina e del genocidio perpetrato da Israele ai danni del popolo palestinese. Abbiamo provato, in questo dibattito, a non cedere a ricostruzioni parziali, cercando invece di approfondire alcune questioni in vista delle mobilitazioni autunnali contro la guerra. Lo abbiamo fatto andando al sodo delle questioni con un occhio di riguardo ai documenti ufficiali di UE, NATO, Confindustria e USA. Perché partire dalle fonti resta per noi non un mero esercizio intellettuale, ma una necessità per costruire un punto di vista alternativo alla guerra con pratiche quotidiane conseguenti.
Ecovillaggio Ca dei Dodo, 5 agosto: contro militarizzazione menti e territori
Si è svolto il 5 agosto nell’Ecovillaggio Ca dei Dodo nella frazione di Campoli di Mulazzo (MS), fra i boschi della Lunigiana, un aperitivo musicale che ha permesso di riflettere sugli inquietanti aspetti comunicativi e propagandistici della narrazione bellica attuale in un contesto di pacifico confronto. Il gruppo che ha ospitato Serena Tusini dell’Osservatorio contro la militarizzazione delle Scuola e delle Università e Marco Cataruzza di Restiamo Umani – Riconvertiamo SEAfuture è un piccolo Ecovillaggio nato nel 2020 per provare a sperimentare un modo di vivere comunitario basato sulla solidarietà, la pluralità dei punti di vista, la corresponsabilità e la cura. Oltre a ristrutturare e far rivivere i ruderi dell’antico borgo, i membri della comunità raccolgono e trasformano i frutti della natura circostante, la legna, ospitano corsi di facilitazione e permacultura, organizzano serate di svago e di approfondimento politico. Sperimentano forme di economia condivisa che possano, rispettando i bisogni di tutti/e, superare i vincoli della proprietà privata. Stridente il contrasto tra questo contesto e le tinte fosche con cui Serena e Marco, loro malgrado, hanno svelato i risvolti militareschi degli interventi delle forze dell’ordine nelle scuole, camuffati da innocua educazione alla sicurezza e al rispetto delle regole, da un lato, e degli inviti a partecipare con le classi alla mostra SEAfuture, ormai degenerata a spudorata Expo delle armi, dall’altro. Qui alcuni scatti dell’iniziativa.
Quarto giorno di navigazione per Antonio Mazzeo su Handala: il sogno di vedere gli occhi dei bambini di Gaza
PUBBLICHIAMO IL VIDEO E LA TRASCRIZIONE DEL REPORT DI ANTONIO MAZZEO, DOCENTE, GIORNALISTA E PROMOTORE DELL’OSSERVATORIO CONTRO LA MILITARIZZAZIONE DELLE SCUOLE E DELLE UNIVERSITÀ, AL QUARTO GIORNO DI NAVIGAZIONE SU HANDALA DI FREEDOM FLOTILLA ALLA VOLTA DELLA PALESTINA. In questi giorni in tanti mi avete chiesto perché sei partito, perché l’hai fatto, qual è il senso di questa missione. In sincerità, me lo sono chiesto tanto in questi giorni perché sono partito. Probabilmente l’ho fatto perché ero stanco di sentirmi impotente. In questi anni ho scritto tantissimo sui rapporti tra Italia e Israele e  su quanto il nostro governo ha sostenuto e sostiene il genocidio del popolo palestinese attraverso le mani di Netanyahu, delle forze armate israeliane. Ci sono però dei momenti in cui hai bisogno di metterci qualcosa in più che la testa e la tastiera, hai bisogno di metterci le mani, di metterci gli occhi, di metterci il corpo. Ecco, io ho avuto questo bisogno, soprattutto, veramente, sento questo bisogno. Sapete cosa mi piacerebbe tantissimo? È un sogno, quello di poter approdare a Gaza e guardare negli occhi le bambine e i bambini di Gaza e vedere lo stupore che vedi in tutte le bambine e i bambini del mondo quando gli appare qualcosa di strano. Ma ve lo immaginate una barca come l’Handala della Freedom Flotilla che riesce a superare il blocco militare navale d’Israele e serenamente poter approdare nelle acque di Gaza e poter dare questi giocattoli questi peluche a questi bambini. Tornerei indietro di molti anni, come quando avevo vent’anni ero a Comiso e facevo il clown per stupire e divertire i bambini e per fargli riflettere che la guerra non era lontana e che ad ognuno di noi bastava fare un piccolo gesto. Lì la storia era dei coniglietti che per impedire la realizzazione di una grande base missilistica, alla fine si mettevano d’accordo e rosicchia, rosicchia, rosicchia, si mangiavano il missile. Ecco, mi piacerebbe che anche questa storia la potessi raccontare alle bambine e ai bambini di Gaza. Questo è il senso di una missione come quella di Handala, come quella della Freedom Flottiglia, ma è una missione anche politica non è soltanto una missione umanitaria. Io credo che di politica dal basso, di metterci le mani, di sporcarci le mani e non più soltanto del sangue, ma di sporcarci le mani di fango, dell’acqua salata, di questo vento che ti lascia tanta salsedine in corpo, io penso che alla fine un senso ce l’abbiano. Andiamo avanti, veramente mi auguro di poter approdare a Gaza. Sarebbe un sogno bellissimo e credo che farebbe bene tanto alle bambine e ai bambini di Gaza, ma farebbe bene tanto, tanto a casa nostra, anche ai ragazzi e alle ragazzi di casa nostra, perché anche loro hanno bisogno di credere che ancora qualcosa è possibile fare per fermare la catastrofe climatica, per fermare i crimini globali, per fermare l’olocausto di una guerra globale totale che ci si sta preparando da mesi, da anni. Vi abbraccio e spero veramente di rivedervi presto e di potervi trasmettere la gioia attraverso i miei occhi negli occhi delle bambine e dei bambini di Gaza.
Terni, iniziative di solidarietà con il popolo palestinese
SEGNALIAMO QUESTE INIZIATIVE DI SOLIDARIETÀ CON IL POPOLO PALESTINESE OGGETTO DI GENOCIDIO DA PARTE DELLO STATO D’ISRAELE A TERNI NEI PROSSIMI GIORNI IN CUI SARÀ PRESENTE ANCHE L’OSSERVATORIO CONTRO LA MILITARIZZAZIONE DELLE SCUOLE E DELLE UNIVERSITÀ. Mercoledì 23 luglio alle ore 21,30 corteo notturno da PIAZZA REPUBBLICA fino al monumento ai caduti di via Lanzi con le prole d’ordine: STOP AL GENOCIDIO STOP ALL’OCCUPAZIONE PALESTINA LIBERA ANAN YAEESH LIBERO Venerdì 1° agosto dalle ore 20:00 cena palestinese al C.S. CIMARELLI. A seguire, dalle ore 21:00 dibattito con l’intellettuale palestinese MYRIAM ABU SAMRA. A termine proiezione di vari film sulla PALESTINA. Intanto continua la campagna di solidarietà per Anan Yaeesh. Come Coordinamento ternano per la Palestina ci siamo fatti carico a della solidarietà. Ecco l’iban su cui versare: IT95C0200814412000103485396 intestato a CONFEDERAZIONE COBAS SEDE PROVINCIALE DI TERNI Causale: per Anan Yaeesh COORDINAMENTO TERNANO PER LA PALESTINA
Antonio Mazzeo in viaggio verso Gaza con Handala Freedom Flotilla: supporto totale dell’Osservatorio contro la militarizzazione
PUBBLICHIAMO IL POTENTE DISCORSO DI ANTONIO MAZZEO, GIORNALISTA ANTI-MILITARISTA E PROMOTORE DELL’OSSERVATORIO CONTRO LA MILITARIZZAZIONE DELLE SCUOLE E DELLE UNIVERSITÀ, PRONUNCIATO GIOVEDÌ SCORSO, 18 LUGLIO 2025, AL PORTO DI GALLIPOLI SUL COINVOLGIMENTO DELLA PUGLIA E DELL’ITALIA NEL GENOCIDIO PALESTINESE, PRIMA DI IMBARCARSI PER GAZA A BORDO DI HANDALA CON FREEDOM FLOTILLA. SPERIAMO CHE LE SUE PAROLE GIRINO PER TUTTA L’ITALIA E CHE PRENDERE COSCIENZA DELLE NOSTRE RESPONSABILITÀ POSSA SMUOVERE LE COSCIENZE E CONTRIBUIRE A MANTENERE ACCESI I RIFLETTORI SULLA FLOTILLA E SUL GENOCIDIO PALESTINESE! AD ANTONIO MAZZEO E A TONI LA PICCIRELLA, GLI UNICI DUE ITALIANI DEL GRUPPO, E A TUTTO L’EQUIPAGGIO DI HANDALA VA IL NOSTRO SUPPORTO E L’AUGURIO PIÙ GRANDE CHE SI POSSA FARE A CHI PER MARE CERCA DI RAGGIUNGERE LE SPONDE DELLA PALESTINA PER PORTARE UN MESSAGGIO DI PACE E SOLIDARIETÀ AD UN POPOLO OGGETTO DI GENOCIDIO DA PARTE DEI CRIMINALI D’ISRAELE: BUON VENTO! “Ringrazio chi in Italia ha caldeggiato la mia candidatura a poter essere nell’equipaggio di questa nuova sfida per tentare di rompere l’ignobile, offensivo e criminale embargo che Israele ormai detiene da quasi venti anni rispetto alla striscia di Gaza. In una situazione internazionale che, consentitemi di dire, è sempre più grave…io penso che se abbiamo un debito con le sorelle ed i fratelli palestinesi è perché non soltanto ci hanno insegnato cosa sia il sacrificio e cosa significhi radicarsi alla terra per poter sopravvivere, io penso che ci abbiano chiarito in questi mesi che si tratta di una guerra globale totale in cui Israele sta giocando un ruolo determinante e sta spingendo ulteriormente l’umanità a quello che è oggi un genocidio di un popolo che è quello palestinese, a quello che rischia di essere un Olocausto per l’intera umanità. Io credo che il sangue palestinese oggi ci debba riportare chiaramente alla mente cosa stiamo rischiando. Cosa stiamo rischiando anche perché ci sono Paesi che stanno sostenendo i crimini di Israele, come il nostro. E penso che dovremmo anche avere la capacità di capire come mai la Freedom Flotilla, come mai la Handala parta da due porti del sud Italia: uno in Sicilia, quello di Siracusa, che ha lasciato domenica scorsa, e la domenica successiva da Gallipoli, in Puglia. Io credo che sarà molto importante capire come mai siano state scelte queste due Regioni: perché purtroppo sono due Regioni che sono state sacrificate, sono state espropriate alle proprie popolazioni, alla propria storia, alla propria cultura, alla propria lingua, al fatto di essere stati per secoli, per millenni, ponti di dialogo, ponti interculturali, nel caso della Puglia rispetto a quello che sta dall’altra parte dello Ionio, dell’Adriatico – la Grecia, l’Albania, i Balcani – e quello che è stata la Sicilia come ponte rispetto al nord Africa e rispetto al Medio Oriente. Ecco, quel ruolo soprattutto il 7 ottobre 2023 è stato totalmente capovolto: soprattutto queste due Regioni hanno assunto il ruolo, il compito fondamentale di piattaforma di proiezione avanzata di morte a sostegno delle politiche genocide di Israele. Si parla solo di Netanyahu…troppo semplice, io credo che nel momento in cui criminalizziamo soltanto il Presidente del Consiglio israeliano, questa possa essere un’operazione per sentirci tutti quanti assolti, tutti quanti comunque non coinvolti in questo conflitto, al massimo spettatori, al massimo solidali con le sorelle e i fratelli palestinesi. Io credo che questo non lo possiamo accettare più, lo dobbiamo rifiutare chiaramente! Dobbiamo sentirci invece esattamente come ci hanno detto i palestinesi e le palestinesi, come ci hanno detto le ragazze e i ragazzi in questo Paese occupando le università, occupando le strade: che abbiamo le mani sporche di sangue, che abbiamo la faccia sporca di sangue. Perché è dal mio Paese, è dalla mia Regione, dalla mia isola, dalla base militare di Sigonella che sono arrivati già dopo il 7 ottobre 2023 i carichi di armi e munizioni, che dagli Stati Uniti alla base di Ramstein in Germania sono stati trasferiti ad Israele. È dalla mia isola, dalla base militare di Sigonella, che prima, durante e dopo, sino all’attacco recente di Israele e degli Stati Uniti contro l’Iran, partono gli aerei con e senza pilota delle forze armate statunitensi, della NATO e dell’Aeronautica Militare Italiana che hanno il compito di raggiungere il Mediterraneo Orientale, mappare metro per metro, individuare i potenziali target, ossia i corpi delle donne e dei bambini palestinesi, fornire queste informazioni d’Intelligence che sono fondamentali, che sono essenziali per poter fare la pulizia etnica, per poter fare lo sterminio. E guardate anche da questa Regione sono partiti gli aerei d’Intelligence dell’Aeronautica Militare Italiana, da Brindisi e dall’ aeroporto di Bari, esattamente per fare lo stesso lavoro d’Intelligence, di riconoscimento e di pianificazione degli attacchi. In questo Paese sono state realizzate le armi che hanno permesso il genocidio del popolo palestinese, e guardate che sono armi che transitano dai porti italiani. Noi abbiamo una grande base in Toscana, la base di Camp Darby, è un grande hub delle forze armate statunitensi da cui continuamente, costantemente, vengono mobilitati strumenti di morte e trasferiti principalmente dal porto di Livorno ma anche dal porto di La Spezia direttamente verso i porti israeliani, e dobbiamo ringraziare le sorelle e i fratelli della logistica di questi porti e degli aeroporti che hanno avuto il coraggio – sono stati in Spagna, sono stati in Grecia – di bloccare le armi, dimostrando a tutti noi che è doveroso assumersi le responsabilità politiche se vogliamo essere vicini e vicine ai fratelli e alle sorelle palestinesi! È da una città della Liguria, che è La Spezia, che sono stati realizzati i cannoni che si chiamano “super rapido” (che sono come un mitragliatore, sparano 2 colpi al secondo, 120 colpi al minuto, però non sono colpi di mitra, sono colpi grandi così!) e sono cannoni che sono stati montati nelle corvette che la Marina Militare Israeliana ha comprato in Germania, quella Germania che conoscevamo che dopo il 1945 voleva rimettere in discussione la propria storia, le proprie responsabilità, i propri crimini, e che oggi è il secondo Paese esportatore di armi ad Israele, dietro gli Stati Uniti e prima dell’Italia che è al terzo posto. Ebbene questi cannoni “super rapidi” prodotti a La Spezia sono gli stessi cannoni di cui troverete i film su YouTube, troverete le testimonianze della Marina Militare Israeliana che ne esalta l’efficacia e l’efficienza, sono i cannoni che hanno raso al suolo il porto di Gaza e tutto quello che ruota attorno ai quartieri centrali del porto di Gaza. I top gun israeliani, così capaci di colpire scientificamente i balconi dove ci sono i bambini e le bambine palestinesi a Gaza, quei top gun si sono addestrati su caccia-addestratori che voi che state nel Salento conoscete bene, perché sono i caccia-addestratori che vi trovate quotidianamente sui vostri cieli, sono gli MB-336 – trenta unità ne abbiamo vendute ad Israele – prodotti a Venegono (provincia di Varese) e, credetemi, anche se non abbiamo documentazione scientifica al 100%, possiamo ipotizzare che parte dell’addestramento di quei piloti sia stato fatto nella base di Galatina, che è la Scuola internazionale dei piloti di guerra, non soltanto ovviamente dei piloti dei Paesi NATO, ma anche di Paesi all’indice per la violazione dei diritti umani che sono contemporaneamente co-belligeranti, vengono quelli dell’Arabia Saudita, degli Emirati Arabi, quelli che hanno desertificato lo Yemen (accanto ad Israele), della Nigeria – Paese che non ha conosciuto un solo giorno di pace dopo che è stata “decolonizzata” dal Regno Unito. Questa è l’immagine che noi diamo. Gli elicotteri da guerra, quegli elicotteri sono quelli che quando passano distruggono quartieri interi…Ebbene, i piloti che vi sono a bordo si formano su elicotteri italiani, pensate un po’ si chiamano “koala ”, cioè pensate gli elicotteri che massacrano bambini e bambine si chiamano “koala”, prodotti anch’essi dalla Leonardo in provincia di Varese, ed esportati ad Israele attraverso un meccanismo che oggi consente all’Italia di dire tranquillamente “ma in fondo che cosa abbiamo fatto nei quattro anni precedenti al 2023? Abbiamo venduto armi per circa 90 milioni di euro ad Israele”, che rispetto ai miliardi delle esportazioni tedesche e statunitensi dicono “beh in fondo abbiamo portato le caramelle!”, peccato che buona parte dei sistemi armi, i cannoni “super rapidi”, gli elicotteri, non li abbiamo venduti direttamente ad Israele, Leonardo li ha prima trasferiti agli USA e poi gli USA li hanno inviati ad Israele . Però attenzione perché nel contratto c’era scritto chiaramente che erano sistemi d’armi destinati alle forze armate israeliane! Al punto che dopo il 7 ottobre 2023 la *Leonardo Spa ha continuato a fare affari sui cannoni e sugli elicotteri trasferiti ad Israele inviando i propri manager, inviando i propri tecnici e continuando a fornire la formazione in Israele, e la fornitura dei sistemi in arma e la manutenzione sia dei caccia-addestratori sia degli elicotteri che oggi servono a preparare al massacro. Sugli accordi sottoscritti tra Italia ed Israele, questi maledetti accordi che andavano in scadenza il 6 maggio del 2025, una serie di giuristi hanno posto il problema che violino gli elementi cardine delle Costituzione, del diritto internazionale, delle stesse leggi italiane, in termini di relazioni e di cooperazione internazionale. Il Governo ha fatto di tutto per non sentire, e quelli accordi sono stati prorogati silenziosamente per altri 5 anni. E attenzione noi non siamo stati soltanto esportatori di sistemi d’armi ad Israele, noi siamo oggi un grande cliente israeliano, di sistemi d’arma israeliani, al punto che oggi andiamo a sostenere le operazioni di guerra delle forze armate ucraine contro la Russia, fornendo Intelligence, fornendo il rilevamento degli obiettivi russi, utilizzando aerei che montano a bordo apparecchiatura e nuove tecnologie che gli israeliani hanno sperimentato dal “Piombo fuso” ad oggi sul corpo delle donne e dei bambini palestinesi (!) al punto che neanche un mese fa la Commissione Difesa del Parlamento (si trova su Internet, 5 minuti è durata la Commissione), ha trovato un piano di circa 2 miliardi di euro per moltiplicare ancora l’acquisto di Israele di questi sistemi a bordo degli aerei di Intelligence. E guardate, dicevo, sulla formazione dei piloti, purtroppo questa Regione, la Regione Puglia attraverso la base di Amendola, attraverso la base di Gioia del Colle, ha acconsentito, fino ad un anno alla vigilia del 7 ottobre 2023, che venissero ad addestrarsi i peggiori piloti di caccia-bombardieri F35 e i peggiori piloti di quei droni che stanno massacrando non soltanto la popolazione palestinese, ma che vengono utilizzati quotidianamente per colpire in Siria, per colpire il Libano, per colpire lo Yemen, e, come immaginiamo, presto, per colpire ancora una volta l’Iran! E guardate che questo è stato fatto sino alla vigilia del 7 ottobre 2023, ma abbiamo avuto l’ignobile onta che nella base di Amendola, neanche un anno fa, si sia tenuto il vertice dei Capi di Stato Maggiore dell’ Aeronautica di tutti i Paesi del mondo che hanno adottato i caccia-bombardieri F35, vi invito a vedere la foto conclusiva di quel Summit: sotto la bandiera tricolore c’è la bandiera israeliana perché rappresenta, al centro della fotografia, il Capo di Stato maggiore dell’ Aeronautica militare israeliana! Questo è il nostro Paese! Il nostro Paese che sino all’ aprile del 2025, quindi sino a tre mesi fa, ha avuto l’ignobile idea di andare in Grecia a fare un’esercitazione internazionale – Nato ed extra-Nato – in cui i cacciabombardieri italiani hanno operato sotto il coordinamento degli aerei di Intelligence dell’ Aeronautica Militare Israeliana. Questo perché il nostro Governo – che è un Governo che dice “noi abbiamo smesso di esportare armi dopo il 7 ottobre 2023, noi non abbiamo niente a che fare con i crimini che vengono compiuti quotidianamente!” – è lo stesso Governo che attraverso le forze armate – quelle forze armate che avrebbero dovuto giurare rispetto dei diritti costituzionali – continua insieme a Leonardo Spa a fare affari di morte con i criminali banditi israeliani. E guardate che il ruolo dell’Italia non si ferma, consentitemi di ricordare l’ ENI…guardate che il 7 ottobre 2023 non si può spiegare soltanto col desiderio di “chiudere la partita” d’Israele con la storia, la cultura e la vita stessa dei palestinesi – progetto che ormai risale a quasi cento anni fa. No, il problema è che di fronte a Gaza, nelle acque territoriali palestinesi, ci sono tra le più grosse risorse energetiche di quel fossile inquinante, gas e petrolio, attraverso cui ovviamente Israele da dieci anni a questa parte ha deciso di diventare una grande potenza esportatrice e ha trovato con l’Eni una grande occasione per trovare non soltanto un partner funzionale per questo, ma un partner con progetti che hanno già avuto effetti devastanti per questa Regione! Perché sapete benissimo che il territorio del Salento è stato sacrificato da una scelta politica in cui il fossile deve tornare ad essere l’alimentazione, devastando i territori, espropriandone le popolazioni dei territori, parchi l’ENI si propone di diventare un grande esportatore. E poi c’è il ruolo delle banche. Io vi invito a leggere quali sono le banche europee che hanno garantito la copertura finanziaria alle sperimentazioni di armi israeliane: al primo posto ci sono circa 5-6 miliardi di coperture finanziarie di armi: c’è la BNP Paribas, ossia quella banca che controlla il 100% della Banca Nazionale del Lavoro ( BNL )! Ma c’è anche Intesa san Paolo ovviamente, e come non poteva non esserci Unicredit con i suoi 2 miliardi di euro di copertura. E c’è il ruolo delle Università, lasciatemelo dire, perché continuiamo a trovare un muro tra le Rettrici e tra i Rettori dell’Università italiana, nella stessa CRUI, la Conferenza dei Rettori, quando proviamo a spiegare che la solidarietà non può essere aliena dal dire “Basta, chiudo le relazioni con le università israeliane!”, perché le università israeliane sono esattamente il luogo dove è stato costruito il modello culturale, sociale, politico, economico dell’ apartheid! Sono il luogo dove si forma l’ideologia dello sterminio e della soluzione finale del popolo palestinese! Le università israeliane sono quelle in cui si sperimentano e si ricercano nuovi sistemi di morte, sono esattamente il luogo in cui il linguaggio, la cultura, l’istruzione, l’educazione, dove si formano quelle nuove generazioni che non hanno nessun problema ad imbracciare il fucile ed andare a sterminare un coetaneo o dei bambini direttamente a Gaza! E consentitemi di dire, e voglio ricordarlo a tutto il Salento, perché avete l’Università del Salento che due anni fa ha avuto l’ardire di firmare un accordo con l’Afeka College di Tel Aviv – università quindi gemellata con l’UniSalento – si sta sperimentando “il modello dello studente guerriero”: il 44% degli studenti di questo Istituto d’eccellenza in campo ingegneristico è impiegato in operazioni di bombardamento a Gaza. E siccome è un Istituto di eccellenza non si può pensare che per due, tre, quattro anni questi studenti perdano la relazione con l’università, per cui attraverso una raccolta di denaro – si sono spesi miliardi tra le comunità ebraiche particolarmente di destra degli USA – si è pensato a costruire un modello didattico per cui – entrando sul sito di questa università si possono vedere le immagini – gli studenti sono con un mitra grande, di quelli che massacrano donne e bambini, o accanto ad un terminale che controlla i droni avanzare verso le donne e i bambini palestinesi c’è un altro terminale in cui lo studente continua a seguire da remoto le lezioni dei propri docenti universitari, in sfregio agli studenti palestinesi che da tre anni non possono frequentare un solo giorno di scuola, perché è stato devastato il 99,9% del patrimonio edilizio utilizzato per le scuole di ogni ordine e grado e per l’università. Chiudo sulla questione della Regione Puglia: lo dico da siciliano che conosce il ruolo strategico che quest’isola ormai ha nelle strategie di guerra globali degli Stati Uniti, della NATO, dell’Unione europea, dell’Agenzia Frontex che fa la guerra ai fratelli e alle sorelle migranti che sfuggono dai crimini che compie il capitale transnazionale europeo e statunitense nel continente africano o in Medio Oriente. La Regione Puglia sta tornando ad essere l’hub di protezione di guerra di piattaforme militari – vi raccontavo di Amendola, Gioia del Colle ma potrei raccontarvi di Brindisi…Avete visto l’attacco che è stato fatto alla Madleen, l’unità che ha preceduto l’Handala, con un’operazione fatta dai militari d’eccellenza, dalle truppe d’élite della marina militare israeliana, un vero assalto da pirateria! Sapete dove erano queste truppe d’élite, a formarsi, ad addestrarsi, a conoscere il meglio dell’intelligence italiana? Due anni fa erano a Brindisi, ospiti del Battaglione della brigata san Marco, che ha sede a Brindisi, per conoscere esattamente le operazioni di attacco e di pirateria di cui abbiamo visto vittime le compagne e i compagni che erano a bordo della Madleen neanche un mese fa! Ecco questo lo dico perché la Puglia è una regione che sta subendo un processo di riarmo e militarizzazione come mai ha conosciuto nella storia nonostante questa sia la regione che negli anni Sessanta aveva le testate nucleari, nonostante sia la regione da cui sono partiti il 70% degli attacchi durante la guerra in ex Jugoslavia, ma era anche la regione che stava tentando un processo diverso, stava tentando di tornare ad essere ponte tra culture , come Adriatico e come Ionio, e che oggi invece rischia di tornare cento anni indietro! E guardate i progetti che sono nati, i progetti che sono in corso. Penso al progetto “Basi Blu” : Taranto e Brindisi, miliardi di euro per potenziare queste due basi per consentire che grandi portaerei – non soltanto quelle italiane ma quelle statunitensi, del Regno Unito, della Francia, etc. – abbiano quella grande capacità e propulsione nucleare perché possano arrivare a ridosso delle banchine dei centri storici di queste due città. Ma vale per Gioia del Colle , vale per Amendola, che nei sogni divini del Ministro Crosetto dovrebbe essere trasformata non soltanto nella capitale degli F-35, ma anche in un’altra scuola di formazione internazionale dei piloti di morte di droni, ed anche Amendola, visto che ad Israele sono i signori dei droni, non potrà non avere il luogo dove formare alle guerre – disumanizzate e disumanizzanti! – che utilizzano questi sistemi di morte. E penso al ruolo di Galatina: aver trasformato Galatina nella Scuola di formazione internazionale dei piloti dei cacciabombardieri pregiudica qualsiasi possibilità di sviluppo altro. Fino a stamattina abbiamo visto volare sopra la Handala i nuovi caccia che hanno sostituito gli MB-336: non si tratta soltanto che stiamo formando i piloti che vanno a fare poi realmente le guerre in Africa, in Medio Oriente, lo sterminio del popolo palestinese, noi stiamo consentendo che il Salento, che Galatina diventi esattamente la riproduzione del laboratorio israeliano, cioè stiamo consentendo una israelizzazione della Puglia, una israelizzazione di Galatina, perché in questo aeroporto si viene a realizzare quel connubio di relazioni strettissime che ha portato Israele ad essere una potenza di morte, in cui le aziende del comparto bellico, insieme alle università, insieme alle forze armate, insieme ai servizi segreti, insieme alle agenzie di intelligence nazionali e internazionali costruiscono quei reparti di morte che decidono le sorti, come dicevo all’inizio, non soltanto del popolo palestinese. Chiudo dicendo che se questa è la parte più brutta della Puglia, penso che questi giorni abbiate veramente dimostrato a Gallipoli, che c’è un’altra Puglia, che c’è un’altra Galatina, che c’è un altro modo di pensare, un altro modo di sentirsi! Ecco io credo che sia arrivato il momento che quello che è stato fatto nel processo politico per portare questa grande solidarietà ad Handala diventi anche un messaggio ai compagni e alle compagne d’Italia, perché il processo unitario che ha portato la solidarietà ed il sostegno è un modello su cui possiamo costruire un forte movimento di opposizione alla guerra in questo Paese!” Clicca qui per il video di Antonio Mazzeo dall’Handala: https://fb.watch/AZXpph_Bxz/ Clicca qui per il video di Antonio Mazzeo messaggio prima di imbarcarsi: Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università