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Quarto giorno di navigazione per Antonio Mazzeo su Handala: il sogno di vedere gli occhi dei bambini di Gaza
PUBBLICHIAMO IL VIDEO E LA TRASCRIZIONE DEL REPORT DI ANTONIO MAZZEO, DOCENTE, GIORNALISTA E PROMOTORE DELL’OSSERVATORIO CONTRO LA MILITARIZZAZIONE DELLE SCUOLE E DELLE UNIVERSITÀ, AL QUARTO GIORNO DI NAVIGAZIONE SU HANDALA DI FREEDOM FLOTILLA ALLA VOLTA DELLA PALESTINA. In questi giorni in tanti mi avete chiesto perché sei partito, perché l’hai fatto, qual è il senso di questa missione. In sincerità, me lo sono chiesto tanto in questi giorni perché sono partito. Probabilmente l’ho fatto perché ero stanco di sentirmi impotente. In questi anni ho scritto tantissimo sui rapporti tra Italia e Israele e  su quanto il nostro governo ha sostenuto e sostiene il genocidio del popolo palestinese attraverso le mani di Netanyahu, delle forze armate israeliane. Ci sono però dei momenti in cui hai bisogno di metterci qualcosa in più che la testa e la tastiera, hai bisogno di metterci le mani, di metterci gli occhi, di metterci il corpo. Ecco, io ho avuto questo bisogno, soprattutto, veramente, sento questo bisogno. Sapete cosa mi piacerebbe tantissimo? È un sogno, quello di poter approdare a Gaza e guardare negli occhi le bambine e i bambini di Gaza e vedere lo stupore che vedi in tutte le bambine e i bambini del mondo quando gli appare qualcosa di strano. Ma ve lo immaginate una barca come l’Handala della Freedom Flotilla che riesce a superare il blocco militare navale d’Israele e serenamente poter approdare nelle acque di Gaza e poter dare questi giocattoli questi peluche a questi bambini. Tornerei indietro di molti anni, come quando avevo vent’anni ero a Comiso e facevo il clown per stupire e divertire i bambini e per fargli riflettere che la guerra non era lontana e che ad ognuno di noi bastava fare un piccolo gesto. Lì la storia era dei coniglietti che per impedire la realizzazione di una grande base missilistica, alla fine si mettevano d’accordo e rosicchia, rosicchia, rosicchia, si mangiavano il missile. Ecco, mi piacerebbe che anche questa storia la potessi raccontare alle bambine e ai bambini di Gaza. Questo è il senso di una missione come quella di Handala, come quella della Freedom Flottiglia, ma è una missione anche politica non è soltanto una missione umanitaria. Io credo che di politica dal basso, di metterci le mani, di sporcarci le mani e non più soltanto del sangue, ma di sporcarci le mani di fango, dell’acqua salata, di questo vento che ti lascia tanta salsedine in corpo, io penso che alla fine un senso ce l’abbiano. Andiamo avanti, veramente mi auguro di poter approdare a Gaza. Sarebbe un sogno bellissimo e credo che farebbe bene tanto alle bambine e ai bambini di Gaza, ma farebbe bene tanto, tanto a casa nostra, anche ai ragazzi e alle ragazzi di casa nostra, perché anche loro hanno bisogno di credere che ancora qualcosa è possibile fare per fermare la catastrofe climatica, per fermare i crimini globali, per fermare l’olocausto di una guerra globale totale che ci si sta preparando da mesi, da anni. Vi abbraccio e spero veramente di rivedervi presto e di potervi trasmettere la gioia attraverso i miei occhi negli occhi delle bambine e dei bambini di Gaza.
Terni, iniziative di solidarietà con il popolo palestinese
SEGNALIAMO QUESTE INIZIATIVE DI SOLIDARIETÀ CON IL POPOLO PALESTINESE OGGETTO DI GENOCIDIO DA PARTE DELLO STATO D’ISRAELE A TERNI NEI PROSSIMI GIORNI IN CUI SARÀ PRESENTE ANCHE L’OSSERVATORIO CONTRO LA MILITARIZZAZIONE DELLE SCUOLE E DELLE UNIVERSITÀ. Mercoledì 23 luglio alle ore 21,30 corteo notturno da PIAZZA REPUBBLICA fino al monumento ai caduti di via Lanzi con le prole d’ordine: STOP AL GENOCIDIO STOP ALL’OCCUPAZIONE PALESTINA LIBERA ANAN YAEESH LIBERO Venerdì 1° agosto dalle ore 20:00 cena palestinese al C.S. CIMARELLI. A seguire, dalle ore 21:00 dibattito con l’intellettuale palestinese MYRIAM ABU SAMRA. A termine proiezione di vari film sulla PALESTINA. Intanto continua la campagna di solidarietà per Anan Yaeesh. Come Coordinamento ternano per la Palestina ci siamo fatti carico a della solidarietà. Ecco l’iban su cui versare: IT95C0200814412000103485396 intestato a CONFEDERAZIONE COBAS SEDE PROVINCIALE DI TERNI Causale: per Anan Yaeesh COORDINAMENTO TERNANO PER LA PALESTINA
Antonio Mazzeo in viaggio verso Gaza con Handala Freedom Flotilla: supporto totale dell’Osservatorio contro la militarizzazione
PUBBLICHIAMO IL POTENTE DISCORSO DI ANTONIO MAZZEO, GIORNALISTA ANTI-MILITARISTA E PROMOTORE DELL’OSSERVATORIO CONTRO LA MILITARIZZAZIONE DELLE SCUOLE E DELLE UNIVERSITÀ, PRONUNCIATO GIOVEDÌ SCORSO, 18 LUGLIO 2025, AL PORTO DI GALLIPOLI SUL COINVOLGIMENTO DELLA PUGLIA E DELL’ITALIA NEL GENOCIDIO PALESTINESE, PRIMA DI IMBARCARSI PER GAZA A BORDO DI HANDALA CON FREEDOM FLOTILLA. SPERIAMO CHE LE SUE PAROLE GIRINO PER TUTTA L’ITALIA E CHE PRENDERE COSCIENZA DELLE NOSTRE RESPONSABILITÀ POSSA SMUOVERE LE COSCIENZE E CONTRIBUIRE A MANTENERE ACCESI I RIFLETTORI SULLA FLOTILLA E SUL GENOCIDIO PALESTINESE! AD ANTONIO MAZZEO E A TONI LA PICCIRELLA, GLI UNICI DUE ITALIANI DEL GRUPPO, E A TUTTO L’EQUIPAGGIO DI HANDALA VA IL NOSTRO SUPPORTO E L’AUGURIO PIÙ GRANDE CHE SI POSSA FARE A CHI PER MARE CERCA DI RAGGIUNGERE LE SPONDE DELLA PALESTINA PER PORTARE UN MESSAGGIO DI PACE E SOLIDARIETÀ AD UN POPOLO OGGETTO DI GENOCIDIO DA PARTE DEI CRIMINALI D’ISRAELE: BUON VENTO! “Ringrazio chi in Italia ha caldeggiato la mia candidatura a poter essere nell’equipaggio di questa nuova sfida per tentare di rompere l’ignobile, offensivo e criminale embargo che Israele ormai detiene da quasi venti anni rispetto alla striscia di Gaza. In una situazione internazionale che, consentitemi di dire, è sempre più grave…io penso che se abbiamo un debito con le sorelle ed i fratelli palestinesi è perché non soltanto ci hanno insegnato cosa sia il sacrificio e cosa significhi radicarsi alla terra per poter sopravvivere, io penso che ci abbiano chiarito in questi mesi che si tratta di una guerra globale totale in cui Israele sta giocando un ruolo determinante e sta spingendo ulteriormente l’umanità a quello che è oggi un genocidio di un popolo che è quello palestinese, a quello che rischia di essere un Olocausto per l’intera umanità. Io credo che il sangue palestinese oggi ci debba riportare chiaramente alla mente cosa stiamo rischiando. Cosa stiamo rischiando anche perché ci sono Paesi che stanno sostenendo i crimini di Israele, come il nostro. E penso che dovremmo anche avere la capacità di capire come mai la Freedom Flotilla, come mai la Handala parta da due porti del sud Italia: uno in Sicilia, quello di Siracusa, che ha lasciato domenica scorsa, e la domenica successiva da Gallipoli, in Puglia. Io credo che sarà molto importante capire come mai siano state scelte queste due Regioni: perché purtroppo sono due Regioni che sono state sacrificate, sono state espropriate alle proprie popolazioni, alla propria storia, alla propria cultura, alla propria lingua, al fatto di essere stati per secoli, per millenni, ponti di dialogo, ponti interculturali, nel caso della Puglia rispetto a quello che sta dall’altra parte dello Ionio, dell’Adriatico – la Grecia, l’Albania, i Balcani – e quello che è stata la Sicilia come ponte rispetto al nord Africa e rispetto al Medio Oriente. Ecco, quel ruolo soprattutto il 7 ottobre 2023 è stato totalmente capovolto: soprattutto queste due Regioni hanno assunto il ruolo, il compito fondamentale di piattaforma di proiezione avanzata di morte a sostegno delle politiche genocide di Israele. Si parla solo di Netanyahu…troppo semplice, io credo che nel momento in cui criminalizziamo soltanto il Presidente del Consiglio israeliano, questa possa essere un’operazione per sentirci tutti quanti assolti, tutti quanti comunque non coinvolti in questo conflitto, al massimo spettatori, al massimo solidali con le sorelle e i fratelli palestinesi. Io credo che questo non lo possiamo accettare più, lo dobbiamo rifiutare chiaramente! Dobbiamo sentirci invece esattamente come ci hanno detto i palestinesi e le palestinesi, come ci hanno detto le ragazze e i ragazzi in questo Paese occupando le università, occupando le strade: che abbiamo le mani sporche di sangue, che abbiamo la faccia sporca di sangue. Perché è dal mio Paese, è dalla mia Regione, dalla mia isola, dalla base militare di Sigonella che sono arrivati già dopo il 7 ottobre 2023 i carichi di armi e munizioni, che dagli Stati Uniti alla base di Ramstein in Germania sono stati trasferiti ad Israele. È dalla mia isola, dalla base militare di Sigonella, che prima, durante e dopo, sino all’attacco recente di Israele e degli Stati Uniti contro l’Iran, partono gli aerei con e senza pilota delle forze armate statunitensi, della NATO e dell’Aeronautica Militare Italiana che hanno il compito di raggiungere il Mediterraneo Orientale, mappare metro per metro, individuare i potenziali target, ossia i corpi delle donne e dei bambini palestinesi, fornire queste informazioni d’Intelligence che sono fondamentali, che sono essenziali per poter fare la pulizia etnica, per poter fare lo sterminio. E guardate anche da questa Regione sono partiti gli aerei d’Intelligence dell’Aeronautica Militare Italiana, da Brindisi e dall’ aeroporto di Bari, esattamente per fare lo stesso lavoro d’Intelligence, di riconoscimento e di pianificazione degli attacchi. In questo Paese sono state realizzate le armi che hanno permesso il genocidio del popolo palestinese, e guardate che sono armi che transitano dai porti italiani. Noi abbiamo una grande base in Toscana, la base di Camp Darby, è un grande hub delle forze armate statunitensi da cui continuamente, costantemente, vengono mobilitati strumenti di morte e trasferiti principalmente dal porto di Livorno ma anche dal porto di La Spezia direttamente verso i porti israeliani, e dobbiamo ringraziare le sorelle e i fratelli della logistica di questi porti e degli aeroporti che hanno avuto il coraggio – sono stati in Spagna, sono stati in Grecia – di bloccare le armi, dimostrando a tutti noi che è doveroso assumersi le responsabilità politiche se vogliamo essere vicini e vicine ai fratelli e alle sorelle palestinesi! È da una città della Liguria, che è La Spezia, che sono stati realizzati i cannoni che si chiamano “super rapido” (che sono come un mitragliatore, sparano 2 colpi al secondo, 120 colpi al minuto, però non sono colpi di mitra, sono colpi grandi così!) e sono cannoni che sono stati montati nelle corvette che la Marina Militare Israeliana ha comprato in Germania, quella Germania che conoscevamo che dopo il 1945 voleva rimettere in discussione la propria storia, le proprie responsabilità, i propri crimini, e che oggi è il secondo Paese esportatore di armi ad Israele, dietro gli Stati Uniti e prima dell’Italia che è al terzo posto. Ebbene questi cannoni “super rapidi” prodotti a La Spezia sono gli stessi cannoni di cui troverete i film su YouTube, troverete le testimonianze della Marina Militare Israeliana che ne esalta l’efficacia e l’efficienza, sono i cannoni che hanno raso al suolo il porto di Gaza e tutto quello che ruota attorno ai quartieri centrali del porto di Gaza. I top gun israeliani, così capaci di colpire scientificamente i balconi dove ci sono i bambini e le bambine palestinesi a Gaza, quei top gun si sono addestrati su caccia-addestratori che voi che state nel Salento conoscete bene, perché sono i caccia-addestratori che vi trovate quotidianamente sui vostri cieli, sono gli MB-336 – trenta unità ne abbiamo vendute ad Israele – prodotti a Venegono (provincia di Varese) e, credetemi, anche se non abbiamo documentazione scientifica al 100%, possiamo ipotizzare che parte dell’addestramento di quei piloti sia stato fatto nella base di Galatina, che è la Scuola internazionale dei piloti di guerra, non soltanto ovviamente dei piloti dei Paesi NATO, ma anche di Paesi all’indice per la violazione dei diritti umani che sono contemporaneamente co-belligeranti, vengono quelli dell’Arabia Saudita, degli Emirati Arabi, quelli che hanno desertificato lo Yemen (accanto ad Israele), della Nigeria – Paese che non ha conosciuto un solo giorno di pace dopo che è stata “decolonizzata” dal Regno Unito. Questa è l’immagine che noi diamo. Gli elicotteri da guerra, quegli elicotteri sono quelli che quando passano distruggono quartieri interi…Ebbene, i piloti che vi sono a bordo si formano su elicotteri italiani, pensate un po’ si chiamano “koala ”, cioè pensate gli elicotteri che massacrano bambini e bambine si chiamano “koala”, prodotti anch’essi dalla Leonardo in provincia di Varese, ed esportati ad Israele attraverso un meccanismo che oggi consente all’Italia di dire tranquillamente “ma in fondo che cosa abbiamo fatto nei quattro anni precedenti al 2023? Abbiamo venduto armi per circa 90 milioni di euro ad Israele”, che rispetto ai miliardi delle esportazioni tedesche e statunitensi dicono “beh in fondo abbiamo portato le caramelle!”, peccato che buona parte dei sistemi armi, i cannoni “super rapidi”, gli elicotteri, non li abbiamo venduti direttamente ad Israele, Leonardo li ha prima trasferiti agli USA e poi gli USA li hanno inviati ad Israele . Però attenzione perché nel contratto c’era scritto chiaramente che erano sistemi d’armi destinati alle forze armate israeliane! Al punto che dopo il 7 ottobre 2023 la *Leonardo Spa ha continuato a fare affari sui cannoni e sugli elicotteri trasferiti ad Israele inviando i propri manager, inviando i propri tecnici e continuando a fornire la formazione in Israele, e la fornitura dei sistemi in arma e la manutenzione sia dei caccia-addestratori sia degli elicotteri che oggi servono a preparare al massacro. Sugli accordi sottoscritti tra Italia ed Israele, questi maledetti accordi che andavano in scadenza il 6 maggio del 2025, una serie di giuristi hanno posto il problema che violino gli elementi cardine delle Costituzione, del diritto internazionale, delle stesse leggi italiane, in termini di relazioni e di cooperazione internazionale. Il Governo ha fatto di tutto per non sentire, e quelli accordi sono stati prorogati silenziosamente per altri 5 anni. E attenzione noi non siamo stati soltanto esportatori di sistemi d’armi ad Israele, noi siamo oggi un grande cliente israeliano, di sistemi d’arma israeliani, al punto che oggi andiamo a sostenere le operazioni di guerra delle forze armate ucraine contro la Russia, fornendo Intelligence, fornendo il rilevamento degli obiettivi russi, utilizzando aerei che montano a bordo apparecchiatura e nuove tecnologie che gli israeliani hanno sperimentato dal “Piombo fuso” ad oggi sul corpo delle donne e dei bambini palestinesi (!) al punto che neanche un mese fa la Commissione Difesa del Parlamento (si trova su Internet, 5 minuti è durata la Commissione), ha trovato un piano di circa 2 miliardi di euro per moltiplicare ancora l’acquisto di Israele di questi sistemi a bordo degli aerei di Intelligence. E guardate, dicevo, sulla formazione dei piloti, purtroppo questa Regione, la Regione Puglia attraverso la base di Amendola, attraverso la base di Gioia del Colle, ha acconsentito, fino ad un anno alla vigilia del 7 ottobre 2023, che venissero ad addestrarsi i peggiori piloti di caccia-bombardieri F35 e i peggiori piloti di quei droni che stanno massacrando non soltanto la popolazione palestinese, ma che vengono utilizzati quotidianamente per colpire in Siria, per colpire il Libano, per colpire lo Yemen, e, come immaginiamo, presto, per colpire ancora una volta l’Iran! E guardate che questo è stato fatto sino alla vigilia del 7 ottobre 2023, ma abbiamo avuto l’ignobile onta che nella base di Amendola, neanche un anno fa, si sia tenuto il vertice dei Capi di Stato Maggiore dell’ Aeronautica di tutti i Paesi del mondo che hanno adottato i caccia-bombardieri F35, vi invito a vedere la foto conclusiva di quel Summit: sotto la bandiera tricolore c’è la bandiera israeliana perché rappresenta, al centro della fotografia, il Capo di Stato maggiore dell’ Aeronautica militare israeliana! Questo è il nostro Paese! Il nostro Paese che sino all’ aprile del 2025, quindi sino a tre mesi fa, ha avuto l’ignobile idea di andare in Grecia a fare un’esercitazione internazionale – Nato ed extra-Nato – in cui i cacciabombardieri italiani hanno operato sotto il coordinamento degli aerei di Intelligence dell’ Aeronautica Militare Israeliana. Questo perché il nostro Governo – che è un Governo che dice “noi abbiamo smesso di esportare armi dopo il 7 ottobre 2023, noi non abbiamo niente a che fare con i crimini che vengono compiuti quotidianamente!” – è lo stesso Governo che attraverso le forze armate – quelle forze armate che avrebbero dovuto giurare rispetto dei diritti costituzionali – continua insieme a Leonardo Spa a fare affari di morte con i criminali banditi israeliani. E guardate che il ruolo dell’Italia non si ferma, consentitemi di ricordare l’ ENI…guardate che il 7 ottobre 2023 non si può spiegare soltanto col desiderio di “chiudere la partita” d’Israele con la storia, la cultura e la vita stessa dei palestinesi – progetto che ormai risale a quasi cento anni fa. No, il problema è che di fronte a Gaza, nelle acque territoriali palestinesi, ci sono tra le più grosse risorse energetiche di quel fossile inquinante, gas e petrolio, attraverso cui ovviamente Israele da dieci anni a questa parte ha deciso di diventare una grande potenza esportatrice e ha trovato con l’Eni una grande occasione per trovare non soltanto un partner funzionale per questo, ma un partner con progetti che hanno già avuto effetti devastanti per questa Regione! Perché sapete benissimo che il territorio del Salento è stato sacrificato da una scelta politica in cui il fossile deve tornare ad essere l’alimentazione, devastando i territori, espropriandone le popolazioni dei territori, parchi l’ENI si propone di diventare un grande esportatore. E poi c’è il ruolo delle banche. Io vi invito a leggere quali sono le banche europee che hanno garantito la copertura finanziaria alle sperimentazioni di armi israeliane: al primo posto ci sono circa 5-6 miliardi di coperture finanziarie di armi: c’è la BNP Paribas, ossia quella banca che controlla il 100% della Banca Nazionale del Lavoro ( BNL )! Ma c’è anche Intesa san Paolo ovviamente, e come non poteva non esserci Unicredit con i suoi 2 miliardi di euro di copertura. E c’è il ruolo delle Università, lasciatemelo dire, perché continuiamo a trovare un muro tra le Rettrici e tra i Rettori dell’Università italiana, nella stessa CRUI, la Conferenza dei Rettori, quando proviamo a spiegare che la solidarietà non può essere aliena dal dire “Basta, chiudo le relazioni con le università israeliane!”, perché le università israeliane sono esattamente il luogo dove è stato costruito il modello culturale, sociale, politico, economico dell’ apartheid! Sono il luogo dove si forma l’ideologia dello sterminio e della soluzione finale del popolo palestinese! Le università israeliane sono quelle in cui si sperimentano e si ricercano nuovi sistemi di morte, sono esattamente il luogo in cui il linguaggio, la cultura, l’istruzione, l’educazione, dove si formano quelle nuove generazioni che non hanno nessun problema ad imbracciare il fucile ed andare a sterminare un coetaneo o dei bambini direttamente a Gaza! E consentitemi di dire, e voglio ricordarlo a tutto il Salento, perché avete l’Università del Salento che due anni fa ha avuto l’ardire di firmare un accordo con l’Afeka College di Tel Aviv – università quindi gemellata con l’UniSalento – si sta sperimentando “il modello dello studente guerriero”: il 44% degli studenti di questo Istituto d’eccellenza in campo ingegneristico è impiegato in operazioni di bombardamento a Gaza. E siccome è un Istituto di eccellenza non si può pensare che per due, tre, quattro anni questi studenti perdano la relazione con l’università, per cui attraverso una raccolta di denaro – si sono spesi miliardi tra le comunità ebraiche particolarmente di destra degli USA – si è pensato a costruire un modello didattico per cui – entrando sul sito di questa università si possono vedere le immagini – gli studenti sono con un mitra grande, di quelli che massacrano donne e bambini, o accanto ad un terminale che controlla i droni avanzare verso le donne e i bambini palestinesi c’è un altro terminale in cui lo studente continua a seguire da remoto le lezioni dei propri docenti universitari, in sfregio agli studenti palestinesi che da tre anni non possono frequentare un solo giorno di scuola, perché è stato devastato il 99,9% del patrimonio edilizio utilizzato per le scuole di ogni ordine e grado e per l’università. Chiudo sulla questione della Regione Puglia: lo dico da siciliano che conosce il ruolo strategico che quest’isola ormai ha nelle strategie di guerra globali degli Stati Uniti, della NATO, dell’Unione europea, dell’Agenzia Frontex che fa la guerra ai fratelli e alle sorelle migranti che sfuggono dai crimini che compie il capitale transnazionale europeo e statunitense nel continente africano o in Medio Oriente. La Regione Puglia sta tornando ad essere l’hub di protezione di guerra di piattaforme militari – vi raccontavo di Amendola, Gioia del Colle ma potrei raccontarvi di Brindisi…Avete visto l’attacco che è stato fatto alla Madleen, l’unità che ha preceduto l’Handala, con un’operazione fatta dai militari d’eccellenza, dalle truppe d’élite della marina militare israeliana, un vero assalto da pirateria! Sapete dove erano queste truppe d’élite, a formarsi, ad addestrarsi, a conoscere il meglio dell’intelligence italiana? Due anni fa erano a Brindisi, ospiti del Battaglione della brigata san Marco, che ha sede a Brindisi, per conoscere esattamente le operazioni di attacco e di pirateria di cui abbiamo visto vittime le compagne e i compagni che erano a bordo della Madleen neanche un mese fa! Ecco questo lo dico perché la Puglia è una regione che sta subendo un processo di riarmo e militarizzazione come mai ha conosciuto nella storia nonostante questa sia la regione che negli anni Sessanta aveva le testate nucleari, nonostante sia la regione da cui sono partiti il 70% degli attacchi durante la guerra in ex Jugoslavia, ma era anche la regione che stava tentando un processo diverso, stava tentando di tornare ad essere ponte tra culture , come Adriatico e come Ionio, e che oggi invece rischia di tornare cento anni indietro! E guardate i progetti che sono nati, i progetti che sono in corso. Penso al progetto “Basi Blu” : Taranto e Brindisi, miliardi di euro per potenziare queste due basi per consentire che grandi portaerei – non soltanto quelle italiane ma quelle statunitensi, del Regno Unito, della Francia, etc. – abbiano quella grande capacità e propulsione nucleare perché possano arrivare a ridosso delle banchine dei centri storici di queste due città. Ma vale per Gioia del Colle , vale per Amendola, che nei sogni divini del Ministro Crosetto dovrebbe essere trasformata non soltanto nella capitale degli F-35, ma anche in un’altra scuola di formazione internazionale dei piloti di morte di droni, ed anche Amendola, visto che ad Israele sono i signori dei droni, non potrà non avere il luogo dove formare alle guerre – disumanizzate e disumanizzanti! – che utilizzano questi sistemi di morte. E penso al ruolo di Galatina: aver trasformato Galatina nella Scuola di formazione internazionale dei piloti dei cacciabombardieri pregiudica qualsiasi possibilità di sviluppo altro. Fino a stamattina abbiamo visto volare sopra la Handala i nuovi caccia che hanno sostituito gli MB-336: non si tratta soltanto che stiamo formando i piloti che vanno a fare poi realmente le guerre in Africa, in Medio Oriente, lo sterminio del popolo palestinese, noi stiamo consentendo che il Salento, che Galatina diventi esattamente la riproduzione del laboratorio israeliano, cioè stiamo consentendo una israelizzazione della Puglia, una israelizzazione di Galatina, perché in questo aeroporto si viene a realizzare quel connubio di relazioni strettissime che ha portato Israele ad essere una potenza di morte, in cui le aziende del comparto bellico, insieme alle università, insieme alle forze armate, insieme ai servizi segreti, insieme alle agenzie di intelligence nazionali e internazionali costruiscono quei reparti di morte che decidono le sorti, come dicevo all’inizio, non soltanto del popolo palestinese. Chiudo dicendo che se questa è la parte più brutta della Puglia, penso che questi giorni abbiate veramente dimostrato a Gallipoli, che c’è un’altra Puglia, che c’è un’altra Galatina, che c’è un altro modo di pensare, un altro modo di sentirsi! Ecco io credo che sia arrivato il momento che quello che è stato fatto nel processo politico per portare questa grande solidarietà ad Handala diventi anche un messaggio ai compagni e alle compagne d’Italia, perché il processo unitario che ha portato la solidarietà ed il sostegno è un modello su cui possiamo costruire un forte movimento di opposizione alla guerra in questo Paese!” Clicca qui per il video di Antonio Mazzeo dall’Handala: https://fb.watch/AZXpph_Bxz/ Clicca qui per il video di Antonio Mazzeo messaggio prima di imbarcarsi: Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università
Cagliari, presidio all’Assessorato alla difesa dell’ambiente, Regione Autonoma Sardegna
NON REGALIAMO AMBIENTE, SALUTE E SICUREZZA IN CAMBIO DI BOMBE E PROFITTI Lunedì 14 luglio, in una mattinata davvero torrida, un nutrito gruppo ha svolto un presidio davanti all’assessorato regionale alla difesa dell’ambiente in via Roma 80, Cagliari, chiamato da Stop RWM, storico comitato di lotta contro la fabbrica di bombe. Motivo: si è giunti a un momento cruciale per le aspettative dell’RWM di ottenere l’approvazione del piano di Valutazione di impatto ambientale (VIA) per gli impianti che raddoppieranno le linee di produzione (dichiarati abusivi da due sentenze del consiglio di stato), presentato all’ufficio regionale – e reso accessibile attraverso il portale SIRA con ampie parti rese illeggibili. Tali aspettative corrispondono alla volontà di segno opposto, sostenuta da una lotta che dura da anni, di tanti ecologisti, antimilitaristi e pacifisti, anche organizzati in comitati ed associazioni, che quel piano di VIA non sia approvato e che i nuovi impianti rimangano chiusi. Al piano di VIA della RWM si è infatti risposto il mese scorso con un ampio documento di osservazioni firmato da Italia Nostra Sardegna, USB Sardegna, Cobas Cagliari, Assotziu Consumadoris Sardigna, Confederazione Sindacale Sarda, Cagliari Social Forum, Comitato Riconversione RWM, War Free – Lìberu dae sa gherra, che fanno seguito ad altre corpose osservazioni presentate ad aprile e a dicembre 2024. Anche in questo documento cruciale è l’osservazione idrogeologica che pone al centro delle considerazioni le costruzioni, gli sbancamenti e i numerosi interventi (deviazioni, tombamenti, cementificazioni) attuati su due corsi d’acqua a carattere torrentizio, affluenti del rio Figu, interni all’area dello stabilimento ed ad alto rischio di esondazione, sulla cui area di rispetto, prevista dalla normativa, si è abusivamente costruita la volumetria edilizia dell’ampliamento delle linee di produzione, all’interno di un complesso industriale “ad alto rischio di incidente rilevante”. La richiesta della RWM è che questi fiumi siano cancellati dalla mappa dell’Agenzia regionale del Distretto Idrografico in quanto irrilevanti – richiesta irricevibile, a quanto appunto dimostrato dalle osservazioni presentate e redatte con la collaborazione dei tecnici: dott.ri Salvatore Carboni, Massimo Coraddu, Leonardo Marotta, Flavia Sicuriello. Queste e altre osservazioni vengono portate da una delegazione all’Assessora Rosanna Laconi e al funzionario dell’ufficio VIA, i quali informano che la Conferenza dei Servizi annunciata nell’incontro di dicembre non c’è stata. La RWM aveva presentato a febbraio ulteriori relazioni aggiuntive sulle problematiche idrogeologiche riscontrate, riprendendo argomenti già avanzati e criticati dagli ambientalisti e dagli ufficiali del bacino idrografico. L’ufficio VIA della Regione ha immediatamente chiesto i pareri degli enti coinvolti, e dopo averli ricevuti ha chiuso l’istruttoria. Ora redigerà una monografia istruttoria finale con parere definitivo. Intanto si è saputo che a Febbraio è arrivato all’ufficio VIA della Regione un sollecito dal Ministero della difesa a concludere la procedura di VIA ex-post riguardante l’RWM. Non solo, la ditta RWM ha ingiunto all’ufficio VIA di concludere la procedura di VIA ex-post (che dura da oltre tre anni) e le ha dato tempo di concluderla entro giugno; scaduto l’ultimatum il 1 luglio ha depositato presso il TAR un ricorso contro la Regione per la durata “eccessiva” della procedura ! Le pressioni non mancano sull’Assessorato alla difesa dell’ambiente e sull’ufficio VIA, perché non ci siano intralci sulla strada della RWM, che si ritiene evidentemente invincibile, come nei profitti, triplicati nel 2024 rispetto al 2023. Che faranno l’ufficio VIA e l’Assessorato alla difesa dell’ambiente, saranno in grado di far valere le ragioni dell’ambiente e della fragilità idrogeologica della zona ? O per motivi politici approveranno la procedura di VIA ex-post pretesa dalla RWM? Hanno partecipato al presidio anche il Comitato Sardo per la Palestina, il Movimento nonviolento, i Disarmisti esigenti, l’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università, le Madri contro la repressione, oltre che i firmatari delle Osservazioni: USB, Cobas, Cagliari Social Forum. Mariella Setzu, Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università, Cagliari   Fonte: Cobas Cagliari.
Puglia e Toscana si mobilitano il 19 luglio 2025. Contro Guerra, Riarmo e Genocidio
MANIFESTAZIONI PER LA GIUSTIZIA SOCIALE, LA SOLIDARIETÀ E UN’ECONOMIA DI PACE ll 19 luglio in Puglia e in Toscana ci mobilitiamo insieme con determinazione per lanciare un messaggio chiaro e forte contro la guerra e a favore della costruzione di un mondo fondato sul disarmo e la pace. Rifiutiamo in modo netto l’uso della forza militare, distruttiva e disumanizzante, come mezzo di risoluzione dei conflitti internazionali e locali. La pace non è un’utopia, ma una scelta politica concreta, basata sul dialogo, sulla cooperazione e, se occorre, sulla forza attuata con i metodi della nonviolenza. Ci opponiamo con decisione al riarmo europeo, alla scelta dei paesi Nato di destinare il 5% del Pil alle spese militari e alle politiche americane. La corsa agli armamenti, con centinaia di miliardi di euro sottratti ai bisogni reali, è una follia che mette a rischio l’umanità nonostante la retorica su sicurezza e difesa nazionale. La nostra solidarietà con il diritto all’autodeterminazione del popolo Palestinese deve risuonare forte come la condanna univoca di Israele per il genocidio in atto. Diciamo No ad un modello basato sull’accaparramento delle risorse fossili e sullo sfruttamento dei territori. Denunciamo un sistema che subordina gli interessi dei cittadini e delle cittadine e lo stesso futuro del pianeta alla sete di profitto e controllo delle risorse energetiche. Siamo per il disarmo e il reinvestimento delle risorse a tutela dei diritti per tutti e tutte: più fondi per sanità, istruzione, lavoro, casa e welfare, per una vera e urgente transizione energetica. Proponiamo un modello che metta al centro la cura delle persone, delle relazioni e della natura, contro l’economia di guerra. Per questo, dalla Puglia alla Toscana, dal Comando della stazione navale di Brindisi alla base americana di Camp Darby, ci mobilitiamo il 19 luglio per dire no a qualsiasi militarizzazione dei territori, per bloccare le infrastrutture della guerra globale. Ci ricolleghiamo alla mobilitazione che nelle scorse settimane si è svolta a Sigonella e invitiamo gli altri territori a muoversi contro le basi più vicine e a continuare a costruire manifestazioni plurali contro la guerra e il riarmo, e dimostrare che un altro mondo è possibile e necessario. Comitati organizzatori delle manifestazioni del 19 luglio Appuntamenti 19 Luglio – ore 9 via vecchia Livornese 788, Pisa Presidio a Camp Darby. No war No Rearm, No Genocide https://www.facebook.com/events/706850958889602 – ore 18 Piazza Francesco Crispi, Brindisi Manifestazione Regionale contro la guerra, per la Palestina, la Giustizia Sociale e Climatica https://www.facebook.com/events/1071721651727338
NON È STATO UN CASO – 9 luglio 2025
Condividiamo il comunicato del comitato dei genitori che ha organizzato una assemblea pubblica mercoledì alle 18 davanti alla scuola Balzani. Tutta la cittadinanza è invitata a partecipare *************** NON È STATO UN CASO MERCOLEDI 9 LUGLIO H 18:00 ASSEMBLEA PUBBLICA DAVANTI ALLA SCUOLA BALZANI Per troppo tempo, come Comitato dei Genitori della Balzani, abbiamo denunciato i rischi di un sito produttivo come quello della MCR Metalli e dell’impianto GPL a ridosso della scuola. Non siamo stati ascoltati. Le nostre preoccupazioni sono state ignorate, le nostre richieste si sono perse nei meandri di una burocrazia indifferente. L’incendio di venerdì 4 luglio è la prova drammatica che avevamo ragione. Un bilancio pesantissimo che per puro caso non si è trasformato in una strage. È la conseguenza diretta di una scelta precisa: quella di privilegiare la logica industriale a discapito del diritto alla salute e alla sicurezza, specialmente dei più piccoli. Non si tratta di un incidente, ma del risultato di decisioni che non hanno mai messo al primo posto il benessere delle persone e la qualità della vita del territorio. Di fronte alla scuola ferita, a un Quartiere duramente colpito, la nostra pazienza è finita. Come Comitato dei Genitori, non ci accontentiamo più di rassicurazioni. Pretendiamo un cambio di rotta immediato e garanzie reali, non più promesse: la messa in sicurezza e la bonifica della zona, lo spostamento definitivo delle attività industriali, il ripristino nel più breve tempo possibile della funzionalità della scuola. Annunciamo un’assemblea il 9 luglio davanti alla scuola, in via Romolo Balzani 55 alle ore 18 per rilanciare, insieme agli abitanti del quartiere e alle reti sociali, il tema di una visione diversa del territorio e degli spazi pubblici. L'articolo NON È STATO UN CASO – 9 luglio 2025 proviene da Casale Garibaldi.
Manifestazione in Sicilia: “La Sicilia sarà più bella senza il MUOS e senza Sigonella”
“La Sicilia sarà più bella senza il MUOS e senza Sigonella” è stato uno degli slogan, insieme al grido di Palestina libera, che, nonostante il caldo torrido, centinaia di manifestanti hanno gridato avvicinandosi ai cancelli di una delle basi militari più importanti d’Europa. Prosegue, dunque, nell’isola la mobilitazione a fianco del popolo palestinese, per l’immediato cessate il fuoco e contro il genocidio in atto. Dopo la partenza della prima nave della Freedom Flotilla da Catania, sequestrata, in acque internazionali, dall’esercito israeliano, i Comitati provinciali per la Palestina hanno promosso, il 6 luglio, una nuova mobilitazione contro la base di Sigonella, snodo essenziale per le operazioni militari USA e israeliane, come è avvenuto, per ultimo, durante i bombardamenti contro l’Iran. Tantissime le adesioni, dalle sezioni locali di ANPI e ARCI, ai sindacati di base (in particolare Cobas e USB, ma anche esponenti locali della FLC CGIL), ai partiti della sinistra (Alleanza Verdi Sinistra, Rifondazione, Potere al Popolo), a tante Associazioni della società civile. Una manifestazione che ha anche denunciato la corsa al riarmo, e quindi, all’ampliamento dei fronti di guerra, e il folle aumento delle spese militari che sottrarrà ulteriori e decisive risorse allo stato sociale (sanità, scuola, trasporti…). Un corteo che ha anche rappresentato quella maggioranza della società civile che si batte per la pace, a fronte di un Parlamento che, quasi unanimemente, continua a votare per l’invio delle armi e sostiene le politiche di guerra. Negli interventi conclusivi di esponenti della Comunità Araba, di Freedom Flotilla e di un esponente dei Comitati promotori della manifestazione si è ribadito che la mobilitazione continua e che molti altri appuntamenti sono previsti nei prossimi giorni. Dall’11 al 13 luglio a Siracusa si manifesterà per “accompagnare” la partenza di una seconda nave verso Gaza. Il 20 a Palermo manifestazione contro le politiche della Regione Siciliana, perché vengano interrotti i rapporti con Israele. Il 2 agosto a Niscemi mobilitazione contro il MUOS.
Festival della nonviolenza poietica a Comiso si chiude con la cerimonia alla Pagoda per la Pace
IL 6 LUGLIO 2025, IL FESTIVAL DELLA NONVIOLENZA POIETICA DI COMISO SI È CHIUSO CONFLUENDO NELLA CERIMONIA PER IL XXVII ANNIVERSARIO DELLA PAGODA PER LA PACE E VIENE LANCIATO UN APPELLO ALLA KNESSET: ISRAELE ATTUI UNILATERALMENTE LA TRASPARENZA NUCLEARE, DENUNCI DI POSSEDERE UN ARSENALE DI BOMBE ATOMICHE, ACCETTI LE ISPEZIONI DELL’AIEA, PARTECIPI ALLE CONFERENZE ONU PER UN MEDIO ORIENTE LIBERO DALLE ARMI DI STERMINIO DI MASSA. Il “festival della nonviolenza poietica“, caratterizzato da discussioni sul tema della “pace disarmata e disarmante”, si è svolto a Comiso, tra le capitali storiche del movimento per la pace, aperto il 3 luglio 2025 dalla giornata dedicata agli incontri sulle obiezioni di coscienza; e chiudendosi oggi, 6 luglio 2025, con la confluenza nella cerimonia per il 27esimo anniversario della Pagoda per la pace. L’iniziativa, promossa dai “Disarmisti esigenti“, è stata inquadrata nella manifestazione: “Gli alberi custodi – seminare la pace“, organizzata dalla “Fondazione degli archi“, che ha predisposto la location fisica degli incontri. La nonviolenza poietica. Questi sotto esposti gli obiettivi per cui ci battiamo con le modalità di una nonviolenza non limitata alle tattiche e alle tecniche (“pragmatica” alla Gene Sharp”), ma “poietica”, unendo insieme la concretezza con  l’innovazione creativa capace di profondità strategica (“trasformare i gruppi umani nemici in gruppi umani amici”) e di ancoraggio al valore del “rispetto della Vita” (vita dell’ecosistema globale, non semplicemente della specie umana). IL TNP E’ NUDO! (TNP = trattato di non proliferazione nucleare). Siamo per la proibizione delle armi nucleari e per la denuclearizzazione anche civile. Siamo per un “Non primo uso” con misure che evitino la guerra nucleare per errore.  DUE POPOLI, DUE STATI CONVIVENTI IN PALESTINA, PER LA COOPERAZIONE EUROMEDITERRANEA Siamo per un Medio Oriente libero dalle armi di sterminio di massa L’EUROPA DELLA PACE CON LA HELSINKI 2 Opponiamoci alle guerre (in primis al conflitto in Ucraina), ai riarmi, alle pulizie etniche, alle restrizioni antidemocratiche, ai fondamentalismi e ai terrorismi. No al ritorno degli euromissili (smantellati ai tempi delle lotte di Comiso e del Cruisewatching europeo: che la terra sia loro lieve!) NO ALLA CULTURA DEL NEMICO. PER UNA COSTITUZIONE DELLA TERRA Costruiamo, praticando le obiezioni di coscienza, l’organizzazione dell’ antimilitarismo nonviolento, per l’umanità unita nella terrestrità! La successione degli incontri. La prima giornata, come si è accennato, il 3 luglio 2025, è stata dedicata alle obiezioni di coscienza e ai training nonviolenti. Sono stati presentati tre libri: “La guerra nucleare spiegata a Greta“, di Alfonso Navarra. “Per un nuovo universalismo“, di Andrea Billau. “La coscienza dice no alla guerra“, curato da Enzo Sanfilippo. È intervenuto il noto “Ploughshares” Turi Vaccaro, che una sentenza del Tribunale di Caltanissetta proprio in questi giorni ha destinato ai domiciliari sulla Verde Vigna, il terreno acquistato da migliaia di pacifisti, comproprietari con la campagna del metro quadro di pace, ai tempi della ,lotta contro gli euromissili. La seconda giornata, il 4 luglio, è stata focalizzata sulla denuclearizzazione e la conversione ecologica. La “politicità sociale” è stata introdotta da Roberto Brambilla, che ha presentato il libro di Pino Polistena intitolato: “Politica, questa sconosciuta”. Il nucleare come “tecnologia della potenza” è stato illustrato da Alfonso Navarra con il supporto di Daniele Barbi e Marco Zinno. Sulla conversione ecologica sono intervenuti Giuseppe Farinella, Angelica Romano e Serena Tusini. La terrestrità. Il 5 luglio è stato all’insegna del “Fare la pace con la Terra” e dei percorsi per ottenere il disarmo.  Ecco sotto i link per visionare i tre incontri del 5 luglio 2025. ECONOMIA DI PACE: IL MODELLO GANDHIANO https://drive.google.com/file/d/1rqEbW4xYElk6Wqt3jJddr3wwZDlPFLfp/view Antonio De Lellis, coordinatore nazionale di Pax Christi, presenta il libro “Uscire dalla guerra, per una economia di pace”, curato insieme a Rosetta Placido e Stefano Risso. Daniele Barbi, dalla Germania, espone l’idea dell’agricoltura sostenibile in rapporto alla esperienza realizzata a Trier. Antonella Nappi, femminista storica, pone la domanda: “Cosa è la violenza?” Ennio Cabiddu, dei Disarmisti esigenti, propone un esame critico del movimento dei trattori indirizzato – a suo giudizio – solo a difendere (“giustamente”) la sopravvivenza dei piccoli proprietari. LA RADIO PER LA FORMAZIONE ALLA TERRESTRITA’ https://drive.google.com/file/d/1rt3Qs11nnkeem5BgNtSgVn4KEYB2jIXL/view Alessandro Capuzzo, storico esponente del movimento antinucleare triestino, ripropone l’attualità della denuclearizzazione del Golfo di Trieste sulla base del Trattato di Proibizione delle Armi Nucleari e del Trattato di Pace del 1947. Marco Rizzo, di Radio Nuova Resistenza, discute del progetto di radio controinformativa e formativa con Alfonso Navarra, Daniele Barbi e Antonella Nappi. Radio Irene di Comiso, messa su ai tempi della resistenza agli euromissili, dovrebbe rivivere. I PERCORSI PER OTTENERE IL DISARMO. LA PERFORMANCE DELLE MANI ALZATE AL CIELO https://drive.google.com/file/d/1Oyko0yAdGAwbt8uSD219TNJHQT5UD64I/view Introdotte da Alfonso Navarra, le testimonianze (Totò Schembari) della missione a New York dei Disarmisti esigenti al Terzo meeting degli Stati parte del Trattato di proibizione delle armi nucleari (marzo 2025). Alfonso Navarra fa accenno all’appello alla Knesset lanciato dal Festival: Israele unilatermente pratichi la trasparenza sul nucleare, dichiari di possedere un arsenale “atomico”, accetti le ispezioni dell’AIEA, partecipi ai negoziati ONU per un Medio Oriente libero dalle armi di sterminio di massa. Paola Paesano presenta il progetto di Costituzione della Terra. Interventi di Carla Biavati sulla nonviolenza in Palestina, Antonella Nappi, Roberto Cotti (Stop RWM), Lorenzo Porta. Marie Jeanne Balagizi illustra la drammaticità sanguinosa delle guerre dimenticate dell’Africa, e ricorda che anche oggi in Congo milizie mafiose travestite da movimenti di liberazione imperversano con stermini, stupri, affamamenti, distruzioni al servizio di rapine neocoloniali. L’appello per un gesto di trasparenza unilaterale sul nucleare da parte di Israele. L’appello alla Knesset è leggibile nel testo completo al seguente link: https://zibaldoneecopacifista.webnode.it/l/trasparenza-unilaterale-per-il-nucleare-israeliano/ Questo appello  chiede che Israele, da Paese democratico e responsabile, come questi deputati, speriamo in buona fede, credono che sia, faccia un primo passo di disarmo e di distensione: rinunci all’arsenale nucleare che possiede, di cui non conferma né smentisce l’esistenza, ma che è – si dice in espressione italiana – un “segreto di Pulcinella” (“open secret” in inglese).  “Israele dovrebbe, in prospettiva, aderire al Trattato di Non Proliferazione (TNP) e collaborare con il Trattato di Proibizione delle Armi Nucleari (TPNW). La “trasparenza”, attuata invece immediatamente, rafforzerebbe la democrazia e permetterebbe di negoziare per un Medio Oriente libero da armi di sterminio di massa, partecipando ai percorsi ONU già attivati in questo senso. Questa è la vera sicurezza, non il mantenimento di un arsenale nucleare, con alla base l’idea irrazionale che, nel far west che si va profilando, si resterà comunque i “pistoleri” più temibili, veloci e pronti a sparare per primi“. La pagoda per la pace di Comiso. Il monaco buddhista Morishita, da Nagasaki, è arrivato a Comiso all’inizio degli anni Ottanta, nel periodo delle mobilitazioni pacifiste contro l’installazione dei missili Cruise. Ha abitato a lungo alla Verde Vigna, base pacifista del Cruisewatching, accanto all’ingresso principale della ex base missilistica (il “Magliocco”), oggi aeroporto civile. La costruzione della Pagoda è stata da lui decisa seguendo la scia del venerabile Nichidatsu Fujii, fiancheggiatore di Gandhi nella marcia del sale in India, fondatore della Nipponzan Myohoji: a lui si deve la realizzazione della prima pagoda della pace, fra quelle che oggi costellano il mondo.  La celebrazione, guidata da Gyosho Morishita, si svolge, inizio ore 10:00 del 6 luglio, sotto un gazebo, davanti alla Pagoda con la grande statua del Buddha. E’ aperta, come sempre, dalla recita suonando i tamburi della preghiera del Sutra del Loto. Il motivo ripetuto contiene l’insegnamento principale del buddhismo, cioè l’invito ad entrare in sintonia con le leggi che governano l’Universo. Per la cerimonia sono arrivati confratelli da tutto il mondo: dal Giappone, dall’India, dalla Cina, dalla Polonia, dall’ Inghilterra, dall’ Austria … Esistono due problemi pratici per il progetto Pagoda: 1) acquistare il terreno su cui si erge pagando 35.000 euro entro il marzo 2026; 2) completare alcuni adempimenti urbanistici.
Stop Riarmo a Torino dentro la fabbrica della Leonardo SpA presso l’aeroporto di Caselle
Nella mattina di sabato 5 luglio a Torino attivisti e attiviste del percorso Stop Riarmo sono entrati/e nello stabilimento di Leonardo presso l’aeroporto di Caselle per manifestare contro il riarmo e il genocidio in Palestina. Una enorme bandiera palestinese e uno striscione con lo slogan “No riarmo” sono stati srotolati dal tetto della fabbrica. Nel pomeriggio, invece, si è svolto un meeting al Parco del Valentino con una tavola rotonda che ha visto l’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università tra i partecipanti. Terry Silvestrini, che ha tenuto l’intervento, osserva che l’Osservatorio ormai è conosciuto, e non ha quasi bisogno di presentazioni, mentre meno conosciuti sono il Piano di comunicazione della difesa, con il suo concetto chiave di “Difesa”, e i passi che si vanno facendo verso la leva obbligatoria attraverso i diversi progetti di legge in campo. A questo link un resoconto della tavola rotonda: https://www.pressenza.com/it/2025/07/bloccare-la-guerra-dai-nostri-territori-e-possibile-prima-parte/ COMUNICATO STAMPA Questa mattina diverse decine di persone che afferiscono al percorso cittadino Stop Riarmo sono entrate dentro la sede produttiva della Leonardo a Caselle sventolando bandiere palestinesi al grido di “Fuori la guerra dalle nostre città”. L’importante produzione bellica e gli investimenti in questo campo si fanno sentire in maniera determinante a Torino: in questo momento storico la riconversione industriale in chiave bellica e il diktat della ricerca universitaria funzionale alla guerra sono un quadro cristallino degli obiettivi dei governi come quello italiano. Le fabbriche della guerra come Leonardo costellano il territorio torinese e bloccare la guerra significa bloccare la loro produzione. Questa mattina molti operai hanno sospeso il loro lavoro al passaggio dei giovani e delle giovani che parlavano di ‘Stop alla guerra’ ma che hanno anche sottolineato l’urgenza della loro lotta e degli scioperi per il rinnovo del contratto dei metalmeccanici. Dopo circa un’ora durante la quale il corteo ha fatto il giro dei vari stabilimenti della fabbrica, issando bandiere palestinesi sugli aerei militari e scandendo cori contro il riarmo, é stato srotolato dal tetto di uno di essi un enorme bandierone palestinese e uno striscione con scritto STOP RIARMO, la digos è arrivata per identificare i presenti. Il percorso cittadino STOP RIARMO vuole costruire una dimensione larga e partecipata di confronto e di attivazione su questi temi: contro la guerra che ha conseguenze nella vita quotidiana e in ogni ambito, dalla sanità alla scuola, dall’università al lavoro, dall’ambiente all’aggressione dei territori. Nel pomeriggio dalle ore 16 al Parco del Valentino il programma continua con una tavola rotonda dal titolo “Bloccare la guerra dai nostri territori é possibile” con vari ospiti come Michele Lancione, Gianni Alioti, ReCommon, il Comitato per il diritto alla tutela della salute e alle cure, l’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università, il Movimento No Base da Pisa, i portuali del GAP di Livorno e alcune testimonianze da chi ha partecipato alla March to Gaza da Torino. La serata continuerà con una cena popolare e musica live dei Resina e dj set. Per ulteriori informazioni seguire il canale Telegram @STOPRIARMO.
Nino De Cristofaro al Convegno dell’Osservatorio: Pace e Diritti. Decostruire il pensiero
Pubblichiamo il video dell’intervento dal titolo “Pace e diritti, decolonizzare il pensiero per costruire nuovi percorsi didattico-educativi” di Antonino De Cristofaro, docente e sindacalista Cobas Catania al convegno nazionale dell’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università svoltosi il 16 maggio a Roma presso Spin Time dal titolo Scuole e università di pace. Fermiamo la follia della guerra. Dopo l’esperienza positiva dello scorso anno l’Associazione Nazionale “Per la Scuola della Repubblica“- OdV, soggetto accreditato alla formazione Decreto MIUR 5.7.2013 Elenco Enti Accreditati/Qualificati 23.11.2016, insieme all’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università hanno organizzato a Roma per il 16 maggio 2025 un Convegno nazionale in presenza e online sul processo di militarizzazione dei luoghi della formazione e sulla necessità di costruire percorsi di pace all’interno di un quadro europeo e mondiale che vira inesorabilmente verso un conflitto globale.