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A Roma manifestazione contro la finanziaria di guerra, il riarmo e il genocidio a Gaza
Un mare di persone ha attraversato per l’ennesima volta le strade di Roma partendo da Porta San Paolo, per concludersi in Piazza San Giovanni. Sul carro di testa sono saliti Greta Thunberg, l’attivista brasiliano Thiago Avila, entrambi membri della Global Sumud Flotilla e presenti alla manifestazione di ieri a Genova e Maya Issa, rappresentante degli studenti palestinesi in Italia. Si sono poi uniti tutti al cordone di apertura del corteo, insieme a Francesca Albanese, a numerosi attivisti della Global Sumud e della Freedom Flotilla, ai pompieri dell’Usb e ai portuali di Genova, accompagnati dalla canzone composta da Roger Waters per salutare e appoggiare lo sciopero generale indetto ieri da USB. In testa anche le bandiere del Venezuela, quotidianamente minacciato di invasione da parte degli Stati Uniti. L’imponente corteo non ha tradito le attese, con la partecipazione di tante famiglie con bambini e tantissimi giovani e giovanissimi italiani da generazioni e di altri originari di innumerevoli Paesi, a dimostrazione che anche a Roma è il mondo intero a opporsi al genocidio e ai governi occidentali complici, ma anche alla finanziaria fatta di riarmo, di tagli allo stato sociale e di politiche guerrafondaie purtroppo diffuse in tutta l’Europa. Politiche che stanno apertamente sabotando ogni possibile accordo di pace in Ucraina e ci stanno irresponsabilmente trascinando in una spaventosa guerra mondiale. Accolta da calorosi applausi e grida che scandivano il suo nome e l’hanno accompagnata per tutto il tempo, alla fine del corteo Francesca Albanese ha pronunciato un discorso appassionato ed emozionante: “Non ho più voce non per questa giornata o per quella di ieri, ma perché sono due anni che cerco di svegliare il mondo dicendo che i palestinesi sono vittima di un genocidio” ha scandito, per poi dirsi felice di essere là e ringraziare i portuali del CALP, Genova, Roma e l’Italia. “Facciamoci sentire, fate sentire la vostra voce contro la finanziaria” ha proseguito, denunciando gli investimenti nelle armi e non nella salute o nell’istruzione. Ha poi ringraziato ed esortato i poliziotti e le poliziotte presenti a non mettersi muro contro muro rispetto al popolo in marcia che si sta battendo anche per i loro diritti. “Oggi, giornata di solidarietà con il popolo palestinese istituita dall’ONU nel 1977, sono qui anche perché non voglio più sentir dire che si è spezzato il senso di unità e urgenza che ha spinto la gente a riempire le piazze” ha continuato. “Se le istituzioni facessero quello che dovrebbero fare non ci sarebbe bisogno di riempire le piazze. Dovrebbero tagliare le relazioni economiche, militari, strategiche e anche di ricerca con uno Stato che commette il crimine dell’apartheid e del genocidio e continua a uccidere. Il genocidio non si è fermato. A Gaza si muore nella mancanza di dignità, di acqua, di cibo. E noi come europei abbiamo una responsabilità verso la Palestina. Non ci possiamo fermare, fino a liberare la terra tra il fiume e il mare perché tutti siano liberi e con gli stessi diritti. La liberazione della Palestina sarà anche la liberazione degli israeliani. Io condanno la violenza in tutte le sue forme, condanno gli attacchi alla sede della Stampa; la violenza anche all’interno di un sistema violento finisce per rafforzarlo. Invece bisogna praticare la sumud, la resilienza, l’etica dell’empatia, sentire l’altro e il suo dolore come se fosse il nostro. Io vedo la fine di questo incubo se porteremo dalla nostra parte anche chi non sta qui, agendo con gentilezza e amorevolezza” ha concluso tra gli applausi, portando una luce di speranza opposta alla logica brutale della violenza e dell’oppressione rappresentata da Israele e dai governi occidentali, Italia in testa.   Mauro Carlo Zanella
Roma: corteo per lo sciopero da piazza Indipendenza a Barberini (1/2: Prima corrispondenza da piazza Indipendenza)
Oggi sciopero generale indetto da COBAS, CUB, ADL Varese, CUB SUR, SGB, SBM, ADL COBAS, CLAP, SIAL COBAS, COBAS, Cobas Scuola, S.I, USI, USB,UNICOBAS. Il corteo è partito da piazza Indipendenza (da cui potete ascoltare la prima corrispondenza) diretto a piazza Barberini. Una seconda corrispondenza quando la manifestazione ha raggiunto il ministero dei trasporti.
Dal salario a Gaza. Tutto si tiene
Il 28 e 29 novembre sono due giorni di mobilitazione in cui tutto si tiene. Questioni internazionali, la pace, la guerra, il riarmo europeo, il proposito di attaccare il Venezuela, i salari bassi, i tagli alla spesa pubblica, la sanità al collasso, le pensioni… Non è una sommatoria costruita a […] L'articolo Dal salario a Gaza. Tutto si tiene su Contropiano.
VENERDì 28 NOVEMBRE: SCIOPERO GENERALE DEL SINDACALISMO DI BASE. A BRESCIA CORTEO DALLA METRO SAN FAUSTINO (ORE 9)
Venerdì 28 novembre 2025 sciopero generale del sindacalismo di base in tutta Italia.  Qui, su Radio Onda d’Urto, una trasmissione ad hoc dedicata alle motivazioni dello sciopero generale. A Brescia corteo a partire dalle ore 9.00, con partenza da piazzale Cesare Battisti (fermata metropolitana di San Faustino). Organizzano i sindacati di base di Brescia, con la partecipazione delle realtà di movimento. Al riguardo, il Csa Magazzino 47 rilancia la giornata così: “⚫CONTRO LA GUERRA, IL RIARMO, IL GENOCIDIO. CONTRO L’AUTORITARISMO. CONTRO LA PRECARIETÀ DEL LAVORO E DEL REDDITO. 🔴PER I DIRITTI SOCIALI, PER LA LIBERTÀ E L’AUTODETERMINAZIONE DI OGNI POPOLO E DI OGNI PERSONA. 🟢PALESTINA LIBERA! STOP COMPLICITÀ CON IL COLONIALISMO SIONISTA! Generalizziamo lo sciopero con una mobilitazione ampia, plurale, incisiva. Sciopera! Scendi in piazza! Lotta!”   Sempre a Brescia, l’appello di USB, COBAS e CUB: “🗓️ 28 NOVEMBRE 📍Facciamo sentire la nostra voce: USB, COBAS e CUB si ritrovano a Brescia, metro San Faustino, alle ore 9! 🚩 È generale e perciò lo possiamo fare tuttə noi! Se hai problemi o hai bisogno di informazioni, contattaci. 🤌🏽 Perché scioperiamo ancora? 💸 Perché il governo ha varato una legge finanziaria che regala soldi a banche, grandi imprese e patrimoni miliardari e finanzia l’economia di guerra. 💣 🪓 Continuano i tagli a ospedali, scuole, servizi pubblici. Intanto i nostri salari sono tra i più bassi d’Europa e fermi da anni, gli affitti crescono, fare la spesa costa troppo. 🤬 📢 Scioperiamo perché vogliamo salari giusti. Vogliamo un lavoro sicuro e dignitoso. 👷🏽 📢 Scioperiamo perché vogliamo sanità, scuola, trasporti adeguati alle nostre esigenze. Vogliamo affitti sostenibili. 🏠 📢 Scioperiamo sempre solidalə con la lotta del popolo palestinese. 🇵🇸 “.      
Contro la violenza di questa società, contro il genocidio e la finanziaria di guerra: blocchiamo tutto!
Scenderemo in piazza anche noi il 22 novembre a Roma assieme a @donnedeborgata nel corteo chiamato da NonUnaDiMeno e il 25 novembre nelle mobilitazioni territoriali per la giornata contro la violenza sulle donne e di genere. E lo faremo con lo sguardo verso tutte coloro che attualmente subiscono la violenza […] L'articolo Contro la violenza di questa società, contro il genocidio e la finanziaria di guerra: blocchiamo tutto! su Contropiano.
“UNA LEGGE DI BILANCIO DI MATRICE CLASSISTA” QUELLA DEL GOVERNO MELONI. L’ANALISI DEL PROFESSOR ALESSANDRO VOLPI
Si accende il dibattito rispetto alla iniqua manovra del governo, in particolare su fisco e pensioni. Rispetto alla riforma IRPEF, stamattina il ministro Giorgetti ha sostenuto che i provvedimenti aiuterebbero “il ceto medio e chi ha uno stipendio intorno ai duemila euro netti”. In realtà ai redditi fino a 28 mila euro il risparmio sarà solo di circa 30 euro all’anno, mentre ai redditi di 200 mila euro saranno oltre 400 euro, come certificato da ISTAT e Banca d’Italia. “Nessuno vuole massacrare Giorgetti. Quelli che oggi sono massacrati sono gli italiani, sono i lavoratori dipendenti, sono i giovani, sono i precari, sono le donne. Questi sono quelli massacrati da questa crisi” ha detto stamattina il segretario Cgil Landini. Aumento della pressione fiscale, tranne che per le banche e per le imprese, vantaggi per i ceti medio alti, perfetto rispetto dei diktat europei, nessun aiuto per la casa, austerità per una fascia di popolazione sempre più ampia, privatizzazioni del sistema sanitario e pensionistico, tagli agli enti locali e aumento delle spese militari. Questa la legge di bilancio Meloni secondo Alessandro Volpi, docente presso il Dipartimento di Scienze politiche dell’Università di Pisa, ai nostri microfoni. Ascolta o scarica  
Il governo Meloni e i regali per i fondi USA
Partendo da un articolo di Alessandro Volpi su Altraeconomia, proviamo insieme all'autore quali politiche economiche il governo Meloni porterà avanti dopo che ha presentato un nuovo Testo unico sulla finanza per rendere la Borsa di Milano più attrattiva ai capitali esteri, favorendo i grandi fondi internazionali e la “democratizzazione” della finanza tramite deregolamentazione e minori controlli. Parallelamente, una riforma delle pensioni mira a rendere obbligatorio il trasferimento del TFR ai fondi privati, creando mega-fondi legati ai gestori statunitensi. La Legge di Bilancio da 16 miliardi è definita insufficiente e austera: 10 miliardi derivano da tagli e 3 miliardi dalle banche, che anticipano imposte future in cambio dell’esenzione sugli extra-profitti. Evidente è la subordinazione dell’Italia alla finanza globale, con lo spostamento del risparmio verso i grandi fondi USA. Durata 18'
Approvato il primo scheletro di una finanziaria tutta improntata alla guerra
Presi dall’enorme mobilitazione che ha interessato il paese in questi giorni in solidarietà con la lotta palestinese e in sostegno della rottura del blocco illegale di Gaza da parte della Global Sumud Flotilla, è passato momentaneamente sullo sfondo il dibattito sull’approvazione della prossima manovra finanziaria, che si avvicina inesorabilmente con […] L'articolo Approvato il primo scheletro di una finanziaria tutta improntata alla guerra su Contropiano.
FRANCIA: “CRISI DI REGIME”, IL GOVERNO PONE LA FIDUCIA SULLA MANOVRA ECONOMICA. IL 10 SETTEMBRE “BLOQUONS TOUT”!
In Francia il premier francese Francois Bayrou chiederà la fiducia all’Assemblea Nazionale sulla legge di bilancio che dovrà essere votata l’8 settembre. Sullo sfondo della possibile crisi, lo spauracchio dell’aumento del debito pubblico, giudicato già insostenibile dalle Istituzioni Europee. Soluzione ipotizzata dal governo è una manovra economica lacrime e sangue per ridurre debito e deficit. Francois Bayrou ha detto ieri, rivolgendosi ai deputati, che saranno chiamati a scegliere tra responsabilità e caos. Grandi manifestazioni sono previste per il 10 di settembre al grido di “Bloquons tout” – blocchiamo tutto. In collegamento dalla Francia, Vladimir Nieddu, membro del movimento popolare per la salute e de la France Insoumise. Ascolta o scarica