In Sardegna propaganda di guerra e screening medici per bambine e bambini
Le spese per la sanità pubblica in Italia non sono affatto tra le più alte dei
paesi UE, a differenza di quanto sostiene la presidenza del Consiglio, secondo
la quale il nostro Paese non ha speso mai così tanto per la salute. Ecco,
ricordiamo solo alcuni dati.
Il servizio sanitario è universale, ma non del tutto gratuito, prova ne sia che
la quota di spese sanitarie a carico del cittadino (23,5%) è al di sopra della
media europea (15,8%). Nonostante ciò il ricorso alle prestazioni intramoenia e
al privato arrivano per la impossibilità del pubblico di erogare servizi in
tempi veloci, non avendo personale a sua disposizione. La spesa pubblica per la
sanità in Italia (8,8% del PIL) è al di sotto della media europea (9,8%). Anche
in termini assoluti la spesa medica pro-capite è di 2.487 euro contro i 2.884
della media europea.
Non si comprende allora il motivo per cui ci sarebbe da gioire con una sanità
pubblica affossata a colpi di privatizzazioni, spending review e contenimento
della spesa con risorse da sempre sperequate tra le varie figure di personale,
la impossibilità di un effettivo ricambio generazionale per medici e infermieri.
Molte famiglie per curarsi devono contrarre dei prestiti con banche e
finanziarie e nelle isole o regioni meridionali il pendolarismo sanitario è una
scelta obbligata per ricevere cure adeguate.
Le famiglie del capoluogo sardo hanno quindi accolto come una sorta di manna dal
cielo la notizia che avrebbero potuto approfittare degli screening a bordo della
nave da guerra Trieste, in porto per l’operazione interforze “Joint Stars“.
Pensiamo che le strutture sanitarie , incluse quelle militari, dovrebbero essere
a disposizione della cittadinanza e non solo nei momenti di grande criticità
come avvenuto negli anni pandemici. Ci indigna , oltre a preoccuparci, che un
servizio essenziale come quello sanitario e l’offerta di screening ai più
piccoli, per i quali si attendono di norma mesi di attesa, sia invece avvenuta a
bordo di una nave da guerra, associando l’idea che all’ombra delle forze armate
sia possibile ricevere servizi sanitari.
La Trieste partecipava all’esercitazione nazionale interforze della Difesa Joint
Stars 2025, appuntamento annuale per la più grande esercitazione militare
interforze pensata per testare anche l’efficacia di nuove armi e strumenti di
guerra.
E i soldi impiegati per le esercitazioni militari sarebbero stati utili per
ampliare la terapia intensiva, la prevenzione e i servizi di pediatria con
effetti ben maggiori nel tempo.
La propaganda di guerra è disgustosa e in assenza di argomentazioni si associano
esercitazioni militari alla erogazione di quei servizi socio sanitari che sono
stati tagliati proprio per finanziare il militare.
Fonti:
https://www.facebook.com/photo?fbid=1135590778607390&set=a.649135690586237
https://www.ultimavoce.it/joint-stars-2025-sardegna-sanita-e-propaganda/#google_vignette
https://www.ilfattoquotidiano.it/2025/05/12/a-cagliari-esami-sanitari-gratis-per-i-bambini-si-ma-sulla-nave-da-guerra-per-far-digerire-la-maxi-esercitazione/7984982/
Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università