La visita di Johnson alla colonia di Ariel non la renderà legittimaIn qualità di palestinese, sulla cui terra rubata è stato costruito
l’insediamento di Ariel e che vive in un villaggio vicino, sono rimasto
profondamente indignato dalla visita del presidente della Camera dei
Rappresentanti degli Stati Uniti Mike Johnson all’insediamento illegale di Ariel
lunedì scorso. Questa visita mira a legittimare il furto della nostra terra dal
1978 e incoraggia i coloni a commettere ulteriori violenze e omicidi contro il
mio popolo.
Johnson si vanta che le montagne di quella che lui chiama “Giudea e Samaria”
appartengono agli ebrei per una promessa di Dio. Non conosco nessun Dio giusto
che accetterebbe l’uccisione di innocenti indigeni, il furto delle loro terre e
la loro espulsione. Non c’è dubbio che si tratti dello stesso Dio che ha dato
agli antenati bianchi di Johnson la licenza suprema di uccidere gli indigeni
dell’Isola della Tartaruga e di fondare gli Stati Uniti d’America.
L’insediamento di Ariel è stato fondato alla fine degli anni ’70 su terre rubate
ai villaggi palestinesi nella zona di Salfit, nella Cisgiordania occupata.
Ricordo ancora il bellissimo paesaggio che vedevo dalla finestra della mia casa
nel villaggio di Qira, quando guardavo la collina di “Jabal Qurra”, prima che lo
Stato di Israele la rubasse. Poi l’ha dichiarata espropriata per uso pubblico
prima di darla ai coloni per costruirci la loro colonia.
Ricordo la prima roulotte collocata in questo insediamento e come questa collina
si sia trasformata in un terrificante blocco di cemento in pochi anni. Poco
dopo, altri insediamenti hanno cominciato ad apparire qua e là sulle colline
circostanti, soffocandoci e impedendo la nostra naturale espansione e crescita,
impedendoci di muoverci e quasi bloccando l’aria che respiriamo.
Costruito su terreni privati di “Jabal Qurra” rubati agli indigeni palestinesi
della zona, l’insediamento di Ariel è ora fiorente e si sta espandendo fino a
diventare una città di oltre 20.000 coloni. Vanta una stazione di polizia,
un’università vergognosamente riconosciuta da molte istituzioni accademiche
occidentali, aree ricreative e commerciali, spazi verdi e parchi pubblici,
scuole e asili, assistenza sanitaria, sinagoghe e altro ancora. I suoi residenti
illegali, coloni provenienti da tutto il mondo, godono del bellissimo clima
montano, dell’acqua abbondante e delle piscine rubate dal pozzo “Bir Maad” e
dalla vicina sorgente “Ein Simita”. Godono anche del paesaggio pittoresco, della
libertà di movimento assoluta e dell’intera gamma di servizi, strutture e
privilegi forniti dal governo occupante. Tutto questo è stato recentemente
“incoronato” dal presidente della Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti
Johnson, il più alto funzionario statunitense ad aver visitato un insediamento
israeliano in Cisgiordania.
Nel frattempo, i villaggi palestinesi circostanti, situati dall’altra parte
della strada e fondati secoli fa, soffrono di una grave carenza di acqua
sotterranea a causa del divieto imposto dall’occupazione di utilizzare quella
stessa acqua, con conseguente mancanza di servizi di base. Decine di residenti
di questi villaggi sono stati uccisi dalle forze di occupazione e dai coloni.
Tutti gli accessi a questi villaggi sono stati chiusi con cancelli di ferro
durante la seconda Intifada e lo sono ancora oggi. Lo sviluppo dei villaggi è
vietato e le case costruite senza l’approvazione israeliana vengono demolite. Ai
palestinesi è vietato l’accesso all’insediamento di Ariel, circondato da filo
spinato e telecamere, e viene impedito loro di utilizzare i propri terreni
adiacenti all’insediamento.
La visita di Johnson alla colonia arriva nel mezzo della più grande, pericolosa
ed estesa espansione degli insediamenti e della campagna di terrore condotta dai
coloni contro i residenti della Cisgiordania occupata. Coincide con la pulizia
etnica e l’espulsione della popolazione palestinese in Cisgiordania, in
particolare nelle zone rurali, mentre l’occupazione sta commettendo genocidio e
affamando la popolazione nella Striscia di Gaza.
Il messaggio politico di questa visita è quello di legittimare l’uccisione e lo
sfollamento dei palestinesi e il furto delle loro terre, fornendo una copertura
ai crimini dei coloni in Cisgiordania e ostacolando il crescente riconoscimento
internazionale dello Stato palestinese e della soluzione dei due Stati. Johnson
lo ha chiarito durante la sua visita, affermando che queste terre non sono
occupate, ma che è diritto degli ebrei acquisirle e che gli Stati Uniti
sostengono questo loro diritto. “Le Scritture ci insegnano che le montagne della
Giudea e della Samaria sono state promesse al popolo ebraico e appartengono loro
di diritto. Ma molte persone in tutto il mondo non la vedono in questo modo, le
etichettano come ‘territori occupati’ o ‘Cisgiordania’ o con qualsiasi altro
nome”, aggiunge. “Ogni sindaco qui dovrebbe sapere esattamente qual è la nostra
posizione su questo tema: noi siamo dalla vostra parte”.
Non c’è da stupirsi che questa visita sia stata organizzata dai leader dei
coloni del cosiddetto “Consiglio Yesha”, le cui mani e quelle delle loro bande
di criminali “Hilltop Youth” sono macchiate del sangue di contadini innocenti
nei villaggi di Turmusayya, Sinjil, Silwad, Kafr Malik e molti altri. Johnson
non si preoccuperà di visitare i villaggi palestinesi circostanti, né si
preoccuperà di visitare le famiglie dei cittadini americani di origine
palestinese che sono stati uccisi dai coloni terroristi nel corso degli anni,
gli ultimi dei quali sono stati uccisi pochi giorni fa, a breve distanza dal
luogo che stava visitando.
Johnson è stato ricevuto dal cosiddetto “sindaco di Ariel”, Yair Chetboun, un
colono estremista che incita costantemente l’esercito israeliano a maltrattare i
palestinesi. Negli ultimi mesi, ha preso personalmente l’iniziativa di chiudere
le strade che conducono ai nostri villaggi palestinesi. In seguito, l’esercito
ha permesso che questi accessi fossero parzialmente riaperti, ma ancora una
volta egli si è opposto alla decisione e ha fatto intervenire un bulldozer per
chiudere con la forza le strade palestinesi, con la scusa che il traffico
palestinese ostacola la circolazione dei coloni, soprattutto nelle ore di punta.
Gli accessi ai villaggi rimangono chiusi.
A peggiorare le cose, Johnson era accompagnato nella sua visita – insieme a
diversi membri del Congresso degli Stati Uniti – dall’ambasciatore del suo paese
in Israele, Mike Huckabee, che è ancora più estremista della stessa destra
israeliana. Non c’è prova più evidente di questo estremismo del suo negare
l’esistenza della carestia o della pulizia etnica a Gaza, che ha visitato la
scorsa settimana accompagnato dall’inviato speciale degli Stati Uniti in Medio
Oriente Steve Witkoff.
Mentre Johnson visitava con orgoglio l’insediamento di Ariel, i miei
concittadini dei villaggi vicini, che lui non aveva certamente mai visto, erano
imprigionati dietro cancelli di ferro e soffrivano di una grave carenza di acqua
e servizi. Mentre lui pronunciava le sue parole altisonanti, i coloni bruciavano
i campi nei vicini villaggi palestinesi, realizzando la profezia di Johnson
secondo cui questa terra era un diritto esclusivo degli ebrei e che, secondo il
punto di vista americano, i palestinesi non avevano alcun diritto di viverci.
Come palestinese autoctono che vive in questo Paese, dico al signor Johnson e
alla sua banda: il primo piano della casa della mia famiglia dove vivo a Qira è
stata costruita dal mio bisnonno più di 300 anni fa, ben prima della fondazione
del vostro Stato. Il piano superiore della mia casa è stato costruito da mio
padre anni prima che fosse fondato l’insediamento di Ariel, e i miei figli
stanno ora progettando di costruirne uno nuovo. I miei ulivi sono stati piantati
dai miei antenati centinaia di anni fa e continuano a dare frutti. Io e i miei
figli ne piantiamo altri ogni anno e abbiamo intenzione di piantarne ancora.
Noi palestinesi, i veri proprietari della terra, rimarremo in questo Paese, che
è nostro, ereditato dai nostri padri e dai nostri nonni. Lo coltiviamo, lo
curiamo e ne raccogliamo le olive. La vostra visita non cambierà questo fatto,
né cancellerà questo diritto.
Sì, soffriamo per rimanere su questa terra, perdiamo alcuni dei nostri figli
ogni giorno, ma ne rimarranno abbastanza per perseverare e coltivare la terra,
guadagnando il minimo indispensabile per sopravvivere. Siamo ancora qui e
determinati a vincere la nostra nobile e giusta causa con il sostegno dei popoli
liberi del mondo.
Il futuro appartiene ai giovani delle nazioni libere, che sono sempre più
consapevoli della vostra ipocrisia e complicità nel crimine dell’occupazione per
ingraziarvi i vostri padroni che finanziano le vostre campagne elettorali.
Persone come voi saranno dimenticate il giorno dopo aver perso le loro posizioni
e scompariranno dagli annali della storia.
Fareed Taamallah
tradotto da Nazarena Lanza
Articolo originale su Middle East Monitor:
https://www.middleeastmonitor.com/20250809-johnsons-visit-to-the-illegal-ariel-settlement-will-not-make-it-legitimate/#disqus_thread
Foto: Il presidente della Camera Mike Johnson (R-LA) parla durante una
conferenza stampa insieme ad altri leader repubblicani della Camera al
Campidoglio degli Stati Uniti a Washington, DC, il 19 novembre 2024. [Nathan
Posner – Anadolu Agency]
Redazione Piemonte Orientale