“Io sono cultura” nel 2025: il rapporto di Fondazione Symbola, Unioncamere, Centro studi Tagliacarne e DeloitteLa cultura e il suo sistema produttivo per l’Italia sono un formidabile
attivatore di economia, una filiera in cui operano soggetti privati, pubblici e
del terzo settore e dove, dal punto di vista dell’occupazione e del valore
aggiunto, nel 2024 è stata registrata una crescita considerevole.
In questa filiera complessa e composita si trovano ad operare quasi 289 mila
imprese, rispetto al 2023 in crescita del +1,8%, e oltre 27˙700 mila
organizzazioni senza scopo di lucro, il 7,6% del totale delle organizzazioni
non-profit.
Il “peso” della cultura e della creatività nel nostro Paese è molto maggiore
rispetto al valore aggiunto che deriva dalle sole attività che ne fanno parte e,
in maniera diretta o indiretta, generano complessivamente un valore aggiunto di
circa 302,9 miliardi di euro, rispetto all’anno precedente aumentato del +2,1% e
rispetto al 2021 incrementato del +19,2% .
Nel 2024 continua anche la ripresa del Mezzogiorno, che presenta tassi di
crescita superiori alla media nazionale con riferimento sia al valore aggiunto
(+4,2% rispetto alla media nazionale) che agli occupati (+2,9% anziché +1,6%).
Spiccano, in particolare, gli incrementi della Calabria (valore aggiunto: +7,5%;
occupazione: +4,7%) e della Sardegna (valore aggiunto: +7,5%; occupazione:
+6,2%).
In termini di ricchezza prodotta nel corso dell’ultimo anno il comparto che
cresciuto maggiormente è quello dei software e videogiochi (+8,0%), seguito
dalle attività di comunicazione (+4,4%). Si tratta di settori che crescono anche
da un punto di vista occupazionale, registrando in un solo anno un aumento dei
lavoratori rispettivamente pari al +2,3% e +5,7%.
Le performing arts e arti visive hanno registrato una crescita del valore
aggiunto del +2,2% nel 2024 e del +34,4% dal 2021, mentre l’occupazione è
aumentata del +2,6% nell’ultimo anno e del +9,6% dal 2021.
Anche la cura del patrimonio storico e artistico mostra segnali di ripresa, con
un incremento del valore aggiunto del +1,5% nel 2024 e del +32,0% dal 2021,
accompagnato da una crescita dell’occupazione del +7,6% nell’ultimo anno e del
+21,1% dal 2021.
L’ambito audiovisivo e musica ha evidenziato una crescita più contenuta, con un
aumento del valore aggiunto del +0,5% nel 2024 e dal +7,2% dal 2021, mentre
l’occupazione è cresciuta del +8,1% dal 2021 ma solo del +0,1% nell’ultimo anno,
rilevando una sostanziale stabilità del settore.
Invece, pur mantenendo un ruolo centrale nel panorama culturale, quello di
editoria e stampa ha registrato una crescita più contenuta. Il valore aggiunto
raggiunge gli 11 miliardi, in aumento del +6,2% dal 2021, ma con una flessione
del -1,5% nell’ultimo anno. I lavoratori del settore sono 196 mila, in crescita
del +1,9% nel 2024 e del +3,3% dal 2021, seppur il comparto non sia riuscito a
recuperare pienamente le perdite subite negli anni precedenti. Il mercato
editoriale italiano, in particolare, appare complessivamente maturo e stabile,
ma mostra segnali di revisione delle preferenze del pubblico e una forte
digitalizzazione, con un crescente peso della narrativa italiana e una rinnovata
centralità delle librerie fisiche.
Non tutti i comparti hanno mostrato una dinamica positiva. Il settore
architettura e design ha registrato una contrazione del valore aggiunto del
-6,3% dal 2023, con una riduzione dell’occupazione del -5,5%. Una dinamica
influenzata dalla fine degli incentivi fiscali nell’edilizia (come superbonus e
altre agevolazioni), che ha causato un brusco calo degli investimenti nel
settore edilizio-residenziale nel 2024. Questo rallentamento degli investimenti
si riflette naturalmente sul lavoro degli studi di architettura e design e
sull’indotto legato alla progettazione e realizzazione di spazi abitativi e
commerciali.
C’è poi la componente embedded creatives, composta da molteplici professionisti
culturali e creativi che operano al di fuori di settori che costituiscono il
core delle attività culturali – designer, esperti di comunicazione, storyteller,
curatori, art director, artisti … – e strettamente connessa ai processi di
culturalizzazione che hanno progressivamente interessato un numero crescente di
settori economici: inizialmente quelli del manifatturiero avanzato e, più
recentemente, in misura sempre maggiore, quelli dei servizi. Le attività svolte
dagli embedded creatives hanno generato nel 2024, come visto, un valore aggiunto
che ha superato i 49 miliardi di euro, con una crescita del +2,7% rispetto al
2023 e un’espansione del +17,1% sul 2021, a conferma del rafforzamento
strutturale di questo segmento. Il settore in cui gli embedded creatives
producono maggior ricchezza è quello degli “altri servizi alle imprese”: il 22 %
del totale e, a conferma del ruolo strategico dei professionisti creativi per
l’innovazione trasversale del settore, si segnala una loro crescita del +1,7%
annua e del +6,8% nel triennio.
Accanto ai numeri, pesa la capacità della cultura di orientare innovazione,
coesione e sostenibilità: dalle tecnologie digitali alla transizione verde, fino
al ruolo crescente dei giovani. In uno scenario complesso e in rapido
cambiamento, investire in cultura significa rafforzare identità, futuro e
qualità della vita del Paese… – IO SONO CULTURA 2025 / SYMBOLA
Giovanni Caprio