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Prisoners for Palestine – Age Verification: oltre il porno – Muri di droni – Libia e ONG@0
Estratti dalla puntata del 10 novembre 2025 di Bello Come Una Prigione Che Brucia PRISONERS FOR PALESTINE IN SCIOPERO DELLA FAME Lo sciopero della fame di Prisoners for Palestine rappresenta la prosecuzione in ambito detentivo della lotta portata avanti da Palestine Action contro le complicità istituzionali e le appendici dell’apparato tecno-militare sionista nel Regno Unito. A circa una settimana dall’inizio di questa mobilitazione, alla quale si sono aggiunti in solidarietà il prigioniero anarchico Luca Dolce (Stecco) e Jakhi McCray dagli USA, iniziamo dando spazio alle rivendicazioni dichiarate come obbiettivi dello sciopero della fame: fine della censura, accesso a misure cautelari alternative al carcere, diritto a un giusto processo, deproscrizione di Palestine Action e chiusura di tutte le filiali di Elbit System in UK. Dopo avere aggiornato su chi siano le prigioniere e il prigioniero che fino a qui hanno aderito allo sciopero della fame a rotazione, passiamo alla lettura del comunicato rilasciato da una di loro, Heba Muraisi. In conclusione, una riflessione sull’utilizzo tattico e strumentale della categoria di “terrorismo” per cercare di depotenziare la strategia portata avanti da Palestine Action in sede processuale: una classificazione neutralizzante del nemico utilizzata tanto dagli apparati militari quanto da quelli repressivi. Aggiornamento: L’attivista di Palestine Action Sean Middlebrough, 33 anni, soprannominato Shibby, è fuggito da una prigione del Regno Unito dopo essere stato rilasciato per un permesso temporaneo per assisetere al matrimonio del fratello. Sean ha dichiarato in una comunicazione ricevuta da Electronic Intifada: “Non sono in fuga. Sto semplicemente agendo con buon senso, rifiutando di essere trattenuto come prigioniero di guerra israeliano in una prigione britannica”. AGE VERIFICATION E (NON SOLO) PORNO Il 12 novembre 2025 entra formalmente in vigore la norma che prevede l’obbligo di verifica della maggiore età per l’accesso a contenuti online per adulti. Se l’attenzione si è concentrata soprattutto sui siti pornografici, in realtà le categorie interessate sono estese ad altri ambiti, promuovendo scenari di censura ancor più che di sorveglianza. Cerchiamo di osservare in quale traiettoria politica si inserisca questo provvedimento, nella corrente di riorganizzazione delle condotte online-offline e di implementazione della “società dei varchi” che passa per Identità Digitale e Real Name Internet. A margine una riflessione su pornografia e biopotere. I “MURI DI DRONI” Mentre torniamo a monitorare alcuni indicatori del rischio esplosione della “bolla dell’AI”, tra le quali i tentativi di Deutsche Bank di fare “hedging” (copertura per ridurre i rischi) sui suoi investimenti in datacenters e la perdurante attenzione di Google verso il settore militare (questa volta in Australia), cerchiamo di descrivere la normalizzazione del concetto di “muro di droni”: dalla War on Migrants ai Baltici, dalla separazione tra fronte ucraino e fronte russo alla scala continentale del programma cinese Transparent Ocean. GUARDIA COSTIERA LIBICA, SPARI CONTRO ONG E IL RUOLO DELL’ITALIA Il 2 novembre 2025 si sono rinnovati i memorandum Italia-Libia. Negli scorsi mesi è aumentata la violenza della Guardia Costiera libica, finanziata dall’UE, che ha aperto il fuoco almeno tre volte contro ONG e persone in movimento. Ma i memorandum non sono le uniche collaborazioni che finanziano e legittimano la violenza delle frontiere esterne in Libia. Abbiamo parlato del coinvolgimento di Frontex nelle deportazioni dalla Libia, dell’addestramento in Italia di truppe speciali libiche e delle pratiche con cui la Guardia Costiera libica dissuade gli interventi solidali di search and rescue.
Prisoners for Palestine – Age Verification: oltre il porno – Muri di droni – Libia e ONG@1
Estratti dalla puntata del 10 novembre 2025 di Bello Come Una Prigione Che Brucia PRISONERS FOR PALESTINE IN SCIOPERO DELLA FAME Lo sciopero della fame di Prisoners for Palestine rappresenta la prosecuzione in ambito detentivo della lotta portata avanti da Palestine Action contro le complicità istituzionali e le appendici dell’apparato tecno-militare sionista nel Regno Unito. A circa una settimana dall’inizio di questa mobilitazione, alla quale si sono aggiunti in solidarietà il prigioniero anarchico Luca Dolce (Stecco) e Jakhi McCray dagli USA, iniziamo dando spazio alle rivendicazioni dichiarate come obbiettivi dello sciopero della fame: fine della censura, accesso a misure cautelari alternative al carcere, diritto a un giusto processo, deproscrizione di Palestine Action e chiusura di tutte le filiali di Elbit System in UK. Dopo avere aggiornato su chi siano le prigioniere e il prigioniero che fino a qui hanno aderito allo sciopero della fame a rotazione, passiamo alla lettura del comunicato rilasciato da una di loro, Heba Muraisi. In conclusione, una riflessione sull’utilizzo tattico e strumentale della categoria di “terrorismo” per cercare di depotenziare la strategia portata avanti da Palestine Action in sede processuale: una classificazione neutralizzante del nemico utilizzata tanto dagli apparati militari quanto da quelli repressivi. Aggiornamento: L’attivista di Palestine Action Sean Middlebrough, 33 anni, soprannominato Shibby, è fuggito da una prigione del Regno Unito dopo essere stato rilasciato per un permesso temporaneo per assisetere al matrimonio del fratello. Sean ha dichiarato in una comunicazione ricevuta da Electronic Intifada: “Non sono in fuga. Sto semplicemente agendo con buon senso, rifiutando di essere trattenuto come prigioniero di guerra israeliano in una prigione britannica”. AGE VERIFICATION E (NON SOLO) PORNO Il 12 novembre 2025 entra formalmente in vigore la norma che prevede l’obbligo di verifica della maggiore età per l’accesso a contenuti online per adulti. Se l’attenzione si è concentrata soprattutto sui siti pornografici, in realtà le categorie interessate sono estese ad altri ambiti, promuovendo scenari di censura ancor più che di sorveglianza. Cerchiamo di osservare in quale traiettoria politica si inserisca questo provvedimento, nella corrente di riorganizzazione delle condotte online-offline e di implementazione della “società dei varchi” che passa per Identità Digitale e Real Name Internet. A margine una riflessione su pornografia e biopotere. I “MURI DI DRONI” Mentre torniamo a monitorare alcuni indicatori del rischio esplosione della “bolla dell’AI”, tra le quali i tentativi di Deutsche Bank di fare “hedging” (copertura per ridurre i rischi) sui suoi investimenti in datacenters e la perdurante attenzione di Google verso il settore militare (questa volta in Australia), cerchiamo di descrivere la normalizzazione del concetto di “muro di droni”: dalla War on Migrants ai Baltici, dalla separazione tra fronte ucraino e fronte russo alla scala continentale del programma cinese Transparent Ocean. GUARDIA COSTIERA LIBICA, SPARI CONTRO ONG E IL RUOLO DELL’ITALIA Il 2 novembre 2025 si sono rinnovati i memorandum Italia-Libia. Negli scorsi mesi è aumentata la violenza della Guardia Costiera libica, finanziata dall’UE, che ha aperto il fuoco almeno tre volte contro ONG e persone in movimento. Ma i memorandum non sono le uniche collaborazioni che finanziano e legittimano la violenza delle frontiere esterne in Libia. Abbiamo parlato del coinvolgimento di Frontex nelle deportazioni dalla Libia, dell’addestramento in Italia di truppe speciali libiche e delle pratiche con cui la Guardia Costiera libica dissuade gli interventi solidali di search and rescue.
Prisoners for Palestine – Age Verification: oltre il porno – Muri di droni – Libia e ONG@2
Estratti dalla puntata del 10 novembre 2025 di Bello Come Una Prigione Che Brucia PRISONERS FOR PALESTINE IN SCIOPERO DELLA FAME Lo sciopero della fame di Prisoners for Palestine rappresenta la prosecuzione in ambito detentivo della lotta portata avanti da Palestine Action contro le complicità istituzionali e le appendici dell’apparato tecno-militare sionista nel Regno Unito. A circa una settimana dall’inizio di questa mobilitazione, alla quale si sono aggiunti in solidarietà il prigioniero anarchico Luca Dolce (Stecco) e Jakhi McCray dagli USA, iniziamo dando spazio alle rivendicazioni dichiarate come obbiettivi dello sciopero della fame: fine della censura, accesso a misure cautelari alternative al carcere, diritto a un giusto processo, deproscrizione di Palestine Action e chiusura di tutte le filiali di Elbit System in UK. Dopo avere aggiornato su chi siano le prigioniere e il prigioniero che fino a qui hanno aderito allo sciopero della fame a rotazione, passiamo alla lettura del comunicato rilasciato da una di loro, Heba Muraisi. In conclusione, una riflessione sull’utilizzo tattico e strumentale della categoria di “terrorismo” per cercare di depotenziare la strategia portata avanti da Palestine Action in sede processuale: una classificazione neutralizzante del nemico utilizzata tanto dagli apparati militari quanto da quelli repressivi. Aggiornamento: L’attivista di Palestine Action Sean Middlebrough, 33 anni, soprannominato Shibby, è fuggito da una prigione del Regno Unito dopo essere stato rilasciato per un permesso temporaneo per assisetere al matrimonio del fratello. Sean ha dichiarato in una comunicazione ricevuta da Electronic Intifada: “Non sono in fuga. Sto semplicemente agendo con buon senso, rifiutando di essere trattenuto come prigioniero di guerra israeliano in una prigione britannica”. AGE VERIFICATION E (NON SOLO) PORNO Il 12 novembre 2025 entra formalmente in vigore la norma che prevede l’obbligo di verifica della maggiore età per l’accesso a contenuti online per adulti. Se l’attenzione si è concentrata soprattutto sui siti pornografici, in realtà le categorie interessate sono estese ad altri ambiti, promuovendo scenari di censura ancor più che di sorveglianza. Cerchiamo di osservare in quale traiettoria politica si inserisca questo provvedimento, nella corrente di riorganizzazione delle condotte online-offline e di implementazione della “società dei varchi” che passa per Identità Digitale e Real Name Internet. A margine una riflessione su pornografia e biopotere. I “MURI DI DRONI” Mentre torniamo a monitorare alcuni indicatori del rischio esplosione della “bolla dell’AI”, tra le quali i tentativi di Deutsche Bank di fare “hedging” (copertura per ridurre i rischi) sui suoi investimenti in datacenters e la perdurante attenzione di Google verso il settore militare (questa volta in Australia), cerchiamo di descrivere la normalizzazione del concetto di “muro di droni”: dalla War on Migrants ai Baltici, dalla separazione tra fronte ucraino e fronte russo alla scala continentale del programma cinese Transparent Ocean. GUARDIA COSTIERA LIBICA, SPARI CONTRO ONG E IL RUOLO DELL’ITALIA Il 2 novembre 2025 si sono rinnovati i memorandum Italia-Libia. Negli scorsi mesi è aumentata la violenza della Guardia Costiera libica, finanziata dall’UE, che ha aperto il fuoco almeno tre volte contro ONG e persone in movimento. Ma i memorandum non sono le uniche collaborazioni che finanziano e legittimano la violenza delle frontiere esterne in Libia. Abbiamo parlato del coinvolgimento di Frontex nelle deportazioni dalla Libia, dell’addestramento in Italia di truppe speciali libiche e delle pratiche con cui la Guardia Costiera libica dissuade gli interventi solidali di search and rescue.
Prisoners for Palestine – Age Verification: oltre il porno – Muri di droni – Libia e ONG@3
Estratti dalla puntata del 10 novembre 2025 di Bello Come Una Prigione Che Brucia PRISONERS FOR PALESTINE IN SCIOPERO DELLA FAME Lo sciopero della fame di Prisoners for Palestine rappresenta la prosecuzione in ambito detentivo della lotta portata avanti da Palestine Action contro le complicità istituzionali e le appendici dell’apparato tecno-militare sionista nel Regno Unito. A circa una settimana dall’inizio di questa mobilitazione, alla quale si sono aggiunti in solidarietà il prigioniero anarchico Luca Dolce (Stecco) e Jakhi McCray dagli USA, iniziamo dando spazio alle rivendicazioni dichiarate come obbiettivi dello sciopero della fame: fine della censura, accesso a misure cautelari alternative al carcere, diritto a un giusto processo, deproscrizione di Palestine Action e chiusura di tutte le filiali di Elbit System in UK. Dopo avere aggiornato su chi siano le prigioniere e il prigioniero che fino a qui hanno aderito allo sciopero della fame a rotazione, passiamo alla lettura del comunicato rilasciato da una di loro, Heba Muraisi. In conclusione, una riflessione sull’utilizzo tattico e strumentale della categoria di “terrorismo” per cercare di depotenziare la strategia portata avanti da Palestine Action in sede processuale: una classificazione neutralizzante del nemico utilizzata tanto dagli apparati militari quanto da quelli repressivi. Aggiornamento: L’attivista di Palestine Action Sean Middlebrough, 33 anni, soprannominato Shibby, è fuggito da una prigione del Regno Unito dopo essere stato rilasciato per un permesso temporaneo per assisetere al matrimonio del fratello. Sean ha dichiarato in una comunicazione ricevuta da Electronic Intifada: “Non sono in fuga. Sto semplicemente agendo con buon senso, rifiutando di essere trattenuto come prigioniero di guerra israeliano in una prigione britannica”. AGE VERIFICATION E (NON SOLO) PORNO Il 12 novembre 2025 entra formalmente in vigore la norma che prevede l’obbligo di verifica della maggiore età per l’accesso a contenuti online per adulti. Se l’attenzione si è concentrata soprattutto sui siti pornografici, in realtà le categorie interessate sono estese ad altri ambiti, promuovendo scenari di censura ancor più che di sorveglianza. Cerchiamo di osservare in quale traiettoria politica si inserisca questo provvedimento, nella corrente di riorganizzazione delle condotte online-offline e di implementazione della “società dei varchi” che passa per Identità Digitale e Real Name Internet. A margine una riflessione su pornografia e biopotere. I “MURI DI DRONI” Mentre torniamo a monitorare alcuni indicatori del rischio esplosione della “bolla dell’AI”, tra le quali i tentativi di Deutsche Bank di fare “hedging” (copertura per ridurre i rischi) sui suoi investimenti in datacenters e la perdurante attenzione di Google verso il settore militare (questa volta in Australia), cerchiamo di descrivere la normalizzazione del concetto di “muro di droni”: dalla War on Migrants ai Baltici, dalla separazione tra fronte ucraino e fronte russo alla scala continentale del programma cinese Transparent Ocean. GUARDIA COSTIERA LIBICA, SPARI CONTRO ONG E IL RUOLO DELL’ITALIA Il 2 novembre 2025 si sono rinnovati i memorandum Italia-Libia. Negli scorsi mesi è aumentata la violenza della Guardia Costiera libica, finanziata dall’UE, che ha aperto il fuoco almeno tre volte contro ONG e persone in movimento. Ma i memorandum non sono le uniche collaborazioni che finanziano e legittimano la violenza delle frontiere esterne in Libia. Abbiamo parlato del coinvolgimento di Frontex nelle deportazioni dalla Libia, dell’addestramento in Italia di truppe speciali libiche e delle pratiche con cui la Guardia Costiera libica dissuade gli interventi solidali di search and rescue.
PRISONERS for PALESTINE: 6 militanti in sciopero della fame nel Regno Unito a cui si aggiunge Stecco dal carcere di Sanremo@0
Domenica 2 Novembre all’ora di colazione, nel carcere di Bronzefield nella città di Ashford a sud del Regno Unito, i primi due prigionieri in sciopero della fame di Prisoners for Palestine, Qesser Zuhrah e Amu Gib, hanno rifiutato il cibo. Questo gesto ha segnato l’inizio del primo sciopero della fame a ciclo continuo, che coinvolge un gruppo di prigionieri e prigioniere accusate di azioni dirette contro l’industria bellica inglese. Il 20 Ottobre era già stato inoltrato al Ministro dell’Interno, tramite il gruppo Prisoners for Palestine, un documento contenente le rivendicazioni delle persone in stato di arresto e l’annuncio dell’imminente sciopero. Nessuna risposta, ad oggi, è ancora pervenuta dalle autorità. Sono sei le persone attualmente in sciopero nel Regno Unito (Qesser Zuhrah, Amu Gib, Heba Muraisi, Jon Cink, THoxha e Kamran Ahmed, ad esse si è aggiunto un compagno anarchico – Luca Dolce detto Stecco – prigioniero nel carcere di Sanremo. I prigionieri sono membri rispettivamente dei gruppi denominati Filton 24 e Brize Norton 5 e sono detenuti in carcere, senza condanna, accusati di aver preso parte a due azioni distinte, rivendicate dal gruppo Palestine Action. Filton 24 è l’appellativo utilizzato per il gruppo di attivisti incarcerati per un raid di Palestine Action (riportato nel video precedente) nel centro di ricerca, sviluppo e produzione del più grande produttore di armi israeliano,  Elbit System, situato a Filton, Bristol, nell’Agosto 2024. In 6 furono arrestati sul posto, ma in seguito, mentre erano sotto custodia della polizia, sono stati nuovamente arrestati ai sensi della legislazione antiterrorismo, che ha consentito alle autorità di prolungare il periodo di detenzione. Nei mesi successivi, in una serie di raid all’alba, altri 18 attivisti ricondotti allo stesso gruppo furono arrestati, alcuni anche insieme a familiari, che furono poi rilasciati. Brize Norton, invece, è il nome del gruppo accusato di aver spruzzato vernice rosso sangue su due aerei Voyager noleggiati dalla RAF. La base di Brize Norton è quella che ha svolto funzione di hub di trasporto e rifornimento per i voli diretti alla RAF di Akrotiri a Cipro, da dove vengono inviati voli giornalieri per  lo spionaggio a Gaza.  Qui, tradotta in italiano, un audio intervista ad un’attivista di Prisoners for Palestine che racconta come si sta e si è organizzata la solidarietà per i prigionieri e le prigioniere e attraverso quali iniziative e con quali obiettivi continuerà la campagna antirepressiva nel Regno Unito. LA DICHIARAZIONE DI AMU GIB: “Sono in sciopero della fame perché il mio corpo è stato messo sotto custodia dello Stato, ma ho ancora il dovere di lottare per la libertà dall’oppressione… Come possiamo stare in prigione, aspettando che il cappio si stringa intorno al nostro collo per opporci al genocidio? Come potrei non agire, mentre i bambini vengono assassinati nella più completa impunità da uno Stato sionista genocida? Distogliere lo sguardo dagli orrori non impedirà che accadano e dobbiamo affrontare la realtà. Dovremmo forse sorridere e chiedere gentilmente la nostra clemenza a un “sistema giudiziario” fondamentalmente corrotto dal sionismo?” Attualmente ci sono 33 prigionieri detenuti in custodia cautelare nelle carceri britanniche per azioni legate alla Palestina. Da quando Palestine Action è stata dichiarata fuorilegge dal governo britannico come organizzazione “terroristica”, oltre 2000 persone sono state arrestate in Inghilterra e Galles, principalmente per aver esposto cartelli con la scritta “MI OPPONGO AL GENOCIDIO. SOSTENGO PALESTINE ACTION”. La maggior parte è stata arrestata durante le proteste di massa organizzate da Defend Our Juries. “L’incarcerazione di attivisti in base a poteri antiterrorismo non è un abuso della legge, ma piuttosto è lo scopo per cui queste leggi sono state create. L’antiterrorismo è sempre stato uno strumento per mettere a tacere il dissenso e criminalizzare coloro che sfidano la violenza dello Stato. Questo sciopero della fame mette a nudo la continuità tra il passato coloniale della Gran Bretagna e la sua attuale repressione” ha dichiarato Anas Mustapha, responsabile della difesa pubblica presso CAGE International, organizzazione che sta supportando legalmente e pubblicamente lo sciopero. Dal 2012, Elbit si è aggiudicata 25 appalti pubblici nel Regno Unito per un totale di oltre 355 milioni di sterline. Ora, il Ministero della Difesa si sta preparando a firmare un contratto da 2,7 miliardi di sterline con Elbit, che la designerebbe come “partner strategico” e che le consentirebbe di addestrare 60.000 soldati britannici ogni anno. Alla luce del ruolo svolto nel paese dall’azienda leader nella produzione bellica, tra le rivendicazioni dei prigionieri e delle prigioniere in sciopero della fame spicca la chiusura degli stabilimenti Elbit e l’oscuramento dei suoi siti. Rimandando al sito del gruppo Prisoners for Palestine e dell’organizzazione CAGE International per aggiornamenti sullo sciopero della fame e le iniziative a sostegno dei e delle prigioniere, condividiamo alcune informazioni ad integrazione e approfondimento dell’intervista.
PRISONERS for PALESTINE: 6 militanti in sciopero della fame nel Regno Unito a cui si aggiunge Stecco dal carcere di Sanremo@1
Domenica 2 Novembre all’ora di colazione, nel carcere di Bronzefield nella città di Ashford a sud del Regno Unito, i primi due prigionieri in sciopero della fame di Prisoners for Palestine, Qesser Zuhrah e Amu Gib, hanno rifiutato il cibo. Questo gesto ha segnato l’inizio del primo sciopero della fame a ciclo continuo, che coinvolge un gruppo di prigionieri e prigioniere accusate di azioni dirette contro l’industria bellica inglese. Il 20 Ottobre era già stato inoltrato al Ministro dell’Interno, tramite il gruppo Prisoners for Palestine, un documento contenente le rivendicazioni delle persone in stato di arresto e l’annuncio dell’imminente sciopero. Nessuna risposta, ad oggi, è ancora pervenuta dalle autorità. Sono sei le persone attualmente in sciopero nel Regno Unito (Qesser Zuhrah, Amu Gib, Heba Muraisi, Jon Cink, THoxha e Kamran Ahmed, ad esse si è aggiunto un compagno anarchico – Luca Dolce detto Stecco – prigioniero nel carcere di Sanremo. I prigionieri sono membri rispettivamente dei gruppi denominati Filton 24 e Brize Norton 5 e sono detenuti in carcere, senza condanna, accusati di aver preso parte a due azioni distinte, rivendicate dal gruppo Palestine Action. Filton 24 è l’appellativo utilizzato per il gruppo di attivisti incarcerati per un raid di Palestine Action (riportato nel video precedente) nel centro di ricerca, sviluppo e produzione del più grande produttore di armi israeliano,  Elbit System, situato a Filton, Bristol, nell’Agosto 2024. In 6 furono arrestati sul posto, ma in seguito, mentre erano sotto custodia della polizia, sono stati nuovamente arrestati ai sensi della legislazione antiterrorismo, che ha consentito alle autorità di prolungare il periodo di detenzione. Nei mesi successivi, in una serie di raid all’alba, altri 18 attivisti ricondotti allo stesso gruppo furono arrestati, alcuni anche insieme a familiari, che furono poi rilasciati. Brize Norton, invece, è il nome del gruppo accusato di aver spruzzato vernice rosso sangue su due aerei Voyager noleggiati dalla RAF. La base di Brize Norton è quella che ha svolto funzione di hub di trasporto e rifornimento per i voli diretti alla RAF di Akrotiri a Cipro, da dove vengono inviati voli giornalieri per  lo spionaggio a Gaza.  Qui, tradotta in italiano, un audio intervista ad un’attivista di Prisoners for Palestine che racconta come si sta e si è organizzata la solidarietà per i prigionieri e le prigioniere e attraverso quali iniziative e con quali obiettivi continuerà la campagna antirepressiva nel Regno Unito. LA DICHIARAZIONE DI AMU GIB: “Sono in sciopero della fame perché il mio corpo è stato messo sotto custodia dello Stato, ma ho ancora il dovere di lottare per la libertà dall’oppressione… Come possiamo stare in prigione, aspettando che il cappio si stringa intorno al nostro collo per opporci al genocidio? Come potrei non agire, mentre i bambini vengono assassinati nella più completa impunità da uno Stato sionista genocida? Distogliere lo sguardo dagli orrori non impedirà che accadano e dobbiamo affrontare la realtà. Dovremmo forse sorridere e chiedere gentilmente la nostra clemenza a un “sistema giudiziario” fondamentalmente corrotto dal sionismo?” Attualmente ci sono 33 prigionieri detenuti in custodia cautelare nelle carceri britanniche per azioni legate alla Palestina. Da quando Palestine Action è stata dichiarata fuorilegge dal governo britannico come organizzazione “terroristica”, oltre 2000 persone sono state arrestate in Inghilterra e Galles, principalmente per aver esposto cartelli con la scritta “MI OPPONGO AL GENOCIDIO. SOSTENGO PALESTINE ACTION”. La maggior parte è stata arrestata durante le proteste di massa organizzate da Defend Our Juries. “L’incarcerazione di attivisti in base a poteri antiterrorismo non è un abuso della legge, ma piuttosto è lo scopo per cui queste leggi sono state create. L’antiterrorismo è sempre stato uno strumento per mettere a tacere il dissenso e criminalizzare coloro che sfidano la violenza dello Stato. Questo sciopero della fame mette a nudo la continuità tra il passato coloniale della Gran Bretagna e la sua attuale repressione” ha dichiarato Anas Mustapha, responsabile della difesa pubblica presso CAGE International, organizzazione che sta supportando legalmente e pubblicamente lo sciopero. Dal 2012, Elbit si è aggiudicata 25 appalti pubblici nel Regno Unito per un totale di oltre 355 milioni di sterline. Ora, il Ministero della Difesa si sta preparando a firmare un contratto da 2,7 miliardi di sterline con Elbit, che la designerebbe come “partner strategico” e che le consentirebbe di addestrare 60.000 soldati britannici ogni anno. Alla luce del ruolo svolto nel paese dall’azienda leader nella produzione bellica, tra le rivendicazioni dei prigionieri e delle prigioniere in sciopero della fame spicca la chiusura degli stabilimenti Elbit e l’oscuramento dei suoi siti. Rimandando al sito del gruppo Prisoners for Palestine e dell’organizzazione CAGE International per aggiornamenti sullo sciopero della fame e le iniziative a sostegno dei e delle prigioniere, condividiamo alcune informazioni ad integrazione e approfondimento dell’intervista.
Nuova destra, vecchio nazionalismo.
Quello che interessa alle forze politiche che organizzano le masse è molto spesso un riconoscimento identitario. Il tentativo, riuscito, di solleticare il narcisismo degli individui che hanno bisogno di rappresentarsi in uno spettacolo che li faccia sentire migliori, aderenti al proprio sè ideale, purtroppo piuttosto distante da quello impersonato durante la settimana lavorativa e nel tempo libero. Da questo orizzonte pre-politico di mobilitazione popolare le destre non hanno nessuna intenzione di uscire, perchè gli interessi che vanno a rappresentare sono soltanto quelli delle élites, e Trump negli USA lo ha mostrato senza dubbio. Il rilancio del nazionalismo sciovinista serve solo a vincere le elezioni e indirizzare i disoccupati verso l'arruolamento militare. Per le forze socialiste, invece, la sfida è proprio quella di canalizzare l'indignazione in protesta, governandola, per arrivare a costruire forme di organizzazione trasformativa su obiettivi condivisi. Continua a leggere→
Londra, più di 100mila persone alla manifestazione di estrema destra contro l’immigrazione
Oltre 110.000 persone hanno marciato contro l’immigrazione nella capitale del Regno Unito, Londra, in una delle più grandi manifestazioni di destra del Paese, dal nome “Unite the Kingdom”, organizzata dall’attivista di estrema destra Tommy Robinson. Contemporaneamente, era stato indetto un contro corteo promosso da un’organizzazione antirazzista al quale hanno partecipato circa 5mila persone. I due […]