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Sintesi della dichiarazione del MIR italia sulla risoluzione del conflitto armato russo-ucraino
Sulla posizione dei movimenti pacifisti e nonviolenti italiani sulla risoluzione della tragica guerra russo-ucraina, ignorata oppure accusata di scarsa obiettività, strabismo ideologico e astrattezza da anime belle. pesano vieti pregiudizi e scontati luoghi comuni su una realtà di cui le forze politiche e gli stessi media conoscono assai poco. La priorità è arrestare una guerra che va avanti da più di tre anni, ma un’ipotesi di pace, perché sia disarmata e disarmante, giusta e duratura, dovrebbe essere condivisa e accettata dal popolo ucraino che sta soffrendo i pesanti effetti di questa sanguinosa guerra. Ecco perché il Movimento Internazionale della Riconciliazione – sezione italiana dello storico IFOR (International Fellowship Of Reconciliation) – ritiene opportuno ribadire nei seguenti cinque punti la sua posizione, ispirata dalla propria natura di organizzazione nonviolenta di matrice spirituale. 1. Necessità del superamento dei conflitti bellici in chiave di difesa disarmata e nonviolenta, condannando l’aggressione armata di un territorio sovrano e riaffermando il diritto alla difesa ed alla resistenza –auspicabilmente civile – da parte della popolazione invasa. 2. Constatazione che la sconsiderata prospettiva ucraina di aderire, oltre che all’Unione Europea, anche alla NATO ha scatenato la reazione aggressiva di una Russia affetta da sindrome di accerchiamento e sempre più tentata da nostalgie imperiali e tentazioni autocratiche. 3. Aspra critica alla NATO ed ai leader dei Paesi che hanno indotto l’Ucraina ad alzare il tono del conflitto con la Russia e che, dopo la sua invasione armata, hanno continuato irresponsabilmente a spalleggiarla con un macroscopico sostegno politico e militare. 4. Riconoscimento del legittimo diritto del popolo ucraino di difendersi dall’aggressione russa, resistendo al preponderante esercito invasore anche e soprattutto in forma civile e con le strategie dell’azione nonviolenta. 5. Netta critica della posizione bellicista e militarista del governo del presidente Želensky e della sua dura repressione dei concittadini obiettori alla guerra, renitenti al reclutamento forzato o disertori. Le richieste del movimento pacifista, italiano ed internazionale, sono state quindi ispirate sempre a questi principi: (a) cessazione del conflitto armato e ricorso a negoziati affidati ai canali diplomatici, ma soprattutto ad autorità sovranazionali come l’ONU; (b) aperto sostegno morale, legale e materiale agli obiettori e disertori ucraini russi e bielorussi, per difendere il diritto, internazionalmente sancito, di obiettare anche in tempo di guerra; (c) solidarietà nei confronti della popolazione ucraina, colpita duramente nella sua componente civile, attivandosi anche con forme di accoglienza dei rifugiati, di sostegno umanitario e di mediazione; (d) critica ai piani di riarmo e sostegno militare da parte dell’U.E., ma anche alla finta mediazione da parte dell’Amministrazione statunitense del Presidente Trump, culminata in un insostenibile piano di pace; (e) critica anche alla posizione apparentemente più defilata della NATO, che viceversa sta promovendo da decenni una pericolosa espansione della sua influenza militare nell’area nord-orientale dell’Europa. Conseguentemente, il MIR Italia, con altre realtà nazionali federate nell’IFOR: – Continua a battersi contro le atrocità di ogni guerra, in nome della sua ispirazione di organizzazione disarmista e nonviolenta, ma anche di una sensibilità ecopacifista che lo porta a sottolineare anche le gravissime conseguenze sull’integrità territoriale ed ecologica dei paesi interessati, che sconvolgono pesantemente i loro equilibri socio-ambientali. – Continua ad aderire alle campagne di sostegno agli obiettori russi, bielorussi ed ucraini, rivendicando il loro diritto di dire no alla guerra in ogni circostanza ma anche supportando tutte le forme di resistenza non-armata e nonviolenta ad un’aggressione esterna e ad imposizioni autoritarie interne. – Utilizza la propria campagna di promozione in Italia di una formale dichiarazione preventiva di obiezione di coscienza al possibile ripristino del servizio militare obbligatorio per sollecitare la consapevolezza dell’urgenza d’istituire in Italia una componente civile della difesa, – Ribadisce che qualsiasi ipotesi di ‘piano di pace’ dovrà fondarsi su un’autorità realmente terza rispetto ai contendenti ed essere ispirata ai principi di effettiva mediazione tra le parti, riparazione del danno e realizzazione di soluzioni equilibrate e costruttive, per garantire un processo di effettiva e duratura riconciliazione. Testo integrale della risoluzione: https://www.facebook.com/share/p/1A5iYbCno1/   MIR Italia - Movimento Internazionale della Riconciliazione
Il MIR esprime contrarietà anche al Villaggio Esercito di Napoli
Il MIR Italia, storico movimento italiano per la pace e la nonviolenza, manifesta totale contrarietà alla decisione di installare un Villaggio Esercito anche sul lungomare di Napoli, soprattutto in un momento così grave per gli equilibri internazionali ed in totale dispregio della pressante richiesta di pace e di ripudio della guerra e delle sue atrocità, che sta provenendo da milioni di cittadini italiani ed anche dal popolo siciliano. “Come movimento di matrice spirituale che si batte da decenni per il rifiuto della violenza distruttiva dei conflitti armati e per la risoluzione nonviolenta delle controversie internazionali – dichiara Ermete Ferraro, Presidente del MIR Italia e Coordinatore del MIR di Napoli – manifestiamo totale dissenso nei confronti la realizzazione nella nostra ‘Città di Pace’ d’una assurda esibizione di stampo militarista, dove s’invitano i cittadini ad ‘ammirare da vicino’ strumenti di morte e distruzione, come mine, carri armati, elicotteri, ed altri veicoli bellici. Altro che ‘avvicinamento’ dell’Esercito alla cittadinanza e ‘orgoglio’ delle forze armate per un preteso ruolo di ‘peacekeeping’! Noi chiediamo ai Cittadini di Napoli – ed in primo luogo a genitori, docenti e studenti – di disertare questa inopportuna esibizione militarista. Viceversa, continueremo a proporre ai giovani l’obiezione preventiva al servizio militare. Il MIR continuerà ad opporsi alla militarizzazione che pervade le istituzioni formative, la cultura, la società e perfino lo sport, e solleciterà la partecipazione attiva percorsi di educazione alla pace e ai diritti umani». MIR Italia - Movimento Internazionale della Riconciliazione
Il M.I.R. condanna l’attacco USA e rilancia la campagna antinucleare e quella per l’obiezione di coscienza
Il M.I.R. Italia (Movimento Internazionale della Riconciliazione) – membro della Rete Italiana Pace e Disarmo – ha aderito alla manifestazione di Roma contro il riarmo e vi ha partecipato attivamente, sottolineando l’importanza d’un approccio nonviolento ai conflitti e condannando la corsa agli armamenti, che sta alimentando il crescendo bellico e le tendenze militariste e autoritarie, sia dell’U.E. sia del governo italiano. La gravissima decisione degli U.S.A. di bombardare tre impianti nucleari in Iran, mettendo ulteriormente a rischio la sicurezza mondiale e rischiando una catastrofe ambientale, fa però salire ulteriormente il livello di allarme, innescando prevedibili reazioni, oltre a violare palesemente, ancora una volta, il diritto internazionale ed i trattati sul bando agli armamenti atomici. «Tali azioni sconsiderate e unilaterali rendono sempre più vicino il disastro nucleare – ha dichiarato Ermete Ferraro, presidente del M.I.R. Italia – confermando l’arroganza imperialista degli Stati Uniti d’America, che si sono costantemente opposti ai trattati di non-proliferazione e tanto più di proibizione degli armamenti nucleari, possedendone ben 3.700 testate, alcune delle quali illegittimamente piazzate anche in Italia. In nome della c.d. ‘deterrenza’ e della ‘prontezza’ difensiva si pretenderebbe ora anche dai paesi europei un folle aumento delle spese militari, ma è evidente che ci vuole poco per mettere irresponsabilmente a rischio la sicurezza mondiale, scatenando una catastrofe atomica». Il M.I.R. Italia continuerà a manifestare contro il riarmo, per il disarmo ed un modello alternativo di difesa – non armato, civile e nonviolento – ed inoltre riprenderà la campagna per divulgare il diritto di obiezione di coscienza in chiave preventiva, in vista di un possibile ripristino in Italia del servizio militare, in un clima bellico particolarmente infocato. L’appello ai giovani, dunque, è ad opporsi in prima persona alla follia criminale della guerra, alla propaganda militarista nelle scuole e nelle università e ad ogni forma di autoritarismo e repressione del dissenso. «Ci associamo inoltre alla Rete Italiana Pace e Disarmo nel chiedere al governo italiano di negare qualsiasi supporto logistico alle operazioni belliche USA e NATO, non dando il permesso ai bombardieri statunitensi che attaccano l’Iran di sorvolare lo spazio aereo italiano e di rifornirsi nelle numerose basi ‘alleate’ e statunitensi. L’Italia non può facilitare, assistere o consentire questi attacchi, direttamente o indirettamente, in nome del suo impegno costituzionale a ripudiare la guerra, ma anche della sicurezza dei suoi stessi cittadini» ha concluso Ferraro. MIR Italia - Movimento Internazionale della Riconciliazione
Napoli: disarmo, smilitarizzazione, ripudio della guerra
Il MIR aderisce alla mobilitazione contro il riarmo, le guerre ed il vertice NATO a Napoli Ermete Ferraro, Presidente nazionale Responsabile della Sede di Napoli del M.I.R. Italia – storico movimento internazionale per la Pace e la Nonviolenza – ha aderito alla mobilitazione unitaria contro il vertice della NATO, previsto a Napoli per il 26-27 maggio 2025, ed è intervenuto all’assemblea preparatoria che si è tenuta a Materdei sabato 10 maggio. “Come nonviolenti ed ecopacifisti – ha dichiarato Ferraro – vogliamo riaffermare con forza che i 2500 anni di Napoli, Città di Pace e medaglia d’oro per la Resistenza, non devono essere ‘festeggiati’ facendo iniziare la tale celebrazione con l’assurdo ed inopportuno vertice di un’organizzazione militarista e guerrafondaia. Siamo da sempre contro il riarmo, l’aumento delle spese militari ed ogni forma di militarizzazione e di avventurismo bellico, per cui ripudiamo un’alleanza militare che non è affatto garanzia di pace, sicurezza e stabilità, ma segno di subalternità politica al complesso militare-industriale, che trasforma i conflitti internazionali in sanguinose e devastanti guerre”. Il M.I.R. – a partire dalla celebrazione della Giornata Mondiale dell’Obiezione di Coscienza il 15 maggio – aderisce quindi alle manifestazioni cittadine programmate e, insieme agli altri membri del Comitato Pace e Disarmo Campania di cui fa parte, vi porterà il contributo di chi, da oltre 70 anni, lotta nonviolentemente per il disarmo, la smilitarizzazione del territorio e delle menti e per l’assoluto ripudio della guerra, cui contrappone un modello non-armato, civile e nonviolento di difesa. Ermete FERRARO, Presidente MIR Italia e Resp. MIR Napoli 349 3414190 ermeteferraro@gmail.com – mirnapoli@virgilio.it https://www.facebook.com/napolimir Redazione Italia
No a Mercitalia sbattuta fuori dal gruppo!
21 gennaio 2025 Da un articolo del Corriere della Sera: “Secondo indiscrezioni Mercitalia Logistics, controllata di Fs, è vicina a rilevare una quota di minoranza di Compagnia Ferroviaria Italiana, seconda società di logistica via treno del Paese… L’ingresso nell’azionariato dovrebbe avvenire tramite il conferimento di locomotive da parte di Mercitalia, con il contestuale affidamento a Cfi di alcuni servizi… Ai macchinisti «in esubero» di Mercitalia dovrebbe esser proposto un ricollocamento su base volontaria in altre società del gruppo Fs.” Il Gruppo FS non smentisce. I sei sindacati ai tavoli delle trattative tacciono. Gennaio 2025 Sull’informativa della Uiltrasporti Per le strade d’Europa si conferma che c’è un accordo di acquisizione di una quota del 30% di CFI, ma l’operazione in CFI è ancora “in via di realizzazione, in quanto al 30 gennaio 2025 non è stato sottoscritto nessun accordo e, ad oggi, si stanno ancora studiando e definendo i dettagli.” Per quanto riguarda invece i servizi effettuati, “saranno ceduti i servizi intermodali la cui marginalità è bassa, ma i clienti rimarranno di appartenenza e in gestione a MIR”. Infine “nel caso in cui venissero fuori degli esuberi in Mercitalia Rail gli stessi dovranno trovare collocazione all’interno del Gruppo FS”. La UIL quindi sa. Gli altri cinque invece? Febbraio 2025 Le solite voci di corridoio ai tavoli delle trattative. Per Trenitalia si citano i turni di lavoro, per Mercitalia invece le difficoltà sembrano solo aziendali, invece i lavoratori stanno benissimo? Circolano le parole crisi, acquisizioni, cessioni, uscita dal Gruppo… 26 febbraio 2025 Nell’informativa sull’incontro del 25 febbraio UGL, FAST e ORSA, relativamente al Polo Mercitalia, dichiarano la loro “contrarietà all’esternalizzazione dell’attività di condotta”, e in più “soprattutto se demandata a società che applicano contratti di lavoro in evidente dumping rispetto al CCNL AF e al secondo livello aziendale.” Quindi il Gruppo FS vuole non solo acquistare un parte di CFI e dargli dei treni di Mercitalia, non solo ridurre l’organico di MIR, ma addirittura sbattere MIR fuori dalla porta? A questo punto ci domandiamo: 1. Solo la UIL sapeva del progetto CFI? Perché gli altri cinque non hanno detto una parola? 2. Perché i lavoratori hanno dovuto apprendere questa notizia dai giornali, se i sindacati (almeno uno) erano stati informati? 3. Perché nella loro informativa sull’incontro del 25 febbraio CGIL, CISL e UIL non hanno scritto una parola sul progetto aziendale per MIR? 4. Perché UGL, FAST e ORSA hanno scritto che sono contrari, ma senza spiegare l’idea aziendale, come dando per scontato che tutti già sappiano di che si tratta, quando non è così? Ricordiamo che sono anni che il Gruppo FS continua ad affermare che il settore cargo è in crisi, i conti non tornano ecc. Ma ricordiamo anche che il datore di lavoro ha già ottenuto dai sindacati una normativa di lavoro per i macchinisti che comprende le 11 ore di prestazione giornaliera, il più tre per l’abbandono, gli RFR di 28 ore, le tre notti a settimana… ed ha ottenuto che ciascun operatore di terra cumuli su di sé tre mansioni, manovra verifica e formazione. Non basta mai? E nessuno va a vedere le risorse sperperate, la disorganizzazione totale, i tanti dirigenti che hanno dato più di una prova della loro incompetenza? E le tragiche conseguenze che questa scellerata gestione ha comportato, primi tra tutti il macchinista morto ad Orbassano durante l’aggancio e il gravissimo infortunio del TPT al Brennero? Si cerca invece di far ricadere tutto sui lavoratori, progettando esuberi, cessioni, ulteriori peggioramenti contrattuali. E il fronte sindacale, perché non si informano i lavoratori, alla luce del sole, di come stanno le cose? E quali sono realmente le posizioni del sindacato, che sembra dire qualcosa solo quando è ormai costretto dagli eventi? È più che mai necessario che i lavoratori di Mercitalia facciano sentire la propria voce, prima che la compagine aziendal/sindacale compia l’ennesimo scempio. L'articolo No a Mercitalia sbattuta fuori dal gruppo! proviene da Ancora in Marcia!.