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BDS Italia - sezione italiana per il movimento a guida palestinese per il boicottaggio, disinvestimento e sanzioni contro Israele

Oltre 500 Spazi Liberi dall’Apartheid Israeliana in tutta Italia
NELLE ULTIME SETTIMANE SONO GIUNTE OLTRE 100 NUOVE RICHIESTE DI ADESIONE ALLA CAMPAGNA SPAZI LIBERI DALL’APARTHEID ISRAELIANA (SPLAI), ARRIVANDO COSÌ A SUPERARE I 500 SPAZI CHE IN ITALIA HANNO DECISO DI RIFIUTARE OGNI COMPLICITÀ CON IL GENOCIDIO E LA PULIZIA ETNICA DI ISRAELE IN ATTO CONTRO I PALESTINESI E CON IL SUO REGIME DI COLONIALISMO, OCCUPAZIONE E APARHEID. Tra le adesioni recenti si contano bar, ristoranti, artisti, librerie, liberi professionisti e molti circoli ARCI, anche in seguito all’adesione di ARCI Nazionale. Una vera e propria ondata di solidarietà e resistenza in risposta anche agli attacchi che hanno subito i gestori della Taverna a Santa Chiara, accusati ingiustamente di antisemitismo per aver risposto alle provocazioni di due turisti israeliani che difendevano il genocidio del loro paese a Gaza. La campagna di odio contro uno spazio che ha scelto di schierarsi in difesa del diritto internazionale e dei diritti dei palestinesi ha avuto come effetto quello di produrre una reazione solidale di associazioni, attività commerciali e singoli cittadini e di dare slancio alle campagne di boicottaggio dei prodotti israeliani e delle aziende complici. Il 19 luglio 2024 la Corte Internazionale di Giustizia ha confermato la discriminazione sistemica e sistematica che differenzia i palestinesi dagli ebrei israeliani. Ha dichiarato Israele colpevole di apartheid e la sua occupazione militare illegale, ordinando a Israele di porre fine all’occupazione militare della Striscia di Gaza e della Cisgiordania, inclusa Gerusalemme Est. QUINDI DICHIARARSI SPAZIO LIBERO DALL’APARTHEID NON HA NULLA A CHE VEDERE CON L’ANTISEMITISMO. NE È LA PROVA ANCHE IL FATTO MOLTI EBREI IN TUTTO IL MONDO HANNO FATTO PROPRIA LA DENUNCIA DEI CRIMINI DELL’APARTHEID E DEL COLONIALISMO ISRAELIANO E SONO SOLIDALI CON I PIENI DIRITTI DEI PALESTINESI. In Italia gli spazi liberi dall’apartheid si impegnano a non acquistare e vendere prodotti e servizi di imprese – israeliane e internazionali – implicate nelle violazioni dei diritti dei palestinesi, come indicato nella guida al boicottaggio di BDS Italia. Gli spazi culturali si impegnano a non ospitare o partecipare a eventi culturali, accademici e sportivi finanziati o sponsorizzati da Israele o che ne coinvolgano i suoi rappresentanti ufficiali, rispettando le linee guida sul boicottaggio culturale SPLAI fa parte della campagna internazionale del BDS “Apartheid Free Zones”, una rete internazionale di solidarietà con la Palestina attiva, oltre che in Italia, anche in Belgio, Norvegia, Spagna, Grecia, Finlandia, Stati Uniti, Brasile, Cile, Argentina, Australia, Marocco. In molti altri paesi continua a raccogliere nuove adesioni, con 180 spazi attivi in Sud America, 115 in Finlandia, 170 in Irlanda, per citarne alcuni. In Sudafrica l’apartheid fu sconfitta dalla resistenza della popolazione nera, dalle azioni di boicottaggio internazionale e dalle sanzioni varate dalla comunità internazionale. Nel 2005, ispirandosi alla lotta sudafricana, la società civile palestinese ha lanciato un appello per un movimento internazionale di Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni (BDS), come forma di pressione nonviolenta su Israele, affinché rispetti il diritto internazionale e i diritti dei palestinesi. La solidarietà concreta con la resistenza delle e dei palestinesi contro il genicidio e la pulizia etnica e con la loro lotta per la libertà, la giustizia e l'uguaglianza, oggi passa anche dal rafforzamento della rete di spazi liberi da ogni forma di discriminazione e da ogni complicità con il regime di oppressione israeliano. Invitiamo associazioni, sindacati, movimenti, attività produttive e commerciali, centri sociali e culturali, squadre di sport popolare e altri spazi ad aderire alla campagna SPLAI. Chiediamo a tutte le persone solidali di sostenere gli SPLAI e di invitare gli spazi frequentati ad aderire alla campagna. Tutte le informazioni sulla campagna SPLAI a questa pagina. 
Oltre 500 Spazi Liberi dall’Apartheid Israeliana in tutta Italia
NELLE ULTIME SETTIMANE SONO GIUNTE OLTRE 100 NUOVE RICHIESTE DI ADESIONE ALLA CAMPAGNA SPAZI LIBERI DALL’APARTHEID ISRAELIANA (SPLAI), ARRIVANDO COSÌ A SUPERARE I 500 SPAZI CHE IN ITALIA HANNO DECISO DI RIFIUTARE OGNI COMPLICITÀ CON IL GENOCIDIO E LA PULIZIA ETNICA DI ISRAELE IN ATTO CONTRO I PALESTINESI E CON IL SUO REGIME DI COLONIALISMO, OCCUPAZIONE E APARHEID. Tra le adesioni recenti si contano bar, ristoranti, artisti, librerie, liberi professionisti e molti circoli ARCI, anche in seguito all’adesione di ARCI Nazionale. Una vera e propria ondata di solidarietà e resistenza in risposta anche agli attacchi che hanno subito i gestori della Taverna a Santa Chiara, accusati ingiustamente di antisemitismo per aver risposto alle provocazioni di due turisti israeliani che difendevano il genocidio del loro paese a Gaza. La campagna di odio contro uno spazio che ha scelto di schierarsi in difesa del diritto internazionale e dei diritti dei palestinesi ha avuto come effetto quello di produrre una reazione solidale di associazioni, attività commerciali e singoli cittadini e di dare slancio alle campagne di boicottaggio dei prodotti israeliani e delle aziende complici. Il 19 luglio 2024 la Corte Internazionale di Giustizia ha confermato la discriminazione sistemica e sistematica che differenzia i palestinesi dagli ebrei israeliani. Ha dichiarato Israele colpevole di apartheid e la sua occupazione militare illegale, ordinando a Israele di porre fine all’occupazione militare della Striscia di Gaza e della Cisgiordania, inclusa Gerusalemme Est. QUINDI DICHIARARSI SPAZIO LIBERO DALL’APARTHEID NON HA NULLA A CHE VEDERE CON L’ANTISEMITISMO. NE È LA PROVA ANCHE IL FATTO MOLTI EBREI IN TUTTO IL MONDO HANNO FATTO PROPRIA LA DENUNCIA DEI CRIMINI DELL’APARTHEID E DEL COLONIALISMO ISRAELIANO E SONO SOLIDALI CON I PIENI DIRITTI DEI PALESTINESI. In Italia gli spazi liberi dall’apartheid si impegnano a non acquistare e vendere prodotti e servizi di imprese – israeliane e internazionali – implicate nelle violazioni dei diritti dei palestinesi, come indicato nella guida al boicottaggio di BDS Italia. Gli spazi culturali si impegnano a non ospitare o partecipare a eventi culturali, accademici e sportivi finanziati o sponsorizzati da Israele o che ne coinvolgano i suoi rappresentanti ufficiali, rispettando le linee guida sul boicottaggio culturale SPLAI fa parte della campagna internazionale del BDS “Apartheid Free Zones”, una rete internazionale di solidarietà con la Palestina attiva, oltre che in Italia, anche in Belgio, Norvegia, Spagna, Grecia, Finlandia, Stati Uniti, Brasile, Cile, Argentina, Australia, Marocco. In molti altri paesi continua a raccogliere nuove adesioni, con 180 spazi attivi in Sud America, 115 in Finlandia, 170 in Irlanda, per citarne alcuni. In Sudafrica l’apartheid fu sconfitta dalla resistenza della popolazione nera, dalle azioni di boicottaggio internazionale e dalle sanzioni varate dalla comunità internazionale. Nel 2005, ispirandosi alla lotta sudafricana, la società civile palestinese ha lanciato un appello per un movimento internazionale di Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni (BDS), come forma di pressione nonviolenta su Israele, affinché rispetti il diritto internazionale e i diritti dei palestinesi. La solidarietà concreta con la resistenza delle e dei palestinesi contro il genicidio e la pulizia etnica e con la loro lotta per la libertà, la giustizia e l'uguaglianza, oggi passa anche dal rafforzamento della rete di spazi liberi da ogni forma di discriminazione e da ogni complicità con il regime di oppressione israeliano. Invitiamo associazioni, sindacati, movimenti, attività produttive e commerciali, centri sociali e culturali, squadre di sport popolare e altri spazi ad aderire alla campagna SPLAI. Chiediamo a tutte le persone solidali di sostenere gli SPLAI e di invitare gli spazi frequentati ad aderire alla campagna. Tutte le informazioni sulla campagna SPLAI a questa pagina. 
Sesto Fiorentino: un esempio concreto di solidarietà con la Palestina
BDS Italia esprime pieno sostegno alla coraggiosa presa di posizione del Comune di Sesto Fiorentino, che ha scelto di passare dalle parole ai fatti in un momento cruciale per la difesa dei diritti umani e della giustizia internazionale. La Giunta comunale, guidata dal sindaco Lorenzo Falchi, ha deciso di sospendere ogni acquisto e commercializzazione di prodotti farmaceutici e cosmetici provenienti da aziende israeliane nelle farmacie comunali. Si tratta della prima iniziativa di boicottaggio istituzionale adottata da un ente locale in Italia: un segnale forte e concreto contro la complicità con le politiche coloniali e di apartheid dello Stato di Israele. La misura ha un impatto simbolico e pratico rilevante, in particolare nei confronti dell’azienda TEVA, multinazionale farmaceutica israeliana leader mondiale nella produzione di farmaci generici. TEVA è già da tempo oggetto di una campagna di boicottaggio da parte di BDS Italia, a causa del suo diretto coinvolgimento nell’economia dell’occupazione israeliana. È importante sottolineare che la maggior parte dei farmaci TEVA è sostituibile con altri generici, e che il boicottaggio non si applica ai farmaci non sostituibili, nel rispetto del diritto alla salute delle persone. Questa scelta assume ancora più significato nel contesto attuale, in cui il governo italiano continua a sostenere Israele a livello politico, economico e militare, nonostante le gravi violazioni dei diritti umani e le recenti sentenze della Corte Internazionale di Giustizia che parlano chiaramente di potenziale genocidio a Gaza. In questo scenario, Comuni, Regioni ed enti pubblici hanno la possibilità – e la responsabilità – di adottare misure concrete per porre fine a ogni forma di complicità. Per questo, BDS Italia lancia un appello a tutti gli enti pubblici affinché: --> interrompano ogni tipo di rapporto istituzionale ed economico con Israele, finché continueranno l’occupazione, il colonialismo e il genocidio del popolo palestinese --> adottino politiche etiche di appalti e investimenti, escludendo le aziende coinvolte in gravi violazioni dei diritti umani, in Palestina come altrove  --> esercitino pressione sul governo italiano, affinché rispetti gli obblighi derivanti dalle sentenze della Corte Internazionale di Giustizia del 2024, incluso un embargo militare totale nei confronti di Israele --> sostengano le campagne del movimento BDS, contribuendo così a costruire un fronte sociale e istituzionale per la giustizia e la liberazione della Palestina. Serve una presa di posizione collettiva, coraggiosa e concreta.  Il tempo della neutralità è finito.  La solidarietà non si dichiara: si pratica. BDS Italia
Oltre dichiarazioni di principio e impegni, servono azioni concrete per fermare il genocidio e la pulizia etnica in Palestina.
COMUNICATO A 20 mesi dall’inizio della guerra genocidaria a Gaza e dall’intensificazione della pulizia etnica in tutta la Palestina, finalmente stiamo assistendo anche in Italia a prese di posizione e chiamate alla mobilitazione da parte di soggetti politici, sociali e istituzionali che fino a non molto tempo fa faticavano a pronunciare la parola "genocidio" e a chiedere misure contro Israele per fermare i massacri a Gaza. In questo quadro, BDS Italia accoglie positivamente le dichiarazioni di Regione Puglia, Regione Emilia Romagna, Comune di Bologna e Comune di Rimini che hanno annunciato l’intenzione di interrompere le relazioni istituzionali con il Governo israeliano. Diverse forze politiche hanno inoltre presentato e sostenuto mozioni in parlamento e nei consigli regionali e comunali per chiedere un embargo militare, sanzioni internazionali e la sospensione dell’accordo di associazione UE-Israele.  Le manifestazioni nazionali indette per Gaza — il 7 giugno a Roma e il 14 giugno a Marzabotto-Monte Sole — rilanciano e danno voce a queste stesse rivendicazioni. Mentre il governo italiano continua a sostenere e a garantire copertura politica a Israele, votando contro la revisione dell’accordo di associazione UE-Israele in violazione della clausola sul rispetto dei diritti umani, e continuando a inviare armi, le regioni e i comuni italiani forniscono invece un esempio da seguire per il rispetto del diritto internazionale e dei diritti umani. In questa prospettiva, ci auguriamo che anche i sindacati e il movimento dei lavoratori e delle lavoratrici italiane rispondano con forza all’appello delle organizzazioni sindacali palestinesi, promuovendo azioni di solidarietà in grado di esercitare una reale pressione sul governo. Israele può portare avanti il suo progetto coloniale, fondato su genocidio, pulizia etnica e apartheid, solo grazie al sostegno politico, militare ed economico garantito da governi, imprese, università e istituzioni in tutto il mondo. Spezzare questa rete di complicità è l’unico modo per porre fine alla sua impunità. A chi oggi prende posizione con dichiarazioni di principio e impegni pubblici chiediamo, quindi, di dimostrare coerenza nei fatti, adottando misure concrete e non soltanto simboliche. A tutte le cittadine e a tutti i cittadini e a coloro che si mobilitano per condannare il genocidio a Gaza e in solidarietà con la Palestina chiediamo: * di sostenere e amplificare le richieste del movimento internazionale BDS a guida palestinese; * di portare avanti campagne di boicottaggio e disinvestimento per fare cessare le complicità con Israele di aziende, istituzioni e università; * di esigere dal governo italiano sanzioni internazionali nei confronti di Israele, incluso un embargo militare totale, agendo per fare cessare ogni forma di commercio e cooperazione nel settore militare e della sicurezza e per bloccare la produzione e il transito di armi destinate a Israele.   Ai comuni, regioni e altre istituzioni, incluse le università, chiediamo: * di adottare politiche etiche di appalti e investimenti che impediscano di cooperare con aziende coinvolte in gravi violazioni dei diritti umani in qualsiasi parte del mondo, compresa la Palestina. Il disinvestimento da tali aziende è un obbligo etico e legale; * di unirsi alle campagne BDS in campo economico, accademico, culturale e sportivo; * di esercitare pressione sul nostro governo affinché rispetti i propri obblighi derivanti dalle sentenze della Corte internazionale di giustizia del 2024, sostenendo la sospensione dell’accordo di associazione UE-Israele e l’attuazione di un embargo militare totale.  Mettere fine a qualsiasi complicità con Israele, è la via per fermare il genocidio e sostenere concretamente la lotta del popolo palestinese per la libertà, la giustizia e l’uguaglianza. Info su BDS Italia e su come attivarsi nelle nostre campagne sul nostro sito (bdsitalia.org) e sui nostri social media (@bdsitalia).
Fuori le armi dai porti, aeroporti e ferrovie
BDS ITALIA LANCIA UNA PETIZIONE PER DISARMARE I PORTI: INTERROMPIAMO IL TRANSITO DI ARMI DAI PORTI ITALIANI   FIRMA LA PETIZIONE   Diretta a UAMA (Unità per le autorizzazioni dei materiali di armamento) presso il Maeci, al Ministero della Difesa e al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, la petizione chiede “l’immediata cessazione di ogni transito di armi e componentistica militare nei porti italiani, e in primo luogo di quelle destinate a Israele e ad altri paesi che opprimono e brutalizzano altri popoli commettendo crimini contro l’umanità, il crimine di apartheid e di genocidio”.   IL PROBLEMA Nel 2024 secondo il report ministeriale ai sensi della legge 185/90 l’Italia ha esportato armi ad Israele per un valore 35 milioni di euro e importato armi e tecnologia militare per 44 milioni di euro da Israele, finanziando così le sue industrie di armi e il genocidio in corso nella striscia di Gaza. L’esportazione di materiale d'armamento, componenti, attrezzature militari e tecnologie è espressamente vietata qualora si riscontri la violazione dei diritti umani e del diritto umanitario internazionale da parte del paese destinatario. Tale divieto è stabilito dalla Legge 185/1990 “Nuove norme sul controllo dell'esportazione, importazione e transito dei materiali di armamento”, così come dall’articolo 11 della Costituzione italiana. Nel 2024 l’UAMA non ha concesso nuove autorizzazioni per il commercio di armi verso Israele, ma le operazioni già autorizzate negli anni precedenti continuano. Le aziende più coinvolte sono quelle note: Leonardo, Lma, Rwm, SLS, e tutti i fornitori. L'Italia, quindi, continua a inviare armamenti e fornire supporto logistico - anche attraverso triangolazioni - ad un governo responsabile del massacro in atto nella Striscia di Gaza, della violazione del Diritto Internazionale Umanitario e della Violazione della Quarta Convezione di Ginevra per Crimini contro l’Umanità e Crimini di Guerra, nonché attualmente sotto accusa per violazione della Convenzione sul Genocidio. Parte di questo export è "sommerso" e avviene senza essere tracciato.   IL CASO DI RAVENNA Nel mese di febbraio 2025 nel porto di Ravenna è stato sequestrato un carico di 14 tonnellate di componenti di armi “illegali” dall’azienda Valforge di Lecco che non è neppure iscritta al registro nazionale di esportatori e importatori di armi. Il carico, che doveva transitare verso lo stato di Israele, è stato bloccato nell’area portuale poiché l’azienda produttrice non disponeva dell’autorizzazione a esportare materiale bellico. Ma, prima di questo la stessa azienda aveva già inviato altri due carichi, passando indenne le dogane dell'aeroporto di Bologna e Milano. Il porto di Ravenna è peraltro uno di quelli in cui verrà testata una nuova tecnologia di security marittima e sottomarina all’interno del progetto europeo Undersec, finanziato dai fondi Horizon, per «l’individuazione di potenziali oggetti pericolosi o illegali in ingresso al porto». Nell'equipe internazionale che deve implementare questa tecnologia, ci sono importanti istituzioni israeliane: Rafael Advanced Systems, l’università di Tel Aviv e il ministero della Difesa di Israele. Il progetto risale all’ottobre del 2023 e verrà implementato entro il 2026. Questo a testimoniare ancora una volta il profondo legame tra Israele e Europa, come rivela anche l’inchiesta dei due giornali internazionali quotidiani belgi L'Echo e De Tijd. L’Europa continuerà a finanziare istituzioni militari israeliane o bloccherà il progetto?    IL MEMORANDUM D'INTESA CON ISRAELE A siglare ancor più il legame Italia-Israele, c’è un Memorandum che dura da 20 anni e implica collaborazione militare e condivisione di strategie anche coperte da segreto militare. Si rinnova ogni 5 anni automaticamente, se uno dei due stati non lo “rigetta” (denuncia in gergo tecnico). Venti anni macchiati da stragi di civili e gravissime violazioni di diritti umani, scadranno l’otto giugno. Tra pochi giorni. Undici giuristi hanno indirizzato al Governo una diffida sostenuta da Bds. Il memorandum è la “madre” di tutti gli accordi di cooperazione militare con Israele tuttora attivi, a partire dalle esercitazioni congiunte nell’aeroporto di Amendola per testare i caccia F35, fino all’acquisto di tecnologie israeliane per dotare aerei spia in dotazione all’aeronautica italiana. I nostri governanti che sono senza vergogna hanno già detto che sosterranno ancora questo memorandum. Il 21 giugno, in coincidenza con la manifestazione a Roma contro il riarmo europeo, si terrà una giornata internazionale contro lo spyware di Israele, che nel settore è leader mondiale. La tecnologia di sorveglianza è ampiamente venduta in tutto il mondo ed è utilizzata dall’esercito israeliano per trovare e selezionare obiettivi da bombardare. Basta che l’IA esamini innumerevoli filmati di sorveglianza per identificare l’obiettivo da colpire, non importa se in mezzo ad altre persone che verranno pure uccise. Israele ha dato all’IA il controllo diretto di armi letali: è la prima volta nella storia che i computer sono autorizzati ad uccidere esseri umani. La sorveglianza è diventata un’arma letale, essenziale per il genocidio di Gaza.    APPUNTAMENTI In preparazione a queste importanti date, l'11 giugno Bds organizza un convegno a Ravenna sulla logistica del traffico di armi (porti, aeroporti, ferrovie) con Carlo Tombola di Weapon Watch, il gruppo autonomo portuali di Livorno. Altre iniziative seguiranno a Roma.  Sono sempre più le aziende che si convertono dal civile al militare dietro la spinta delle autorità governative e dell’UE, ma anche della crisi che sta investendo l’economia. Eppure l’industria militare richiede meno lavoratori che negli altri settori.
Nakba 77: 7 fatti e 7 richieste di solidarietà
Nel 77esimo anniversario della Nakba del 1948 (1947-1949), la pulizia etnica e l'espulsione della maggior parte degli indigeni di Palestina e la distruzione di centinaia delle nostre città e dei nostri villaggi per creare Israele come colonia d’insediamento basata sulla supremazia ebraica e sull'apartheid, il movimento BDS condivide questi 7 fatti e 7 richieste di solidarietà significativa. Fatto 1: Israele, come quasi tutte le colonie d’insediamento nella storia da Turtle Island all'Australia, ha costantemente cercato come suo obiettivo centrale di eliminare la popolazione indigena della Palestina al fine di sostituirci con coloni e, soprattutto, per diventare uno stato "normale". Il progetto sionista non è riuscito finora a raggiungere questo obiettivo, i palestinesi oggi, ancora una volta, rappresentano la maggioranza della popolazione nella Palestina storica, anche senza contare la metà del popolo palestinese che vive in esilio forzato. Oggi, tuttavia, Israele vede l'ascesa al potere dei suoi alleati naturali, le forze fasciste negli Stati Uniti e in tutto l'Occidente coloniale, come il momento più opportuno per attuare ciò che i leader israeliani apertamente chiamano, la "Nakba di Gaza": l'eliminazione dei restanti palestinesi indigeni attraverso lo sterminio di massa e/o l'accelerazione radicale della sua politica di pulizia etnica in corso. Israele è uno stato canaglia che è più lontano dalla normalità che mai. Fatto 2: Armato, finanziato e in altro modo abilitato principalmente dall'Occidente coloniale guidato dagli Stati Uniti, Israele sta perpetrando un genocidio, sterminando, mutilando e sfollando 2,3 milioni di palestinesi a Gaza e distruggendo la Striscia di Gaza, illegalmente occupata e assediata, e la sua civiltà millenaria. Nello stesso tempo, Israele sta intensificando la sua brutale aggressione nella Cisgiordania occupata, distruggendo campi profughi e mettendo in atto la pulizia etnica di decine di migliaia di persone. Il fatto che questo sia il primo genocidio al mondo in diretta streaming indica un livello di impunità e complicità internazionale senza precedenti e manifesta l'accelerata cancellazione delle fondamenta del diritto internazionale da parte di Israele, degli Stati Uniti e di quasi tutto l'Occidente. Questa complicità comprende non solo stati, ma anche aziende e istituzioni, come università, associazioni sportive e culturali, che hanno copiato la propaganda di Israele o conservato una modalità “business-as-usual” con esso o con le corporazioni e istituzioni che sono profondamente implicate nel genocidio e nel regime di apartheid per mano di Israele. Molti media e società di gestione di social media dovrebbero essere processati per il loro ruolo nell'incitare e giustificare il genocidio. Fatto 3: Secondo 130 economisti israeliani, l'economia israeliana sta affrontando una "spirale del collasso". I segni più rivelatori sono una "fuga di cervelli" senza precedenti, l'industria tecnologica in declino e l'alto tasso di disoccupazione nel settore, la diminuzione degli investimenti internazionali e l’affidabilità creditizia che secondo Moody’s è vicino a livelli "spazzatura". Vista dagli investitori sempre più come una ShutDown Nation [nazione in declino, NdT], Israele è ultimo tra i 50 paesi nel Nations Brand Index pubblicato di recente. Anche nel settore economico, il presidente dell'Israel Export Institute ha ammesso che "BDS e boicottaggi hanno cambiato il panorama commerciale globale di Israele." Nonostante gli immensi investimenti da parte di Israele e dei suoi influenti gruppi di pressione in America del Nord ed in Europa, e nonostante tutto il suo greenwashing, pinkwashing e tutte le altre forme di whitewashing [ripulitura dell’immagine con vari mezzi, NdT], Israele ha perso la sua maschera propagandistica "liberale". Le esportazioni le più rilevanti di Israele oggi sono tecnologie e strumenti di genocidio, crimini di guerra, sorveglianza di massa, repressione violenta, spyware, e brogli elettorali. Fatto 4: Nonostante tutti gli ovvi difetti e limitazioni di tipo coloniali dei meccanismi del diritto internazionale, è fondamentale riconoscere che le deliberazioni della Corte internazionale di Giustizia (CIG) e della Corte penale internazionale nel 2024 hanno determinato come mai prima l'obbligo legale degli stati, delle società e delle istituzioni in tutto il mondo di porre fine a ogni complicità diretta e indiretta con il regime israeliano di apartheid e di occupazione militare illegale. Come ha detto l'ex funzionario senior per i diritti umani dell'ONU Craig Mokhiber, la deliberazione della CIG del luglio 2024 secondo la quale Israele sta praticando l'apartheid e che la sua presenza nel territorio palestinese occupato è illegale rende BDS "non solo un imperativo morale e un diritto costituzionale e umano, ma anche un obbligo giuridico internazionale." Fatto 5: Dopo più di un anno e mezzo di genocidio USA-israeliano, i sentimenti di disperazione e di impotenza stanno crescendo. Questo è una strategia. Da Jabotinsky a Netanyahu e da Ben-Gurion a Ben-Gvir, il movimento sionista con i suoi potenti partner razzisti anti-palestinesi ha sempre cercato di colonizzare le menti dei palestinesi indigeni, e per estensione il movimento globale di solidarietà, con la disperazione. Mentre non possiamo mai prevedere quando il punto di svolta nella nostra lotta incrementale per la liberazione sarà raggiunto, possiamo sicuramente dire che ce ne stiamo avvicinando sempre di più, nonostante l'orrore indicibile che il nostro popolo sta vivendo e resistendo. Rinunciare alla speranza non è mai un'opzione. Andiamo avanti, con principi e radicalismo strategico, a prescindere. Fatto 6: La crescita del sostegno internazionale per la liberazione palestinese e la solidarietà con la nostra lotta intersezionale, in particolare sotto forma di BDS, sono anche stati senza precedenti. Gaza è diventata oggi l'epicentro della lotta globale contro l'era della "legge del più forte" che Israele, gli USA e l'Europa stanno portando avanti. La giustizia per i palestinesi è più che mai intersezionalità collegata alle lotte per la giustizia razziale, indigena, economica, sociale, di genere e climatica, e le generazioni più giovani stanno innalzando lo slogan: "La Palestina ci libera tutti." La Palestina di oggi è diventata ciò che era il Sudafrica negli anni '80: non solo una lotta per la liberazione, ma un'incarnazione del significato stesso di essere umani, etici e giusti. La solidarietà internazionale sta incoraggiando e sostenendo i palestinesi nella nostra leggendaria Sumud, la resilienza e la resistenza all'oppressione coloniale di fronte a enormi difficoltà. Fatto 7: L'immensa crescita di potere della gente ha rafforzato l'impatto del movimento BDS in tutto il mondo nella misura in cui ha iniziato a influenzare i cambiamenti politici in molti settori. Nel mondo accademico, nella cultura, nello sport, in politica, nel diritto internazionale e in molti altri campi, BDS ha cambiato il modo in cui milioni di persone in tutto il mondo vedono Israele e, soprattutto, lo trattano. Avendo piantato molti semi e preparato il terreno con grandi coalizioni intersezionali e una cassetta degli attrezzi efficace, piena di strategie e tattiche per porre fine alla complicità a tutti i livelli, il movimento BDS con i suoi numerosi partner ha mobilitato un'ondata globale di solidarietà attiva e strategica davvero senza precedenti. Proliferazione degli spazi liberi dall'apartheid, proteste di massa, coraggiose perturbazioni pacifiche di imprese complici, in particolare quelle legate all'esercito, campagne coordinate contro i trasferimenti militari marittimi e di carburante, accampamenti di studenti e l'immenso aumento del sostegno per il boicottaggio accademico e il disinvestimento nei campus, centinaia di spazi culturali e decine di migliaia di artisti e scrittori che si uniscono alle fila del boicottaggio culturale, ecc. Tutto attesta questa ondata resiliente. 7 Richieste urgenti Quando bruciare, massacrare, mutilare, fare morire di fame, di sete e costringere a sfollamenti continui 2,3 milioni di bambini, uomini e donne palestinesi non riesce a attivare il mondo per fermare questo genocidio, Gaza diventa non solo un "cimitero di bambini" e del diritto internazionale, ma anche dei principi fondamentali sui quali si fonda la nostra umanità. Per porre fine al genocidio USA-israeliano e aiutarci a smantellare l'apartheid coloniale d’insediamento di Israele, il movimento BDS invita i sostenitori della libertà, della giustizia, dell’uguaglianza e della dignità dei palestinesi e tutti gli esseri umani perbene, i movimenti di base per la giustizia, i sindacati e le organizzazioni della società civile di tutto il mondo a unirsi al crescente numero di spazi liberi dall'apartheid e a intensificare la pressione come mai prima: 1. Sull'ONU e le organizzazioni internazionali perché espelli Israele dall'Assemblea generale dell'ONU e dagli eventi sportivi internazionali (Olimpiadi, FIFA, UEFA, ecc.), riattivi il Comitato speciale delle Nazioni Unite contro l'apartheid e annulli i contratti dell’ONU con le aziende complici (compresi i giganti della tecnologia Microsoft, Google e Amazon) che sono implicati nell'occupazione illegale di Israele, nell'apartheid o nel genocidio. 2. Sugli stati che devono "annullare o sospendere le relazioni economiche, gli accordi commerciali e le relazioni accademiche con Israele che possono contribuire alla sua presenza illegale e al regime di apartheid" e "imporre un embargo totale sulle armi a Israele, sospendendo tutti gli accordi, importazioni, esportazioni e trasferimenti di armi, compresi quelli dual-use che potrebbero essere usati contro la popolazione palestinese sotto occupazione", come richiesto dai principali esperti ONU sui diritti umani #MilitaryEmbargo #EnergyEmbargo. Gli obblighi degli stati terzi includono anche l'investigazione e, laddove esistano prove sufficienti, il perseguimento di potenziali esecutori israeliani e altri" che possono aver commesso crimini come membri dell'esercito o dei movimenti di coloni israeliani", come richiesto da Amnesty International. 3. Su governi regionali e locali (compresi i consigli comunali) perché cessino immediatamente di collaborare con Israele e tutte le sue istituzioni complici e consigli comunali, esercitino pressioni, disinvestano ed escludano dai contratti le società complici, adottano politiche di appalti etiche nonché, ove applicabile, politiche di investimento etico che escludono contratti con le società che sono complici di gravi violazioni dei diritti umani e crimini atroci ovunque. Devono inoltre impedire il transito di articoli militari e a dual-use verso Israele. 4. Su sindacati e associazioni professionali perché trasformino la solidarietà in una reale pressione su governi, imprese e istituzioni, anche attraverso il disinvestimento e il disturbo pacifico, garantiscano che i lavoratori che rappresentano non siano coinvolti in azioni che costituiscono complicità nel genocidio, nell'apartheid e nell'occupazione illegale di Israele. 5. Su istituzioni accademiche e culturali perché taglino tutti i legami con l'apartheid israeliana e le sue istituzioni complici, taglino i legami con le aziende complice e adottino linee guida etiche che governino le relazioni professionali e aziendali. 6. Su aziende complici perché pongano fine alla loro complicità con il genocidio, l'apartheid e l'occupazione illegale per mano di Israele, oltre alle richieste istituzionali di cui sopra, con l’intensificazione del boicottaggio degli obiettivi prioritari del movimento BDS da parte della società civile. 7. Su organizzazioni legali e per i diritti umani perché indaghino e, se giustificato, esercitano pressioni sulle autorità competenti affinché le aziende siano ritenute responsabili e perché perseguano tutte le persone israeliane, con doppia cittadinanza, internazionali e i decisori ragionevolmente sospettati di coinvolgimento o istigazione di crimini internazionali contro i palestinesi. Fonte: BNC
I palestinesi lanciano un appello per una giornata mondiale di azione il 15 maggio 2025
Il movimento BDS lancia un appello per mobilitazioni di massa e disobbedienza civile il 15 maggio in occasione del 77esimo anniversario della Nakba. Per quasi 20 anni, il movimento BDS ha portato avanti l’appello per una solidarietà strategica e impattante con la lotta palestinese per la giustizia, la libertà e l'uguaglianza. Dall'inizio del genocidio in diretta streaming contro il nostro popolo a Gaza, la pressione del BDS per porre fine alla complicità internazionale con il regime israeliano di insediamento coloniale e di occupazione illegale è aumentata esponenzialmente. Sappiamo tutti che Israele è in grado di continuare il suo genocidio, con massacri quotidiani, bruciando vivi i nostri bambini, uomini e donne, o facendoli morire di fame e di sete, solo per via della complicità di stati, aziende e istituzioni di tutto il mondo. Mentre ci avviciniamo al 77o anniversario della Nakba, la pulizia etnica e l'espulsione della maggior parte degli indigeni della Palestina, il vostro intervento è necessario ora più che mai. Israele ha appena annunciato che il suo genocidio in diretta contro i palestinesi sta per diventare ancora più letale, perché si prepara alla pulizia etnica di massa e alla distruzione totale di Gaza. "In migliaia, in milioni, siamo tutti palestinesi" è uno slogan popolare di solidarietà in tutto il mondo. Data la ferocia dei massacri quotidiani commessi da Israele e la sua impunità criminale, dobbiamo aumentare la pressione. Aziende e governi sentono la pressione e hanno tagliato i legami di complicità. Il BDS funziona ma abbiamo bisogno di fare di più per costringere Israele a mettere un termine ai suoi crimini. A migliaia e a milioni, insorgete e fate crescere le campagne BDS ora! Il Comitato nazionale palestinese per il BDS (BNC), la grande coalizione palestinese alla guida del movimento di Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni (BDS) globale, lancia un appello perché siano organizzate in tutto il mondo mobilitazioni di massa e disobbedienza civile il 15 maggio. Facciamo vedere a governi, istituzioni e aziende complici ciò che il potere reale delle persone può fare! PROPOSTE DI AZIONI: 1: Mobilizzatevi: scendete in piazza, organizzate azioni pacifiche di disturbo dello status quo, occupate uffici di governi, istituzioni e aziende complici (soprattutto militari, tech, finanza e media). 2: Scioperate: se potete, spiegate al vostro datore di lavoro, all'università, a scuola, ecc. perché lo fate, organizzate scioperi di massa in un momento specifico (anche se per due ore). Se non è possibile, "datevi malati" (malati della complicità orribile che permette il genocidio!) o uscite prima per unirvi alle mobilitazioni. 3: Fate pressione: organizzatevi in gruppo per boicottare gli obiettivi prioritari del BDS, organizzate la pressione popolare nei confronti dei vostri rappresentanti eletti per chiedere sanzioni mirate contro Israele, incluso un embargo militare, e delle istituzioni complici affinché cessino il loro coinvolgimento nei crimini di Israele. Fonte:  https://bdsmovement.net/news/nakba-77-palestinians-call-global-day-action-15-may-2025
Solidarietà alla Taverna a Santa Chiara: condannare i crimini di Israele non è antisemitismo
BDS Italia esprime piena solidarietà ai gestori della Taverna a Santa Chiara di Napoli, sotto attacco con l’accusa di antisemitismo da parte dei media filo-israeliani, per avere risposto alle provocazioni di due clienti israeliani, sostenitori del genocidio a Gaza e dell’oppressione del loro governo contro il popolo palestinese. Da quanto ci risulta non vi è stato nessun atto discriminatorio nei confronti dei due avventori sulla base della loro appartenenza nazionale, etnica o religiosa. I gestori si sono limitati a condannare, in maniera ferma ma pacifica, i crimini di guerra e contro l’umanità attribuiti a Israele, in coerenza con quanto già riconosciuto dalle sentenze della Corte Internazionale di Giustizia. La Taverna a Santa Chiara è tra le oltre 400 le realtà italiane che hanno aderito alla campagna Spazi Liberi dall'Apartheid Israeliana (SPLAI) che riunisce associazioni, sindacati, movimenti, attività produttive e commerciali, centri sociali e culturali, squadre di sport popolare e altri spazi. La campagna SPLAI promuove la creazione di una rete di spazi, virtuali e fisici, che si dichiarano liberi da ogni forma di discriminazione e di razzismo e si impegnano a non avere rapporti con aziende ed altre entità complici del regime israeliano di colonialismo, occupazione e apartheid. La campagna SPLAI promossa da BDS Italia fa parte della campagna globale AFZ (Apartheid Free Zones) ed è basata sui principi del movimento BDS a guida palestinese che sostiene la parità di diritti per tutt* e perciò si oppone ad ogni forma di razzismo, fascismo, sessismo, antisemitismo, islamofobia, discriminazione etnica e religiosa. Il movimento BDS non prende di mira l’identità, ma le complicità con il regime di oppressione israeliano. Invitiamo tutt* a manifestare la propria solidarietà nei confronti della Taverna a Santa Chiara, anche sostenendo e aderendo alla campagna SPLAI, per rafforzare una rete di spazi realmente liberi da razzismo e discriminazione. Per maggiori info sulla campagna SPLAI e per aderire: https://bdsitalia.org/splai
Fuori Israele dal Giro d'Italia: Mobilitiamoci
Dalla Palestina arriva un appello alla mobilitazione lungo tutto il percorso del Giro d’Italia per contestare la partecipazione della squadra israeliana Israel Premier Tech. Mentre Israele continua il genocidio contro la popolazione palestinese a Gaza (51.000 mila morti, di cui oltre 17.000 bambini) e l’occupazione delle terre palestinesi in Cisgiordania, il Giro d’Italia accoglie la sua squadra a braccia aperte. Dal 9 maggio all’1 giugno, dal nord al sud, nelle città e nelle province, non lasciamo passare in silenzio Team Genocidio. Mobilitiamoci in modo nonviolento con bandiere, cartelli, informazioni alla popolazione affinché il rosa di questa bellissima manifestazione non si colori del rosso del sangue palestinese. » Vedi il percorso di quest’anno. » Lasciati ispirare dalle grandi mobilitazioni del passato. Chiudiamo la strada al genocidio! Per segnalare le mobilitazioni: bdsitalia@gmail.com
1 MAGGIO - Niente lavoro per il genocidio - NO alla complicità con l'Apartheid
1 MAGGIO 2025 NIENTE LAVORO PER IL GENOCIDIO - NO COMPLICITÀ CON L'APARTHEID Israele è solo in grado di continuare il suo genocidio in diretta contro i palestinesi, compresi i massacri quotidiani, bruciando vivi i nostri bambini, uomini e donne, o facendoli morire di fame e di sete, solo grazie alla continua complicità di Stati, aziende e istituzioni di tutto il mondo. In questo Primo Maggio, una giornata storica per il movimento sindacale internazionale che commemora le lotte dei lavoratori per la dignità e la giustizia, come sindacati palestinesi di categoria e professionali, rinnoviamo con urgenza il nostro appello ai sindacati di tutto il mondo perché intensifichino ogni sforzo per mettere fine a questa vergognosa complicità con Israele nell'occupazione illegale, nell'apartheid coloniale e nel genocidio. I nostri 2,3 milioni di sorelle e fratelli di Gaza, che sono sopravvissuti a questo genocidio e che continuano a resistere, e l'intero popolo palestinese che resiste alla brutale aggressione militare, al furto di terra, alla distruzione di intere comunità, all'apartheid coloniale e all'occupazione in ogni parte del mondo, contano sulle vostre azioni di solidarietà significative, non solo sul sostegno retorico. Il 1° maggio è un giorno di solidarietà internazionalista, in cui ci ricordiamo che un danno a uno è un danno a tutti. Il genocidio statunitense-israeliano e la complicità globale non solo hanno sterminato decine di migliaia di palestinesi e continuano a uccidere lavoratori palestinesi solo per aver continuato a fare il loro lavoro come personale medico, giornalisti, soccorritori e operatori umanitari. Hanno anche accelerato l'assalto dell'era del “might makes right”. Questo si è manifestato con il crollo del rispetto del diritto internazionale, dei diritti umani e dei diritti dei lavoratori. Questo riguarda tutti noi e quindi dovrebbe unirci tutti. La nostra lotta per la giustizia in Palestina è inseparabile dalla lotta globale contro il razzismo sistemico, lo sfruttamento e l'oppressione. Le decisioni della Corte internazionale di giustizia (CIG) del 2024 - secondo cui Israele sta plausibilmente commettendo un genocidio, la sua occupazione è illegale e le sue politiche equivalgono all'apartheid - rendono la fine di ogni complicità nei crimini di Israele e l'imposizione di sanzioni mirate e legittime, compreso un embargo militare bidirezionale, non solo un obbligo morale ma anche legale per gli Stati e le imprese. Lo stesso vale per tutti i sindacati. È dovere dei sindacati garantire che i lavoratori che rappresentano - nei porti, sulle navi, nelle aziende o negli uffici governativi - non siano coinvolti, spesso a loro insaputa e/o con il loro consenso, in azioni che comportano la complicità nel genocidio, nell'apartheid e nell'occupazione illegale di Israele. Esortiamo i sindacati e i lavoratori di tutto il mondo a tradurre la solidarietà in serie campagne di pressione sui governi, le aziende e le istituzioni affinché rispettino gli obblighi previsti dal diritto internazionale, ponendo fine a ogni complicità con l'oppressione coloniale di Israele. Ecco alcune delle numerose e stimolanti espressioni di solidarietà già espresse da parte di lavoratori e sindacati di tutto il mondo: * IndustriALL Global Union, una federazione sindacale globale che rappresenta 50 milioni di lavoratori in 140 Paesi nei settori minerario, energetico e manifatturiero, ha appoggiato il BDS. * I sindacati norvegesi, guidati da LO (che rappresenta un milione di lavoratori) hanno esercitato pressioni sul fondo sovrano norvegese, il più grande al mondo, affinché escludesse Israele dall'elenco degli Stati in cui può investire. Nel 2024, il fondo ha annunciato il disinvestimento dell'intera partecipazione di circa 500 milioni di dollari in Israel Bonds. * I principali sindacati indiani, che rappresentano decine di milioni di lavoratori, hanno fatto pressione sul governo indiano affinché annullasse un accordo per “esportare” lavoratori in Israele in sostituzione di quelli palestinesi, esortando i lavoratori a boicottare i prodotti israeliani e a non movimentare merci israeliane. * I sindacati dei lavoratori portuali in Belgio, India, Catalogna, Francia, Italia, Grecia, Turchia, Marocco, California e Sudafrica si sono opposti e/o hanno cercato di bloccare le navi israeliane o le spedizioni di armi verso Israele. * La IAATW, un'alleanza internazionale di sindacati dei lavoratori dei trasporti basata su app, con 100.000 iscritti provenienti da oltre 27 Paesi e 6 continenti, ha deciso di boicottare le stazioni di servizio a marchio Chevron. * Nei Paesi Bassi, la FNV, il sindacato che rappresenta molti dipendenti dell'Università di Amsterdam (UvA), ha organizzato uno storico sciopero di 4 giorni nel dicembre 2024 chiedendo, tra l'altro, di tagliare i legami con le università e le aziende israeliane complici. I SOTTOSCRITTI SINDACATI PALESTINESI FANNO APPELLO AI LAVORATORI E AI SINDACATI DI TUTTO IL MONDO AFFINCHÉ INTENSIFICHINO IL LORO SOSTEGNO ALLA NOSTRA LOTTA PER PORRE FINE AL GENOCIDIO E SMANTELLARE IL REGIME DI APARTHEID COLONIALE DI ISRAELE: * Facendo pressione sulle aziende e sulle istituzioni in cui lavorano affinché pongano fine a qualsiasi complicità, ponendo fine ai contratti che sostengono direttamente o indirettamente i crimini atroci e l'occupazione illegale di Israele, e adottando politiche etiche di approvvigionamento e di investimento che escludano di trattare con aziende implicate in gravi violazioni dei diritti umani ovunque, anche in Palestina. Disinvestire da tali società è un dovere etico e legale. * I sindacati che adottano le stesse politiche etiche di approvvigionamento e di investimento che escludono di trattare con aziende implicate in gravi violazioni dei diritti umani ovunque, anche in Palestina. Interrompere pacificamente il business as usual sul proprio posto di lavoro, tra l'altro attraverso: * Sviluppando altre campagne #BlocktheBoat, fermando la #GenocideFleet di navi coinvolte in trasferimenti illegali di forniture militari, energia o altri prodotti a doppio uso verso Israele e facendo pressione sulle aziende complici. * Rifiutarsi di movimentare carichi militari, energetici e a duplice uso israeliani o a destinazione israeliana. * Rifiutare qualsiasi accordo razzista con Israele che faciliti la sostituzione e l'ulteriore oppressione dei lavoratori palestinesi. * Aumentare le campagne BDS economiche, accademiche, culturali e sportive. * Fare pressione sui vostri governi affinché rispettino i loro obblighi legali in seguito alle sentenze della Corte internazionale di giustizia del 2024, come dichiarato dagli esperti delle Nazioni Unite in materia di diritti umani, imponendo come minimo “un embargo totale sulle armi a Israele, bloccando tutti gli accordi, le importazioni, le esportazioni e i trasferimenti di armi, compresi gli articoli a doppio uso che potrebbero essere utilizzati contro la popolazione palestinese sotto occupazione”, nonché annullando o sospendendo “le relazioni economiche, gli accordi commerciali e le relazioni accademiche con Israele che possono contribuire alla sua presenza illegale e al regime di apartheid nei territori palestinesi occupati”. * Tagliare tutti i legami con l'Histadrut ed espellerlo da tutti i forum internazionali. * Dichiarare il proprio sindacato SPAZIO LIBERO DALL'APARTHEID per porre fine alla complicità aziendale e istituzionale con il regime di apartheid di Israele e il genocidio del popolo palestinese. * Amplificare la nostra Giornata d'azione globale del 15 maggio, 77° anniversario della Nakba. In questa data chiediamo ai sostenitori di tutto il mondo di intensificare la pressione per ottenere immediatamente sanzioni legali e mirate su Israele, compreso un embargo militare completo.   Firmatari: General Union of Palestinian Workers (GUPW) Palestinian General Federation of Trade Unions (PGFTU), Gaza Palestinian Federation of Unions of University Professors and Employees (PFUUPE) Palestinian Union of Postal, IT & Telecommunications Workers Federation of Independent Trade Unions The Palestinian New Federation of Trade Unions Engineers Association - Jerusalem Center Medical Association - Jerusalem Center Palestinian Dental Association - Jerusalem Center Palestinian Bar Association General Union of Palestinian Teachers (GUPT) Agricultural Engineers Association - Jerusalem Center Veterinarians Syndicate - Jerusalem Center Association of Employees of The Financial Sector - Palestine Health Services Employees’ Association Union of Workers in Kindergartens and Private Schools Jawwal Employee Association Union of Workers in Local Authorities Palestinian Electricians Union Southern Electricity Company Employees Union
Giro d’Italia, Tour de France, Vuelta a España: come ripulire il genocidio
Mentre Israele intensifica il genocidio contro 2,3 milioni di palestinesi a Gaza e la sua violenta occupazione militare della Cisgiordania, gli organismi sportivi internazionali hanno l’obbligo morale di adottare tutte le misure necessarie per impedire il genocidio, altrimenti rischiano di essere ritenuti penalmente responsabili. Eppure, le tre principali corse ciclistiche del mondo continuano a consentire la partecipazione del team israeliano, aiutando a fare dimenticare grazie allo sport che Israele commette gravi crimini contro i palestinesi. Il Giro d’Italia (9 maggio – 1 giugno), il Tour de France (5 – 27 luglio) e la Vuelta a España (23 agosto – 14 settembre) stanno vergognosamente consentendo alla squadra ciclistica che rappresenta Israele, Israel Premier Tech, di partecipare. Nel frattempo, Israele continua l’assalto a Gaza, uccide migliaia di persone, usa la fame come arma di guerra e commette un genocidio sportivo (uccidendo più di 700 atleti palestinesi e distruggendo impianti sportivi palestinesi a Gaza). Israel Premier Tech è stata creata dal miliardario canadese-israeliano Sylvan Adams con l’obiettivo dichiarato di mascherare grazie allo sport il regime israeliano di occupazione militare e apartheid che dura da 77 anni e il genocidio che sta commettendo Israele a Gaza. Adams ha descritto il genocidio israeliano contro i palestinesi di Gaza in termini vergognosamente razzisti come lotta del “bene contro il male e di civiltà contro barbarie”. Ha definito “utili idioti” i leader mondiali che hanno chiesto a Israele di fermare “questa uccisione di donne, bambini e neonati”. Adams ha anche descritto l’amministrazione Trump, razzista e instabile, come “la più positiva della storia, la più determinata nei confronti di Israele mai vista”. L’UCI, l’organismo internazionale che governa il ciclismo, dichiara di essere un’“organizzazione politicamente neutrale”. L’UCI ha immediatamente sanzionato la Russia a pochi giorni dall’invasione illegale dell’Ucraina, sospendendo tutte le squadre russe e bielorusse e vietando tutti gli eventi UCI in Russia e Bielorussia. Eppure in una tipica dimostrazione di ipocrisia occidentale, l’UCI non solo ha chiuso un occhio sulla decennale storia di gravi crimini commessi da Israele contro i palestinesi, ma ora sta contribuendo a ripulire a livello sportivo il genocidio israeliano a Gaza, consentendo alla Israel Premier Tech di partecipare. Non è la prima volta che l’UCI e le sue principali corse ciclistiche si rendono complici del sportwashing israeliano rispetto ai suoi gravi crimini contro i palestinesi. Rendiamo omaggio ai numerosi gruppi e appassionati di ciclismo in Italia, Francia e Spagna che hanno organizzato proteste contro la partecipazione del team dell'Israel dell'apartheid lungo i percorsi del Giro d’Italia, del Tour de France e della Vuelta a Espana. Israele è in grado di commettere questo genocidio in diretta in totale impunità e di continuare quello che Amnesty International ha definito un regime di apartheid durato 77 anni, per via dell’incapacità degli organismi internazionali, compresi quelli che regolano lo sport, di rispettare il diritto internazionale sanzionando Israele. Gli ipocriti organismi sportivi internazionali rispetteranno il loro obbligo di bandire l’Israele genocida dallo sport solo se, come ha affermato il giornalista sportivo Dave Zirin, saremo noi a costringerli. Facciamolo. Chiediamo proteste più pacifiche che mai lungo i percorsi delle gare ciclistiche a cui partecipa il team del genocida, tra cui il Giro d’Italia, il Tour de France e la Vuelta a España. Facciamo in modo che la strada sia chiusa ai responsabili del genocidio. Unisciti a noi e aiutaci a far si che l’UCI e le sue gare capiscano questo messaggio: nel ciclismo non c’è posto per il genocidio. Per maggiori informazioni sulle mobilitazioni del Giro d’Italia, il Tour de France e la Vuelta a España contattaci a pacbi@bdsmovement.net Fonte: Comitato nazionale palestinese per il BDS
Libertà per Mahmoud Khalil. Insistiamo sul BDS e continuiamo il suo lavoro
Mahmoud Khalil, laureato alla Columbia University, è indubbiamente preso di mira per il suo ruolo nell'organizzazione dell’accampamento nel campus universitario che ha galvanizzato il movimento studentesco mondiale in risposta all'appello palestinese di porre fine alla complicità con il regime genocida e di apartheid di Israele.  Khalil, rifugiato palestinese e residente permanente negli Stati Uniti con la "Green Card", ha partecipato ai negoziati  con l'amministrazione della Columbia University, chiedendo la fine degli accordi con le aziende e le istituzioni complici. Il rapimento e la detenzione di Khalil fanno seguito all'impegno dell'autoritaria e oligarchica amministrazione Trump di deportare gli studenti internazionali che hanno chiesto alle loro università di essere all'altezza dei loro valori dichiarati, ponendo fine a tutti i legami con l'Israele dell'apartheid, come è stato fatto con il Sudafrica dell'apartheid. La detenzione di Khalil è anche la continuazione aggravata dall’attacco incostituzionale, maccartista e bipartisan dei precedenti governi statunitensi nei confronti di studenti e docenti universitari che sostengono i diritti dei palestinesi attraverso richieste significative, di principio e strategiche che richiamano alla responsabilità e chiedono di porre fine alla complicità nei crimini atroci commessi da Israele. La Columbia stessa ha svolto un ruolo importante nell'alimentare l'ambiente repressivo, facendo intervenire le forze di polizia locali, che hanno violentemente sgomberato l'accampamento pacifico degli studenti la scorsa primavera, e sospendendo gli studenti. Il giorno prima di essere prelevato da casa sua, Khalil ha contattato la Columbia per chiedere sostegno di fronte alle minacce di morte, alle richieste di deportazione e alle molestie. Pochi giorni dopo il rapimento di Khalil, la Columbia ha continuato la sua repressione, annunciando di aver "sanzionato" gli studenti coinvolti nell'accampamento dello scorso anno con "sospensioni pluriennali, revoca temporanea della laurea ed espulsioni". Non sono gli studenti che chiedono di rendere conto sui crimini di guerra di Israele che dovrebbero essere sanzionati, ma la Columbia University stessa. Condanniamo fermamente la Columbia e tutte le università complici che mantengono relazioni accademiche e finanziarie con l’Israele genocida e che reprimono studenti e docenti, aprendo la strada alla repressione autoritaria di Trump. Sosteniamo le richieste di condanna nei confronti della Columbia University. Come movimento di Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni (BDS) guidato dai palestinesi e Campagna palestinese per il boicottaggio accademico e culturale di Israele (PACBI), siamo profondamente motivati dalle mobilitazioni delle organizzazioni per i diritti civili, dei movimenti per i diritti degli immigrati, degli studenti e accademici, che chiedono la liberazione di Khalil e sostengono il suo diritto a difendere la giustizia, l'uguaglianza e la libertà del suo popolo attraverso l’attribuzione di responsabilità. Questo è esattamente ciò che serve in questo momento. Mentre l'amministrazione Trump si accanisce contro i movimenti progressisti che sostengono l'uguaglianza razziale, i diritti dei migranti, delle donne, degli indigeni e delle persone LGTBQIA+, la giustizia climatica e i diritti dei lavoratori, dobbiamo difendere strenuamente il diritto di chiedere giustizia per tutti. Ora più che mai c’è bisogno di coalizioni intersezionali ad ampio raggio contro fascismo, suprematismo bianco, maccartismo, oppressione coloniale e autoritarismo senza precedenti. Fortemente finanziato durante la sua campagna elettorale da lobby israeliane, Trump sta eseguendo gli ordini repressivi di Israele, reprimendo i sostenitori dei diritti dei palestinesi. È un tentativo disperato di bloccare l'ondata di misure di boicottaggio e disinvestimento accademico che si stanno attuando nei campus universitari degli Stati Uniti e in tutto il mondo. Decine di università, a seguito delle mobilitazioni di studenti e docenti, hanno preso provvedimenti per porre fine alla loro complicità con i crimini di Israele contro i palestinesi, compreso l'Union Theological Seminary, affiliato alla Columbia, il cui Consiglio di Amministrazione ha approvato il disinvestimento dalle aziende che traggono profitto dal genocidio a Gaza da parte di Israele. Mentre ci battiamo per il rilascio immediato di Khalil e contro le misure repressive dell'amministrazione Trump, dobbiamo anche impegnarci a portare avanti il lavoro che Khalil e decine di migliaia di studenti, accademici e personale in tutto il mondo stanno mettendo in atto per far uscire l'apartheid israeliana dai campus e dalle università e fuori dal mondo accademico. Chiediamo inoltre azioni efficaci, compreso un richiamo ufficiale, contro le università come la Columbia che non solo sono complici dei crimini israeliani, ma collaborano anche con le autorità repressive nell'arresto e nella deportazione di studenti che esprimono liberamente le proprie opinioni. Libertà per Mahmoud Khalil. Loro reprimono, noi facciamo il BDS. Consultate le pagine dedicate alla solidarietà studentesca e al boicottaggio accademico sul sito del movimento BDS per trovare idee su come liberare il vostro campus dalla complicità con l'apartheid israeliana.