Le navi di JP Morgan che portano i Caterpillar a Israele
QUANDO BOICOTTAGGIO E DISINVESTIMENTO LASCIANO IL SEGNO
La decisione del fondo sovrano norvegese NBIM di disinvestire da Caterpillar
Inc. e da cinque banche israeliane ha una portata storica.
Il Fondo governativo della Norvegia è il più grande fondo d’investimento al
mondo, gestisce circa 2.000 miliardi di dollari. Il suo comitato etico ha
valutato come «rischio inaccettabile che [Caterpillar e le banche israeliane,
NdR] contribuiscano a gravi violazioni dei diritti degli individui in situazioni
di guerra e conflitto».
La decisione, che accomuna Caterpillar e le banche israeliane che finanziano gli
insediamenti illegali in Cisgiordania, indica per la prima volta la
corresponsabilità di un’azienda simbolo dell’industria americana con i crimini
che si stanno commettendo in Palestina.
Caterpillar Inc. è una mega azienda globale, oggi al 65° posto della classifica
di Fortune 500, con 113.000 dipendenti e 64,8 miliardi di dollari di fatturato.
È una public company inserita nel prestigioso Indice Dow Jones alla Borsa di New
York, i cui principali azionisti sono grandi fondi d’investimento come Vanguard,
State Streets e BlackRock, ma anche Melinda & Bill Gates ecc.
L’impiego militare dei grandi bulldozers americani iniziò con la Prima guerra
mondiale, per il traino dei pezzi d’artiglieria mediante trattori cingolati. Il
modello pesante D9, introdotto da Caterpillar nel 1954, ha fatto le sue prove
nella guerra del Vietnam ed è stato poi adottato dall’esercito israeliano nella
guerra di Suez (1956). Dagli anni Ottanta le IDF utilizzano sulla linea del
fronte i Caterpillar D9, modificati mediante un kit di blindatura e armamento
progettato dal Centro di recupero e manutenzione dell’esercito e da IAI Israeli
Aerospace Industries, installato sulle macchine con la collaborazione di ITE, la
società importatrice in esclusiva di Caterpillar in Israele appartenente al
gruppo Zoko.
Come abbiamo scritto in un precedente articolo, una filiale americana di
Leonardo (DRS Sustainment Systems) sta fornendo i triler a due assi che
trasportano i carri armati e i bulldozer utilizzati a Gaza dai militari
israeliani.
Caterpillar non può ignorare l’utilizzazione che ne fa l’esercito israeliano per
demolire illegalmente abitazioni e coltivazioni palestinesi, distruggere strade
e infrastrutture urbane. Nel 1989, questi reati vennero pubblicamente denunciati
da alcune ong, le stesse che nel 2001 spedirono oltre 50.000 lettere di protesta
a Caterpillar. Nel 2004 l’Alto commissario ai Diritti umani dell’ONU inviò una
lettera ufficiale alla società, anche in seguito alla vasta risonanza della
morte della ventitreenne attivista americana Rachel Corrie, schiacciata da un
bulldozer Caterpillar mentre tentava di impedire la demolizione di un’abitazione
palestinese. Quel tragico episodio ebbe anche conseguenze legali, poiché dopo
aver inutilmente intentato una causa in Israele contro l’esercito israeliano –
subito archiviata per «grave responsabilità» della stessa vittima – la famiglia
Corrie ne sollevò un’altra negli Stati Uniti contro il governo americano,
accusato di aver favorito crimini di guerra e la violazione dei diritti umani,
dal momento che i macchinari di Caterpillar erano e sono tuttora forniti a
Israele mediante il programma Foreign Military Sales, sovvenzionato con i soldi
dei contribuenti americani. Da decenni Caterpillar è inserita negli elenchi
delle aziende che traggono profitti dall’occupazione illegale israeliana dei
Territori palestinesi, stilati dalla Coalition of Women for Peace (vedi Who
Profits?) e dall’American Friends Service Committee.
Nel novembre 2024 la stessa amministrazione Biden in scadenza aveva deciso una
temporanea sospensione della consegna di 134 Caterpillar D9 ordinati “con
urgenza” da Israele nel 2023, compresi pezzi di ricambio, manutenzione e
addestramento. Una misura che per quanto assai timida è stata immediatamente
abolita dal presidente Trump appena insediatosi, nel gennaio 2025.
I CAT D9 sono stati consegnati nel porto di Haifa in 9 luglio scorso, con
un’operazione di logistica marittima curata dal Ministero della difesa
israeliano e dalla rappresentanza israeliana per il procurement militare di
stanza a Washington, che includeva anche la consegna di alcuni mezzi militari
leggeri. Il Ministero stesso ha diffuso le immagini dello scaricamento a Haifa,
e i media israeliani hanno ampiamente ripreso l’evento come prova della
ristabilita alleanza di ferro con gli Stati Uniti sotto la presidenza Trump.
A sx: operazioni di sbarco dei Caterpillar D9 dalla nave «SLNC Severn» nel porto
di Haifa, il 9 luglio 2025.
Sopra: la sistemazione dei bulldozer di Caterpillar nella stiva della
portarinfuse «SLNC Severn» [fonte: Ministero della difesa di Israele, ripreso
dal «Jerusalem Post» del 9.7.2025
L’intento propagandistico è stato però temperato da una serie di “oscuramenti”:
le immagini riprendono i mezzi sbarcati ma i militari hanno offuscato il nome
della nave e della compagnia marittima dipinto sulle fiancate, nonché le insegne
commerciali sulle motrici degli autoarticolati che hanno preso in carico i
Caterpillar sulla banchina portuale.
L’osservatorio Weapon Watch è riuscito a ricostruire gran parte della catena
logistica che ha rifornito a Israele i Caterpillar D9, macchinari dual use
intensamente utilizzati dai militari per compiere una vasta e documentatissima
serie di crimini di guerra.
Per il trasporto dagli Stati Uniti, solitamente i grandi bulldozer D9 viaggiano
in parte o del tutto disassemblati, in ogni caso privi degli accessori pesanti
(pale, bracci oleopneumatici, cabine ecc.), e anche nel caso in esame la
consegna è stata effettuata senza accessori, dalla nave al mezzo gommato
mediante gru portuale. Invece la nave utilizzata per l’operazione era di
tipologia inusuale, una portarinfuse con bandiera USA, nome «SLNC Severn», un
tipo di nave solitamente impiegato per trasportare le cosiddette “rinfuse
secche” (come minerali, carbone, cereali, cemento, ecc.). Nelle quattro stive
coperte della «Severn» – al riparo da sguardi indiscreti – sono state ospitate
dozzine di D9. Ciascuna macchina è stata caricata e scaricata mediante le grandi
gru a portale.
La «SLNC Severn» è una delle sette navi della compagnia Schuyler Line Navigation
Company, con sede a Annapolis, Maryland, tutte battenti bandiera americana per
poter operare sotto l’ombrello del Jones Act, la legge fondamentale per la
supremazia marittima degli Stati Uniti.
Da fine maggio la «Severn» è noleggiata per trasportare i D9, il 2 giugno viene
fotografata mentre carica una ventina di bulldozer al terminal Holt Logistics di
Gloucester City, New Jersey, che si trova nel grande comprensorio portuale di
Filadelfia, Pennsylvania. A fine giugno ha intrapreso il viaggio senza scali
intermedi per arrivare ad Ashdod il 7 luglio e il 9 a Haifa.
La «SLNC Severn» al terminal Holt Logistics di Gloucester City, NJ; fotografata
il 2 giugno 2025.
Nell’ovale rosso, una ventina di Caterpillar D9 sulla banchina pronti
all’imbarco. Fonte: Marine Traffic.
È pressochè certo che la «Severn» sia tuttora al servizio della logistica
militare USA a sostegno di Israele, con rotte pendolari tra costa orientale
statunitense e Israele. Secondo «The Ditch», il 7 agosto la nave ha caricato nel
porto di Paulsboro (sempre nell’area di Filadelfia, dove si trova un altro
terminal di Holt) 374 tonnellate di bombe, del tipo da 2000 libbre, anch’esse
bloccate in precedenza dall’amministrazione Biden. Da notare che la «Severn» ha
recentemente fatto scalo a Souda Bay, Creta, una delle maggiori basi aeronavali
americane nel Mediterraneo, dove in passato è stata vista movimentare merci con
le gru di bordo.
La compagnia di navigazione Schuyler è stata acquisita nell’agosto 2024 da JP
Morgan Chase, una delle quattro più importanti banche americane, con l’intento
dichiarato di rafforzare i programmi marittimi governativi e «restore America’s
maritime dominance», secondo le parole del presidente Trump. Nell’ultimo anno
alla flotta di Schuyler si sono aggiunte anche una petroliera da 50.000
tonnellate e una nave per carichi fuori norma, rafforzando ulteriormente la già
notevole presenza di JP Morgan nel settore marittimo.
L’attesa per un aumento dei noli e dei programmi governativi sostenuti dal clima
bellico è infatti molto diffusa tra gli operatori. Non a caso la propaganda
militare israeliana ha enfatizzato la portata dell’operazione logistica in corso
dal 7 ottobre 2023 come la più grande nella storia di Israele, con 100.000
tonnellate di materiale militare movimentato attraverso 870 voli e 144 trasporti
marittimi.
La “complicità logistica” di molti governi ed operatori è decisiva per compiere
i crimini contro l’umanità e le violazioni degli accordi internazionali in
vigore. Per riportare nella legalità gli operatori e spingere i governi verso
una ricostruzione dell’ordine internazionale basato sulla diplomazia e il
disarmo, le vie principali e più incisive si dimostrano il boicottaggio delle
catene logistiche militarizzate e nel disinvestimento finanziario da chi produce
strumenti di guerra e distruzione.