Genocidio israelo-statunitense a Gaza: 661° giorno. 133° dalla fine unilaterale del cessate il fuoco. Bombardamenti contro famiglie in abitazioni densamente popolate e richiedenti aiuti: decine di morti e feriti

InfoPal - Tuesday, July 29, 2025

Gaza-InfoPal. Le forze nazi-sioniste di occupazione israeliane (IOF) hanno continuato la loro guerra genocida sulla Striscia di Gaza per il 133° giorno consecutivo dopo aver posto fine unilateralmente al cessate il fuoco, sostenuti politicamente, economicamente e militarmente dagli Stati Uniti, dall’Europa e da parte del mondo arabo. Decine di attacchi aerei e raffiche di artiglieria hanno colpito tutto il territorio, prendendo di mira case, tende e rifugi civili, e centri di distribuzione aiuti. Si tratta di una campagna sistematica di sterminio contro la popolazione civile di Gaza.

L’ospedale Al-Awda, nel centro di Gaza, conferma che un totale di 30 palestinesi sono stati uccisi durante la notte e questa mattina presto, in una serie di attacchi aerei israeliani che hanno preso di mira le abitazioni residenziali nel campo profughi di al-Nuseirat, nella Striscia di Gaza centrale.

Israele ha preso di mira abitazioni residenziali densamente popolate appartenenti alle famiglie Abu Ataya, Siam e Abu Nabhan.

Sempre ieri sera, 16 civili palestinesi sono stati uccisi e decine sono rimasti feriti in un nuovo massacro israeliano che ha preso di mira i richiedenti aiuti umanitari a nord della città di Rafah, nel sud della Striscia di Gaza.

Secondo fonti locali e mediche, l’esercito di occupazione israeliano ha aperto il fuoco direttamente sui civili radunati in attesa di aiuti umanitari, provocando vittime. Decine di altre persone sono rimaste ferite.

L’occupazione israeliana continua i suoi crimini contro i richiedenti aiuti palestinesi a Gaza, con centinaia di persone già uccise dall’avvio del meccanismo israelo-americano supervisionato dalla “Gaza Humanitarian Foundation” il 27 maggio 2025.

Le organizzazioni internazionali e per i diritti umani hanno chiesto che venga esercitata una pressione urgente su Israele affinché apra i valichi, revochi il blocco e consenta l’ingresso degli aiuti umanitari nella Striscia di Gaza.

Almeno 10 persone sono state uccise e altre 30 sono rimaste ferite, di cui diverse in modo grave, dopo che aerei israeliani hanno preso di mira le forze di sicurezza organizzate dalle tribù locali nell’area di Al-Sudaniya, a nord-ovest della città di Gaza.

Fonti locali hanno riferito che droni, veicoli terrestri e imbarcazioni israeliane hanno colpito membri delle squadre di sicurezza delle tribù, facilitando il saccheggio dei camion degli aiuti.

L’occupazione israeliana prende deliberatamente di mira i membri di tali forze di sicurezza locali in varie parti della Striscia di Gaza, nel tentativo continuo di interrompere la distribuzione degli aiuti, alimentare il caos e aggravare la crisi della carestia.

Domenica, la Coalizione Nazionale delle Tribù, dei Clan e delle Famiglie Palestinesi ha annunciato che i convogli di aiuti umanitari provenienti dall’area di “Zikim”, a nord di Gaza, sarebbero entrate nella Striscia lunedì, sotto la diretta supervisione di leader tribali, anziani e attivisti di base per garantire la consegna sicura alla popolazione assediata e devastata in tutta la regione.

La coalizione ha sottolineato, in una dichiarazione, che non avrebbe permesso a nessuna parte – sabotatori o collaboratori dell’occupazione israeliana -, di interferire o ostacolare i convogli di aiuti, promettendo di “colpire con il pugno di ferro chiunque osi manomettere la linfa vitale degli affamati o sfruttare il nostro popolo durante questa dura prova”.

La dichiarazione ha inoltre esortato i clan e gli abitanti di Gaza a tenere a freno i loro giovani e a rispettare il loro dovere nazionale, avvertendo che il caos serve solo all’occupazione, soprattutto nel mezzo dei massacri incessanti che hanno prosciugato il sangue palestinese.

Ha sottolineato che proteggere Gaza e la sua popolazione è una responsabilità collettiva che richiede una coesione sociale incrollabile.

Nel frattempo, la carestia a Gaza si è aggravata con la chiusura dei valichi per mesi e un assedio soffocante che ha impedito l’ingresso dei convogli di aiuti, portando la situazione umanitaria a livelli senza precedenti di fame e malnutrizione.

Secondo l’Ufficio Stampa del Governo di Gaza, la carestia imposta dall’occupazione israeliana ha finora causato la morte di 133 palestinesi, tra cui 85 bambini.

I dati del Ministero della Salute palestinese mostrano che oltre 260.000 bambini sotto i cinque anni soffrono di grave malnutrizione che potrebbe costare loro la vita in qualsiasi momento.

La ricerca di aiuti umanitari uccide. Quando un familiare torna sano e salvo, è un miracolo…

Una famiglia palestinese a Gaza festeggia il ritorno sano e salvo del padre con un sacco di farina di cui aveva disperatamente bisogno, finalmente ottenuto dopo lunghe ore di attesa vicino ai camion degli aiuti umanitari.

(Fonti: Quds Press, Quds News network, PressTv, PIC, Wafa, The Cradle, Al-Mayadeen; ministero della Salute di Gaza; Euro-Med monitor, Telegram; credits foto e video: Quds News network, PIC, Wafa, ministero della Salute di Gaza, Telegram e singoli autori).

Per i precedenti aggiornamenti:

https://www.infopal.it/category/genocidio-e-pulizia-etnica-a-gaza