
Organizzazioni dei prigionieri: le carceri israeliane intensificano i crimini di tortura contro i detenuti palestinesi
InfoPal - Friday, June 27, 2025
Ramallah-PIC. Le organizzazioni dei prigionieri palestinesi hanno confermato giovedì che le autorità di occupazione israeliane stanno sistematicamente torturando prigionieri e detenuti palestinesi, in flagrante violazione del diritto internazionale umanitario.
La Commissione per gli Affari dei Detenuti ed Ex-Detenuti, la Società dei Prigionieri palestinesi (PPS) e la Fondazione Addameer hanno affermato, in una dichiarazione congiunta in occasione della Giornata Internazionale a Sostegno delle Vittime della Tortura, che il genocidio lanciato da Israele contro la Striscia di Gaza ha segnato l’apice dell’escalation delle violazioni, con prigioni e campi di detenzione trasformati in camere di tortura di massa, che hanno portato al martirio di decine di prigionieri. Si tratta del periodo più sanguinoso nella storia del movimento dei prigionieri.
La dichiarazione ha rilevato che, dall’inizio dell’aggressione, le organizzazioni per i diritti umani hanno raccolto decine di testimonianze che documentano modelli di tortura brutale, a partire dal momento dell’arresto, proseguendo durante la fase di indagine e all’interno delle carceri, con metodi e strumenti sistematici volti a spezzare psicologicamente e fisicamente i detenuti.
Ha sottolineato che l’occupazione non utilizza più la tortura solo per estorcere confessioni, ma la pratica come metodo permanente di punizione e abuso. Ciò è diventato chiaramente evidente in seguito all’escalation delle campagne di arresti che hanno preso di mira migliaia di palestinesi, tra cui donne e bambini.
Le testimonianze hanno segnalato varie forme di tortura, tra cui gravi percosse, incatenamenti, crocifissione, uso di elettricità, versamento di acqua bollente, strappo di unghie e privazione di sonno, cibo e acqua, oltre a metodi umilianti come l'”interrogatorio-discoteca” (musica altissima e ininterrotta per giorni), costringere i detenuti a indossare pannolini o urinare su di loro e sul loro cibo.
Le organizzazioni hanno inoltre documentato un aumento dei crimini sessuali contro i detenuti, tra cui stupri e nudità forzata, nonché l’uso di cani poliziotto, manganelli e pistole elettriche in ripetuti atti di repressione all’interno delle carceri. Hanno confermato che queste violazioni hanno causato gravi lesioni, tra cui amputazioni, fratture, e la negazione di cure mediche.
Hanno sottolineato che i campi dell’esercito israeliano, in particolare “Sde Teiman”, sono emersi come luoghi centrali di tortura, descritti dai detenuti di Gaza come “inferno” e “mattatoio”, dove sono stati segnalati casi di amputazioni senza anestesia, stupri e torture mortali, rilevando che decine di persone sono state uccise in un contesto di blackout mediatico e assenza di controllo legale.
La dichiarazione ha inoltre rilevato che centri di detenzione come “Ofer”, “Megiddo”, “Negev” e “Gilboa”, così come sezioni come “Rakefet” nel carcere di Ramla, sono testimoni di pratiche volte al terrorismo psicologico, che privano i detenuti della possibilità di comunicare e li lasciano in condizioni terribili che portano a malattie croniche, come la scabbia, senza fornire alcuna assistenza medica.
Le organizzazioni hanno sottolineato il ruolo di foto e video pubblicati dall’esercito di occupazione, che documentano l’umiliazione dei detenuti mentre sono nudi, e di cui alcuni funzionari israeliani, guidati da Itamar Ben-Gvir, si sono vantati, confermando che queste violazioni sono una politica sistematica e non atti individuali.
I gruppi per i diritti umani hanno denunciato che l’occupazione ha trasformato persino le visite degli avvocati in un mezzo per umiliare i detenuti, aggredendoli durante il trasporto o detenendoli in luoghi degradanti senza supervisione.
Hanno chiesto che Israele sia chiamato a rispondere delle proprie azioni dinanzi ai tribunali internazionali, sottolineando che, nonostante la documentazione di questi crimini, i rapporti delle Nazioni Unite rimangono privi di efficacia se non seguiti da misure concrete per assicurare i responsabili alla giustizia.
I gruppi hanno inoltre sottolineato l’importanza di dare seguito alla sentenza della Corte Internazionale di Giustizia sull'”illegalità” dell’occupazione, in particolare per quanto riguarda la questione dei prigionieri.
Secondo le statistiche, ci sono più di 10.400 prigionieri palestinesi nelle carceri israeliane, tra cui 47 donne, 440 bambini, oltre 3.500 detenuti amministrativi e 2.214 di Gaza classificati dall’occupazione come “combattenti illegali”. Nel frattempo, 72 detenuti sono stati uccisi dall’inizio dell’aggressione, con decine di persone ancora disperse nei campi e il cui destino rimane sconosciuto.
Traduzione per InfoPal di F.L.