Cattivi Maestri – 35 anni di Batti Il Tuo Tempo

RadioSonar.Net - Saturday, June 21, 2025

35 anni di Batti il tuo Tempo!

a cura di Claudio Contini

CATTIVI MAESTRI

Militant A ha lo stesso sorriso che aveva da ventenne quando racconta la libertà ottenuta nel varcare quel cancello del Forte Prenestino che permetteva, a lui ed ai suoi compagni, di conquistare uno spazio per esprimersi senza chiedere niente a nessuno.

Sono passati 35 anni da quando gli Onda Rossa Posse, cioè Militant A e Castro X, in quello spazio crearono il pezzo che funse da deflagratore sociale e culturale. E fece capire che si, si poteva fare seriamente rap in italiano. Sono passati 35 anni da Batti Il Tuo Tempo, ed un mini documentario dal titolo Cattivi Maestri ci ricorda quanto quel pezzo sia ancora fresco, ed assolutamente necessario.

Si parte proprio da lì, col sorriso di Militant A che percorre quei tunnel del Forte e ci mostra la stanza nella quale è ancora presente il piccolo palco sul quale Batti Il Tuo Tempo venne proposta per la prima volta davanti a un pubblico di “200 esaltati”. Scritta e prodotta in maniera completamente indipendente, fu incisa su vinile stampato inizialmente in mille copie, che agli autori sembravano troppe, invece furono solo il cuore di una prima di infinite stampe. Chiaramente influenzati dal sound e dall’approccio dei Public Enemy, gli ORP arrivavano alle orecchie dell’ascoltatore grezzi e senza fronzoli, con tutti i crismi “artigianali” dell’autoproduzione che non garantiva di certo una qualità del suono da audiofili ma che in compenso rifletteva a pieno quell’impatto dal basso che ti colpiva dritto in faccia.

I contenuti erano inequivocabilmente politici, legati al proletariato ed agli spazi occupati, con riferimenti diretti ai fatti del Leoncavallo di Milano, quando gli occupanti si scontrarono con la polizia.

Ma intanto io li vedo in armi

Che ci stanno cercando, guarda al Leoncavallo

Assassini al soldo: maiali

Qual è la ricompensa? La vostra ricompensa per il Leonca morto

Non posso fermarmi in questa sporca terra d’armi”

Non è stato un caso infatti che Batti Il Tuo Tempo divenne anche la colonna sonora ufficiale del Movimento della Pantera.

Il Movimento costituito dagli studenti universitari che si ribellavano contro la Riforma Ruberti, specialmente verso la disposizione che permetteva agli atenei di avvalersi di finanziamenti privati.
In quel periodo era emozionante per un quasi sedicenne come me, già immerso nella cultura Hip-Hop, transitare da liceale per le varie facoltà e sentire i Public Enemy ad alto volume e vedere l’effige della pantera dei Black Panthers di Huey Newton. Ma oltre a Fight The Power, ero travolto anche da Batti Il Tuo Tempo. E chi aveva mai sentito rappare in italiano con uno spirito così vicino a quello della rivoluzione e della lotta? Fu uno shock.

Questo è l’hip hop, questo è il suo ritmo

Stile della posse in azione

In piena azione a colpire ancora al cuore, non lo conosci?

Allora, attento perché batte il suo tempo”

Parole che in qualche modo introducevano questa cultura nel mondo giovanile italiano e non solo, facendo da perno per la nascita e l’escalation delle “posse” o se vogliamo delle prime “crew”, che dai centri sociali affermavano un nuovo linguaggio, quello del rap in italiano, che pian piano avrebbe conquistato spazi molto più grandi e trasversali.

Come descritto in “Cattivi Maestri”, fondamentale fu l’esibizione improvvisata in Piazza del Popolo, davanti a migliaia di persone, in occasione della manifestazione nazionale della Pantera. In quel contesto la visibilità degli Onda Rossa Posse si allargò anche a chi non frequentava assiduamente il movimento e furono in tanti a rimanere folgorati dalle parole di Batti Il Tuo Tempo, ma anche dall’approccio e dallo stile mai visti prima. Insomma, se oggi si può parlare di Hip-Hop italiano, una parte importante del merito è senza dubbio dello scossone portato da questa canzone immortale.

E l’eredità degli Onda Rossa Posse, poi scissi in AK47 ed Assalti Frontali, prosegue ancora oggi, ed è passata per rime e battaglie, come quella del Lago Naturale dell’Ex-Snia Viscosa, uno dei rari esempi di vittoria del popolo contro i palazzinari romani, giustamente celebrato a chiusura del documentario.

In un tempo come questo in cui il rap è diventato la forma di comunicazione più diffusa tra gli adolescenti, è fondamentale ricordarsi dove tutto è cominciato, anche per capire che con le parole in musica forse non si può cambiare il mondo ma senza dubbio si può dire a voce alta che c’è qualcosa non va. Per questo invito alla visione di Cattivi Maestri ed all’ascolto dei lavori prima degli Onda Rossa Posse e poi degli Assalti Frontali. Perché battere il nostro tempo è ancora fottere il potere.