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COFFEE KILLAH #67: ROOTS ADDICTION PRESENTA LUTAN FYAH
LUTAN FYAH podcast https://radio.sonarproject.net/media/podcast/2526/redvibes/coffe/coffe06122025.mp3 Cantante reggae dai radicali messaggi di unità, amore e giustizia, nasce nella parrocchia di St. Catherine, in Giamaica, respirando musica. Grazie al sound system di suo nonno, artisti come Lieutenant Stitchie, Papa San, Lady G. e il leggendario Dennis Brown visitano spesso la casa di famiglia e così anche lui aspira a diventare un cantante. Nel frattempo, però, prende sul serio anche il calcio e dopo il liceo entra a far parte di una squadra professionistica fino al 1999, quando abbandona lo sport e inizia uno stage presso l’etichetta discografica Gargamel di Buju Banton. Ci mette poco a farsi notare e nel 2001 Jah Mason gli offre di partecipare al suo tour mondiale come support artist. Tre anni dopo debutta con l’album Dem No Know Demself per Minor7Flat5, prima di fondare la sua etichetta: Old Capital Music Group. Il 4 dicembre 2025 ha compiuto 50 anni e lo vogliamo celebrare con un Coffee Killah selezionato per l’occasione da Mr Green, G.Boy, Yucca e Zepe outta Roots Addiction Sound System, che presentano un best of di mezz’ora interamente dedicato a Lutan Fyah.
in 100.000 a Roma per la Palestina, contro la finanziaria del Governo Meloni
LE VOCI DALLA MANIFESTAZIONE DEL 29 NOVEMBRE 2025 A ROMA A SOSTEGNO DEL POPOLO PALESTINESE, CONTRO LA FINANZIARIA DEL GOVERNO MELONI a cura della redazione di Radio Grad (Pisa) e Radio Sonar (Roma) Ascolta con Mixcloud Ascolta con Spotify  sono intervenuti: Marta Collot – portavoce nazionale di Potere al popolo, Alberto Fazolo – giornalista,Giorgio Cremaschi – coordinamento Nazionale di Potere al popolo, Bassam Saleh – giornalista palestinese, Francesca Fornario – giornalista Rai, Giuliano Granato – portavoce nazionale Potere al Popolo, Guido Lutrario – segretario generale Unione sindacale di base USB, Flavio – Casa del popolo Val Melaina III Municipio Roma, Paolo Divetta – Movimento per l’abitare, Alessandro Perri – Rete dei comunisti, Blocco decoloniale.
COFFEE KILLAH #66: ROOTS ADDICTION PRESENTA GROUNDATION
GROUNDATION! PODCAST https://radio.sonarproject.net/media/podcast/2526/redvibes/coffe/coffe29112025.mp3 Quella che vi facciamo ascoltare oggi è più di una band: è un movimento. Fondendo il roots reggae con il jazz, il dub e ritmi globali, questo gruppo si è ritagliato uno spazio unico nel reggae moderno sin dalle origini in California (USA) nel 1998 grazie a Harrison Stafford, che nasceva proprio in questi giorni nel 1977: il 26 novembre. Il loro sound è senza tempo e lungimirante, capace di miscelare groove profondi ad una musicalità intricata e testi socialmente consapevoli. Con una formazione di musicisti di livello mondiale, portano la loro prepotente improvvisazione tanto in studio quanto nei live, rendendo ogni esibizione un’esperienza trascendentale. Giunti nel 2025 al loro undicesimo album, “Candle Burning”, li celebriamo con un Coffee Killah selezionato per l’occasione da Mr Green e Zepe outta Roots Addiction Sound System e Faugno The Roots Guardian che presentano un best of di mezzora interamente dedicato ai Groundation.
COFFEE KILLAH #65: ROOTS ADDICTION PRESENTA MARCIA GRIFFITHS
IN UN GENERE TRADIZIONALMENTE DOMINATO DA ARTISTI MASCHI, LEI È SENZA DUBBIO LA DONNA PIÙ FAMOSA E INFLUENTE NELLA STORIA DEL REGGAE. MARCIA GRIFFITHS! Podcast https://radio.sonarproject.net/media/podcast/2526/redvibes/coffe/coffe22112025.mp3 Nata a Kingston il 23 novembre 1949, si è fatta un nome quando questa musica stava ancora evolvendo dalle sue radici nello ska e nel rocksteady anche attraverso la partnership artistica e sentimentale con Bob Andy dei Paragons, che ha portato enorme successo a entrambi con una numerosa serie di hit targate Trojan Records. In seguito, infatti, è diventata parte integrante del team di Bob Marley con le I-Threes insieme a Judy Mowatt e Rita Marley, prima di abbracciare i suoni elettronici della dancehall e del funk anni ’80, che l’hanno forse messa un po’ troppo presto nel dimenticatoio degli appassionati. Anche per questo, nella settimana del suo compleanno, abbiamo voluto farvela riscoprire dedicandole un intero Coffee Killah selezionato da Mr Green outta Roots Addiction Sound, che vi presenta mezzora di “best of” Marcia Griffiths.
20…25 L’arte di fermare il patriarcato: consigli di lettura
PUBBLICHIAMO QUI I DUE AUDIO DI MARI E ANITA CHE, PER LA CHIAMATA ALLE ARTI 2025 LANCIATA DA TRANSFEMMINONDA, CI CONSIGLIANO LA LETTURA DI DUE LIBRI DI CUI LEGGONO ALCUNI BRANI Il primo è il libro di ADRIENNE MAREE BROWN  dal titolo PER UNA GIUSTIZIA TRASFORMATIVA Una critica alla cancel culture, con uno scritto del Laboratorio Schieramenti, edito da Meltemi adrienne maree brown è una scrittrice femminista e attivista per la liberazione nera. A Detroit, dove ha vissuto, ha collaborato con diverse organizzazioni che si occupano di giustizia sociale. Dai suoi scritti su sesso, guarigione, cura di sé, traumi e fantascienza emerge uno stile acclamato dalla critica come afrofuturismo. Tra le sue opere ricordiamo Pleasure Activism. L’edizione italiana è accompagnata da uno scritto del collettivo transfemminista queer Laboratorio Smaschieramenti, che sviluppa una riflessione materialista e ancorata al nostro contesto nazionale sulla violenza nelle relazioni interpersonali. Mari per una giustizia trasformativa Questo secondo audio è di Anita che ha tradotto e poi letto per noi un brano di Bitch: A Revolutionary Guide to Sex, Evolution and the Female Animal di Lucy Cooke, Penguin Books, 2023 non ancora disponibile in italiano https://radiosonar.net/wp-content/uploads/2025/11/Anita.mp3
20…25 2025 – L’arte di far tremare il patriarcato
IN QUESTO PODCAST PUBBLICHIAMO LE GRAFICHE CHE CI SONO ARRIVATE DELLU ARTISTX CHE HANNO RISPOSTO ALLA CHIAMATA ALLE ARTI DI FERMARE IL PATRIARCATO La grafica di Dima Zovich che è diventate la copertina del podcast della puntata di TRANSfemmINonda del 22 novembre 2025. Come sempre interpreta alla perfezione i titoli e gli slogan dello spazio radio di TRANSfemmINonda e QUEERzionario e dell’assemblea Corpi e Terra Arya ci ha mandato una delle sue foto accompagnata da questo audio foto di Arya le grafiche di Marea la foto di Tina con l’audio che ce la presenta Tina foto aggiungiamo queste grafiche condivise nella lista NUDM proposte dall’assemblea territoriale di Padova e quella di Jenny che ha fatto la copertina per la chiamata alle firme contro lo sfratto di Agripunk perché quando parliamo di liberazione parliamo di liberazione dei corpi tutti! Ringraziamo tutte le persone per aver contribuito con la loro arte a fermare il patriarcato
TDOR 2025: TRANS DAY …. Giornata globale
… DOVE LA R È RICORDO MA ANCHE RABBIA, RIBELLIONE, RIVOLTA I dati del TMM (trans murder monitoring), l’osservatorio che monitorizza le persone trans che vogliamo ricordare in questa giornata si riferiscono all’ultimo anno (1 ottobre 24- 30 settembre 25) e ci danno il quadro della fase che stiamo attraversando. Ascoltiamo Mari che legge questo testo intervento pubblicato anche dall’osservatorio NUDM e da Corpi e Terra.   Mari TDOR * 281 persone trans e non binarie uccise, una diminuzione rispetto all’anno precedente in cui il monitoraggio aveva elencato 350 casi. Ma, ci allerta lo stesso TMM questo non corrisponde necessariamente a maggiore sicurezza ma piuttosto all’invisibilità crescente degli assassinii se si vanno ad analizzare nei motori di ricerca gli algoritmi che mostrano invece un crescente disinteresse verso queste morti sempre più difficili da identificare e verificare. Ne sono testimonianza l’uso del nome/genere imposto alla nascita nelle notizie relegate alla cronaca nera. Perché anche questo succede, la cancellazione oltre la morte. Molte persone tra giornalisti, famiglie e persone vicine ritornano ad usare il nome assegnato alla nascita cancellando e uccidendo per la seconda volta le persone trans. * Le persone che fanno lavoro sessuale restano il gruppo più colpito con il 34% rispetto a chi svolge altre mansioni. * C’è una tendenza preoccupante in aumento all’assassinio di persone attiviste e leader del movimento (14% dei casi), il doppio dell’anno precedente. * Il 90% dei casi presi in considerazione sono femminicidi, l’88% persone trans razializzate * Il 24% aveva tra 19–25, 25% 26–30, 26% 31–40, e 5% sotto il 18, un dato che ci racconta quanto sia ancora breve l’aspettativa di vita nella nostra comunità. * Il 68% delle uccisioni sono nell’Abya Yala, quella parte del mondo chiamata America latina e ai Caraibi con il Brasile per il 18esimo anno il paese più colpito con il 30% dei casi totali. Ma questo può forse voler dire che in territori come l’Africa dove nessuna strage e genocidio fa notizia la situazione non sia grave? * Il 25% delle uccisioni sono avvenute in strada e solo il 22% nella casa della vittima, il che dimostra che, a differenza dei femminicidi di persone non trans, l’assassinx è nello spazio pubblico e nella maggioranza dei casi non ha le chiavi di casa Sono riportati dal TMM solo 5 casi in Europa, nessunx in Italia Questo è determinato dal fatto che il TMM continua a rifiutare, nonostante i nostri costanti solleciti, l’inserimento delle persone suicidate dall’odio sociale, dagli ostacoli all’autodeterminazione e ai percorsi di affermazione di genere, o dalle resistenze da parte delle famiglie, giustificando il loro rifiuto con motivi tecnici e non per posizionamento politico. Le famiglie poi sono per la maggior parte poco preparate all’accoglienza in un sistema che ci considera fuori norma e quindi psichiatrizzabili e marginalizzabili, rendendoci costantemente vulnerabili ed esposte alla violenza e alle aggressioni nello spazio pubblico e privato. Basti pensare che nel nostro paese NON sono ancora considerate reato le cosiddette “terapie di riconversione”, in cui si cerca di convincere una persona a non essere quello che è, e le mutilazioni genitali su neonati intersex, tendenti a ricollocare in una imposizione di genere quei genitali che non corrispondono agli standard decisi. E noi persone trans e non binarie siamo ancora costrette a percorsi di affermazione di genere psichiatrizzanti che prescindono dall’autodeterminazione sui nostri corpi riconosciuta invece da molti paesi d’Europa e del mondo I dati dei suicidi o dei percorsi di vita fermati dal transodio vengono invece monitorati dall’osservatorio di NUDM dall’inizio del suo prezioso lavoro nel 2020. La morte per suicidio delle persone trans e non binarie è un omicidio sociale, di cui tuttə siamo complici e/o spettatorə e per questo ci riguarda, va nominata e monitorata così come fa l’osservatorio di NUDM. È una sconfitta di tutt e una vergogna per il sistema che ne è responsabile. E dobbiamo lavorare perché percorsi di educazione alla diversità, sportelli, sostegni, consultorie transfemministe e centri antiviolenza aperti a tutte le soggettività nascano e prolifichino come funghi in una rete in grado di sostenere chi vive quotidianamente una violenza cosi profonda e per cancellare alla radice la “cultura” (e mi fa fatica chiamarla tale) patricapitalista che sostiene questo sistema ormai marcio fin nelle radici più profonde, riuscendo a sopravvivere solo con genocidi, violenze e guerre. E nella giornata del TDOR non possiamo fermarci alla parola RICORDO e quella R finale dice anche RABBIA, RESISTENZA e RIVOLTA. Non c’è voglia di fare silenzio, ma di fare un gran rumore in questa giornata perchè non possiamo perdonare e non possiamo dimenticare Giorgio Marziani, 14 anni che il 6 gennaio è stato suicidato a Caserta da transodio, discriminazioni di genere e bullismo. Né vogliamo dimenticare Alexandra Garufi, 21 anni, tiktoker che ci ha lasciato il 19 marzo a Sesto San Giovanni, dopo aver vissuto violenze verbali continue sul suo profilo social. La Procura di Monza ha aperto un fascicolo di inchiesta per istigazione al suicidio riguardo alla morte di Alexandra, che raccontava online con coraggio e determinazione il percorso alla scoperta della propria identità di genere. E vogliamo ricordare qui Thiago Elar, tiktoker trans, 27 anni. “Cause naturali”, secondo la stampa nazionale che continua tra l’altro ad usare il suo dead name. Nei suoi video, condivideva la propria storia: un racconto fatto di sofferenze, ma anche di resistenza, battaglie più o meno silenziose e il desiderio di essere riconosciuto per quello che era. Un desiderio che spesso si è scontrato con un senso di invisibilità e negazione. Dai suoi racconti social è emerso un rapporto difficile con la famiglia, la stessa famiglia che pubblica il necrologio con il suo dead name uccidendo Thiago un’altra volta. “Sto qui da un anno e quattro mesi. Qui mi stanno accoppando. Io non ce la faccio più…”, aveva confidato in uno dei suoi ultimi video. Ma voglio parlare anche di Mirella Souza, 44 anni. Morta a Pisa il 14 agosto 2025 dopo un’iniezione di olio illegale iniettato dai cosiddetti bombaderos. Si tratta del silicone liquido industriale vietato in Italia dal 1993. Nel caso si arrivasse a un processo, l’associazione Consultorio Transgenere si costituirà parte civile perché per una persona trans l’adeguamento del corpo al genere in cui si identifica è vitale e, non avendo i soldi per farlo, costringe a scelte con conseguenze anche mortali. L’olio al silicone è purtroppo ancora molto diffuso in una parte della collettività trans* da parte di soggetti che vivono in condizioni di povertà, marginalizzazione e stigma sociale di cui le istituzioni non si fanno assolutamente carico. Vogliamo l’apertura delle case di accoglienza e delle case rifugio per le persone trans che stanno vivendo situazioni di violenza. Vogliamo accesso ai lavori, ai servizi, alla vita. Abbiamo il diritto ad una nuova legge basata su autodeterminazione e consenso informato perché la 164 è obsoleta, inadeguata e superata dai fatti. Vogliamo che le nostre elaborazioni siano accolte, assunte e non strumentalizzate per pulire le coscienze di altri movimenti: le nostre identità non sono beni di consumo, né tanto meno pubblicità gratuita. E non basta inserire nei documenti il nostro acronimo, per altro spesso ritagliato a seconda delle esigenze, per sentirsi alleat3. Siamo persone trans, non binarie e intersex. Le nostre bandiere rappresentano le nostre lotte e e non sono emblemi per la propaganda capitalista, egemone e coloniale. Autodeterminazione e liberazione per i corpi tutti! Ci vogliamo vivx e vogliamo tutto!
Siamo tutt3 Agripunk: firmiamo e fermiamo lo sfratto!
#AGRIPUNK NON SI SFRATTA #AGRIPUNKBENECOMUNE FIRMIAMO LA PETIZIONE SU CHANGE.ORG Vuoi saperne di più? Ascolta il nostro audio … sentirai le voci di Mari e di tantx compa dell3 Reiett3, la collettiva transfemminista e antispecista di Pisa che insieme all’assemblea Corpi e Terra di NON unə di meno sostiene la campagna #Agripunknonsisfratta audio articolo Agripunk FIRMATE Ti ricordiamo anche che ci sono tanti altri modi per sostenere questa campagna per cui ti rimandiamo alla pagina INSTAGRAM e al sito di Agripunk
COFFEE KILLAH #64: ROOTS ADDICTION PRESENTA EEK-A-MOUSE
ASSURDO, BIZZARRO, STRAORDINARIAMENTE ORIGINALE: EEK A MOUSE! podcast https://radio.sonarproject.net/media/podcast/2526/redvibes/coffe/coffe15112025.mp3 pochi DJ hanno avuto un impatto così forte sulla scena dancehall come lui. Un artista che in qualsiasi altro paese sarebbe stato probabilmente una meteora, in Giamaica è diventato un nome familiare inventando un nuovo stile vocale, il sing-jay, che ha inondato le onde radiofoniche con le sue frasi ad effetto e la sua cantata inconfondibile, diventando uno dei toaster più rispettati della musica Reggae. Nato il 19 novembre 1957 a Kingston col nome di battesimo Ripton Hilton, nella settimana del suo compleanno lo celebriamo a dovere con il nostro Coffee Killah: una mezzora di “best of” selezionata da Mr Green outta Roots Addiction Sound System interamente dedicata a Eek-A-Mouse.
Voci e Storie dell’Isola del’Eba
RACCONTIAMO L’ISOLA D’ELBA, CON UN FOCUS PARTICOLARE PER LA ZONA DI RIO, CON UNO SGUARDO AMPIO, DAI MONTI ALLA COSTA, PASSANDO PER L’ORTO DEI SEMPLICI, FERMANDOCI AL BAR DI SOTTO DI RIO NELL’ELBA E APPRODANDO AL PORTO DI RIO MARINA 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. 10. 11. 12. 13. 14. 15. 16. 17. 18. 19. 20. 21. 22. 23. 24. Ascolteremo le voci dei suoi protagonisti, ragazzi e ragazze, bambine e bambine, che si sono impersonificati con le piante stesse della macchia mediterranea elbana, costruendo simpatici dialoghi tra di loro. Scopriremo così la ricchissima flora di questo territori, raccontandone non sono lo sguardo ampio ed il punto di vista meraviglioso che si apre e perde nel suggestivo panorama, non mancheranno poi le ricette tipiche dell’isola preparate con questi preziosi ingredienti. podcast 1 https://radio.sonarproject.net/media/podcast/2526/radioelba/bimbi.mp3 podcast 2 https://radio.sonarproject.net/media/podcast/2526/radioelba/bimbi2.mp3 podcast 3 https://radio.sonarproject.net/media/podcast/2526/radioelba/bimbi3.mp3 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. 10. 11. 12. 13. 14. 15. 16. 17. 18. 19. 20. 21. 22. 23. 24. 25. 26. 27. 28. 29. 30. 31. 32. 33. 34. 35. 36. 37. 38. 39. 40. 41. Una narrazione che diventa più folcloristica grazie agli aneddoti di 2 personaggi speciali, cresciuti nel territorio e da sempre attivi nella vita sociale del paese, Nottolo e Barabba, che attraverso le loro esperienze raccontano l’Elba fatta di storie personali e storia collettiva, di saperi antichi, di feste paesane, di complicità, di pettegolezzi di paese, per tornare poi alle tanto care ricette, con riferimenti alle origini di questi, alla festività collegate. https://radio.sonarproject.net/media/podcast/2526/radioelba/barabbanottolo.mp3 Tra piatti tipici e racconti del territorio ci ritroviamo immersi profondamente nell’isola, come se stessimo passeggiando su uno dei suoi sentieri o a pranzo con uno dei nostri ciceroni. Se non bastasse la narrazione è condita da un variegato paesaggio sonoro, quello che l’Elba ci regala ogni giorno, attraverso il soffio del suo vento, il suono del suo mare, le campane, le chiacchiere al bar, la natura stessa. Questo progetto di podcast  è una iniziativa realizzata grande al bando “Siete Presente. Giovani e associazionismo, edizione 2025, a valere sul progetto “Giovanisì, in accordo con la Presidenza del Consiglio dei Ministri Dipartimento per le Politiche Giovanili e il Servizio Civile Universale, con il contributo della Fondazione Livorno. Montaggio dei podcast realizzato in collaborazione con Radio Grad di Pisa