Ecuador: La CONAIE annuncia la cessazione dello sciopero davanti alla brutale repressione di Noboa

Comitato Carlos Fonseca - Friday, October 24, 2025

La CONAIE e i suoi alleati ora hanno annunciato che faranno una campagna per il “No” per rifiutare l’agenda di Noboa che considerano di cedimento e neoliberale.

L’eliminazione del sussidio al diesel ha fatto esplodere un’ondata di manifestazioni in tutto il paese con un saldo di tre morti, quasi 300 feriti e più di un centinaio di detenuti. Imbabura è stata l’epicentro della sollevazione.

Dopo un mese di proteste contro le misure economiche del presidente Daniel Noboa, specialmente l’eliminazione del sussidio al diesel, che ha aumentato il prezzo del gallone da 1,80 a 2,80 dollari, la Confederazione delle Nazionalità Indigene dell’Ecuador (CONAIE) questo mercoledì ha annunciato la “cessazione dello sciopero” davanti alla brutale repressione della forza pubblica contro i manifestanti, che ha lasciato un saldo di tre morti, 296 feriti, 205 detenuti e 15 scomparsi temporaneamente, secondo l’Alleanza per i Diritti Umani dell’Ecuador.

Mediante una allocuzione diffusa attraverso le reti sociali della CONAIE, il suo presidente, Marlon Vargas, ha dichiarato: “Di fronte a questa realtà, abbiamo preso una decisione difficile, ma necessaria: la cessazione dello sciopero, sgombrare le vie e ripiegare nei nostri territori per proteggere la vita della nostra gente”.

Il dirigente indigeno ha richiesto al presidente Daniel Noboa di “smilitarizzare le nostre comunità, liberare i detenuti e dare una riparazione alle famiglie delle vittime”. Ha chiesto alle basi di proseguire e di ampliare l’orizzonte della resistenza: “La nostra lotta non termina. Continua nell’unità, dalle assemblee territoriali permanenti, preparando la campagna per il No Alla Consultazione, in difesa della democrazia e dei diritti del popolo”.

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Una sollevazione nazionale e richieste più ampie

Quello che è cominciato come una protesta per l’aumento del combustibile si è trasformato in una sollevazione nazionale con richieste più ampie: riduzione dell’IVA dal 15% al 12%, aumento del salario base, maggiori investimenti sociali, difesa del territorio di fronte all’attività mineraria e rifiuto della consultazione popolare convocata dall’Esecutivo per il 16 novembre, che include la possibilità di un’Assemblea Costituente e l’autorizzazione di basi militari straniere.

La provincia di Imbabura, nella sierra del nord, è diventata l’epicentro del conflitto. Le comunità di Otavalo, Cotacachi e Antonio Ante mantenevano nelle prime ore, questo mercoledì, i blocchi in più di 11 vie principali, mentre agli accessi a Pichincha e Loja si registravano blocchi intermittenti.

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Di fronte alla legittima resistenza popolare, la forza pubblica è intervenuta con militari e poliziotti attraverso lo stato d’emergenza, che proibisce il blocco delle strade, e ha impiegato una forza brutale contro i manifestanti.

Organizzazioni dei DD.UU. hanno denunciato una crescente repressione: 3 persone morte, tra loro il comunero Efraín Fuerez, di 46 anni, e José Guamán, di 30, ambedue per l’impatto di proiettili, e Rosa Elena Paqui, de 61 anni, morta per l’inalazione di gas lacrimogeni. Aggiungendo a questo 296 cittadini rimasti feriti durante le proteste, 205 detenuti e 15 fatti scomparire temporaneamente, secondo l’Alleanza per i Diritti Umani dell’Ecuador.

Sono stati documentati violenti arresti, anche dentro le abitazioni, e spari diretti al corpo dei manifestanti. Lo sparo della forza pubblica ha privato dell’occhio destro il comunero Jaime S., del pueblo Kitu Kara. Attraverso un apparente convoglio umanitario, lo stato ecuadoriano ha creato un convoglio della morte per aumentare la repressione sulla protesta sociale.

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Due poliziotti osservano il ritiro dei monticelli di terrain in una via di Peguche, Imbabura, 22 ottobre 2025. Primicias

Criminalizzazione delle mobilitazioni

Lo sciopero ha confermato l’autoritarismo di Noboa e la reticenza governativa al dialogo. Nonostante un iniziale incontro tra il ministro degli Interni, John Reimberg, e dirigenti locali di Imbabura, il dialogo nazionale si è interrotto. Invece di promuovere avvicinamenti ed ascoltare le comunità, il Governo ha annunciato che “non c’erano le condizioni per continuare le conversazioni” e ha accusato la CONAIE di non rispettare i precedenti accordi e di usare le mobilitazioni a fini politici.

“A partire da ora qualsiasi cosa avvenga sarà responsabilità loro”, ha avvertito Reimberg, una dichiarazione che la CONAIE ha giudicato come “un’aperta minaccia”.

Da parte sua, la dirigenza indigena ha rifiutato la versione ufficiale sulla fine dello sciopero e ha ribadito la propria decisione di continuare le mobilitazioni fino a quando il Governo non tornerà indietro sulla misura sul combustibile e libererà i detenuti.

Noboa ha sottostimato i movimenti indigeni

Analisti come Francisco Jiménez, ex ministro del Governo, hanno avvertito che l’Esecutivo ha sottostimato la capacità indigena di mobilitazione e ha fallito nello stabilire dei canali legittimi di dialogo. “I Governi non possono imporre con chi sedersi a negoziare. Se le organizzazioni non riconoscono l’interlocutore, il dialogo non funziona”, ha dichiarato Jiménez.

Con il passare delle settimane, le proteste si sono estese a Quito, Cuenca e Guayaquil, dove studenti, lavoratori e collettivi sociali si sono uniti allo sciopero.

La mobilitazione indigena, una delle più prolungate dalle giornate del 2022 contro Guillermo Lasso, ha evidenziato la frattura tra il Governo e i popoli originari, così come lo scontento di fronte al costo della vita e l’insicurezza.

Nel frattempo, il referendum del 16 novembre si profila come un nuovo punto di tensione politica.

La CONAIE e i suoi alleati ora hanno annunciato che faranno una campagna per il “No”, in rifiuto dell’agenda di Noboa, che considerano di cedimento e neoliberale.

Per mitigare gli effetti della misura, il Governo ha implementato i buoni compensatori per i trasportatori che oscillano tra i 400 e i 1.800 dollari mensili, anche se la CONAIE considera questi aiuti insufficienti ed escludenti e ha ripetutamente messo in allerta sull’impatto della misura nel rincaro dei beni e dei servizi e la precarizzazione delle famiglie.

Foto: EFE

22 ottobre 2025

Resumen Latinoamericano

Traduzione del Comitato Carlos Fonseca: “Ecuador. Conaie anuncia el cese del paro ante la brutal represión de Noboa”, pubblicato il 22-10-2025 in Resumen Latinoamericano, su [https://www.resumenlatinoamericano.org/2025/10/22/844793/] ultimo accesso 24-10-2025.