Colombia: La sovranità si costruisce dal basso

Comitato Carlos Fonseca - Monday, October 20, 2025

Per il quinto giorno consecutivo, una mobilitazione nazionale mantiene la sua forza a Bogotà e in varie regioni della Colombia.

A cinque giorni dalla mobilitazione nazionale, i popoli continuano a stare in piedi, mentre difendono il loro diritto a decidere sulla vita, il territorio e sui loro piani di vita.

Nel cuore delle lotte popolari, la sovranità ha smesso di essere un concetto per convertirsi in uno strumento di resistenza e trasformazione.

Le proteste, che si sono sviluppate sotto la parola d’ordine “Qui nella lotta per la vita”, denunciano la concentrazione dei beni, che dovrebbero essere collettivi, in mani di alcuni pochi.

Un esempio chiaro, secondo i manifestanti, è l’Università Nazionale, che, nonostante il suo carattere pubblico, funziona come un privilegio e non come un diritto accessibile alla maggioranza.

Punti chiave della resistenza e delle richieste

Nella capitale, i manifestanti hanno installato dei Rifugi Umanitari di fronte a istituzioni come il Ministero dell’Interno, l’Agenzia Nazionale delle Terre (ANT) e il Ministero dell’Abitazione.

Da questi punti, i settori mobilitati propongono richieste concrete:

– Soluzioni alla crisi umanitaria nei territori.

– Lo smantellamento della dottrina militare.

– La difesa della Sovranità Nazionale e Popolare.

– Il diritto a rimanere nei propri territori.

– La cessazione delle stigmatizzazioni e dei discorsi criminalizzanti da parte di figure dell’élite.

Questo giovedì, sono state realizzate delle giornate di visibilizzazione alle porte e ai pedaggi di Bogotà, dove è stata denunciata la privatizzazione di beni comuni, come le strade.

Dichiarano che queste concessioni sono in mano del gruppo finanziario Grupo Aval, di Luis Carlos Sarmiento Angulo.

La mobilitazione continua nelle regioni

I blocchi e i punti di resistenza continuano in varie zone del paese, trasformati dalle comunità in focolai di richieste collettive.

Alcuni dei punti riportati sono:

– La Delfina a Buenaventura (Valle del Cauca).

– La via Quibdó-Medellín, all’altezza di El Carmen de Atrato (Chocó).

– La Panamericana, a Rosas (Cauca).

– Tame (Arauca).

– La via La Soberanía, a Toledo (Norte de Santander).

– Mutatá (Antioquia).

– La Ruta del Sol (Cesar).

Le comunità riportano che continuano ad essere decise nonostante la repressione da parte delle forze statali come l’UNDMO (la vecchia ESMAD della polizia).

Una sovranità che si costruisce dal basso

Questa mobilitazione ha rafforzato l’unità tra diversi processi organizzativi. Contadini, popoli indigeni, comunità afrodiscendenti, settori urbani, gioventù, donne e sindacati articolano le proprie lotte locali in una causa nazionale.

Non denunciano solo l’abbandono statale e la violenza, ma propongono anche alternative come la sovranità alimentare, l’accesso alla salute e un’educazione degna, e il controllo collettivo sui beni comuni.

Il nutrito gruppo di partecipanti afferma che la lotta per la sovranità popolare non termina con questa giornata, ma comincia a consolidarsi come un progetto politico costruito dalle basi.

Di fronte alla concentrazione del potere, insistono che la vera sovranità non si decreta da una scrivania, ma si costruisce camminando, organizzando e resistendo collettivamente.

*Foto del Cesar. Cortesía @Loues_blues y @Ab_zurdo_

16 ottobre 2025

Colombia Informa

Traduzione del Comitato Carlos Fonseca: “La soberanía se construye desde abajo”, pubblicato il 16-10-2025 in Colombia Informa, su [https://www.colombiainforma.info/la-soberania-se-construye-desde-abajo/] ultimo accesso 20-10-2025.