
Libera!
The Submarine - Wednesday, October 8, 2025
Il Parlamento europeo ha votato per confermare l’immunità parlamentare a Ilaria Salis, con un voto sul filo del rasoio: 305 parlamentari hanno votato per la revoca, e 306 per mantenerla — un solo voto di scarto: bastava la parità per condannarla. La diretta interessata ha commentato così: “Questo voto è una vittoria per la democrazia, lo Stato di diritto e l'antifascismo. Questa decisione dimostra che la resistenza funziona. Dimostra che, quando rappresentanti eletti, attivisti e cittadini difendono insieme i valori democratici, le forze autoritarie possono essere affrontate e sconfitte. La lotta è tutt'altro che finita. Le minacce permangono e continuare a lottare è essenziale. Tutti gli attivisti antifascisti presi di mira per aver sfidato l'autoritarismo e le forze fasciste devono essere difesi. Maja deve essere immediatamente riportata a casa e processata in Germania.” Salis ha anche chiesto di essere processata in Italia. (il Post)
L’esito della votazione è stato possibile dalla defezione di alcuni membri del Ppe che hanno votato in senso contrario alle indicazioni del partito. Se tutti i parlamentari popolari avessero votato come avevano chiesto Tajani e il capo delegazione Manfred Weber, infatti, Salis sarebbe stata riconsegnata all’Ungheria, dove l’aspettava un processo farsa per presunte “lesioni gravissime” a danni di due neonazisti. I più estremisti di destra della politica italiana ed europea, in particolare la Lega, si sono lamentati del fatto che il Ppe ha scelto di non mostrarsi completamente fascistizzato, con vari livorosi che hanno commentato con diverse sfumature di “vergogna!” È importante notare che la commissione giustizia aveva ravvisato “prove concrete” che il processo ungherese volesse “compromettere l’attività politica di Ilaria Salis nella sua qualità di deputata al Parlamento europeo” e avesse caratteri persecutori. La richiesta di revoca era arrivata il giorno dopo un attacco durissimo di Salis a Viktor Orban durante una sua visita all’europarlamento e non si contano le minacce politiche — non da ultimo il post su X del ministro ungherese Kovacs con le coordinate del carcere di massima sicurezza dove avrebbe dovuto essere rinchiusa. L’intera macchina messa in moto dalla destra europea per rinchiudere Salis è sorprendente: il relatore della mozione, lo spagnolo del Ppe Vazquez Lazara, aveva detto che “l’Ungheria non rispetta lo stato di diritto,” ma “quando dobbiamo occuparci dell'immunità dei membri, la Commissione giuridica non può valutare lo stato di diritto del Paese membro che chiede la revoca dell'immunità.” A suo dire, “si deve contrastare Orban solo con il rispetto delle regole, non violandole come fa lui.” (Corriere della Sera)