Libera!
Il Parlamento europeo ha votato per confermare l’immunità parlamentare a Ilaria
Salis, con un voto sul filo del rasoio: 305 parlamentari hanno votato per la
revoca, e 306 per mantenerla — un solo voto di scarto: bastava la parità per
condannarla. La diretta interessata ha commentato così: “Questo voto è una
vittoria per la democrazia, lo Stato di diritto e l'antifascismo. Questa
decisione dimostra che la resistenza funziona. Dimostra che, quando
rappresentanti eletti, attivisti e cittadini difendono insieme i valori
democratici, le forze autoritarie possono essere affrontate e sconfitte. La
lotta è tutt'altro che finita. Le minacce permangono e continuare a lottare è
essenziale. Tutti gli attivisti antifascisti presi di mira per aver sfidato
l'autoritarismo e le forze fasciste devono essere difesi. Maja deve essere
immediatamente riportata a casa e processata in Germania.” Salis ha anche
chiesto di essere processata in Italia. (il Post)
L’esito della votazione è stato possibile dalla defezione di alcuni membri del
Ppe che hanno votato in senso contrario alle indicazioni del partito. Se tutti i
parlamentari popolari avessero votato come avevano chiesto Tajani e il capo
delegazione Manfred Weber, infatti, Salis sarebbe stata riconsegnata
all’Ungheria, dove l’aspettava un processo farsa per presunte “lesioni
gravissime” a danni di due neonazisti. I più estremisti di destra della politica
italiana ed europea, in particolare la Lega, si sono lamentati del fatto che il
Ppe ha scelto di non mostrarsi completamente fascistizzato, con vari livorosi
che hanno commentato con diverse sfumature di “vergogna!” È importante notare
che la commissione giustizia aveva ravvisato “prove concrete” che il processo
ungherese volesse “compromettere l’attività politica di Ilaria Salis nella sua
qualità di deputata al Parlamento europeo” e avesse caratteri persecutori. La
richiesta di revoca era arrivata il giorno dopo un attacco durissimo di Salis a
Viktor Orban durante una sua visita all’europarlamento e non si contano le
minacce politiche — non da ultimo il post su X del ministro ungherese Kovacs con
le coordinate del carcere di massima sicurezza dove avrebbe dovuto essere
rinchiusa. L’intera macchina messa in moto dalla destra europea per rinchiudere
Salis è sorprendente: il relatore della mozione, lo spagnolo del Ppe Vazquez
Lazara, aveva detto che “l’Ungheria non rispetta lo stato di diritto,” ma
“quando dobbiamo occuparci dell'immunità dei membri, la Commissione giuridica
non può valutare lo stato di diritto del Paese membro che chiede la revoca
dell'immunità.” A suo dire, “si deve contrastare Orban solo con il rispetto
delle regole, non violandole come fa lui.” (Corriere della Sera)