I molti mondi di Aldo

Comune-info - Monday, September 8, 2025

Aldo Zanchetta ha dedicato anima e corpo, in molti modi diversi, lavorando tantissimo con i giovani, per costruire un mondo capace di contenere molti mondi, per dirlo con gli zapatisti. Appunti dopo l’incontro di sabato 6 settembre, a Lucca, quando oltre duecento persone hanno varcato l’ingresso della casa di Aldo e Brunella per ricordarlo

Aldo Zanchetta, al centro, affiancato da Gustavo Esteva (destra) e Marco Calabria (sinistra) in un’iniziativa promossa a Roma dalla redazione di Comune insieme al Casale Podere Rosa (13 aprile 2013: “La rivoluzione di ogni giorno”). Foto di Alessandro Di Ciommo

Aldo Zanchetta è nella terra della sua Gragnano, a pochi metri dalla tomba del figlio Moreno, scomparso tragicamente nel 2002. In una bella giornata di sole, sabato 6 settembre, oltre duecento persone hanno varcato l’ingresso della casa di Aldo e Brunella, per ricordare insieme uno degli intellettuali che più hanno dato alla città di Lucca negli ultimi trent’anni, da quando cioè Zanchetta, dopo aver lasciato l’azienda che aveva fondato si è dedicato anima, mente e corpo a costruire ponti tra i mondi, lavorando tantissimo con i giovani affinché avessero piena consapevolezza dell’esigenza di costruire un altro mondo, un mondo capace di contenere molti mondi come spiegano gli indigeni del Chiapas, gli zapatisti che son stati uno dei suoi punti di riferimento da quando – era il 1994 – sollevandosi in armi contro l’esercito messicano avevano gridato pubblicamente che la globalizzazione avrebbe solo alimentato ed accresciuto le disuguaglianze in tutto il mondo. 

Aldo in Chiapas ha costruito una scuola, in memoria di Moreno “Neno”: una scuola secondaria, per formare “promotores de educacion”, maestri autonomi di un nuovo sistema educativo ribelle laddove le scuole non c’erano. Simbolo di un approccio, quello di Aldo, al tempo stesso pragmatico e sognatore. Capace di tenere insieme il pensiero altissimo e l’agire trasformativo, di cogliere dinamiche e aderire ai processi sociali più innovativi e capaci di mettere in discussione il concetto di “sviluppo” (come ReCommon, di cui è stato presidente). 

“L’unica cosa che possiamo fare è essere fiammelle accese nel buio di questo mondo, per mantenere accesa la luce” scriveva nella prefazione a un libro sul pensiero di Ivan Illich (Altrapagina, 2007). Lui aveva iniziato a farlo da libraio, accanto alla figlia Chiara e a Mario Ciancarella, lo ha fatto da editore e poi dirigendo la Scuola per la Pace della provincia di Lucca, che permise a noi giovani di formarci incontrando alcune delle intelligenze più fini del ventesimo secolo, da Ivan Illich a Eduardo Galeano, da Fratel Arturo Paoli e Giulio Girardi, di cui ha ereditato la biblioteca, da Majid Rahnema a Don Samuel Ruiz, il vescovo degli indigeni del Chiapas, a cui lo ha legato un rapporto di profonda stima e amicizia. 

Sabato, mentre Marco Panattoni cantava Te Recuerdo Amanda, in tanti avevano gli occhi lucidi. Perché sono tanti (compreso chi scrive questo ricordo) quelli che possono riconoscersi nelle parole scelte da Roberto Sensi nel ricordarlo: “Resterai per sempre uno degli incontri più significativi della mia vita, e sono grato per questo”. 

LEGGI ANCHE:

Alle soglie di una nuova era

L'articolo I molti mondi di Aldo proviene da Comune-info.