
Israele pianifica una repressione violenta contro gli attivisti della flottiglia per Gaza
InfoPal - Monday, September 1, 2025
Palestina occupata – Quds News. Il ministro della Sicurezza nazionale di Israele, Itamar Ben-Gvir, ha preparato un nuovo piano violento per attaccare la più grande flottiglia di solidarietà con Gaza mai organizzata.
Secondo Israel Hayom, lo Stato occupante si sta preparando ad affrontare più di 200 attivisti provenienti da 44 Paesi, la cui missione è quella di rompere l’assedio israeliano su Gaza, che dura da 17 anni.
Ben-Gvir presenterà oggi il suo piano al primo ministro Benjamin Netanyahu e ai funzionari della sicurezza. Secondo Israel Hayom, il ministro vuole andare oltre gli arresti e le deportazioni, spingendo per un “piano deterrente” volto a punire gli attivisti pacifici.
Le proposte includono l’imprigionamento dei partecipanti nelle stesse dure condizioni dei palestinesi accusati di “terrorismo”. Gli uomini verrebbero inviati alla prigione di Ketziot, mentre le donne a quella di Damon. Le condizioni escluderebbero televisione, radio o cibo dignitoso. La detenzione durerebbe più a lungo rispetto agli arresti delle flottiglie precedenti.
Israele intende giustificare tali misure etichettando gli attivisti come violatori di una “zona militare chiusa”. I funzionari pianificano inoltre di costruire dossier contro di loro, accusandoli di legami con il “terrorismo” sulla base di foto e associazioni passate.
Un altro passo previsto sarebbe la confisca delle navi della flottiglia per convertirle in una flotta della polizia. Consulenze legali a sostegno della nazionalizzazione di navi straniere sono già state presentate.
Ben-Gvir sostiene che il precedente “trattamento morbido” nei confronti dei partecipanti alle flottiglie non sia servito a fermarli.
Questa strategia solleva timori di azioni violente in mare. Israel Hayom ha affermato che gli attivisti “potrebbero sfidare Israele non solo politicamente ma anche militarmente”. Tale narrativa viene solitamente usata da Israele come pretesto per attaccare navi pacifiche.
Le flottiglie passate hanno già affrontato arresti e confische di rifornimenti.