
Una prigioniera palestinese racconta la dura repressione nel carcere di Damon
InfoPal - Tuesday, August 26, 2025
Nablus. Una prigioniera palestinese ha descritto un quadro cupo delle sofferenze delle detenute nel carcere di Damon, denunciando gli abusi quotidiani perpetrati dalle autorità carcerarie israeliane.
Tramite il suo avvocato, Masa Ammar Ghazal, 23 anni, ha descritto la costante repressione a cui sono sottoposte le detenute palestinesi, in particolare durante l’attuale mese di agosto.
Secondo Ghazal, solo nel mese di agosto si sono verificati otto violenti attacchi. In un caso, quattro guardie e un agente hanno strappato con la forza gli orecchini a una detenuta, provocandole una perdita di sangue dalle orecchie.
“Percosse e urla sono diventate una realtà costante e le detenute non riescono a dormire per il dolore dopo ogni attacco”, ha aggiunto.
Condizioni difficili all’interno del carcere.
Ghazal ha descritto il peggioramento delle condizioni all’interno del carcere di Damon. Ha affermato che topi e lucertole invadono le celle, gli insetti si diffondono in tutte le sezioni e il sovraffollamento ha costretto tre donne a dormire sul pavimento.
Le cure mediche sono pressoché inesistenti. Ghazal ha spiegato che la risposta tipica dell’infermiera è semplicemente: “Non ci sono medicine”. Anche in mezzo a febbre e malattie della pelle, un singolo medicinale viene spesso condiviso tra otto prigioniere.
Il cibo è insufficiente e non soddisfa i bisogni nutrizionali di base. Gli abiti scarseggiano, costringendo le donne a prestarseli a vicenda, mentre ad alcune vengono negati anche gli oggetti più semplici.
Repressione sistematica.
Secondo la Società per i prigionieri palestinesi (PPS), attualmente 47 prigioniere sono costrette a sopportare condizioni dure e degradanti, caratterizzate da ripetute incursioni, politiche sistematiche di fame, confisca dei beni, umiliazioni e isolamento, pratiche comuni a tutti i prigionieri nelle carceri israeliane.
La PPS ha osservato che la maggior parte delle donne è trattenuta in detenzione amministrativa, con il pretesto di un “dossier segreto” o con accuse di cosiddetto “incitamento” sui social media, un’accusa che si è intensificata notevolmente dall’inizio del genocidio a Gaza.
Secondo il PPS, all’inizio di luglio 2025 il numero totale di prigionieri palestinesi nelle carceri israeliane ha raggiunto circa 10.800, tra cui 47 donne e 450 bambini, la cifra più alta dallo scoppio della Seconda Intifada nel 2000.
(Fonte: PIC).