
Terrorismo di Stato sionista contro un prigioniero inerme: “Non ci sconfiggerete”. Ben-Gvir irrompe nella cella di Marwan Barghouti e lo minaccia
InfoPal - Saturday, August 16, 2025
Palestina occupata. Il ministro israeliano per la Sicurezza Nazionale, esponente dell’estrema destra, Itamar Ben-Gvir, ha fatto irruzione nella cella del più noto detenuto palestinese, Marwan Barghouti, e lo ha minacciato.
Un filmato ampiamente diffuso sui social media mostra Ben-Gvir rivolgersi a Barghouti – in prigione dal 2002, con anni di isolamento alle spalle – dicendo: «Non vincerai. Chiunque si metta contro la nazione di Israele, chiunque uccida i nostri bambini e le nostre donne, lo spazzeremo via. Devi saperlo, [questo è successo] nel corso della storia».
I familiari del 66enne Barghouti, che hanno visto il filmato, hanno riferito ad Al Jazeera Arabic di un cambiamento “scioccante” nei suoi lineamenti, apparentemente dovuto a “esaurimento e fame”, e hanno espresso il timore che possa essere ucciso in carcere.
A ottobre, la Società dei Prigionieri Palestinesi aveva accusato il personale carcerario israeliano di aver «aggredito brutalmente» e ferito Barghouti mentre si trovava in isolamento.
Sua moglie, Fawda, ha dichiarato che Barghouti e altri prigionieri palestinesi subiscono gravi difficoltà dietro le sbarre israeliane.
«Marwan, ti stanno ancora inseguendo e perseguitando anche nella cella d’isolamento in cui vivi da due anni, e la lotta dell’occupazione e dei suoi esponenti contro di te continua. Le catene sono alle tue mani, ma conosco il tuo spirito e la tua determinazione, e so che resterai libero, libero, libero», ha scritto in un post su Facebook.
«So che l’unica cosa capace di scuoterti è ciò che senti riguardo al dolore del tuo popolo, e che l’unica cosa in grado di schiacciarti e ferirti è l’incapacità di proteggere i nostri figli e le nostre figlie. Tu sei del popolo; ovunque tu sia tra il popolo, sei uno di loro e parte di loro».
Il presidente del Consiglio Nazionale Palestinese (PNC), Ruhi Fattouh, ha condannato quelli che ha definito attacchi fisici e psicologici contro il leader incarcerato.
Fattouh ha dichiarato di ritenere Israele pienamente responsabile della vita di Barghouti, sottoposto a condizioni disumane durante l’isolamento, che ne avrebbero causato l’apparente stato di “debolezza e deperimento”.
«Queste violazioni rientrano nella sanguinosa guerra totale che prende di mira il nostro popolo palestinese e la sua leadership, guidata dal prigioniero Marwan Barghouti, e nell’aggressione di pulizia etnica lanciata dal governo terrorista di destra nei Territori palestinesi», ha affermato, invitando la Croce Rossa e altre organizzazioni per i diritti umani a intervenire immediatamente per garantire la sicurezza di Barghouti e degli altri detenuti palestinesi.
Il ministero degli Esteri palestinese ha rilasciato una dichiarazione in cui considera la visita di Ben-Gvir «una provocazione senza precedenti e un atto di terrorismo di Stato organizzato, parte dei crimini di genocidio, sfollamento e annessione subiti dai prigionieri e dal nostro popolo».
Izzat al-Risheq, alto funzionario di Hamas, ha dichiarato: «La brutalità non ha ormai altro significato se non nella figura di uno dei leader di questa entità disumana».
«Un ministro sionista raduna il suo esercito, le sue guardie e il sangue del suo Stato e si presenta davanti a un leader prigioniero, incatenato e isolato in una cella, a malapena in grado di reggersi in piedi, e gli dice: “Non trionferai su di noi!”», ha proseguito al-Risheq.
«Se Ben-Gvir avesse vinto a Gaza, non avrebbe detto ciò che ha detto. Ma questa è l’arroganza di un criminale che non è riuscito a raggiungere il suo obiettivo, il cui prestigio è stato infranto e la cui reputazione è stata macchiata dalla vergogna dei secoli», ha aggiunto.
In una dichiarazione separata, il gruppo ha definito la minaccia «una dimostrazione codarda che rivela il fascismo dell’occupazione e l’ostilità verso tutti i valori umani».
Ha inoltre affermato che la determinazione di Barghouti non potrà che rafforzarsi a seguito di questo gesto, che «consoliderà l’unità del movimento dei prigionieri di fronte alle politiche di repressione sistematica e agli abusi praticati dall’amministrazione carceraria dell’occupazione».
«Questo comportamento criminale è un’estensione dei crimini di guerra commessi nel carcere di Sde Teiman, dove si sono verificate orribili violazioni contro i prigionieri, tra cui medici, infermieri e giornalisti», ha concluso.
(Fonti: Quds News e PIC).