“Madleen” risponde alla richiesta di soccorso per rifugiati in mare

Freedom Flotilla - Thursday, June 5, 2025

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Data: 5 giugno 2025

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Si teme una violazione del principio di non respingimento in quanto le forze libiche violano il diritto internazionale

Intorno alle 07:36 EEST, la Madleen, in rotta verso Gaza, ha ricevuto un segnale di emergenza da un drone Frontex operativo nel Mar Mediterraneo centrale. L’equipaggio ha risposto via radio VHF, dopodiché il drone ha fornito una posizione aggiornata dell’imbarcazione in difficoltà. La Madleen ha immediatamente contattato le autorità greche ed egiziane. Tuttavia, entrambe hanno confermato di essere troppo lontane per rispondere e hanno consigliato alla Madleen di intervenire, se possibile.

In avvicinamento, l’equipaggio della Madleen ha visto che l’imbarcazione si stava rapidamente sgonfiando, con circa 30-40 persone a bordo. Data la natura urgente della situazione, hanno calato in acqua un gommone di salvataggio (RIB). Mentre le operazioni di soccorso erano in corso, un’altra imbarcazione si è avvicinata ad alta velocità. Inizialmente, pensando che si trattasse di un’imbarcazione egiziana – poiché si trovavano nella zona di ricerca e soccorso (SAR) egiziana – l’equipaggio si è trattenuto, esortando l’imbarcazione a prestare soccorso senza effettuare un rimpatrio forzato in Libia, dove i rifugiati rischiano detenzione, abusi e torture, o il trasferimento in Egitto, paese anch’esso non considerato sicuro per i richiedenti asilo.

Mentre l’imbarcazione si avvicinava e lanciava l’allarme, i membri dell’equipaggio della Madleen l’hanno identificata come una nave della Guardia Costiera libica, la Tareq Bin Zayed, nota per gravi violazioni dei diritti umani e per il coinvolgimento in precedenti respingimenti illegali di richiedenti asilo. Cresceva la preoccupazione che potessero riportare forzatamente i rifugiati in Libia, in violazione del diritto internazionale. L’equipaggio della Madleen ha intimato loro di non farlo, ma le autorità libiche non hanno risposto.

Per evitare di essere intercettate dalle autorità libiche, quattro persone si sono gettate in mare e hanno iniziato a nuotare disperatamente verso la Madleen. L’equipaggio ha quindi lanciato un mayday, chiedendo assistenza urgente, ma le altre imbarcazioni erano troppo lontane. L’equipaggio della Madleen ha tratto in salvo i quattro dall’acqua.

Secondo il diritto internazionale, il principio di non respingimento proibisce il rimpatrio di chiunque in un Paese, che sia o meno il Paese di origine, se in quel Paese correrebbe un rischio reale per la propria vita, libertà o sicurezza personale. L’equipaggio ha il dovere morale e legale di proteggere le persone soccorse in mare, soprattutto quando fuggono da un grave pericolo.

Le persone soccorse erano fuggite da violenze e persecuzioni in Sudan, per poi subire ulteriori violenze, detenzione e torture in Libia. Devono essere condotte in un Paese sicuro dove possano chiedere asilo, un Paese che rispetti i propri obblighi internazionali, incluso il principio di non respingimento.

Rima Hassan, membra del Parlamento Europeo a bordo della Madleen, ha dichiarato: “Denunciamo il ruolo dell’Unione Europea nell’ostacolare il movimento dei richiedenti asilo, in chiara violazione del diritto internazionale, un approccio che ha causato la morte di decine di migliaia di persone e trasformato il Mediterraneo in un cimitero”.

L’equipaggio della Madleen è in contatto con le ONG di ricerca e soccorso, che la stanno consigliando e assistendo, e chiede alle autorità greche, italiane e maltesi di adempiere con urgenza al loro obbligo legale di organizzare un salvataggio e un trasbordo sicuri dei rifugiati a bordo verso la salvezza in Europa.

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