IA, turbine a gas, centrali atomicheLe aziende tecnologiche americane stanno installando motori jet dismessi da
Boeing e Airbus come generatori d'emergenza per alimentare i data center AI, a
causa di tempi d'attesa superiori ai cinque anni per nuovi allacciamenti alla
rete elettrica.
Il progetto Stargate di OpenAI in Texas utilizza quasi 30 turbine aeroderivative
che generano complessivamente oltre 1000 megawatt, creando di fatto una centrale
elettrica temporanea in attesa del potenziamento delle infrastrutture
tradizionali.
Questa soluzione costosa e inquinante rivela un paradosso critico: le stesse
aziende che promuovono la sostenibilità sono costrette ad adottare tecnologie a
gas per non perdere la corsa competitiva nell'intelligenza artificiale.
Va precisato che l'uso di turbine derivate dall'aviazione non rappresenta una
novità assoluta nel panorama industriale. Per decenni, queste soluzioni sono
state impiegate in ambito militare e nelle piattaforme di trivellazione
offshore, dove la necessità di energia portatile e affidabile è sempre stata
prioritaria. Tuttavia, la loro comparsa massiccia nei data center segna un
momento storico e rivela quanto sia diventata critica la carenza di energia
negli Stati Uniti. Si tratta di un segnale inequivocabile: quando giganti
tecnologici con bilanci da decine di miliardi di dollari ricorrono a soluzioni
definite "di transizione", significa che il problema è strutturale.
Amazon dal canto suo punta sul nucleare, con il progetto Cascade Advanced Energy
Facility nello stato di Washington, un campus nucleare basato su reattori
modulari SMR per alimentare i propri data center con energia carbon-free. Il
progetto utilizza la tecnologia Xe-100 e punta ad avviare la produzione
elettrica negli anni '30, rappresentando il primo impegno concreto di una Big
Tech nella costruzione di nuova capacità nucleare.
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