Dentro i laboratori che “leggono” le malattie: l’alleanza AITIC–Fondazione Alessandra Bono e la sfida di rilanciare l’Anatomia Patologica in Italia
C’è un luogo, nella medicina moderna, dove la diagnosi prende forma prima ancora
che inizi la terapia: è il laboratorio di Anatomia Patologica. Un crocevia
silenzioso, spesso invisibile agli occhi del grande pubblico, ma decisivo per
stabilire se una cura sarà efficace o se un tumore potrà essere intercettato in
tempo.
Ed è proprio da qui, da questo “dietro le quinte” della sanità, che nasce
l’alleanza strategica tra AITIC (Associazione Italiana Tecnici di Istologia e
Citologia) e la Fondazione Alessandra Bono, presentata a Corte Franca il 28
novembre. Un progetto che unisce formazione, ricerca e divulgazione per
restituire centralità a una disciplina tanto complessa quanto cruciale.
L’anatomia invisibile che guida le cure
Quando un paziente si sottopone a una biopsia o a un intervento chirurgico, il
percorso non si esaurisce in sala operatoria. Quel frammento di tessuto finisce
nelle mani di tecnici specializzati e anatomo-patologi, professionisti che –
attraverso microscopia, colorazioni, citologia e oggi anche test molecolari –
decodificano la malattia.
In un’epoca di terapie personalizzate, sono loro a individuare biomarcatori e
mutazioni che orientano oncologi e chirurghi nelle scelte terapeutiche. Senza un
laboratorio efficiente, la medicina di precisione resta una promessa incompiuta.
Eppure, raccontano gli addetti ai lavori, questo settore soffre ancora di una
scarsa visibilità. «È una disciplina in continua evoluzione – ricorda il
professor P. Luigi Poliani, direttore dell’Anatomia Patologica degli Spedali
Civili di Brescia – ma poco conosciuta dai giovani, che spesso ignorano quanto
sia centrale per la medicina moderna».
Quando scienza e comunità si incontrano
È qui che interviene la collaborazione AITIC–Fondazione Alessandra Bono, decisa
a colmare un vuoto culturale e a investire sulle nuove generazioni.
I progetti avviati negli ultimi anni parlano chiaro: laboratori aperti agli
studenti degli istituti superiori, concorsi artistici nati dall’elaborazione di
immagini microscopiche, mostre itineranti e strumenti digitali divulgativi. Un
modo per raccontare la scienza fuori dalle aule universitarie, rendendola
accessibile e attraente.
Ma la divulgazione non basta. Serve anche sostenere chi nei laboratori ci lavora
ogni giorno. Per questo nel 2026 partirà un bando nazionale rivolto ai Tecnici
di Laboratorio under 35 iscritti a Master in ambito anatomo-patologico: fondi
dedicati e la possibilità di presentare le tesi al Congresso Nazionale AITIC.
«Un investimento concreto nella crescita professionale», sottolinea Massimo
Bonardi, vicepresidente AITIC.
Dai laboratori pilota a una rete nazionale
La partnership ha già prodotto risultati tangibili. Il Progetto Multicentrico,
avviato nel 2022 con sei laboratori, oggi coinvolge 18 centri in dieci regioni.
L’obiettivo è ambizioso: standardizzare protocolli, migliorare la qualità
pre-analitica e fotografare lo stato dell’arte dell’Anatomia Patologica
italiana. Un documento condiviso verrà pubblicato nella primavera 2026.
Intanto cresce anche l’offerta formativa: i “Mercoledì Accademici” sono passati
da quattro a sei appuntamenti annuali, con oltre 150 iscritti nel 2025, mentre
prosegue il Premio Studio Alessandra Bono, dedicato ai neolaureati che scelgono
di specializzarsi in un ambito ancora considerato “di nicchia”.
Una scommessa sulla cura del futuro
«Per migliorare la sopravvivenza nelle malattie oncologiche servono laboratori
d’eccellenza e risorse umane altamente qualificate», afferma Laura Ferrari,
vicepresidente della Fondazione Alessandra Bono. Parole che riassumono il senso
ultimo di questa alleanza: riportare attenzione su un settore che, pur lavorando
lontano dai riflettori, determina la qualità dell’intero sistema sanitario.
Dietro ogni vetrino, dietro ogni immagine microscopica, c’è una diagnosi che
cambia la vita di un paziente. Rafforzare l’Anatomia Patologica significa, in
ultima analisi, rafforzare il diritto alla cura. Ed è su questo terreno –
tecnico, umano e politico insieme – che AITIC e la Fondazione Alessandra Bono
hanno scelto di investire. Una scelta che parla di futuro, non solo della
medicina, ma della comunità intera.
Per approfondimenti: https://www.fondazionealessandrabono.it/ e
https://www.aitic.it/
Simona Duci