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Farmaci TEVA: sempre più comuni dicono “No, grazie!”
"Il nostro potere d'acquisto sarà la chiave che deciderà il futuro, che deciderà il nostro destino in questo Paese" (Mkhuseli "Khusta" Jack, politico e attivista sud africano) Laddove i governi si mostrano ciechi e muti di fronte al mancato rispetto del Diritto Internazionale e della dignità umana, calpestati da un genocidio e da un opprimente stato di apartheid, i cittadini e le amministrazioni locali possono fare il primo passo mostrando la via possibile da percorrere per agire concretamente contro uno Stato, quello di Israele, che sembra godere della totale impunità a livello internazionale. Lo dimostrano le azioni intraprese in questi mesi da diverse amministrazioni locali, riguardanti l’interruzione dei rapporti commerciali con aziende israeliane e, in particolare, con la multinazionale farmaceutica TEVA, leader mondiale nella produzione di farmaci generici. TEVA é da tempo oggetto di una specifica campagna di boicottaggio da parte di BDS Italia e Rete Sanitari per Gaza (Campagna “Teva? No grazie!”), in quanto rea di trarre profitto dal sistema di occupazione israeliano contribuendo allo stesso tempo al finanziamento e al mantenimento della situazione illegale nei territori palestinesi occupati[1]. La disamina di quanto fatto da alcune amministrazioni locali italiane da un lato può essere utile per chi vorrà intraprendere un percorso simile, avendo a disposizione esempi e possibili modalità attuative[2], dall’altro mostra come nel corso del 2025 ci sia stata una pulsante mobilitazione dal basso innescata dall’evidenza drammatica dell’inoperosità degli organi statali e anzi della loro sostanziale complicità nei confronti delle azioni genocidiarie dello stato di Israele. Uno dei primi Comuni a mobilitarsi è stato quello di Sesto Fiorentino, con l’approvazione a fine giugno di una delibera[3] per l’interruzione di ogni forma di relazione istituzionale con governo, enti e istituzioni israeliane o collegate al governo israeliano. Con la delibera il Comune invitava, altresì, le società e gli enti partecipati, di cui il Comune è socio, a valutare l’applicazione di misure analoghe anche con l’adesione a campagne di boicottaggio di prodotti realizzati da aziende israeliane o a capitale israeliano. Una delle conseguenze che ha avuto più eco nei mass media è stata la sospensione degli accordi commerciali con l’azienda TEVA. In pratica, nelle otto farmacie comunali di Sesto Fiorentino, i farmaci da banco di aziende israeliane non sono più oggetto di promozione e non vengono messi in vista, ma possono comunque essere richiesti, così come continuano ad essere forniti alcuni farmaci non sostituibili o che fanno parte di terapie già avviate. Successivamente anche altre amministrazioni comunali hanno fatto scelte analoghe, aderendo, nelle modalità a loro disponibili, o invitando al boicottaggio di prodotti israeliani tra cui i farmaci a marchio TEVA. È il caso, ad esempio, dei comuni di Poggibonsi[4], di Calenzano, di Corinaldo e di Rosignano Marittimo[5]. Quest’ultimo, nello specifico, con una delibera di luglio ha rivolto un atto di indirizzo alla società controllata che gestisce le farmacie comunali del territorio disponendo di interrompere gli acquisti di farmaci, parafarmaci e cosmetici israeliani fino a quando non sarà ripristinato il rispetto del diritto internazionale; lo stesso è stato disposto dagli altri Comuni soci della società, Castellina e Montescudaio. In questo caso la delibera ricordava nelle premesse le numerose risoluzioni ONU (dal 1947 in poi) esplicitanti i diritti dei palestinesi all’autodeterminazione, all’indipendenza e al ritorno. Diritti che il popolo palestinese, è bene ricordare, non vede neanche lontanamente applicati. Il rispetto del diritto internazionale viene richiamato anche nella delibera del Comune di Campi Bisenzio[6] con cui l'amministrazione ha disposto “l’interruzione di ogni forma di relazione istituzionale ed economica con i rappresentanti del Governo israeliano, nonché con enti e istituzioni direttamente riconducibili allo Stato di Israele, fino a quando non sarà ripristinato il rispetto del diritto internazionale". È di agosto, invece, un’analoga delibera del Comune di Barberino Tavarnelle[7]. Da sottolineare come in questo caso il comune invitasse all’azione concreta anche lo Stato Italiano indirizzando ad esso la necessità di sospendere i rapporti economici e commerciali con Israele. Il sindaco stesso ha ribadito, inoltre, l’importanza di utilizzare la strategia della spesa critica, ovvero del boicottaggio mirato, per esercitare pressione economica sul governo israeliano. Il Comune di Rovereto[8] ha, invece, assunto un diverso approccio. A seguito di una raccolta firme promossa da un gruppo di cittadini, il Comune ha previsto di adottare le seguenti iniziative tramite Società Multiservizi Rovereto: utilizzo di materiale informativo sulla disponibilità nelle farmacie comunali di farmaci equivalenti  alternativi a quelli di origine israeliana, lasciando in tal modo all’utente la discrezionalità di scelta, e l’organizzazione di una raccolta farmaci o fondi da donare ad una associazione umanitaria operante nel territorio di Gaza. A settembre il Comune di Jesi[9] con una delibera di giunta ha chiesto alle società che hanno in gestione le farmacie comunali di interrompere la vendita di farmaci a marchio TEVA sostituendoli con farmaci equivalenti, esplicitando di aver accolto la proposta della campagna nazionale “Teva? No, grazie!”. Il Consiglio Comunale di Castelnuovo Rangone[10] ha approvato una mozione che chiede di adottare le stesse misure, di nuovo citando la campagna nazionale di boicottaggio di TEVA. Da sottolineare, infine, che anche alcune farmacie private si sono mosse negli ultimi mesi aderendo al boicottaggio dei farmaci TEVA. E’ il caso, ad esempio, della farmacia Salustri di Loreto e della farmacia Usai di Bari Sardo che ha preso la decisione di non vendere più i farmaci del marchio TEVA per “una collettiva presa di posizione etica”[11]. Dopo questa esposizione, non esaustiva, di diversi casi di amministrazioni comunali impegnate nel concretizzare il loro impegno al rispetto del diritto internazionale attraverso azioni di boicottaggio, ovvero di pressione economica, è il momento di considerare alcuni importanti aspetti pratici. In primis è importante leggere con accortezza quanto riportato dai giornali: alcune semplificazioni giornalistiche possono indurre in inganno facendo credere che il Comune abbia deciso di eliminare tout court tutti i farmaci a marchio TEVA dalle farmacie comunali senza evidenziare correttamente l’iter seguito che contempla, invece, l’approvazione di mozioni di indirizzo dei Consigli Comunali, e/o di delibere di Giunta indirizzate alle aziende partecipate o controllate che gestiscono le farmacie comunali, a cui viene richiesto di accogliere delle indicazioni che non si configurano come imposizioni, in quanto le decisioni sugli approvvigionamenti rimangono di competenza degli amministratori delle aziende, le quali sono soggetti a parziale (o totale, a seconda dei casi) controllo pubblico che operano in un mercato privato in regime di libera concorrenza. Analogamente, nessuna delibera di Giunta ha imposto di recedere dai contratti di fornitura in essere, né ha chiesto di privare i cittadini di farmaci essenziali: qualora dei farmaci a marchio TEVA non siano sostituibili, le aziende continuano a fornirli, nel rispetto del diritto alla salute. In tutti i casi esposti un ruolo centrale viene assunto dall’esigenza del rispetto del Diritto Internazionale, richiamato da diverse giunte comunali. Così una consigliera del Comune di Castelnuovo risponde ai vari commenti di critica: “La mozione segue il parere consultivo della Corte Internazionale di Giustizia del 19 luglio 2024. Non è ideologia, ma una responsabilità legale. Non si tratta di un’opinione, ma di un dovere istituzionale: non finanziare ciò che il diritto internazionale condanna». In questo momento storico in cui il Diritto, assieme all’umanità, sembra non avere più importanza, proiettandoci in una realtà distopica, è dal basso, dalla società, dalle amministrazioni locali, che sembra arrivare un richiamo per il ripristino di un ordine morale e legislativo necessario per la tutela di tutti. E questo richiamo non deve essere momentaneo, dato dall’urgenza di fermare il genocidio nella Striscia di Gaza, ma deve avere eco fino a quando tutti i diritti dei palestinesi non verranno attuati. Come ha sottolineato il Sindaco di Sesto Fiorentino, “la campagna di boicottaggio [...] finirà quando sarà ripristinato il diritto internazionale, quando smetteranno di uccidere le persone e occupare i territori.”  [1] Si veda Dossier Campagna “TEVA: no grazie!” [2] Per ulteriori informazioni per gli enti territoriali, tra cui facsimili di atti, si veda: https://www.entiterritorialiperlapalestina.it/ [3]  https://www.comune.sesto-fiorentino.fi.it/novita/comunicati/sesto-fiorentino-stop-alla-vendita-di-prodotti-israeliani-tutte-le-farmacie [4] http://radiosienatv.it/poggibonsi-farmacia-comunale-dice-no-a-prodotti-di-aziende-israeliane-legate-ai-conflitti/ [5] https://www.comune.rosignano.livorno.it/Novita/Comunicati/BOICOTTAGGIO-COMMERCIALE-NO-ALL-ACQUISTO-DI-FARMACI-PARAFARMACI-E-COSMETICI-PRODOTTI-DA-AZIENDE-ISRAELIANE-FINO-A-QUANDO-NON-SARA-RIPRISTINATO-IL-RISPETTO-DEL-DIRITTO-INTERNAZIONALE [6] https://www.lanazione.it/firenze/cronaca/campi-bisenzio-rompe-con-israele-961f7d44 [7] https://drive.google.com/file/d/1uEl0-hPe5n8RekC96B_TRjySNEMhUDm_/view?usp=drive_link [8] https://www.iltquotidiano.it/articoli/a-rovereto-le-farmacie-comunali-segnaleranno-i-prodotti-israeliani-ai-clienti/ [9] https://www.centropagina.it/jesi/attualita-farmacie-comunali-prodotti-teva/ [10] https://www.gazzettadimodena.it/modena/cronaca/2025/10/02/news/caso-teva-paradisi-frena-il-pd-farmaci-israeliani-garantiti-1.100769237  [11] https://www.italiachecambia.org/2025/07/boicottare-israele-ogliastra/
Napoli: 4 fermi e abusi di polizia per la contestazione all’azienda israeliana Teva
Ieri mattina, dopo la manifestazione statica e pacifica contro il colosso farmaceutico Teva, complice del genocidio contro il popolo palestinese, alcune attivisti e attivisti che hanno inscenato un flash mob con striscioni, canti e slogan, mentre si avviavano all’uscita, sono stati bloccati e identificati dalla forze dell’ordine, circondati e malmenati […] L'articolo Napoli: 4 fermi e abusi di polizia per la contestazione all’azienda israeliana Teva su Contropiano.
Il grido di migliaia di sanitari contro il genocidio a Gaza
Un grido di denuncia è stato lanciato chiaro e forte. Migliaia di medici e operatori sanitari, hanno partecipato giovedì 28 agosto in tutta Italia alla Giornata nazionale di digiuno per Gaza. Giornata di mobilitazione ‘Contro il genocidio a Gaza’ promossa dagli operatori del servizio sanitario della rete #digiunogaza, dalla rete “Sanitari per Gaza” […] L'articolo Il grido di migliaia di sanitari contro il genocidio a Gaza su Contropiano.
Teva? No grazie. Le ragioni del boicottaggio
La vicenda della dottoressa e della infermiera, e del loro video in cui invitavano a boicottare l’azienda israeliana TEVA ha destato molto rumore, e non sono mancate inesattezze, strumentalizzazioni e tentativi pretestuosi di invalidare una campagna che, partita dall’Italia, ha ormai assunto carattere internazionale: fosse proprio questo il problema? Si […] L'articolo Teva? No grazie. Le ragioni del boicottaggio su Contropiano.
Sesto Fiorentino: un esempio concreto di solidarietà con la Palestina
BDS Italia esprime pieno sostegno alla coraggiosa presa di posizione del Comune di Sesto Fiorentino, che ha scelto di passare dalle parole ai fatti in un momento cruciale per la difesa dei diritti umani e della giustizia internazionale. La Giunta comunale, guidata dal sindaco Lorenzo Falchi, ha deciso di sospendere ogni acquisto e commercializzazione di prodotti farmaceutici e cosmetici provenienti da aziende israeliane nelle farmacie comunali. Si tratta della prima iniziativa di boicottaggio istituzionale adottata da un ente locale in Italia: un segnale forte e concreto contro la complicità con le politiche coloniali e di apartheid dello Stato di Israele. La misura ha un impatto simbolico e pratico rilevante, in particolare nei confronti dell’azienda TEVA, multinazionale farmaceutica israeliana leader mondiale nella produzione di farmaci generici. TEVA è già da tempo oggetto di una campagna di boicottaggio da parte di BDS Italia, a causa del suo diretto coinvolgimento nell’economia dell’occupazione israeliana. È importante sottolineare che la maggior parte dei farmaci TEVA è sostituibile con altri generici, e che il boicottaggio non si applica ai farmaci non sostituibili, nel rispetto del diritto alla salute delle persone. Questa scelta assume ancora più significato nel contesto attuale, in cui il governo italiano continua a sostenere Israele a livello politico, economico e militare, nonostante le gravi violazioni dei diritti umani e le recenti sentenze della Corte Internazionale di Giustizia che parlano chiaramente di potenziale genocidio a Gaza. In questo scenario, Comuni, Regioni ed enti pubblici hanno la possibilità – e la responsabilità – di adottare misure concrete per porre fine a ogni forma di complicità. Per questo, BDS Italia lancia un appello a tutti gli enti pubblici affinché: --> interrompano ogni tipo di rapporto istituzionale ed economico con Israele, finché continueranno l’occupazione, il colonialismo e il genocidio del popolo palestinese --> adottino politiche etiche di appalti e investimenti, escludendo le aziende coinvolte in gravi violazioni dei diritti umani, in Palestina come altrove  --> esercitino pressione sul governo italiano, affinché rispetti gli obblighi derivanti dalle sentenze della Corte Internazionale di Giustizia del 2024, incluso un embargo militare totale nei confronti di Israele --> sostengano le campagne del movimento BDS, contribuendo così a costruire un fronte sociale e istituzionale per la giustizia e la liberazione della Palestina. Serve una presa di posizione collettiva, coraggiosa e concreta.  Il tempo della neutralità è finito.  La solidarietà non si dichiara: si pratica. BDS Italia