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Studenti, lavoratori e docenti non si arruolano né mettono l’elmetto
L’accordo bocciato da studenti, docenti e lavoratori del Dipartimento di Filosofia dell’Università di Bologna si deve fare: questa la linea secca del Governo e della Ministra Bernini dopo la vittoria il mese passato della mobilitazione di studenti insieme a docenti e personale TAB contro la proposta di creare un corso […] L'articolo Studenti, lavoratori e docenti non si arruolano né mettono l’elmetto su Contropiano.
Germania: sciopero scolastico contro il servizio militare obbligatorio il 5 dicembre
Il 5 dicembre 2025 è stato annunciato in diverse città tedesche uno sciopero scolastico nazionale contro la reintroduzione del servizio militare obbligatorio, nell’ambito di una giornata di azione promossa dagli studenti. Il 5 dicembre, infatti, il Bundestag dovrebbe approvare la nuova legge sul servizio militare. Ciò ha suscitato un’ampia opposizione da parte dei giovani interessati e dei gruppi pacifisti. Gli organizzatori sono principalmente l’alleanza studentesca “Schulstreik gegen Wehrpflicht am 05.12.” (Sciopero scolastico contro il servizio militare obbligatorio il 5 dicembre), “Nein zur Wehrpflicht” (No al servizio militare obbligatorio, associazioni giovanili di sinistra) e il Bundesausschuss Friedensratschlag (Comitato federale per la pace), che ha deciso la giornata di azione durante il suo congresso a Kassel. Inoltre, tradizionali gruppi pacifisti come la DFG-VK e vari gruppi giovanili e scolastici, ad esempio le associazioni locali dei Falken, molte iniziative scolastiche locali e reti informali sui canali dei social media. Il 12 novembre 2025 la coalizione di governo ha concordato una visita di leva obbligatoria per TUTTI i maschi di 18 anni che sono cittadini tedeschi (tagesschau e mdr). Se tra coloro che sono stati giudicati “idonei al servizio militare” non si trovano abbastanza volontari per il servizio militare, verrà introdotto un servizio militare obbligatorio e si procederà a un sorteggio per decidere chi dovrà prestare servizio nell’esercito! Ai giovani non viene chiesto nulla riguardo al servizio obbligatorio. La ragion di Stato e la preparazione alla guerra hanno la priorità per la coalizione nero-rossa. Bessere Welt Info offre una piattaforma indipendente, neutrale e aggiornata quotidianamente dedicata allo sciopero scolastico e alle proteste degli studenti contro il servizio militare obbligatorio. Inoltre, forniamo informazioni sul servizio militare obbligatorio, sulla Bundeswehr e sulla NATO, sull’obiezione di coscienza e sui concetti di sicurezza alternativi. Siamo un’organizzazione senza scopo di lucro e senza pubblicità. Ora sta a voi: esplorate, utilizzate, condividete e diffondete. Siamo aperti a suggerimenti di miglioramento dal punto di vista degli studenti e dei giovani: Contatto. Si sta mobilitando e si invita a scioperi scolastici e manifestazioni. La decisione di scegliere il 5 dicembre come data è stata presa dall’alleanza giovanile “No al servizio militare obbligatorio” ed è stata sostenuta dal Consiglio per la pace di Kassel in una riunione con circa 500 attivisti e rappresentanti dei giovani. L’alleanza definisce esplicitamente la data come una “giornata di azione contro il servizio militare obbligatorio e la militarizzazione della società”. L’alleanza mette in guardia contro una crescente militarizzazione della società e vede nel dibattito sul servizio militare non solo una decisione di politica di sicurezza, ma soprattutto una decisione di politica sociale. Mentre il servizio militare obbligatorio era sospeso in Germania dal 2011, a partire da luglio 2027 dovrebbe essere reintrodotto in una nuova forma: tutti i giovani uomini nati a partire dal 2008 saranno sottoposti a visita medica obbligatoria, mentre le donne potranno arruolarsi volontariamente. Sulla base di un questionario e di visite mediche, la Bundeswehr deciderà chi sarà effettivamente arruolato. Inizialmente il servizio rimarrà volontario, ma in caso di carenza di personale è prevista la coscrizione obbligatoria. Flickr | IPPNW Deutschland – CC BY-NC-SA 4.0 Il Friedensratschlag (Consiglio per la pace) vede in questo un tentativo di “rendere la Germania pronta alla guerra invece che alla pace”. La giornata di azione vuole quindi lanciare un segnale chiaro che i giovani non intendono accettare passivamente questo sviluppo. Il 5 dicembre sono quindi previsti scioperi scolastici, manifestazioni, stand informativi e azioni di protesta creative in numerose città. Soprattutto a Friburgo, Potsdam, Berlino, Kassel, Lipsia e Halle, associazioni giovanili e gruppi pacifisti stanno già mobilitando i giovani affinché scioperino e partecipino a manifestazioni pubbliche. Gli studenti di Potsdam invitano a «non stare a guardare in silenzio mentre noi e i nostri amici siamo costretti a uccidere e morire per sorteggio» e chiedono che gli istituti scolastici rimangano luoghi di pace e non diventino campi di reclutamento. Online circolano già hashtag e video di appello che invitano a partecipare allo sciopero. Gli organizzatori sottolineano che si tratta di una giornata di protesta della società civile, pacifica, democratica e motivata dalla politica giovanile. L’obiettivo è quello di rilanciare il dibattito pubblico sul servizio obbligatorio, la militarizzazione e la giustizia sociale. Si sostiene che il servizio militare obbligatorio, sia esso militare o civile, limiti i giovani nella loro libera pianificazione della vita, crei disuguaglianze sociali e contribuisca in misura minima alla moderna capacità di difesa. Invece di servizi obbligatori a breve termine, sono necessari investimenti a lungo termine nell’istruzione, per la pace e la diplomazia. La giornata di azione del 5 dicembre è quindi considerata un banco di prova per la capacità di mobilitazione del movimento pacifista e la voce politica dei giovani sulle questioni di politica di sicurezza. Se, come si spera, migliaia di studenti in tutta la Germania parteciperanno, il segnale potrebbe andare ben oltre la giornata stessa: contro la militarizzazione della vita quotidiana, per una cultura democratica della pace e contro l’idea che la sicurezza possa essere raggiunta solo attraverso l’esercito e il servizio militare obbligatorio. Il 5 dicembre è quindi simbolico per una generazione che non si limita più a stare a guardare, ma rivendica con sicurezza il diritto di avere voce in capitolo sulle questioni di guerra e pace e di partecipare alle decisioni sul proprio futuro. Tutte le informazioni importanti sullo sciopero scolastico e sulle proteste degli studenti sono disponibili qui sotto Sciopero scolastico – Molte città e gruppi sugli account Instagram dedicati. Ecco i nostri post sui social media da condividere: Twitter, Bluesky, Instagram, Facebook e LinkedIn. Il nostro URL breve è: betterl.ink/schulstreik. Fate passaparola. -------------------------------------------------------------------------------- Bessere Welt Info è una fonte centrale di informazioni su temi futuri come la pace, l’ambiente, i diritti umani e la giustizia sociale in tutto il mondo. Bessere Welt Info è una piattaforma partecipativa senza scopo di lucro per informare e mettere in rete le persone che vogliono rendere il nostro mondo un po’ migliore! Offre un elenco Internet con accesso facile e veloce a oltre 725.000 link e guide selezionati con cura su temi globali. Bessere Welt Info è una risorsa unica e uno strumento potente per chi si batte per un mondo migliore. Tutto questo in una piattaforma dinamica e collaborativa con link e testi inseriti da persone come te per persone come te! -------------------------------------------------------------------------------- TRADUZIONE DAL TEDESCO DI THOMAS SCHMID CON L’AUSILIO DI TRADUTTORE AUTOMATICO. Pressenza Hannover
Leva volontaria: Giovanni XXIII, vogliamo esercito di operatori di pace non armati
Leva volontaria: Comunità Giovanni XXIII, vogliamo esercito di operatori di pace non armati «Non siamo favorevoli alla reintroduzione della leva» «Vogliamo esercito di operatori di pace non armati e nonviolenti. La proposta di reintrodurre la leva militare è l’opposto di ciò di cui c’è bisogno per garantire pace e sicurezza. Ogni volta che uno Stato aumenta la propria potenza militare viene percepito da altri stati come una minaccia, per cui il rischio di guerra aumenta anziché diminuire». È quanto dichiara Matteo Fadda, presidente della Comunità Papa Giovanni XXIII, in merito alla proposta sulla leva volontaria in Italia proposta dal Ministro della Difesa, Guido Crosetto, in risposta al nuovo contesto di insicurezza internazionale. «L’Italia è stata protagonista fin dall’inizio della costruzione della pace tramite lo sviluppo dell’Unione Europea – continua Fadda –. Proponiamo che lo sia anche adesso in questo momento difficile a livello internazionale. Per questo non solo non siamo favorevoli alla reintroduzione della leva militare, ma invitiamo: a potenziare e valorizzare il Servizio civile universale come strumento di Difesa civile non armata e nonviolenta della Patria; a potenziare l’investimento già in essere per costituire e stabilizzare un Corpo di pace formato da civili che possa intervenire in contesti di conflitto sia a sostegno della popolazione civile, sia per favorire il dialogo tra le parti; ad istituire un Ministero della Pace che promuova un diverso paradigma di sicurezza con un dipartimento dedicato alla difesa nonviolenta, perché nelle democrazie mature la sicurezza nazionale non può più essere pensata come un sistema monolitico fondato esclusivamente sulle forze armate. Molti cittadini, anche oltre i limiti di età del Servizio civile e dei Corpi civili di pace, desiderano e sarebbero pronti a formarsi ed addestrarsi nella difesa non armata e nonviolenta». «Facciamo queste proposte – conclude Fadda – forti del cammino con più di 3 mila obiettori e volontari che hanno scelto il servizio civile con la nostra associazione dal 1975 ad oggi. E forti dell’esperienza di 33 anni di intervento nei conflitti con Operazione Colomba, il nostro corpo di pace formato da civili che vivono al fianco di coloro che le guerre non le hanno scelte e da cui non possono scappare, come anziani e disabili. Noi siamo disponibili a mettere a disposizione del ministro Crosetto la nostra esperienza che può essere replicata su larga scala. Infine, parleremo della possibilità della reintroduzione della leva militare obbligatoria a Rimini, il 12 e 13 dicembre, al convegno Inneschi – Scintille che generano la pace». Redazione Italia
Leva militare e militarizzazione: l’Europa di fronte a nuove sfide
Sul finire degli anni Ottanta del secolo scorso, con il crollo del Muro di Berlino e lo sgretolamento del Patto di Varsavia, NATO, USA e Europa capirono che si stavano aprendo enormi spazi per la loro egemonia economica e militare. Nell’arco di pochi anni la NATO iniziò ad espandersi nell’est e nel Nord Europa, iniziava allora quella che venne stupidamente definitiva “una nuova era di pace“, visto che un decennio dopo l’Occidente capitalista scatena conflitti con milioni di morti. In quel contesto storico la leva era un ferro vecchio del secolo precedente, serviva un esercito di professionisti, meno numeroso ma operativo per interventi in varie parti del Globo. E fu così che tanti Paesi decisero di archiviare la leva obbligatoria, congelandola in attesa degli eventi. Il conflitto tra Russia ed Ucraina ci riporta indietro nel tempo ed è indubbio che soffino venti di guerra visto che la Bundeswehr (forze armate tedesche) ha redatto un corposo documento reso pubblico nei giorni scorsi ipotizzando nei minimi particolari lo scontro con la Russia. Il Wall Street Journal ha parlato di questo documento e c’è un passaggio, riportato anche da Il Fatto Quotidiano in un articolo pubblicato nell’edizione del 29 novembre, in cui si parla della necessità di spostare fino a 800 mila soldati NATO verso il confine Russia. Solo questo spostamento comporta una rete ferrovia, stradale, dei porti e degli aeroporti funzionanti, una rete logistica e infrastrutturale da ammodernare per scopi di guerra. Al posto della manutenzione dei territori abbiamo un piano di logistica con investimenti straordinari, ecco un esempio pratico di come si sta facendo strada (letteralmente) quella che definiamo economia di guerra. Logiche e strategie da Guerra fredda, un intervento indispensabile perchè innumerevoli vie di comunicazioni non sono adeguate al trasporto di armi e la rete ferroviaria da tempo necessita di investimenti e ammodernamenti. Se qualcuno ironizzava sulle dichiarazioni di Crosetto riguardo al pericolo di attacchi ibridi presto dovrà ricredersi  visto che sta per arrivare in Parlamento un disegno di legge per soldati volontari. Non si parla ancora di leva obbligatoria, ma per trovare un numero congruo di soldati le strade sono molteplici e al fine di invogliare i giovani a scegliere la via militare interverranno sulle condizioni lavorative e previdenziali. Ad esempio, i militari potrebbero beneficiare di scivoli e aiuti per una uscita anticipata dal mondo del lavoro facendo pesare più di ogni altra categoria i contributi versati. Ad esempio, 30 anni di servizio militare potrebbero essere equiparati a 43 anni di contributi per arrivare alla pensione con un elevato assegno pur avendo dieci e oltre anni di contributi versati in meno. E sempre nei mesi scorsi avevano parlato di welfare e piano casa per i militari, di buste paga maggiorate, tutte ipotesi ancora al vaglio del Governo La questione va quindi affrontata nella sua complessità perchè una lettura di questi fatti non potrà essere parziale, non basta parlare di enorme flusso di denaro dal civile e dal militare o genericamente di economia di guerra, dietro all’aumento degli effettivi  di celano innumerevoli scelte. In Germania hanno già reintrodotto la leva, volontaria, pronta a trasformarsi in obbligatoria, se non ci saranno i numeri previsti. In Francia hanno già pensato al servizio nazionale volontario a partire dal 2026, con dieci mesi di naia, il progetto prevede di arrivare entro 10 anni a 50 mila unità in aggiunta ai militari di professione veri e propri. Negli ultimi anni l’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università ha denunciato la presenza deli militari nelle scuole, il reclutamento ideologico, la esaltazione della vita in divisa, le scuole militari, i campi estivi organizzati dalle associazioni legate ai vari corpi armati, le Fondazioni culturali e scientifiche emanazioni di aziende militari, un sistematico lavoro di catalogazione che si è guadagnato il sarcasmo di chi non aveva contezza della realtà. La presenza di tanti militari aveva uno scopo ben preciso, perché lor signori hanno una marcia in più rispetto ai creduloni da social: essi leggono, studiano, hanno documenti strategici e si muovono in largo anticipo per preparare il terreno sul quale muoversi. Storicamente la presenza di militari nelle scuole ha sempre determinato la costruzione di un clima da guerra, di una cultura militarista, un po’ di letture sarebbero a portata di tutti. Quanto accade in Francia funge da modello anche per il nostro Paese. Se in Germania parlano esplicitamente di obbligatorietà della leva, in questi due Paesi ci si ferma, al momento, alla volontarietà. Tra poche settimane leggeremo quanto prevede il testo di legge, intanto la presenza di militari nelle scuole per il reclutamento futuro dei giovani avrà un ulteriore impulso. E se fino ad ora abbiamo parlato solo di Francia, Italia e Germania sarà il caso di sapere che in molti Paesi del Nord Europa sono ancora in piedi, dalla guerra fredda, dei sistemi di coscrizione parzialmente obbligatori, in diverse nazioni ci sono i volontari ma in caso di necessità le loro leggi nazionali prevedono la leva obbligatoria. In Polonia, il Paese che ad est è arrivato per primo al 5% del PIL per la spesa militare, esiste oltre un mese di addestramento base volontario a cui seguono periodi più lunghi di specializzazione. E per giustificare l’ennesimo processo di militarizzazione, per spianare la strada all’avvento generalizzato dell’economia di guerra si torna a parlare della urgente necessità per la UE di dotarsi di un esercito comune e ancor prima di un sistema militare che tenga insieme le imprese belliche del vecchio continente evitando che siano inglobate nel sistema statunitense. Gli scenari sono molteplici, il nostro impegno sarà quello di farli conoscere a chi sarà carne da macello per le prossime guerre, impresa ardua specie in tempi come i nostri. Federico Giusti, Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università
Farodiroma.it: il ritorno della leva nelle coscienze dei ragazzi e l’ingannevole proposta dei valori delle Forze Armate
DI LAURA TUSSI PUBBLICATO IL 10 OTTOBRE 2025 SU HTTP://WWW.FARODIROMA.IT Ospitiamo con piacere sul nostro sito l’interessante articolo scritto da Laura Tussi pubblicato su Il Faro di Roma il 10 ottobre 2025 in cui viene ribadito quanto l’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università denuncia da due anni a questa parte, vale a dire un pericolosissimo processo di occupazione degli spazi del sapere e della formazione da parte delle Forze Armate e di strutture di controllo. La pace non è un’utopia: possiamo vivere in un mondo dove non esistano patrie e nazioni, frontiere e burocrazie, limiti e confini, ma comunità educanti aperte al dialogo, alla gestione nonviolenta dei conflitti, al cambiamento, al progresso costruttivo, nel rispetto delle culture altre e delle differenze di genere e intergenerazionali. Afferma Federico Giusti dell’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e dell’università: “La militarizzazione delle scuole e dell’università ha ormai origini lontane da quando, una quindicina di anni fa registravamo le prime presenze, in varie vesti, di militari nelle scuole…continua a leggere su www.farodiroma.it