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Contro l’israelizzazione dell’Italia arriva “La conoscenza non marcia”
PUBBLICHIAMO IL COMUNICATO STAMPA DELL’INIZIATIVA “LA CONOSCENZA NON MARCIA” PROMOSSA DA ANTROPOLOG@ PER LA PALESTINA, ALLA QUALE HA PARTECIPATO L’OSSERVATORIO CONTRO LA MILITARIZZAZIONE DELLE SCUOLE E DELLE UNIVERSITÀ. OLTRE 30 REALTÀ PER DIRE “FUORI LA GUERRA DALL’ISTRUZIONE E DALLA RICERCA!” “NESSUNA COMPLICITÀ CON GUERRA E GENOCIDIO NELLE SCUOLE E NELLE UNIVERSITÀ!” L’Assemblea Nazionale “La Conoscenza non marcia” tenutasi a Roma il 13 settembre alla facoltà di Ingegneria ha visto un’ampia partecipazione con più di una trentina di interventi durante le più di 4 ore di durata. Le realtà che l’hanno promossa esprimono la più ampia soddisfazione per il confronto avuto e l’assunzione di responsabilità rispetto alla campagna nazionale prospettata, che impatterà il mondo dell’istruzione, della formazione e ricerca universitaria, e più in generale il settore del lavoro intellettuale connesso al mondo della scuola in tutti i suoi profili: dagli studenti/studentesse al corpo docenti alle varie figure che lo compongono. Possiamo riassumere in cinque punti gli obiettivi che sono stati ripresi nelle conclusioni: * appoggio e coinvolgimento diretto nelle prossime iniziative che toccano le tematiche al centro del dibattito odierno a cominciare dalla giornata di sciopero generale del 22 dicembre in supporto alla Global Sumud Flotilla, dalla manifestazione nazionale del 4 ottobre a sostegno della Resistenza Palestinese e la contestazione al match calcistico Italia-Israele del 14 ottobre, e l’interlocuzione di tutti gli appuntamenti con cui è utile e doveroso dialogare; * presentazione a livello territoriale urbi et orbi del documento di analisi che ha lanciato l’Assemblea nazionale coinvolgendo sia chi ha già aderito ed allargando la partecipazione, puntando in primis al mondo della scuola e dell’università, ma senza escludere il variegato mondo dell’attivismo su tematiche convergenti; * Attivazione di un gruppo di lavoro che elabori – insieme a giuristi solidali – l’ipotesi di una Legge di Iniziativa Popolare per la rottura di tutto il comparto con la filiera del complesso militare-industriale, per un scuola/università pubblica, decoloniale e de-militarizzata; * Promozione del boicottaggio di convegni accademici e organizzazione di contro-convegni, che ospitino rappresentanti israeliani che riconoscono l’Apertheid, la colonizzazione e il genocidio, e la politica bellicista dello Stato sionista o che danno impulso alla militarizzazione del comparto del sapere e alla collaborazione con il comparto difesa; * Attivazione di strumenti autonomi di comunicazione per promuovere la diffusione del documento e creare i presupposti per l’articolazione della Campagna Nazionale “La Conoscenza non marcia”. Qui alcuni scatti dell’Assemblea del 13 settembre 2025 a Roma. Tutte le realtà partecipanti all’Assemblea: Antropolog@ per la Palestina, Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università, Accademiche palestinesi (Mijriam Abu Samra), CALP Portuali, Antonio Mazzeo, BDS Italia, USB Università, Comitato promotore ingegneria, UDAP, Docenti per Gaza, Rete antisionista e anticolonialista, SSB – Sindacato Sociale di Base, Usb Scuola, Coordinamento No NATO, Handala Ali – Napoli, Comunità Palestinese Roma- Lazio, Cobas varie sedi (intervento comune), Comitato di solidarietà con la Palestina in III, Coordinamento per il boicottaggio di Israele – Pisa, Studenti palestinesi, Rete dei comunisti, CUB SUR, Alessandro Ferretti, Sanitari per Gaza & Cittadini liberi per la Palestina, Movimento per il diritto all’abitare, Potere al popolo, Cuir Palermo, Ass. Geografi (Margherita Grazioli), OSA, Coordinamento Palestina Rieti e provincia, Comitato Siena per la Palestina, Giovanni Russo Spena, Collettivo studentesco Corto Circuito- Rieti, Sociologia di Posizione – Emancipatory Social Science, GKN.
Roma, sabato 13 settembre 2025: Assemblea di lancio campagna “La conoscenza non marcia”
ASSEMBLEA DI LANCIO DELLA CAMPAGNA NAZIONALE “LA CONOSCENZA NON MARCIA” SABATO, 13 SETTEMBRE ORE 10.30 ROMA, AULA I SEDE DI SAN PIETRO IN VINCOLI (FACOLTÀ DI INGEGNERIA SAPIENZA) LA CONOSCENZA NON MARCIA. PER DIFENDERE UNIVERSITÀ E SCUOLE DAL PROCESSO DI MILITARIZZAZIONE E DALLA COMPLICITÀ COL GENOCIDIO DEL POPOLO PALESTINESE. FUORI LA GUERRA DALL’ISTRUZIONE E DALLA RICERCA! Negli ultimi anni si è assistito ad un vero e proprio processo di militarizzazione dei luoghi del sapere, sia sul fronte dell’istruzione sia nella ricerca. Scuole e Università sono state sottoposte ad una crescente invasione da parte della filiera militare industriale e del suo dispiegamento ideologico, che agisce per promuovere la “cultura della difesa” normalizzando la presenza della guerra nella società soprattutto verso i più giovani, e/o in vista del reclutamento degli stessi, oltre che per subordinare formazione e ricerca agli interessi delle imprese. Di recente, il documento per l’attuazione di REARM EUROPE individua nell’istruzione scolastica e universitaria un settore strategico per il processo di militarizzazione, già in atto da qualche anno ad opera delle istituzioni governative e militari del nostro Paese, ma anche di organizzazioni internazionali come la NATO e delle grandi multinazionali dell’industria bellica, come ad esempio Leonardo SpA, che entra nel mondo dell’istruzione anche attraverso le sue fondazioni: in particolare la Fondazione Med-Or, la quale annovera nel suo Comitato Scientifico non solo docenti universitari, ma anche Rettori di alcuni Atenei statali (erano 13 e ad oggi ne risultano 9). Le modalità con cui questo processo si dispiega in Italia riporta al modello di militarizzazione della società israeliana, dove sin dai primi gradi dell’istruzione, i bambini vengono immersi nella retorica e nella propaganda militarista e dove la militarizzazione è presente in tutti i gangli della società. È per tale motivo che si può parlare di “israelizzazione” della società anche nel nostro Paese: un processo di occupazione e colonizzazione cognitiva, ma anche fisica, dei luoghi e degli spazi del sapere, dell’istruzione e della ricerca. Le Scuole, le Università, la Ricerca Pubblica e la nostra società sono, analogamente alla Palestina, territori da colonizzare, occupare, depredare e trasformare per gli interessi particolari di chi sta promuovendo il processo di militarizzazione (Governo, lobby delle armi, NATO e filiera bellica). Tale processo, che nella fase attuale sta coinvolgendo anche il resto della società, è appunto iniziato nelle Scuole e nelle Università ed è per questa ragione che partiamo proprio dall’istruzione per portare avanti un percorso teso a denunciare lo stato delle cose e a liberare la formazione e la ricerca dalle logiche belliciste, ribadendo la nostra volontà di non contribuire alla militarizzazione, non essere complici del genocidio in atto e respingere il modello militarizzato della società israeliana. Per questa ragione la campagna “LA CONOSCENZA NON MARCIA” si propone di intervenire direttamente nel rapporto strutturale che lega il progetto sionista, la militarizzazione della società e l’istruzione pubblica. Il definanziamento dell’Università italiana, connesso alla ripetuta introduzione di nuove forme contrattuali di precariato della ricerca e della docenza, spinge a rendere prassi normale il reperimento di risorse presso agenzie private e pubbliche che hanno come proprio core business l’intelligence e l’industria bellica. Fra le industrie belliche che hanno stretto collaborazioni con Università italiane ci sono anche grandi aziende israeliane come Elbit Systems o IAI – Israeli Aerospace Industries, ma anche l’Istituto di tecnologia Technion o l’Ariel University, che intervengono in vario modo anche nell’apartheid e nello scenario coloniale dei territori palestinesi: alcune università israeliane sono complici dirette nella costruzione di infrastrutture e nella colonizzazione israeliana del territorio palestinese, ma anche nella creazione di un’ ideologia pervasiva e razzista. Vista l’impossibilità ad individuare le collaborazioni con potenziale dual use, cioé con utilizzo militare oltre a quello civile, il principio di cautela suggerirebbe di evitare di stringere accordi e collaborare in progetti con le stesse, anche solo per una questione di opportunità. Infatti, il genocidio in atto potrebbe avere ricadute in termini di responsabilità anche per quelle Università che, tramite rapporti di collaborazione, potrebbero risultare complici di Israele nei gravissimi e ripetuti crimini di guerra che continuano ad essere perpetrati e per le sistematiche violazioni del diritto internazionale. Un esempio è quello della partnership con Leonardo, che fornisce molte tecnologie ed armi ad Israele. Negli ultimi anni è diventata sempre più evidente ed invasiva la presenza delle forze dell’ordine, delle forze armate e dell’industria militare nei luoghi della formazione: dalla scuola dell’infanzia alla scuola secondaria di secondo grado, fino agli Istituti Tecnici Superiori. Non solo nelle aule scolastiche, ma addirittura con visite in caserma, partecipazione a manifestazioni militari e stage in aziende della filiera bellica. Infine, occorre considerare la NATO, per il suo ruolo nei principali scenari bellici e dietro le politiche di riarmo. La NATO, oltre che con iniziative svolte in collaborazione con le scuole, è attiva soprattutto negli Atenei: ad esempio all’Università di Bologna col NATO Model Event oppure in circa 14 Atenei con l’esercitazione “Mare Aperto” tramite la Marina Militare italiana o ancora con il NATO SPS Programme. Al fine della smilitarizzazione dell’istruzione e della separazione netta tra spazio scolastico/universitario e ambito militare, la campagna “LA CONOSCENZA NON MARCIA” CHIEDE MISURE NORMATIVE PER NON CONSENTIRE LE SEGUENTI INZIATIVE nel sistema dell’istruzione scolastica ed accademica: sviluppare progetti di didattica, ricerca e Terza missione in collaborazione con industrie della filiera bellica, con istituzioni, incluse le università, di Paesi che attuano sistematicamente politiche e pratiche genocidarie, di oppressione coloniale, di segregazione e pulizia etnica, come Israele, e con organizzazioni internazionali (ad es. la NATO), che intervengono direttamente ad alimentare gli scenari di guerra in corso e le politiche di riarmo; partecipare, da parte dei singoli docenti, a organizzazioni che abbiano finalità di tipo militare o che siano legate all’industria bellica (ad es. Med-Or); ricevere finanziamenti, stringere partnership con aziende della filiera bellica e con realtà produttive che collaborano con governi che non rispettano il diritto internazionale (crimini di guerra, occupazione militare illegale, discriminazione razziale e persecuzioni); sviluppare corsi, master, scuole di specializzazione, eventi e iniziative didattiche e di orientamento nelle università e nelle scuole di ogni ordine e grado in collaborazione con le forze armate e con le forze dell’ordine, le quali devono restare fuori dal sistema educativo. Abbiamo deciso di non marciare per le loro guerre. Abbiamo deciso di difendere i luoghi della conoscenza da quelle ingerenze governative e dagli interessi dell’industria bellica e delle istituzioni sioniste che corrompono e deteriorano il sapere. Lottiamo per garantire un’istruzione ed una ricerca sane, forti e indipendenti per demilitarizzare e decolonizzare la cultura, anche in una prospettiva internazionale. Incontriamoci il 13 settembre a Roma alle ore 10.30 nell’Aula I di San Pietro in Vincoli (Sapienza), per discutere di tutto queste e per lanciare la campagna “La conoscenza non marcia”
Appello partecipazione Assemblea del 27 agosto per costruire iniziative per il 4 novembre
ASSEMBLEA ONLINE IL 27 AGOSTO ALLE ORE 18 AL LINK HTTPS://MEET.JIT.SI/OSSERVATORIONOMILI PER COSTRUIRE INSIEME UNO SCIOPERO IN OCCASIONE DELLA GIORNATA DEL LUTTO, IL 4 NOVEMBRE. Il Consiglio dell’Unione Europea ha avviato un programma di investimenti militari, il Security Action for Europe (SAFE), che permetterà agli Stati di accedere a un fondo di 150 miliardi di euro per piani di spesa, investimenti nella difesa e nella sicurezza, acquisto di armi e munizioni. E, senza entrare nel dettaglio, è bene ricordare che dal marzo scorso, quando venne approvato il Riarmo Europeo, ad oggi sono state aggiunte varie parti di quel composito puzzle che potremmo definire il processo di riarmo europeo, di militarizzazione del corpo sociale, di riconversione a fini di guerra di settori dell’economia in crisi. Il cosiddetto Riarmo Europeo, risultato di un lungo processo di riordinamento economico-politico militare mondiale e quindi anche europeo, avrà presto ripercussioni dirette sulle spese sociali, sul welfare, sull’istruzione, sulla sanità e sul potere di acquisto dei salari perché, quando andremo a rivendicare aumenti contrattuali, le priorità potrebbero essere ben altre. Parliamo di almeno 800 miliardi di euro da passare alle industrie di armamenti come incremento di profitti che la crisi di capitale non consente di raggiungere in altri settori produttivi con i mercati ormai saturati o in crescente difficoltà. Il 24/25 giugno il Summit ha deliberato l’aumento del budget militare per ogni Paese, da portare al 3% o al 5%, e tutto ciò dissanguerà ulteriormente salari e spesa pubblica (sanità, pensioni, scuola, trasporti, ecc.). L’egemonia USA in crisi economica, politica e sociale tende ora a farsi pagare l’enorme debito estero di 23 mila miliardi di dollari dai Paesi europei, i quali non traggono alcun insegnamento dalla guerra in Ucraina, responsabile della recessione delle economie del vecchio continente. Il riarmo prosegue a ritmi serrati e in questa fase iniziale (dal marzo scorso in poi) sono stati messi a punto i primi progetti comunitari per offrire impulso alla ricerca e produzione di sistemi di arma. Presto ci diranno che alcune aziende fuori mercato, per scongiurare la chiusura e i licenziamenti, dovranno riconvertirsi alla produzione bellica, come sta già avvenendo in Germania, militarizzando di fatto le aziende e sottoponendo le maestranze a controlli asfissianti. Sotto i nostri occhi sta crescendo l’assuefazione alla idea della guerra, ce la presentano come necessaria per difendere l’occupazione, per far riprendere la crescita economica, per difenderci da ipotetici nemici, ovviamente creati ad arte per giustificare il Riarmo. L’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e dell’università, nella sua assemblea annuale, ha discusso a lungo della necessità di rilanciare una mobilitazione contro la guerra e contro il Riarmo per non essere complici, per non cedere scuole, università e settori sociali alla propaganda di guerra, alla mera giustificazione dei processi in atto. Per costruire una mobilitazione diffusa bisogna andare direttamente nelle scuole e nel mondo della conoscenza, per questo chiediamo a tutte le associazioni aderenti all’osservatorio e a quelle realtà associative, comitati territoriali locali e nazionali, studenti e coloro che in questi anni hanno collaborato con l’Osservatorio e si sono opposti alla guerra e in particolare al genocidio in atto a Gaza, di PARTECIPARE AD UN’ASSEMBLEA ONLINE IL 27 AGOSTO ALLE ORE 18 AL LINK HTTPS://MEET.JIT.SI/OSSERVATORIONOMILI PER COSTRUIRE INSIEME UNO SCIOPERO IN OCCASIONE DELLA GIORNATA DEL LUTTO, IL 4 NOVEMBRE. Appello_ riunione per 4 novembreDownload
Stop Rearm Europe: calendario e assemblea nazionale 27 settembre a Roma
VERSO UN AUTUNNO MOLTO CALDO CONVERGIAMO: NO GUERRA, RIARMO, GENOCIDIO, AUTORITARISMO ASSEMBLEA NAZIONALE IL 27 SETTEMBRE A ROMA: SONO APERTE LE ISCRIZIONI, FACCIAMO CIRCOLARE L’INVITO   report riunione Stop Rearm Europe dopo la riunione del 29 luglio: calendario prossimi mesi e Continua a leggere L'articolo Stop Rearm Europe: calendario e assemblea nazionale 27 settembre a Roma proviene da ATTAC Italia.