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Ostuni Climate Campi: oggi il corteo regionale
A tre giorni dall'inizio dell'Ostuni Climate Camp, oggi, 19 luglio 2025, alle 18  si scende in piazza per la Manifestazione Regionale contro il piano di riarmo europeo deciso dalla Nato, l’uso delle basi militari pugliesi e un modello di sviluppo basato sull’economia fossile, per la Palestina, la pace, la giustizia climatica e sociale. Vincenzo Miliucci sintetizza le tre giornate trascorse di riflessioni che collegano le tematiche dell'opposizione al riarmo, alle energie fossile con le tematiche dei danni ambientali e della lotta al fianco della resistenza palestinese.
Esplosioni nella periferia di una città che soffoca di caldo e petrolio
Sulle esplosione alla pompa di benzina a Roma Est di venerdì 3 luglio si è scritto molto. Per fortuna hanno preso parola in modo chiaro e netto anche comitati, gruppi e collettivi che operano in un territorio con un tessuto sociale e culturale tra i più attivi della capitale. Il collettivo di Casale Garibaldi, poche ore dopo l’esplosione, scriveva: «Nei mesi scorsi con il comitato “Albero magico” insieme ai comitati genitori delle scuole, dei residenti e le realtà di zona, abbiamo sollevato pubblicamente la questione della pericolosità della presenza di una azienda di smaltimento metalli e di una pompa di benzina/GPL accanto a una scuola dell’infanzia e primaria. Se fosse successo un mese fa, in piena attività scolastica, poteva essere una strage, così come è una fortuna che il circolo sportivo con il suo centro estivo e la piscina “villa De Sanctis” fossero ancora chiuse al momento dell’esplosione». di Milos Skakal Una delle lamiere della pompa GPL, volata via a decine di metri dalla zona dell’esplosione Il collettivo di Borgata Gordiani invece scriveva: «Al caldo asfissiante si aggiungono il fuoco, il fumo e le esplosioni. È lo scenario apocalittico generato dall’incidente alla pompa GPL di via dei Gordiani di questa mattina, che segue di pochi giorni l’esplosione di un bus ATAC su via Prenestina. Non è compito nostro ricercare le responsabilità sui singoli casi, ma abbiamo sempre più chiara una cosa: viviamo in un quadrante insicuro. E non per la microcriminalità e lo spaccio, che sicuramente sono problemi che vanno affrontati (ma davvero, sul piano sociale e non solo con la polizia), ma per la loro conformazione. Densità abitativa altissima e tanti luoghi potenzialmente letali, come una pompa GPL a pochi metri da un centro estivo, dai palazzi e dai campi sportivi. Ricordate, poi, pochi anni fa gli incendi agli sfasci di via Palmiro Togliatti, che generarono giorni interi di nubi tossiche? O quello di pochi giorni fa a Centocelle, con l’obbligo per gli abitanti di tenere le finestre chiuse. Ecco. Non sono “casi isolati”, ma qualcosa di ciclico e strutturale. Chi vive nei quartieri popolari non è tutelato. Non lo siamo di fronte al cambiamento climatico, che soffoca le nostre vite e alimenta gli incendi, non lo siamo nella conformazione dei territori che diventano bombe a orologeria che ogni tanto, ma sempre più spesso, esplodono lanciando segnali e, soprattutto, causando feriti, case distrutte e paura, non lo siamo quando saliamo su mezzi pubblici antiquati, vecchi e insicuri». Da entrambi i post emergono le questioni chiave, cioè il carattere sistemico e strutturale del problema e le evidenti responsabilità, che rispetto alla strage mancata per un soffio verranno decretate dalla magistratura, ma rispetto all’abbandono delle periferie della metropoli risalgono a decine di anni fa e si sono accumulate colpevolmente giunta dopo giunta fino a quella attuale. Sulla base di queste consapevolezze, il Comitato Genitori della Scuola Simonetta Salacone ha convocato una assemblea per mercoledì 9 luglio, nel piazzale antistante la scuola di via Romolo Balzani. Nella convocazione scrivono che quanto accaduto è «la conseguenza diretta di una scelta precisa: quella di privilegiare la logica industriale a discapito del diritto alla salute e alla sicurezza, specialmente dei più piccoli. Non si tratta di un incidente, ma del risultato di decisioni che non hanno mai messo al primo posto il benessere delle persone e la qualità della vita del territorio. Di fronte alla scuola ferita, a un Quartiere duramente colpito, la nostra pazienza è finita. Come Comitato dei Genitori, non ci accontentiamo più di rassicurazioni. Pretendiamo un cambio di rotta immediato e garanzie reali, non più promesse: la messa in sicurezza e la bonifica della zona, lo spostamento definitivo delle attività industriali, il ripristino nel più breve tempo possibile della funzionalità della scuola». C’è un tema che è ulteriormente sotteso alle questioni che emergono dai post e che si discuteranno nella assemblea di mercoledì. L’esplosione è avvenuta durante due settimane di caldo insopportabile, in cui Roma si è trasformata in un forno permanente nel quale non si riusciva a trovare riparo, giorno e notte. L’emergenza climatica causata dai combustibili fossili e la pompa di benzina ovviamente hanno un nesso, perché viviamo in una società ancora oggi drogata di petrolio e suoi derivati, viviamo in città pensate per farci consumare petrolio, viviamo in una capitale a misura di auto e pensata esclusivamente per le auto. > La transizione ecologica, tuttavia, non sarà di certo avere colonnine per > ricaricare le auto elettriche anziché le pompe di benzina a Villa De Santis, > come qualche pensatore liberal ha detto in questi giorni. Trasformazione ecologica sarà stravolgere completamente l’idea di città che si è stratificata negli anni, per avere meno cemento, molte meno auto private, zero consumo di suolo, mezzi pubblici funzionanti e frequenti, piste ciclabili degne di questo nome, parchi tutelati e protetti in quanto rifugi climatici anziché asfaltati per costruire stadi e centri commerciali, come vuole fare la giunta Gualtieri a Pietralata. Siamo ben lontano da quel risultato. Da Centocelle oggi si raggiunge il centro con la metro C ogni 13-17 minuti quando ti va bene, le piste ciclabili sono ancora molto poche e strette come quella sulla Prenestina, i parchi pochissimi, nonostante sia tra i quadranti più densamente abitati. La condizione ecosistemica di Roma Est poi è analoga a quella di altre zone periferiche, colpite dagli “incendi stagionali” come in questi giorni Magliana. Come più volte abbiamo scritto, anche gli incendi sono il combinato composto di emergenza climatica e assenza di cura del territorio cittadino periferico da parte delle amministrazioni. Se non si mette radicalmente in discussione il paradigma secondo cui le città vengono anzitutto messe a valore – a vantaggio del capitale che investe – la rotta non cambierà e avremo zone periferiche abbandonate, con mezzi pubblici fatiscenti, cemento, sfasciacarrozze a fuoco ogni estate e auto che soffocano ogni arteria stradale. Nel frattempo giunte di ogni colore continueranno a bearsi per aver costruito stadi, centri commerciali e porti crocieristici, come quello che si vuole fare a Fiumicino, mentre il centro storico è consegnato nelle mani dell’imprenditoria turistica arraffona e di Airbnb. Per fortuna da assemblee come quelle di mercoledì si può ripartire, per denunciare queste politiche ecocide e per invertire la rotta, perché il famoso “diritto alla città” non sia un miraggio lontano ma possa essere un orizzonte, necessariamente di lotta e per tutt3. La foto di copertina è di Valentina Manco SOSTIENI, DIFENDI, DIFFONDI DINAMOPRESS Per sostenere Dinamopress si può donare sul nostro conto bancario, Dinamo Aps Banca Etica IT60Y0501803200000016790388 tutti i fondi verranno utilizzati per sostenere direttamente il progetto: pagare il sito, supportare i e le redattrici, comprare il materiale di cui abbiamo bisogno L'articolo Esplosioni nella periferia di una città che soffoca di caldo e petrolio proviene da DINAMOpress.