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Il fallimento del consorzio industriale pubblico sarebbe il fallimento di tutte/i
Un nuovo strumento di politica industriale pubblica. Il Collettivo di Fabbrica ex Gkn commenta la nascita ieri del consorzio di sviluppo industriale della Piana e rilancia la mobilitazione: appello per un flash mob l’11 agosto sera, anniversario della Liberazione di Firenze. La funzione del consorzio è chiara ormai anche a un bambino, così come è chiaro a chi dà fastidio questo strumento e perché. In un mondo di fondi finanziari e rendita immobiliare, il consorzio industriale pubblico permette alle istituzioni locali di intervenire sulle aree ex industriali, proteggerle, rilanciarle con una visione di politica industriale pubblica. Non c’è da stupirsi che ci sia chi prova a ridurre un evento potenzialmente storico a un battibecco, magari a fini elettorali. Né che chi si scaglia contro il consorzio taccia, non da oggi, sulla potenziale speculazione immobiliare e sul fatto che questa fabbrica va riaperta. Il consorzio costituito ieri dal notaio nasce da una mobilitazione cittadina e sociale che ha coinvolto migliaia di persone. E la mobilitazione è pronta a ripartire in qualsiasi momento a difesa del presidio e della reindustrializzazione dal basso. Oggi però c’è un atto della Regione, di tre Comuni e della Città metropolitana. A loro è affidata, inevitabilmente, la responsabilità storica di non buttare via questa occasione. Noi abbiamo ‘solo’ messo a disposizione un piano industriale ecologicamente avanzato, il cui stato di avanzamento è verificabile in ogni momento dalle istituzioni stesse. Ma la semplice verità è che questo piano industriale rischia di naufragare se il consorzio non agirà con determinazione e chiarezza. Laddove questo piano naufragasse, chi lo ha attaccato risponderà dei posti di lavoro bruciati. Al di là delle questioni tecniche del funzionamento del consorzio, non sarebbe credibile che una Regione, tre Comuni e una Provincia, consorziate, non riescano a mettere a sedere a un tavolo  due S.r.l. a vocazione immobiliare appena formate, con dietro una Fiduciaria, e un’altra S.r.l. nata nel 2019. Se così fosse, semplicemente, la politica non avrebbe più alcun senso. La fabbrica socialmente integrata ha attirato le attenzioni di tutta Europa. Quaggiù provano ad affogarla nel battibecco, basato spesso su cifre e ricostruzioni fintamente tecniche, ma in verità assai fantasiose. Sarà forse il più grande esperimento sociale che qua non è mai avvenuto. Campi, Calenzano, Sesto, Firenze: nessuna resa all’economia di rapina, proviamo ad andare avanti!. L’assemblea di supporto del Collettivo di Fabbrica, riunita ieri sera, lancia un appello per una mobilitazione l’11 agosto sera. A fianco della Resistenza di ieri, oggi, domani: no al genocidio, al riarmo, al logoramento, all’assenza di stipendio e lavoro.   Redazione Toscana
Ex GKN, da quattro anni “abbiamo avuto ragione fin qui, dobbiamo continuare ad avere la forza di andare avanti”
“Venerdì 11 e sabato 12 luglio chiamiamo tutta la nostra comunità solidale in piazza Poggi. Sarà un concerto e un’assemblea, forse anche un corteo e una tendata. Una mobilitazione per chiedere che a prevalere siano i posti di lavoro e l’intervento pubblico, non le logiche immobiliari e potenzialmente speculative”. Così il Collettivo di Fabbrica ex GKN alla vigilia del quarto anniversario dell’inizio della lotta contro licenziamenti e delocalizzazione. “Questa vicenda va avanti da quattro anni e da cinque estati – dice il Collettivo di Fabbrica – Ma, nonostante tutta la fatica e il logoramento, è ancora tempo: di esserci, di sostenerla, di provarci. Del resto, abbiamo avuto ragione. Praticamente su tutto e sin dall’inizio. Oggi ci sembra ufficiale che l’investimento sull’area sia di natura immobiliare, e il quadro appare più che completo. Rimane da chiedersi se la partita non fosse truccata sin dall’inizio. Avevamo ragione, ma dobbiamo avere la forza. Perché l’obiettivo, oggi come sempre, è riaprire la fabbrica”. La scorsa settimana i Comuni di Campi Bisenzio, Sesto Fiorentino e Calenzano hanno approvato le delibere per entrare nel Consorzio di sviluppo industriale della Piana, che potrà trattare sull’utilizzo dello stabilimento ex GKN. Manca ancora la Città Metropolitana e poi il Consorzio dovrà sbrigarsi a muovere i primi passi costitutivi per trattare l’area industriale, dove potrebbe reindustrializzare la cooperativa GFF, con almeno 100 posti di lavoro nella fase iniziale, ma anche altri, nell’idea di un condominio industriale. Lo stabilimento è l’unico tassello che manca al piano industriale della cooperativa per poter partire: “Non può rimanere ancora appeso all’infinito. Nessun piano industriale rimane fermo per anni. È arrivato il momento di decidere se in quell’immobile si vuole che torni il lavoro o se si vuole lasciarlo in mano a soggetti di natura immobiliare, che magari lo rivenderanno poi ad altri fondi finanziari ancora”. A quattro anni dai licenziamenti, sono state costituite almeno quattro nuove Srl attorno alla vicenda ex GKN, l’immobile è stato valutato e svalutato, sono stati spesi milioni di euro tra indennizzi, costo dell’immobile, quote societarie, e si sono accumulati almeno 12 milioni di euro di debiti verso i dipendenti. E ora compare l’ennesimo anello della catena: l’“investitore” sarebbe Idea SGV Srl, una società che da visura risulta avere un dipendente, specializzata nella realizzazione di operazioni di sviluppo immobiliare. Idea SGV, ad esempio, ha appena concluso due operazioni di compravendita immobiliare con il Fondo Mars e il Fondo Mercury, gestiti dalla SGR Kryalos. Parliamo di fondi che annoverano tra i gestori realtà della finanza globale come Blackstone. E parliamo di investimenti immobiliari soprattutto per la logistica dell’ultimo miglio: esattamente il profilo dello stabilimento ex GKN. “La presenza di questo nuovo soggetto societario getta un’ulteriore luce sinistra su tutta l’operazione – conclude il Collettivo di Fabbrica – Vogliono aprire qui l’ennesimo polo della logistica, che impiega pochi lavoratori e ha un forte impatto sul territorio, in termini di traffico, uso delle strade e inquinamento? Ma la partita era questa sin dall’inizio? E quindi c’era un interesse oggettivo, fin da subito, a ridurre e licenziare i lavoratori? Se così fosse, si spiegherebbe perché il consorzio pubblico dà tanto fastidio e perché dà fastidio il nostro piano di reindustrializzazione”. L’idea del Collettivo è semplice “ed è questa semplicità che non riescono a piegare: la fabbrica va riaperta. E noi abbiamo un piano per farlo. Bisogna resistere per tornare a ri-esistere. A maggior ragione, lo sgombero del presidio operaio è ritenuto inaccettabile, nell’interesse di tutta la comunità: quella stessa che ora è chiamata a scendere di nuovo in piazza”. Venerdì 11 luglio, in piazza Poggi, ci sarà un concerto a partire dalle 18, con Piero Pelù, Bandabardò, España Circo Este, Arpioni, Mauràs, Sakatena Tenor Fi, DJ Mars, Ejent e Spleen. Il giorno dopo, sabato 12 luglio, l’assemblea dell’azionariato popolare e della solidarietà. Redazione Toscana