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Dazi e Brics. Il grande gioco del capitalismo degli anni Venti
Si è concluso il 7 luglio il vertice dei Brics, quelli che Trump definisce i suoi peggiori nemici. Grazie all’investitura di Trump e all’aura di autoeletti rappresentanti del “sud globale”, le élite di questo insieme di paesi eterogenei ma per lo più caratterizzati da autoritarismo, guerra ai poveri e violenza contro le opposizioni, si candidano […]
DAZI GLOBALI, DEBITO PUBBICO USA E BRICS+: INTERVISTA CON LO STORICO E DOCENTE UNIVERSITARIO ALESSANDRO VOLPI
Trump rinvia i dazi ancora; dal 9 luglio al 1 agosto. Più tempo quindi per la trattativa con l’Ue, mentre ci saranno altri balzelli al commercio –  dal 25% al 40% – per 7 stati che Washington giudica “non collaborativi”: ci sono anche Giappone, Corea del Sud e Sudafrica. Sul fronte dei rapporti inter-atlantici, invece, il presidente Usa definisce “definitive ma non al 100%” le tariffe, aprendo a “offerte diverse”. Gli Usa hanno proposto una tariffa base del 10%, con eccezioni per settori sensibili come aerei e alcolici. Washington non ha però dato alcuna indicazione di voler esentare i settori strategici – auto, siderurgia, alluminio o farmaceutica – come richiesto da Bruxelles, dove la von der Leyen apre invece a “un nuovo capitolo delle relazioni” con Pechino. Altri dazi – 10% in più di base – sono stati annunciati dagli Usa contro i Paesi che, in Brasile, partecipano al summit “Brics+”, vale a dire Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica, oltre ad altre realtà aggiuntesi dal 2001 in poi (il “+” indica gli ultimi Paesi membri: Etiopia, Egitto, Iran, Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti). Dietro l’ira Usa c’è la possibilità, spinta soprattutto dalla Russia ma frenata da altri Stati, come l’India, di arrivare ad accordi commerciali per trovare un’alternativa al dollaro. Solo l’opzione spaventa Washington. D’altra parte gli 11 Paesi Brics, che generano il 40% del Pil mondiale, controllano già oggi il 41% del petrolio, il 53% di gas naturale, il 40% di carbone, l’84% di terre rare, in gran parte alla Cina, che non ha partecipato al vertice Brics con i massimi vertici, a partire dall’assenza di Xi Jinping. Di dazi, Brics, debito pubblico Usa e strategia trumpiana abbiamo parlato, su Radio Onda d’Urto, con Alessandro Volpi, docente all’Università di Pisa dove insegna, tra i vari corsi, Storia contemporanea, Storia del Movimento operaio e sindacale e Storia della globalizzazione all’Università di Pisa. Ascolta o scarica
Chiuso il vertice BRICS di Rio, cautamente verso un nuovo ordine mondiale
Si è chiuso il 6 luglio, a Rio de Janeiro, il 17esimo summit dei paesi BRICS. I suoi membri hanno firmato una dichiarazione congiunta che si intitola “Rafforzare la cooperazione del Global South per una governance più inclusiva e sostenibile“. Come si legge sul sito dei BRICS, il documento riflette “l’impegno […] L'articolo Chiuso il vertice BRICS di Rio, cautamente verso un nuovo ordine mondiale su Contropiano.