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Incontro a Ravenna il 5 novembre per conoscere meglio il Movimento BDS
Il cosiddetto “Piano di pace” per Gaza, voluto dal Presidente Trump, non affronta le radici storiche della questione israelo- palestinese, anzi conferma l’impianto coloniale calato dall’alto. Si cerca la pace senza i palestinesi, senza considerare il loro diritto all’autodeterminazione. Non ci può essere pace e giustizia sotto occupazione. La grande mobilitazione sociale per la Palestina di questi mesi deve continuare fino a quando Israele non metterà fine alle sue politiche di occupazione illegale, colonialismo di insediamento, apartheid e genocidio del popolo palestinese. Ma cosa possiamo fare per fermare Israele e il genocidio a Gaza che continua? E’ la domanda che ci siamo fatt* in tant* in questi mesi. Uno strumento concreto per capire come possiamo agire in modo consapevole e responsabile, per non sentirci complici o impotenti è il Movimento BDS (Boicottaggio, Disinvestimento, Sanzioni verso Israele ). E’ un Movimento internazionale, a guida palestinese, che si ispira alla lotta anti-apartheid in Sudafrica. Un movimento nonviolento che organizza Campagne mirate di Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni verso Israele finché non rispetterà il diritto internazionale e i diritti umani del popolo palestinese. Mercoledi 5 novembre a Ravenna, nella Sala Ragazzini in Largo Firenze, si terrà un’iniziativa per conoscere meglio il movimento. L’incontro è rivolto a chi desidera saperne di più sul BDS, conoscere le sue attività, le sue Campagne o diventare attivista e contribuire a fare pressione su Israele e suoi alleati per rompere ogni forma di complicità.   Coordinamento BDS Ravenna Redazione Romagna
Raccolta di firme contro il transito di armi da porti, aeroporti e scali italiani
La petizione lanciata da BDS Italia coinvolge i firmatari a esprimersi riguardo alle autorizzazioni dell’UAMA / Unità per le autorizzazioni dei materiali di armamento, del Ministero della Difesa, del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. Evidenziando che nel 2024 l’UAMA non ha concesso nuove autorizzazioni per il commercio di materiali militari verso Israele, ma le operazioni già autorizzate negli anni precedenti continuano, incessantemente, e che l’Italia vi ha esportato armi, munizioni e parti di ricambio di armamenti * nell’ultimo trimestre del 2023 per un valore pari a 2,1 milioni di euro; * nel solo mese di dicembre l’export ha toccato quota 1,3 milioni di euro; e che alcune aziende italiane aggirano il divieto previsto dalla legge: * nel mese di febbraio 2025 nel porto di Ravenna è stato sequestrato un carico di 14 tonnellate di componenti di armi destinato a Israele ed è stato bloccato nell’area portuale poiché l’azienda produttrice non disponeva dell’autorizzazione a esportare materiale bellico; l’appello pone all’attenzione che l’Italia continua a inviare armamenti e fornire supporto logistico – anche attraverso triangolazioni – ad un governo responsabile del massacro in atto nella Striscia di Gaza, della violazione del Diritto Internazionale Umanitario e della Violazione della Quarta Convezione di Ginevra per Crimini contro l’Umanità e Crimini di Guerra, nonché attualmente sotto processo per violazione della Convenzione sul Genocidio. Ricordando che l’esportazione di materiale d’armamento, componenti, attrezzature militari e tecnologie è espressamente vietata qualora si riscontri la violazione dei diritti umani e del diritto umanitario internazionale da parte del paese destinatario e che * tale divieto è stabilito dalla Legge 185/1990 “Nuove norme sul controllo dell’esportazione, importazione e transito dei materiali di armamento”, così come dall’art. 11 della Costituzione italiana; * le stesse disposizioni sono presenti anche nel Trattato Internazionale sul commercio delle armi (ATT) sottoscritto dall’Italia e nelle risoluzioni dell’Assemblea delle Nazioni Unite e di altri organismi internazionali; i firmatari della petizione chiedono: > Esigiamo l’immediata cessazione di ogni transito di armi e componentistica > militare nei porti italiani, e in primo luogo di quelle destinate a Israele e > ad altri Paesi che opprimono e brutalizzano altri popoli commettendo crimini > contro l’umanità, il crimine di apartheid e di genocidio. > > Non vogliamo più essere complici dei massacri e dei genocidi che si stanno > compiendo nella Striscia di Gaza e nel mondo. L’iniziativa è promossa da BDS Italia insieme a numerose associazioni – Un Ponte Per, Fari Di Pace (Pax Christi), GPI – Giovani Palestinesi d’Italia, Partito dei CARC, Gaza Free Style, Peace Link, Gruppo Autonomo Portuali (GAP), Coordinamento Nazionale No Nato, Assopace Palestina, Cambiare Rotta, Rete Romana Palestina, OPAL ed Emergenza Gaza – e altre che si stanno aggregando. Tutti possono firmare la petizione individualmente: https://chng.it/Jn9kxbZx5s Maddalena Brunasti