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ITALIA: L’INFLAZIONE SI MANGIA LE PENSIONI, IL GOVERNO AUMENTA LE MINIME…DI 3.13 € AL MESE
I pensionati, in particolare quelli con la minima, dall’anno prossimo potranno permettersi ben…tre caffè in più al mese. È il risultato della perequazione all’inflazione fissata, dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, all’1,4% (3.13 euro in più al mese): l’assegno passa da 616 a 619 euro al mese. La misura è stata pubblicata sulla Gazzetta ufficiale il 28 novembre 2025. Non va meglio per altri assegni: con 800 euro netti al mese arriveranno 9 euro in più, mentre con 1000 euro netti di pensione, 11 euro in più. Ai nostri microfoni il commento di Ezio Cigna, responsabile previdenza della Cgil nazionale. Ascolta o scarica
Istat: i prezzi degli alimentari corrono molto più veloce dell’inflazione media
Tra l’ottobre 2021 e l’ottobre 2025, gli italiani hanno affrontato un’impennata dei prezzi alimentari del 24,9%, un aumento di quasi l’8% superiore a quello dell’indice generale dei prezzi al consumo armonizzato, che si è ‘fermato’ al 17,3%. Lo rileva l’Istat, che identifica la causa principale nello shock dei prezzi dell’energia […] L'articolo Istat: i prezzi degli alimentari corrono molto più veloce dell’inflazione media su Contropiano.
Persino Francesco Giavazzi scopre “la questione salariale”
Francesco Giavazzi, economista bocconiano, utraliberista convinto e orgoglioso, nel 2013 ha firmato la prefazione della nuova edizione italiana di Liberi di scegliere, testo classico di Milton Friedman ripubblicato in quell’occasione dall’Istituto Bruno Leoni, think  thank dell’ultraliberismo italiano e, recentemente, anche del negazionismo climatico. Editorialista e  commentatore del Corriere della Sera e de LaVoce.info, Francesco Giavazzi è, […] L'articolo Persino Francesco Giavazzi scopre “la questione salariale” su Contropiano.
L’Istat conferma: le retribuzioni reali ancora sotto i livelli del 2021
La questione dei salari da fame (e in generale del lavoro sottopagato) che attanaglia l’Italia non accenna a migliorare. E non potrebbe essere altrimenti con le politiche governative apertamente antipopolari. Anche se Giorgia Meloni continua a fregiarsi dei risultati del suo esecutivo, al solito sparando dati senza analizzarli, come quelli […] L'articolo L’Istat conferma: le retribuzioni reali ancora sotto i livelli del 2021 su Contropiano.
Legge di bilancio: diritti sociali sacrificati sull’altare delle armi
Legge di bilancio 2026: oltre la vertiginosa impennata delle spese militari il nulla! Questo governo merita uno sciopero generale Ê una legge di stabilità ipotecata e condizionata dalla guerra! Lo abbiamo detto chiaramente al governo nell’incontro tenutosi oggi a Palazzo Chigi sulla legge di stabilitá. Il piano Rearm Europe, l’adesione all’innalzamento al 5% del Pil per le spese militari della Nato che significa 130 miliardi in armi al 2035 e ben 23 miliardi aggiuntivi nel triennio 2025/3028, danno il segno di un vero e proprio sistema orientato in chiave bellica. Mentre per quel che riguarda le spese sociali (sanitá, scuola, pensioni) interviene la tagliola del Patto di stabilitá europeo. I pochi e risibili interventi sul versante fiscale, i consueti aiuti alle imprese costituiscono la ricetta illustrata dal governo nell’incontro sulla legge di stabilità. Una provocazione dopo l’altissima adesione agli scioperi generali del 22 settembre e del 3 ottobre e le oceaniche manifestazioni che hanno riempito ogni angolo del paese in queste settimane. Le vere emergenze sociali, dalla sanità, alle pensioni, all’emergenza abitativa fino alla gigantesca questione salariale sono totalmente sacrificate sull’altare della guerra. In un paese dove 3/4 dei lavoratori e delle lavoratrici percepiscono meno di 24.000 euro annui (circa 1000 euro al mese) occorre alzare i salari mensili ad almeno 2000 euro netti in busta paga, agganciare i rinnovi contrattuali non al penalizzante indice Ipca (calcolato annualmente dall’Istat e pubblicato a giugno in base al cosiddetto “carello della spesa” che dovrebbe individuare le priorità nei bisogni, ndR), ma all’indice Foi, che tiene conto della perdita del potere d’acquisto dei salari delle famiglie di operai e impiegati, e reintrodurre la scala mobile. Sulla questione salariale all’interno di una articolata piattaforma sociale e sindacale l’Usb lancia la mobilitazione verso lo sciopero generale contro la guerra e la finanziaria di guerra. Nei prossimi giorni presenteremo nelle assemblee cittadine la piattaforma USB, il 1 novembre una grande assemblea nazionale a Roma ci proietterà verso lo sciopero generale. Link al comunicato per condivisione: Legge di bilancio 2026: oltre la vertiginosa impennata delle spese militari il nulla! Questo governo merita uno sciopero generale Unione Sindacale di Base
L’inflazione alimentare ormai mette in allarme anche la BCE
Sul nostro giornale abbiamo seguito almeno mese per mese l’andamento dell’inflazione, e soprattutto di alcune sue componenti, quelle che insistono con più pesantezza sulle classi popolari: il cosiddetto carrello della spese, i generi alimentari, i beni consumati ogni giorno. Ormai la loro dinamica più ‘calda’ rispetto al rincaro generale dei […] L'articolo L’inflazione alimentare ormai mette in allarme anche la BCE su Contropiano.
Il flop del bonus sociale per l’energia
La narrazione della maggioranza di Governo sulla crescita del Paese e l’entusiasmo con cui vengono accolti gli ultimi dati ISTAT sull’aumento dell’occupazione (comunque dimezzata rispetto al trimestre precedente e aumentata solo in settori a basso valore aggiunto dove si determina non di rado “lavoro povero”), stridono alquanto con la realtà dei fatti e con la dura vita d’ogni giorno. Rispetto al 2019 i prodotti alimentari costano oggi, in Italia, quasi un terzo in più. A dircelo è quella stessa ISTAT che certifica l’aumento dell’occupazione, che nella Nota sull’andamento dell’economia pubblicata in questi giorni, scrive: “In conseguenza della forte impennata registrata tra la fine del 2021 e i primi mesi del 2023 e al successivo perdurare di una significativa, seppure più moderata, tendenza alla crescita (fenomeni che hanno riguardato l’intera Europa), i prezzi al consumo (indice armonizzato) dei beni alimentari (cibo e bevande non alcoliche), risultano in Italia avere raggiunto a luglio 2025 (ultimo dato disponibile) un livello più elevato del 30,1% rispetto a quello medio del 2019. Nel confronto europeo, tuttavia, tale dinamica appare sensibilmente più contenuta sia rispetto alla media UE27 (+39,2%) sia, tra gli altri principali paesi, rispetto a Germania (+40,3%) e Spagna (+38,2%); nello stesso periodo l’aumento in Francia è stato invece relativamente minore (+27,5%)”. E non può affatto consolare il fatto che la crescita dei prezzi al consumo dei beni alimentari risulti in Italia inferiore alla media della Ue27, soprattutto perché nel nostro Paese c’è un’aggravante: mentre i prezzi salivano, gli stipendi e le pensioni rimanevano fermi, aumentando le disuguaglianze – anche in campo alimentare – e alimentando sempre più il fenomeno del lavoro povero (come ha rilevato la Caritas, il 23,5% degli italiani si trova in condizioni di povertà pur lavorando). Mentre uno “strabico” Governo spande ottimismo a reti unificate, gli italiani restano pessimisti. Scrive sempre quell’ISTAT che certifica l’aumento dell’occupazione: “Tra i consumatori aumentano le attese di rialzo dell’inflazione… Ad agosto tra i consumatori aumenta, per il secondo mese consecutivo, la quota di coloro che si attendono un rialzo dell’inflazione nei successivi 12 mesi rispetto ai 12 mesi passati (45,6% rispetto al 42,6% in luglio) e diminuisce il numero di coloro che si attendono una stabilità (14,5% rispetto al 17% di luglio), a fronte di una quota invariata di coloro che si aspettano una riduzione (39,1% in entrambi i mesi)”. In un apposito focus l’ISTAT si occupa poi della cosiddetta povertà energetica, evidenziando come l’agevolazione (il bonus energia) raggiunga meno della metà dei nuclei che ne avrebbero davvero bisogno. Come si ricorderà, già a partire dal 2008 era stato introdotto dal Governo italiano un sistema di sussidi (c.d. bonus sociali), in forma di sconto in bolletta, rivolti alle famiglie a basso reddito per sostenere le spese di elettricità e gas. A partire dal 2021 tali misure sono state poi rafforzate. Si sono succeduti infatti numerosi interventi di aggiornamento legislativo (ad esempio, per l’accesso al bonus non è più necessario presentare domanda ma è sufficiente aver ottenuto una attestazione ISEE) e sono state stanziate ulteriori risorse finanziarie che hanno permesso di elevare, in alcuni periodi, l’offerta di sussidi in termini di soglie di accesso e importi. I risultati della simulazione fatta dall’ISTAT mostrano che nel 2021 quasi 1 famiglia su 10 (circa 2,5 milioni) ha beneficiato del bonus per l’elettricità e, per una parte delle famiglie, anche del bonus gas, nella forma di uno sconto sulla bolletta energetica. Le famiglie appartengono tutte al I e al II quinto della distribuzione del reddito (i quinti più poveri). Nei due anni successivi le modifiche ai requisiti hanno consentito di ampliare la platea dei beneficiari. In particolare, l’innalzamento della soglia ISEE a 12.000 euro entrato in vigore nel II trimestre del 2022, ha permesso ai bonus energetici di raggiungere 3,7 milioni di famiglie, il 5,8% delle quali nel III quinto di reddito; mentre nel 2023 il numero di famiglie raggiunte dal bonus supera i 4,5 milioni, grazie all’estensione della soglia ISEE a 15.000 euro. In quest’anno è massima anche la quota di famiglie beneficiarie appartenenti al III quinto (11,1%). Nel 2024 però la soglia ISEE è stata riportata a 9.530 euro, con una conseguente riduzione significativa della percentuale di famiglie beneficiarie (da quasi 4,5 milioni a 2,7). Scrive l’ISTAT: “Nel 2024, più della metà delle famiglie in condizioni di povertà energetica non sono state raggiunte dai sussidi e si osserva la percentuale più alta di famiglie che ricevono il bonus ma rimangono in condizioni di povertà (52,6%). In sintesi, i risultati mostrano che i sussidi energetici sono stati efficaci nel compensare l’impatto dell’aumento dei prezzi dell’energia per le famiglie in condizioni di povertà energetica in particolare nel 2022, anno di picco dei prezzi energetici. L’analisi, tuttavia, evidenzia anche la presenza di una percentuale significativa di famiglie in condizioni di povertà energetica che non rientra tra quelle beneficiarie della misura di welfare o perché non hanno presentato un’attestazione ISEE o perché prive dei requisiti ISEE necessari per l’accesso ai bonus”. Sarebbe forse il caso di leggere e commentare tutti i dati dell’ISTAT, prima di lasciarsi andare a facili ottimismi. Per Federconsumatori sono necessari alcuni provvedimenti urgenti per arginare i rincari e sostenere il potere di acquisto delle famiglie, dando nuova spinta anche al mercato interno: la rimodulazione dell’Iva sui generi di largo consumo (che consentirebbe un risparmio di oltre 516 euro annui a famiglia); la creazione di un Fondo di contrasto alla povertà energetica e una determinata azione di contrasto alla povertà alimentare; lo stanziamento di risorse adeguate per la sanità pubblica e per il diritto allo studio; una riforma fiscale equa, davvero tesa a sostenere i bassi redditi e i redditi medi, e non a incrementare le disuguaglianze. Qui la Nota dell’ISTAT: https://www.istat.it/wp-content/uploads/2025/09/Nota-congiunturale-settembre-2025_rev-2.pdf.  Giovanni Caprio
Le famiglie italiane tirano la cinghia, continuano gli allarmi sul carrello della spesa
Su questo giornale abbiamo seguito assiduamente i rapporti Istat riguardanti l’inflazione e l’andamento dei prezzi, sottolineando il nodo preoccupante per cui, a dispetto di una riduzione nel costo di tanti beni, quelli su cui le classi popolari spendono la maggior parte dei propri redditi hanno sempre continuato a tenersi sopra […] L'articolo Le famiglie italiane tirano la cinghia, continuano gli allarmi sul carrello della spesa su Contropiano.
Conti Istat per l’estate: aumenta il carrello della spesa, fatica il PIL e la fiducia dei consumatori
A pochi giorni da quando, al meeting di Comunione e Liberazione, Giorgia Meloni si è fregiata degli straordinari risultati economici del suo governo (già più volte ridimensionati, sia su questo giornale che da vari analisti), l’Istat pubblica una serie di dati che permettono di fare il punto della situazione alla […] L'articolo Conti Istat per l’estate: aumenta il carrello della spesa, fatica il PIL e la fiducia dei consumatori su Contropiano.
Con i dazi l’Eurozona diventerà cinese? La BCE analizza il possibile shock di importazioni
Alcuni analisti della BCE, sul blog dell’istituzione bancaria, hanno discusso i possibili effetti sul mercato comunitario della guerra dei dazi riaccesa da Trump contro la Cina. A loro avviso, e basandosi sulle dinamiche già osservate in passato, il risultato potrebbe essere quello del riversarsi dei prodotti del Dragone in Europa, […] L'articolo Con i dazi l’Eurozona diventerà cinese? La BCE analizza il possibile shock di importazioni su Contropiano.