PALESTINA: ACCORDO DI CESSATE IL FUOCO TRA ISRAELE E HAMAS. COMMENTI E ANALISI SU RADIO ONDA D’URTOAccordo tra Israele e Hamas per la prima fase del cessate il fuoco con un
accordo che prevede la liberazione di ostaggi israeliani e circa duemila
detenuti palestinesi. L’annuncio è stato dato nella notte da Donald Trump,
mentre si susseguono le voci di speranza ma anche di preoccupazione riguardo al
futuro della Striscia di Gaza.
L’accordo prevede il ritiro delle truppe israeliane dalla Striscia di Gaza, ma
solo “sulla carta”. Sebbene l’intesa sembri aprire uno spiraglio di speranza
dopo oltre due anni di genocidio la situazione rimane estremamente volatile.
Già i primi segnali d’allarme dopo l’annuncio, alle 11 ora italiana,
dell’entrata in vigore di cessate il fuoco: l’ufficio di Netanyahu ha subito
chiarito che il cessate il fuoco a Gaza non entrerà in vigore finché l’accordo
non sarà ratificato oggi dal governo israeliano. Ha già fatto sapere di essere
contrario al voto il ministro delle Finanze israeliano Bezalel Smotrich, noto
per il suo supporto ai coloni suprematisti in Cisgiordania. Netanyahu dovrebbe
convocare il suo gabinetto di sicurezza alle 17.
Attenzione massima quindi sul rispetto da parte di Israele dell’accordo per il
cessate il fuoco e quello che è il progetto di occupazione totale della terra
palestinese nella Cisgiordania occupata. Proprio qui l’esercito israeliano ha
arrestato stamane almeno 9 palestinesi, dopo aver effettuato raid a tappeto
nelle aree di Nablus, Betlemme e Tulkarem. Anche nella Striscia, come denuncia
un Mohammed al-Mughayyir, funzionario della Difesa civile di Gaza, sono stati
segnalati diversi attacchi israeliani dopo l’annuncio del raggiungimento di un
accordo, tra cui “una serie di intensi attacchi aerei” su Gaza City e nel nord
della striscia in generale.
I festeggiamenti per le strade di Gaza, ormai ridotte in macerie, sono segno di
un sollievo dopo un lungo periodo di violenze e aggressioni quotidiane. Hamas e
le forze di resistenza palestinesi hanno dichiarato che la prima fase del piano
prevede non solo il ritiro delle forze israeliane, ma anche l’ingresso di aiuti
umanitari e uno scambio di prigionieri. I gruppi della resistenza palestinese
hanno rivolto un messaggio di gratitudine ai paesi arabi coinvolti nelle
trattative, così come ai popoli liberi che li hanno sostenuti nella lotta per la
liberazione della Palestina.
Ai microfoni di Radio Onda d’Urto l’analisi del giornalista Alberto Negri, per
anni inviato di guerra e oggi editorialista de Il Manifesto. Ascolta o scarica.
Eliana Riva, giornalista e caporedattrice di Pagine Esteri. Ascolta o scarica.