Militarizzazione e spesa pubblica: partiti gli investimenti per il riarmo europeo e italiano
CI SI INDEBITA PER IL RIARMO QUANDO MANCANO I SOLDI PER LE SCUOLE E LA SANITÀ O
PER LA MANUTENZIONE DEI TERRITORI
Si vanno, giorno dopo giorno, delineando gli scenari dei prossimi bilanci
nazionali con un forte impulso alla spesa militare. Ad esempio, l’Italia potrà
ricorrere a 14,9 miliardi del fondo Safe (Security Action for Europe) che
ammonta complessivamente a 150 miliardi per progetti dei paesi UE legati alla
difesa.
https://www.eunews.it/2025/09/09/safe-per-litalia-in-arrivo-prestiti-da-149-miliardi-di-euro-per-rilanciare-la-difesa/
Ad oggi non tutti i Paesi europei si sono avvalsi della possibilità di attingere
da questi fondi che poi sono prestiti destinati al riarmo, fondi che dovranno
essere spesi nei prossimi 5 anni e restituiti entro 45.
Sono 19 i Paesi dell’Unione Europea che hanno deciso di accedere ai prestiti
europei per il riarmo e in questi giorni è stata resa la ripartizione dei fondi
dalla apposita Commissione (la foto con cui abbiamo aperto l’articolo). I
prestiti serviranno anche per investimenti tecnologici in ambito militare, per
la produzione di missili e sistemi di arma, per droni e anti drone, non esiste
settore escluso nell’ottica di ampliare la produzione nazionale, per acquisire
le competenze tecnologiche indispensabili a dare vita a un articolato e
sinergico sistema a livello comunitario.
Nasce in sintesi una sorta di grande sistema militare europeo adibito
all’innovazione tecnologica e alla produzione di armi tecnologicamente avanzato.
E questo piano di riarmo è frutto delle decisioni assunte dal vecchio
continente. Inizialmente dovevano finanziare progetti comuni in funzione della
guerra in Ucraina per poi acquisire caratteristiche diverse che vanno nella
direzione auspicata dai grandi interessi economici che ruotano attorno al
settore militare.
È innegabile che l’Unione Europea voglia fare un salto di qualità e nonostante
le iniziali perplessità anche il Governo Italiano ha deciso di accedere ai
prestiti per acquistare 24 Eurofighter e 5 batterie Samp-t, il sistema
missilistico sviluppato dal consorzio italo-francese Eurosam.
La scelta di applicare il prossimo anno la “clausola di salvaguardia” che
scorpora dai vincoli di bilancio le spese per la difesa è data per scontata già
nel 2026.
Il nostro Paese andrà a spendere in tre anni 40 miliardi in sistemi d’arma, ma
le cifre sono in costante crescita e supereranno presto gli ambiziosi obiettivi
di marca militarista già noti.
Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università