Droghe: “Troppo spesso, in nome della sicurezza, si è fatta e si fa la guerra ai poveri”
Nei giorni scorsi sul sito del Dipartimento per le Politiche Antidroga è stata
pubblicata la Relazione 2025 sul fenomeno delle tossicodipendenze in Italia,
dalla quale, come si legge sul sito del Dipartimento, “emerge un quadro
articolato delle droghe nel nostro Paese. Il consumo di sostanze psicotrope tra
i giovani appare leggermente diminuito rispetto al 2023, tuttavia sembrano
emergere nuove sfide per la salute pubblica e la sicurezza, legate a una
trasformazione qualitativa del mercato degli stupefacenti, alla diversificazione
dell’offerta e alla permanenza sul mercato italiano delle Nuove Sostanze
Psicoattive (NPS)”:
https://www.politicheantidroga.gov.it/it/notizie-e-approfondimenti/notizie/pubblicata-la-relazione-al-parlamento-2025-sul-fenomeno-delle-tossicodipendenze-in-italia/.
“Se la Relazione fosse stata un compito per la maturità, ha affermato Marco
Perduca, che per l’Associazione Luca Coscioni segue le leggi e politiche
nazionali e internazionali sugli stupefacenti, il governo non l’avrebbe superata
per insufficienze di merito e metodo”. Aggiungendo che “il documento del
governo, con prefazione del sottosegretario Mantovano, non è purtroppo
all’altezza del compito. Infatti, oltre a essere sempre più breve, la Relazione
segnala una leggerissima flessione nell’uso degli stupefacenti a fronte
dell’aumento delle operazioni ‘anti-droga’ ma, in entrambi i casi, si ragiona in
termini percentuali e non assoluti. Altrove invece ci si intrattiene su campioni
molto ristretti (39 città su oltre 8.000) magnificando l’efficacia rilevatrice
della acque reflue, con metodologie non del tutto riconosciuti come attendibili
dalla comunità scientifica internazionale e presentando la presenza di sostanze
illecite ogni 100.000 persone. Una formulazione che se proposta in termini
percentuali evidenzierebbe che si tratta, si e no, al massimo dello 0,7 grammi a
persona!”
È stata presentata nei giorni scorsi anche la sedicesima edizione del Libro
Bianco sulle droghe, intitolato quest’anno “NON MOLLARE”. Il Libro Bianco è un
rapporto indipendente sugli effetti del Testo Unico sugli stupefacenti (DPR
309/90) sul sistema penale, sui servizi, sulla salute delle persone che usano
sostanze e sulla società. È promosso da La Società della Ragione, Forum Droghe,
Antigone, CGIL, CNCA, Associazione Luca Coscioni, ARCI, LILA con l’adesione di A
Buon Diritto, Comunità di San Benedetto al Porto, Funzione Pubblica CGIL, Gruppo
Abele, ITARDD, ITANPUD, Meglio Legale e EUMANS.
A 35 anni dall’entrata in vigore del Testo Unico sulle droghe 309/90 e 16 di
pubblicazione del Libro Bianco sulle droghe, i dati purtroppo confermano una
tendenza al peggioramento. Gli effetti penali, in particolare dell’art. 73, sono
sempre più devastanti e creano sovraffollamento carcerario confermando che la
Legge Jervolino-Vassalli resta il principale veicolo di ingresso nel circuito
penale in Italia. Continuano a salire in termini assoluti, +4,9%, gli ingressi
in carcere per reati connessi alle droghe: 11.220 delle 43.489 detenzione nel
2024 sono state causate dall’art. 73 del Testo unico, per detenzione a fini di
spaccio, il 25,8% degli ingressi (nel 2023 era il 26,3%). Le presenze in carcere
sono 62.715 a metà giugno. Di questi 13.354 a causa del solo art. 73 del Testo
unico. Altre 6.732 in combinato con l’art. 74 (associazione finalizzata al
traffico illecito di sostanze stupefacenti o psicotrope), solo 997
esclusivamente per l’art. 74. Complessivamente il 34,1% del totale.
Sostanzialmente il doppio della media europea (18%) e molto di più di quella
mondiale (22%). Spropositati gli ingressi e le presenze di detenuti definiti
“tossicodipendenti”: è dichiarato così il 38,8% di chi entra in carcere, mentre
al 31/12/2024 erano presenti nelle carceri italiane 19.755 detenuti
“certificati” il 31,9% del totale. Non erano mai stati così tanti dal 2006 (anno
dell’entrata in vigore della legge Fini-Giovanardi) a oggi. E la repressione
continua ad abbattersi sui minori: 3.722 adolescenti che entrano in un percorso
sanzionatorio stigmatizzante (cioè desocializzante) e controproducente. Dal 1990
1.463.442 persone sono state segnalate per possesso di droghe per uso personale,
1.074.754 di queste per derivati della cannabis.
Ha ragione Papa Leone XIV quando afferma che: “Troppo spesso, in nome della
sicurezza, si è fatta e si fa la guerra ai poveri, riempiendo le carceri di
coloro che sono soltanto l’ultimo anello di una catena di morte. Chi tiene la
catena nelle sue mani, invece, riesce ad avere influenza e impunità. Le nostre
città non devono essere liberate dagli emarginati, ma dall’emarginazione; non
devono essere ripulite dai disperati, ma dalla disperazione“.
Qui per approfondire e scaricare il Libro Bianco:
https://www.fuoriluogo.it/mappamondo/non-mollare-xvi-libro-bianco-sulle-droghe/
Giovanni Caprio