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Il movimento di solidarietà con la Palestina in Sardegna si riorganizza e lancia i prossimi appuntamenti
La scorsa domenica 23 novembre, a Bauladu, persone provenienti da tutta la Sardegna si sono riunite in risposta alla chiamata del Comitato Sardo di Solidarietà con la Palestina e dell’Associazione Amicizia Sardegna Palestina per una discussione politica sulla situazione a Gaza e nel Territorio Palestinese Occupato, e sulle responsabilità del nostro popolo e della politica di fronte al genocidio del popolo palestinese. Erano presenti rappresentanti di forze politiche e sindacali e dei tanti comitati spontanei che negli ultimi due anni sono sorti in città e paesi come reazione di umanità e responsabilità nei confronti di un popolo che da decenni mantiene vivo e vitale il concetto di resistenza, anche per tutti e tutte noi. L’assemblea ha deciso di valorizzare le tante esperienze che hanno animato le nostre piazze dando al Comitato Sardo di Solidarietà con la Palestina una struttura fatti di nodi autonomi che metteranno in condivisione pratiche e analisi, per moltiplicare le iniziative e la sensibilizzazione rispetto alle azioni criminali del colonialismo israeliano. L’assemblea ha poi affrontato la questione delle responsabilità della politica rispetto al genocidio e ha sottolineato come questa abbia lasciato negli anni che il nostro territorio venisse utilizzato per facilitare Israele nel suo scopo di eliminazione del popolo palestinese. È stato evidenziato come le basi militari sarde siano da sempre aperte alle esercitazioni dell’esercito israeliano e come dalle nostre strade e porti partano strumenti di guerra che alimentano conflitti e distruzione. Particolare attenzione è stata dedicata alla fabbrica RWM nel Sulcis Iglesiente, che non solo produce ordigni esplosivi, ma ora, attraverso la collaborazione con l’azienda israeliana UVision, contribuisce alla realizzazione di droni killer, rafforzando la macchina da guerra israeliana e rendendo la Sardegna complice di crimini contro il popolo palestinese. L’assemblea ha deciso di intensificare la mobilitazione fino al 16 dicembre, data entro la quale la Giunta regionale dovrà esprimersi sulla concessione della Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) ex-post allo stabilimento RWM. Chiediamo che la Giunta neghi la VIA, dimostrando rispetto per la volontà del popolo sardo e solidarietà concreta con la Palestina. Chiamiamo quindi tutti e tutte a partecipare ai due importanti appuntamenti a dicembre. Il primo sarà un presidio giovedì 4 dicembre davanti palazzo della Giunta Regionale, in Viale Trento, 69, dalle 08:00 alle 20:00. Il secondo è invece una manifestazione sarda nel territorio di Domusnovas per sabato 13 dicembre. Inoltre, aderiamo allo sciopero indetto dalle organizzazioni sindacali di base per il prossimo venerdì 28 novembre contro la finanziaria di guerra e per la libertà della Palestina e parteciperemo al corteo con partenza da piazza del Carmine alle 9.30. La Guerra parte da qui: fermiamola! Cagliari, 24 novembre 2025 Comitato Sardo di Solidarietà con la Palestina Associazione Amicizia Sardegna Palestina Redazione Sardigna
Luci per Gaza davanti all’ospedale San Michele di Cagliari
Ieri sera, davanti all’Ospedale San Michele di Cagliari, le luci hanno brillato per Gaza. Alla stessa ora, anche al Policlinico universitario di Monserrrato nella città metropolitana. Uno dei tanti flashmob davanti ai 21 ospedali della Sardegna. Sono le ore 20:00 del 2 ottobre 2025 e in tanti ci siamo incontrati qua, davanti all’ingresso del più grande ospedale della Sardegna, ci  apprestiamo ad una sera molto particolare. Tra pochi minuti leggeremo i nomi di 1677 operatori sanitari assassinati a Gaza, nella striscia omonima in Palestina, ci siamo organizzati seguendo la richiesta avanzata in tutta l’Italia da #digiunoGaza che fa parte della rete creata da BDS Italia che da anni informa e invita a boicottare le aziende che alimentano lo Stato d’Israele, oltre alle navi anche italiane caricano merci ed  armi sempre per i porti israeliani. C’e da aggiungere che il triste elenco degli ammazzati è stato preparato a luglio e si dovrebbero aggiungere almeno altre cinquanta persone che hanno perso la vita mentre cercavano salvare la vita di tanti palestinesi, feriti, mutilati, destinati ormai lo sappiamo troppe volte a morire assieme ai tanti normali ammalati che continuano ad essere presenti in una popolazione di quasi 7 milioni di abitanti di questa terra martoriata, a causa del blocco quasi totale di farmaci, anche salvavita ed oncologici che circonda la Striscia di Gaza. Introduce Giancarlo Nonis, del gruppo che ha promosso questo evento: «Buonasera a tutte e tutti, e grazie di essere qui stasera. Stasera siamo di fronte a questo Ospedale, e siamo insieme a migliaia di altri colleghe e colleghi, cittadine e cittadini, in tantissimi altri Ospedali d’Italia (circa 230). Siamo dove è giusto essere in questo momento tragico della storia, uniti da un filo che attraversa il dolore e la distanza, per chiedere che si fermi il genocidio del popolo palestinese. Siamo accanto alle donne ed agli uomini della Global Sumud Flottilla, e diciamo loro grazie, grazie per la vostra impresa coraggiosa, disarmata, umanitaria e politica, capace tra le altre cose di mettere a nudo le ipocrisie e le complicità dei governi – come il nostro Governo – che sostengono i crimini di Israele. Come sanitarie e sanitari, sappiamo che non esiste neutralità davanti alla distruzione deliberata di ospedali e vite. Difendere la salute significa difendere l’umanità. Il nostro dovere è “prendere parte”: la nostra parte è quella della cura, del diritto alla vita e della difesa dell’umanità. Sappiamo che le palestinesi e i palestinesi sanno di noi, e nelle nostre mobilitazioni trovano forza e speranza. Siamo visibili ai loro occhi e siamo la loro voce che li libera dall’isolamento imposto da Israele. Sanno che qui, a molti chilometri di distanza, c’è chi non si arrende all’indifferenza. Conoscono tutte le nostre proteste, anche quelle che i media silenziano. Noi non accettiamo di “normalizzare” un genocidio. Non saremo mai complici in questo. E non ci fermeremo. Siamo un movimento pacifico, intrecciato e solidale con tutte le altre mobilitazioni che dalle scuole ai porti, dalle università agli ospedali, per terra e per mare, ha un unico obiettivo: pace e giustizia per la Palestina. A Gaza se sei una operatrice od operatore del sistema sanitario sei preso di mira deliberatamente: mentre parliamo, 361 sanitarie e sanitari palestinesi sono detenute senza processo nelle carceri israeliane. Le testimonianze raccolte parlano di torture, violenze, uccisioni. Li ricordiamo, tutte e tutti, e premiamo perché vengano liberati alpiù presto. Questa sera, con la lettura dei nomi delle nostre colleghe e dei nostri colleghi uccisi a Gaza, illumineremo questa notte e faremo luce sulla Palestina. Li porteremo con noi, come parte viva della nostra coscienza collettiva e motivo del nostro impegno per una pace giusta in Palestina. A questo punto si chiede alle persone presenti, almeno un migliao, di accendere le luci. Si dà lettura dei nomi delle operatrici e degli operatori sanitari uccisi sulla Striscia di Gaza dal 7 ottobre 2023 fino ai nostri giorni; ogni nome è seguito dalla data di morte e dalla mansione (medico/a, infermiere/a, tecnico, ausiliario, ecc.). L’ascolto è profondo e commosso. Segue la lettura di alcune testimonianza da Gaza: «A Gaza non è più raro incontrare qualcuno che è l’unico sopravvissuto della propria famiglia. Intere famiglie spazzate via, lasciandosi alle spalle un madre sola senza i suoi figli o un bambino senza genitori, fratelli o casa. E cosa si può dire di quel dolore? Non si può misurare, non si può paragonare, il grido di una madre è insopportabile quanto il silenzio di un bambino. Il dolore è infinito e appartiene a tutti qui» (Dr. Victoria Rose, chirurga britannica). «I palestinesi vivono nella condizione eterna in cui l’oggi è pericoloso e il domani non esiste. Non sanno neppure se riusciranno a passare la notte, le loro case sono tende precarie, sporcizia, caldo e freddo. Magari sono già sfollati e scappati più volte da altre città. Ci chiedono di parlare, ne hanno bisogno. Ci dicono: come posso io raccontare la mia storia a un altro palestinese che magari ha il mio stesso vissuto o anche peggio? Tutti hanno bisogno di parlare» (Davide Musardo, Medici Senza Frontiere). «Con tutti i miei anni di esperienza, a vivere e lavorare nelle guerre di gaza non avevo mai visto nulla di simile. I pazienti muoiono in attesa, muoiono di infezioni, muoiono per complicazioni che sarebbero facilmente curabili in qualsiasi altro posto. Medici e infermieri crollano a terra durante i turni a causa della fame e della mancanza di cibo. Stiamo assistendo al fallimento della medicina non perché non possa aiutare ma perché le viene tolto il respiro». (Mohammed Abu Mughaisib, Medici senza frontiere). «Non credo di aver mai provato una tale sensazione di disperazione, sapendo che potremmo salvare vite umane se solo avessimo abbastanza rifornimenti. L’unica cosa che ci permette di andare avanti è sapere che i nostri pazienti hanno bisogno di noi, e che se smettessimo di lavorare, morirebbero. È più sofferenza che resilienza, ma come operatori sanitari abbiamo ignorato i nostri stessi traumi. Quando la guerra finirà, dovremo tutti affrontare la realtà di ciò che abbiamo visto e perso, e di ciò che non può essere cancellato» (Sohaib Safi, vice consulente medico del progetto di MSF a Gaza). Foto di Giancarlo Nonis Infine, si sono succeduti interventi spontanei di operatrici e operatori sanitari e di altre persone che hanno accolto la chiamata a riunirsi davanti a un ospedale e far brillare delle luci per Gaza, a tenere accesa l’attenzione sul genocidio che si sta compiendo e chiedere a gran voce di porre fine allo sterminio di un intero popolo. Redazione Sardigna
Nuoro e Mamoiada, contro il genocidio a Gaza e in solidarietà a Francesca Albanese
Mentre tutte le strade e piazze in Italia si riempivano di un milione di persone contro il genocidio del popolo palestinese, nel pomeriggio del 22 settembre a Nuoro e Mamoiada si svolgevano due eventi molto significativi. Davanti al Palazzo Comunale di Nuoro si è radunato un gran numero di cittadini, adulti ed anche bambini con palloncini colorati e bandierine palestinesi, che hanno sovrariempito la sala del Consiglio Comunale, dove stava iniziando una riunione del Consiglio, con due punti all’ODG: 1) il conferimento della cittadinanza onoraria a Francesca Albanese, la relatrice speciale delle Nazioni Unite sui territori palestinesi occupati (inserita da Trump nella lista OFAC, come terrorista e privata di qualsiasi possibilità di utlizzare il suo conto corrente in tutti i Paesi del mondo); 2) la votazione della mozione “Riconoscimento del diritto all’autodeterminazioe del popolo palestinese; opposizione alle politiche belliciste e di riarmo”, mozione preparata dall’ Assemblea Contra a sa Gherra insieme a numerose Associazioni, presentata da 4 Consiglieri (due di gruppi della maggioranza e due di un gruppo di opposizione) e condivisa dalla maggioranza e dalla Giunta comunale. Dopo la presentazione di ognuna delle 2 mozioni, ci sono stati gli interventi dei consiglieri di tutti gruppi, seguiti con forte partecipazione del pubblico e infine la votazione: 1. Voti mozione proAlbanese: 19 a favore, due astenuti e 3 contrari. 2. Voti mozione ProPalestina: 19 a favore, 0 contrari, 1 astenuto, 3 non espressi. Via Crucis al Santuario dei Santi Cosma e Damiano – Mamoida (Foto di Chiara De Poli) Contemporaneamente, a pochi chilometri di distanza, all’interno del Santuario dei SS. Cosma e Damiano a Mamoiada, si svolgeva una Via Crucis particolare: a fianco di ogni stazione della Via Crucis erano state appese immagini del genocidio in corso a Gaza. Immagini crude che si affiancavano alla passione del Cristo. Il percorso della Via Crucis è stato accompagnato da un cielo sempre più plumbeo, con lampi e tuoni, ma il tempo è stato clemente, la pioggia intensa è cominciata subito dopo la fine della Via Crucis; le immagini attualmente sono esposte nel santuario. Don Salvatore Orunesu, parroco di Mamoiada (Foto di Chiara de Poli) Il parroco don Salvatore si è più volte espresso contro tutte le guerre e contro chi pensa di risolvere le questioni con la violenza. Si ringrazia il parroco ed il Comitato di San Cosimo per aver accolto e supportato la proposta del locale gruppo teatrale L’Asino vola, che ha curato la mostra fotografica.   Redazione Sardigna
Si è si ripetuta a Cagliari la manifestazione Can’t stay silent, la corsa dell’indignazione per dire Stop al genocidio
Ieri, 19 settembre 2025, si è si ripetuta a Cagliari la manifestazione Can’t stay silent, “La corsa dell’indignazione”. «Con poco preavviso – diceva il comunicato stampa del 17 settembre – perché non c’è più tempo: Israele accelera la devastazione per “finire il lavoro”». La convocazione a scendere in piazza questa volta è stata diramata dal Comitato “Can’t stay silent”, dal Comitato sardo di solidarietà con la Palestina e dall’Associazione Amicizia Sardegna Palestina. Una manifestazione davvero imponente che ha visto circa 10 mila persone, tra cui molti/e giovani, famiglie con bambini/e, partecipare al corteo per dire ancora una volta “Stop al genocidio!” del popolo palestinese a Gaza e in Cisgiordania. Perché di questo si tratta: quello che sta accadendo nella Striscia di Gaza sotto gli occhi di tutte le nazioni e che la Commissione indipendente dell’Onu ha dichiarato essere  un genocidio in atto. Parola questa che gran parte degli intellettuali italiani non vuole usare, ma che descrive la realtà che sotto gli occhi di tutti: uccisioni di decine di migliaia di civili sotto i bombardamenti, procurata carestia sull’intera Striscia, morti per fame, a causa di mancanza di medicinali, sfollamento forzato di 450 mila persone da Gaza city. E non solo genocidio, ma ecocidio e archeocidio con la distruzione totale non solo delle abitazioni, di scuole, ospedali, moschee, ma anche delle vestigie del passato, della storia millenaria di Gaza. Le persone si sono radunate in Via Roma davanti al Palazzo del Consiglio Regionale, da cui è partito il corteo intorno alle 19:00 che ha percorso tutta la strada fino al congiungimento di Viale Trieste, da cui ha raggiunto il Corso Vittorio Emanuele fino a Piazza Yenne,  e salendo per Via Manno ha confluito in Piazza Costituzione.  Una manifestazione composta, ma partecipata con slogan ripetuti e anche cantati per la presenza nel corteo del gruppo musicale “La banda sbandati”: Free free Palestine!, Palestina libera!, Gaza libera!, Siamo tutti/e palestinesi! A ripetere gli slogan con tutta la voce in gola anche bambini e bambine. Non siamo ancora diventati ciechi per non vedere, né sordi per non ascoltare il dolore di famiglie martoriate, di bambini e bambine strappati alla vita, resi invalidi e orfani per sempre, né muti per non gridare “Stop al massacro!”. Piazza Costituzione, scalinate del Bastione di Saint Rémy – Foto di Pierpaolo Loi Arrivati in piazza Costituzione, sulle scalinate del Bastione di Saint Rémy, si sono succeduti gli interventi conclusivi. Ecco il testo del breve ma accorato intervento di Vania Erby, portavoce del Comitato Can’t stay silent: «Ringrazio anche oggi tutti voi per essere qui al fianco dei fratelli palestinesi. Abbiamo scelto le parole “non c’è più tempo” perché sotto i nostri occhi si sta consumando una tragedia che sta buttando l’intera umanità in un baratro senza fine. Non credo che il mondo potrà più essere lo stesso dopo queste atroci barbarie. Abbiamo capito che chi ci governa non ci vuole ascoltare, ma vuole continuare a perseguire logiche di guerra e di profitto.  Il mondo, quello che pulsa, quello che ancora ha un’anima, noi che siamo qui oggi non ci arrendiamo, non chiudiamo gli occhi e continueremo ad urlare che non possiamo accettare che un popolo venga sterminato. Noi non vogliamo rimanere impotenti. Cerchiamo di costruire pace intorno a noi, perché la pace come la guerra è contagiosa, ogni nostra azione conta anche nella quotidianità delle nostre vite. Giorno dopo giorno le piazze del mondo stanno prendendo coraggio e il messaggio che oggi dobbiamo mandare chiaro ai nostri governanti è che noi non ci faremo dividere e che continueremo a stare dalla parte di chi ingiustamente viene perseguitato. Rimaniamo uniti, rimaniamo umani ….continuiamo a credere che una Palestina libera potrà esistere. Palestina libera!». Il presidente dell’Associazione Amicizia Sardegna Palestina, dott. Fawzi Ismail, sempre in prima linea, ha ribadito ancora volta che il popolo palestinese non abbandonerà la sua terra. La grande folla che camminato per le strade di Cagliari testimonia – come succede in tante città italiane, europee e del Mondo intero – che i popoli non seguono i loro governi complici e chiedono di porre fine a questo immane crimine contro l’umanità, a questo ennesimo genocidio. E non a parole, come quando si propone il riconoscimento di uno Stato palestinese come un diritto concesso, mentre è il diritto primario di un popolo che vive nella propria terra. Infine, la richiesta alle alle istituzioni regionali di prendere posizione attraverso azioni concrete per porre fine al massacro, per es. chiudere il Porto di Cagliari al traffico di armi della fabbrica RWM di Domusnovas-Iglesias. Al microfono Fawzi Ismail – Foto di Pierpaolo Loi Non solo a Cagliari, ma anche in altre città della Sardegna, in queste ancora calde giornate di fine estate, tante persone si stanno mobilitando per testimoniare la loro solidarietà al popolo palestinese e la vicinanza alla Global Sumud Flotilla, finalmente in viaggio verso la Striscia di Gaza per rompere l’assedio e portare viveri e medicinale alla popolazione martoriata. Pierpaolo Loi
Palestina Libera sulla vetta della Sardegna
Una lunga fila colorata di persone (circa 500 persone) con tantissime bandiere palestinesi, sono salite ieri fino ai 1834 m. di Punta La Marmora del Gennargentu, la cima più alta della Sardegna . Forse qualcuno non è riuscito ad arrivare fino in vetta, ma non importa. Importante invece era la motivazione comune: la solidarietà col popolo Palestinese, contro il genocidio in atto e la viltà dell’Europa che sta a guardare, Italia in primis. C’erano bambine e bambini, giovani, genitori e nonni; c’era anche Mattia Moro, giovane consigliere comunale di Mamoiada con la piccola figlia saltellante; c’era chi era arrivato il giorno prima da Londra, anticipando il volo per non perdersi questa bellissima giornata, favorita anche da un cielo limpido e ben ventilato; e poi tanti membri di varie associazioni e cittadini comuni. E c’eravamo anche noi, che viviamo in provincia di Genova. Foto di Chiara De Poli Come la Sumud Flotilla anche nel Gennargentu una piccola flotta è salpata verso la vetta. Ci auguriamo che, come ieri le bandiere palestinesi hanno sventolato su Punta La Marmora, così vada a buon fine la navigazione delle parecchie imbarcazioni della Flotilla per arrivare a Gaza. Grazie agli amici di “Sardegna per la Palestina” per aver organizzato l’iniziativa! Chiara De Poli e Antonio Lupo – Sanitari per Gaza Liguria Redazione Sardigna
Venezia 82: “Stop al genocidio in Palestina”
In migliaia alla manifestazione alla mostra del cinema di Venezia per accendere i riflettori su Gaza Venezia, 31 agosto. Ieri più di 10.000 persone hanno preso le strade del Lido di Venezia, puntando i riflettori della Mostra del Cinema sul genocidio in atto in Palestina. Il corteo ha attraversato i luoghi principali dell’isola partendo da Santa Maria Elisabetta, e ha raggiunto la Mostra del Cinema, dove ha fatto sentire la voce della Palestina fin dentro il Palazzo del Cinema. Più di 250 le realtà che hanno aderito all’appello della manifestazione, a cui si sono aggiunte 450 firme dal mondo del cinema e interne alla Mostra stessa. Le rivendicazioni, ribadite durante il corteo, sono sempre state chiare: lo stop al genocidio e la fine dell’occupazione in Palestina, la cessazione degli accordi economici e del sostegno politico e militare ad Israele da parte dei governi occidentali, insieme alla fine del blocco degli aiuti umanitari a Gaza. Nel pomeriggio numerosissimi aquiloni hanno popolato la spiaggia del Lido, in un’iniziativa definita “Volare oltre l’assedio”, che rimandava alla poesia del poeta palestinese Refaat Alareer, ucciso da un attacco israeliano su Gaza nel 2023. Il corteo ha espresso solidarietà alla Global Sumud Flotilla, un movimento di imbarcazioni organizzato dal basso, che salperà oggi per Gaza. Per rompere il silenzio sul genocidio e portare supporto concreto al popolo palestinese: buon vento! Per raccogliere l’eredità di questo percorso, vista l’amplissima partecipazione e l’aggravamento della situazione in Palestina, le realtà organizzatrici lanciano un’assemblea pubblica per venerdì 19 settembre, che continui a mettere al centro l’opposizione al genocidio in atto in Palestina, la sua liberazione dall’occupazione da parte di Israele, e la fine della complicità politica e militare dei governi occidentali con il regime israeliano. qui video e foto dell’iniziativa: CARTELLA STAMPA 30A – Google Drive (Gargiulo e Polici Communication) Redazione Italia
La Sardegna per la Palestina: sul Gennargentu a Punta La Marmora, domenica 31 agosto
Pubblichiamo il comunicato stampa sulla manifestazione “Sardegna per la Palestina” che si svolgerà sul Gennargentu a Punta La Marmora. MANIFESTAZIONE PER LA PALESTINA A PUNTA LA MARMORA – DOMENICA 31 AGOSTO: APPUNTAMENTO A TASCUSÌ ORE 10:00. Invitiamo tutte le persone che si sentono intimamente coinvolte nel dramma palestinese a partecipare a una marcia di solidarietà, che proponiamo di effettuare nella mattinata di domenica 31 agosto in Gennargentu, fissando come meta Punta la Marmora. La Punta è raggiungibile dai diversi versanti e quindi da punti di partenza diversi, a loro volta raggiungibili in auto: Su Filariu, Bruncu Spina, Nuraghe Ruinas e altri. Il percorso collettivo più favorevole, che qui proponiamo per favorire una marcia condivisa, resta quello del versante desulese (Su Filariu) in quanto consente di approssimarsi fino alla sella Artillai con auto di supporto, nella eventualità di dover facilitare la camminata per persone che ne abbiano necessità. Il nostro punto base, raggiungibile in auto da Desulo, da Fonni e da Tonara è PASSO DI TASCUSÌ – ORE 10:00. Da Tascusì si procederà insieme in auto per circa cinque chilometri, fino all’area di parcheggio di SU FILARIU (salvo ulteriore avvicinamento in 4×4 per persone che ne abbiano necessità). Sequenza della marcia SU FILARIU – ore 11 (partenza); ARTILLAI – ore 12; LA MARMORA – ore 13. Presumendo l’opportunità di una sosta, per la quale è consigliabile che ciascuno porti con sé un po’ di cibo, possiamo prevedere il ritorno alle auto per le ore 16; sono presenti sorgenti lungo il percorso. ……… La condizione di estrema angoscia nella quale si svolge ormai da due anni la nostra vita quotidiana è vissuta da tutti noi come l’unico modo di “restare umani”: l’angoscia. Nel terribile mutismo delle istituzioni e quindi nella totale passività della politica a ciò deputata, non ci resta altro che la mobilitazione visibile delle coscienze, e del nostro privilegio di non avere corpi straziati. Portiamo i nostri corpi, unendo visibilmente e amorevolmente le nostre coscienze, sulla vetta della montagna sarda. Breve nota politica Intendiamo questa manifestazione come una mobilitazione di persone, prima che di sigle politiche o entità associative, che comunque sarebbero benvenute; in tal senso saremmo lieti che chi ne abbia motivazione sottoscriva ed estenda questo invito. Considerata la gravità dell’ora, un’ora che non passa da troppi anni, sarebbe davvero desiderabile una mobilitazione di associazioni popolari, gruppi giovanili, pro loco ecc.; ma ogni numero comincia da uno: io, tu, noi. In termini più strettamente politici e diplomatici, stiamo assistendo da qualche settimana a un curioso fenomeno, come di lampi che paiono squarciare il buio: dopo due anni (o dopo cento anni) di oscuramento della vicenda palestinese, compaiono brevi e clamorosi annunci di riconoscimento di uno Stato di Palestina, nella formula astratta di “Due popoli, due stati”. Come noto, la formula è consunta e uno Stato senza territorio resta una chimera. Si tratta quindi di lampi illusori, che comunque hanno il merito di squarciare l’oscuramento perdurante da cento anni; nel concreto, una concretizzazione del proposito di uno Stato di Palestina, sotto garanzia stretta delle Nazioni Unite, potrebbe favorire per il medio periodo l’unica risoluzione umanamente auspicabile: la realizzazione di uno stato binazionale, con una costituzione che garantisca, con il diritto al ritorno dei profughi, piena uguaglianza di diritti per tutti gli abitanti della regione, a prescindere dalle specifiche appartenenze di etnia e di religione. Fino a quando questo esito non verrà raggiunto, il ripudio della guerra e la sospensione di ogni collaborazione militare e di ogni fornitura di armamento è un obbligo tassativo prescritto dalla Costituzione, benché disdetto dalla reale politica del Governo. LA SARDEGNA PER LA PALESTINA: AL GENNARGENTU DOMENICA 31, INCONTRO A TASCUSÌ ORE 10:00 Bandiere CHI PUÒ, PORTI COLORI DI PALESTINA; Condivisioni CHI PUÒ CONDIVIDA IL MESSAGGIO, E POI LA MARCIA Bambini E SE FA, CHI PUÒ PORTI I SUOI BAMBINI Palestina: comitato di solidarietà Tonara – Sorgono – Ardauli   Redazione Sardigna
Basta silenzi su Gaza e Cisgiordania, libertà per il popolo palestinese!
Messina- In piazza  a fianco del popolo palestinese per esprimere la solidarietà a chi assiste ogni giorno alla distruzione di un ulteriore pezzo del proprio territorio: “Lo faremo per stare vicino a chi sta subendo un vero e proprio genocidio. Siamo dalla parte di chi resiste”. Questo l’appello del  “Coordinamento Messina-Palestina”, con il quale si invita alla parteipazione del corteo cittadino di oggi pomeriggio (ore 17,30) che partira da  piazza Francesco Lo Sardo (piazza del popolo)_ Il coordinamento Messina-Palestina invita tutte le persone che sentono come importante in questo momento dare un segnale internazionalista di umanità, solidarietà e complicità con il popolo palestinese, con i popoli oppressi e in lotta contro le oppressioni che subiscono; invitiamo tutti i collettivi, universitari e non, tutte le associazioni, i partiti, i sindacati, enti e ogni forma di aggregazione sociale ad aderire a questo appello per promuovere un corteo cittadino il 28 giugno 2025 a Messina, per dire basta al genocidio del popolo palestinese. La gente palestinese subisce ininterrottamente dal 1948 un processo di pulizia etnica che ha come obiettivo l’espulsione della popolazione dalla loro terra. In questo stato di guerre a livello mondiale, l’occupazione della Palestina dura da moltissimo tempo e la preoccupazione di essere alla “soluzione finale” dà determinazione a chi ha a cuore i valori di giustizia e vuole una pace duratura, per non stare in silenzio e per far sentire la propria voce. Solidarizziamo col popolo palestinese che con una volontà indomita resiste all’occupazione israeliana con ogni mezzo possibile: 60.000 morti di cui 20.000 bambini sono cifre che dovrebbero fare inorridire i cosiddetti custodi dei valori di democrazia e libertà, invece da parte dei governi europei solo silenzio e collaborazionismo. Esigiamo dal governo italiano, tra l’altro coerentemente con i valori della costituzione italiana, l’interruzione immediatamente di qualsiasi collaborazione militare, inclusa la vendita di armi col governo israeliano: – pretendiamo che le Università italiane cessino i rapporti, appena rinnovati, con le università israeliane; – è necessario boicottare e non avere scambi commerciali con le colonie, considerate peraltro illegali anche dall’UE; – vogliamo la fine dell’occupazione e dell’ apartheid e il ritorno delle persone profughe, in attuazione delle risoluzioni ONU. Per tutte queste ragioni il Coordinamento invita alla partecipazione del corteo cittadino di stamani per dire stop al genocidio e alla deportazione del popolo palestinese. COMUNICATO  PER ADERIRE SCRIVI A: MESSINAPALESTINA@GMAIL.COM Redazione Sicilia