Tag - vittime

Abuso dei social e socializzazione degli abusi
Fatti Il 21 agosto scorso una ragazza di 23 anni denuncia di aver subito un commento sessista da un operatore, mentre la stessa si preparava per una TAC. È in corso un’indagine interna da parte del Policlinico Umberto I di Roma, per far luce su quanto accaduto. Modi La suddetta […] L'articolo Abuso dei social e socializzazione degli abusi su Contropiano.
A Roma flash mob “Basta armi a Israele!”
Giovedì 28 agosto 2025 ore 17:30 Piazza della Rotonda (Pantheon), Rom Mobilitazione per la fine di ogni collaborazione politica e militare italiana, per non essere complici del genocidio in atto. Dietro i numeri ci sono vite umane Dopo il sanguinoso attacco di Hamas del 7 ottobre 2023, dove furono uccise circa 1200 persone, (736 civili israeliani di cui 38 bambini) e ne furono rapite 251 (un centinaio liberate in seguito, secondo stime risulterebbero circa 20 ostaggi vivi ancora nelle mani di Hamas) e la reazione Israeliana, il numero di vittime palestinesi nella striscia di Gaza è stato enorme, con un impatto sproporzionato sulla popolazione civile già nelle prime settimane, inclusi donne e bambini per i bombardamenti indiscriminati e le uccisioni mirate. Le fonti internazionali (ONU, ONG, media indipendenti) hanno denunciato ripetutamente la gravità della situazione umanitaria, sottolineando la distruzione di infrastrutture civili e la difficoltà di accesso a cure mediche, acqua cibo ed elettricità. Il dato complessivo delle vittime varia a seconda delle fonti, ma tutte convergono sull’entità drammatica delle perdite civili e ormai moltissimi parlano di un genocidio in atto. Parallelamente, Israele mantiene una delle spese militari più alte al mondo in proporzione alla popolazione e al PIL. La parte principale del budget è sostenuta dagli statunitensi, che rafforzano la capacità bellica e la superiorità strategica di Israele nella regione. Prima che la Germania annunciasse la sospensione  dell’invio di materiale bellico a Tel Aviv, l’Italia risultava al terzo posto tra gli esportatori di armi nello scenario mediorientale, nonostante le minimizzanti dichiarazioni ufficiali. L’Italia ha continuato finora e continua tuttora a esportare verso Tel Aviv sistemi d’arma e tecnologie militari, tra cui droni, radar e componenti per uso bellico anche nei primi mesi del 2025 (https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2025/05/10/ora-il-governo-confessa-vendiamo-armi-aisraele-ma-non-colpiscono-civili/7982399/ ). Tra gennaio e febbraio di quest’anno, infatti, sotto la categoria generica di “armi, munizioni e loro parti e accessori” dall’Italia sono partite armi dirette a Israele per oltre 128mila euro, di cui solo 47.249 rilevati dall’Istat, ma trattasi di dati probabilmente sottostimati, vista la segretezza imposta a questo tipo di operazioni. L’ANPI si è subito mobilitata condannando con vigore la sanguinosa operazione terroristica effettuata da Hamas il 7 ottobre, ma anche la reazione abnorme e spropositata del governo israeliano che con il passare dei giorni, settimane, mesi e ormai anni rappresenta un genocidio sotto gli occhi del mondo. L’ANPI provinciale di Roma, con tutte le sue articolazioni territoriali ha organizzato e partecipato a tantissime iniziative di condanna del genocidio e a sostegno della popolazione. Emergency, da sempre sui teatri di guerra mondiali a sostegno e cura delle popolazioni martoriate, è presente anche a Gaza, dove gestisce una clinica di salute primaria ad al-Qarara e le attività di supporto all’Ambulatorio di al Mawasi. Nelle strutture vengono assistiti ogni giorno centinaia di pazienti e si constata con mano l’aggravarsi della situazione sanitaria giorno dopo giorno. Articolo 21. Sempre e comunque dalla parte delle vittime. Per impedire il genocidio in atto. Per fermare il traffico delle armi. Contro il più grande giornalisticidio della storia. Per respingere il tentativo della Lega di criminalizzare ogni iniziativa per Gaza. Chiediamo a giornaliste e giornalisti di partecipare e di dare voce a chi si batte per la dignità e la libertà del popolo palestinese. La Rete Nobavaglio – liberi di essere informati – Antifasciste e antifascisti, giornaliste e giornalisti, cittadine e cittadini, studentesse e studenti, artisti, avvocati, medici, attiviste e attivisti per i diritti e del volontariato sociale impegnati nel creare una rete tra operatori dell’informazione e associazioni, per lottare per un giornalismo indipendente e per sostenere le battaglie per i diritti umani e civili. Hanno aderito anche la CGIL Roma e Lazio, la Fillea CGIL Roma e Lazio, le associazioni Carteinregola e Nannare’ e l’ANPPIA (Associazione Nazionale Perseguitati Politici Italiani Antifascisti). Di seguito alcuni dati, ma ricordiamo che dietro ad ogni cifra ci sono vite umane. Le cifre non sono né potrebbero essere precise, ma sono stime impressionanti. Dal 7 ottobre 2023 si contano circa 60.000 morti, di cui circa 18.000 bambini (il 31 % delle vittime) e circa 9.500 donne (il 16 %) e più di 4.300 anziani a luglio 2025.  Cifre che chiariscono come la popolazione civile, e in particolare le categorie più vulnerabili, siano state colpite in modo sproporzionato. Fonte: ONU/OCHA – https://www.un.org/unispal/document/ocha-humanitarian-situation-update-306-gaza-strip/? utm_source=chatgpt.com Fonte: OCHA – https://www.ochaopt.org/content/humanitarian-situation-update-275-gaza-strip?utm_source=chatgpt.com Un quadro ancora più allarmante arriva dall’UN Women, secondo cui da ottobre 2023 oltre 28.000 donne e ragazze sono state uccise — una media terribile di una ogni ora — testimonianza diretta dell’impatto devastante del conflitto sulla vita delle donne. Fonte: UNRIC – https://unric.org/en/the-un-and-the-crisis-in-the-middle-east-what-you-need-to-know-jan-jun-2025/3/? utm_source=chatgpt.com Fonti giornalistiche aggiornate al 17–18 agosto 2025 riportano un totale di oltre 62.000 vittime, e confermano che metà di queste sono donne e bambini. Fonte: AP News – https://apnews.com/article/f875326f9845f09a3b01bf676254222f?utm_source=chatgpt.com Altre analisi, come quella di Reuters del marzo 2025, indicano che oltre il 31 % delle vittime sono minori, mentre fonti ONU stimano che quasi il 70 % dei decessi accertati riguarda donne e bambini. Fonte: Reuters – https://www.reuters.com/world/middle-east/how-many-palestinians-has-israels-gaza-offensivekilled-2025-03-24/?utm_source=chatgpt.com Rete #NOBAVAGLIO
Le vittime a Gaza: “non 60.000, ma oltre mezzo milione”
Dalle testimonianze mediche e militari emerge il volto genocida dell’assedio israeliano, sostenuto dagli Stati Uniti. Gaza, il bilancio occultato delle vittime: tra stime ufficiali e genocidio denunciato dagli esperti, il numero delle vittime palestinesi nella Striscia di Gaza continua a essere oggetto di contestazioni sempre più forti. Ralph Nader, storico […] L'articolo Le vittime a Gaza: “non 60.000, ma oltre mezzo milione” su Contropiano.
STRAGE DI BOLOGNA: ERGASTOLO DEFINITIVO PER IL FASCISTA BELLINI. I FAMILIARI DELLE 80 VITTIME, “SI CHIUDE IL CERCHIO SUI MANDANTI”
Il fascista di Avanguardia Nazionale Paolo Bellini è stato condannato in via definitiva all’ergastolo per la Strage di Bologna, avvenuta alla stazione il 2 agosto 1980. Bellini è dunque considerato il quinto uomo dell’attentato che provocò la morte di 85 persone e il ferimento di oltre 200. Lo hanno deciso martedì 1° luglio i giudici della Cassazione. Condanne anche a 6 anni per l’ex capitano dei carabinieri Piergiorgio Segatel per depistaggio e a quattro anni per Domenico Catracchia, amministratore di alcuni condomini di via Gradoli a Roma, per false informazioni al pubblico ministero. Bellini, oggi 72enne, aveva effettuato minacce nei confronti della ex moglie, la cui testimonianza è risultata fondamentale per la sua condanna in primo grado come esecutore della strage di Bologna. Minacciato anche il figlio del giudice Caruso, presidente della Corte d’Assise di Bologna, che in primo grado lo aveva condannato all’ergastolo. La Strage di Bologna fu un attentato deliberato contro i civili: alle 10.25 di sabato 2 agosto 1980, il giorno delle partenze per le vacanze di migliaia di persone, una bomba esplose nella sala d’aspetto di seconda classe della Stazione. 23 chilogrammi di esplosivo, con 5 chilogrammi di tritolo e T4, potenziati da 18 chilogrammi di nitroglicerina. A quasi 45 anni dall’anniversario della Strage, la giornata di oggi è l’esito di “un processo estremamente significativo e di un risultato che chiude il cerchio sui mandanti dell’attentato più grave nel nostro Paese“, fa sapere ai Microfoni di Radio Onda d’Urto Paolo Bolognesi, presidente dell’associazione familiari delle vittime della Strage di Bologna. “I mandanti furono i vertici della loggia massonica P2, oltre che essere i finanziatori, insieme ai vertici dei servizi segreti italiani e fu eseguita da terroristi fascisti: questo è ciò che questa sentenza certifica”. Paolo Bolognesi, presidente dell’Associazione dei famigliari delle vittime della strage di Bologna del 2 agosto 1980. Ascolta o scarica.
È tempo di giustizia riparativa per i crimini del colonialismo?
Il movimento per le riparazioni legate alla schiavitù perpetrata dagli imperi coloniali europei sta crescendo e acquistando visibilità. A guidare questa spinta sono soprattutto gli sforzi dei Paesi dei Caraibi, che trovano risonanza anche negli appelli del Segretario Generale delle Nazioni Unite. Il 30 maggio 2025 António Gutierres, Segretario Generale delle Nazioni Unite, ha reiterato l’invito agli Stati Membri a lavorare per la giustizia e le riparazioni per gli africani e la diaspora affermando che: “L’Africa è un continente di energia e possibilità illimitate. Ma per troppo tempo, le colossali ingiustizie inflitte dalla schiavitù, dalla tratta transatlantica degli schiavi e dal colonialismo sono state non riconosciute e affrontate”. Le Nazioni Unite hanno condannato la schiavitù e il commercio transatlantico come crimini contro l’umanità in diverse occasioni e Gutierres ha più volte incitato ad agire per riparare questi delitti. Il Segretario Generale ha precisato come la decolonizzazione, pur avendo segnato la fine formale del dominio coloniale, non è stata sufficiente a liberare i paesi africani e le persone afrodiscendenti dai pregiudizi e dalle strutture razziste che hanno reso questi crimini possibili. Al momento della fondazione delle Nazioni Unite, diversi Paesi africani erano ancora sotto il controllo coloniale e per questo hanno ereditato un sistema internazionale pensato per gli scopi e con i principi di altre regioni del mondo, ancora una volta esclusi dai processi decisionali globali. Pertanto si fa sempre più urgente assegnare ad uno dei Paesi africani un seggio nel Consiglio di Sicurezza. Il tema delle riparazioni o compensazioni per le popolazioni e i Paesi vittime della schiavitù degli imperi coloniali europei non è nuovo, ma negli ultimi anni sta assumendo sempre più visibilità e forza. Già nel 2013, in occasione del World Social Forum di Tunisi, era emersa la proposta di istituire la Giornata Internazionale delle Riparazioni per la colonizzazione, accolta da diverse parti. La data prevista, il 12 ottobre, giorno in cui Cristoforo Colombo approdò nel continente americano, ha il valore simbolico di capovolgere la narrazione eurocentrica legata a quella ricorrenza, trasformandola in un’occasione per restituire la voce alle vittime del colonialismo, rendendo visibili le iniziative in favore della giustizia riparativa.   Africa Rivista
Gaza, 26 giugno 2025 – Rapporto giornaliero del Ministero della Salute sulle vittime dell’aggressione israeliana
Rapporto giornaliero sulle vittime dell’aggressione israeliana alla Striscia di Gaza – 26 giugno 2025 103 martiri e 219 feriti sono stati registrati nelle ultime 24 ore. Molti corpi restano ancora sotto le macerie o in strada: le squadre di soccorso e la protezione civile non riescono a raggiungerli. Il bilancio complessivo, dal 7 ottobre 2023, è salito a: 56.259 martiri 132.458 feriti Solo dal 18 marzo 2025: 5.936 martiri 20.417 feriti Dopo un pesante bombardamento sul mercato nel centro del campo profughi di Nuseirat, l’ospedale Al-Awda è sovraccarico e incapace di fornire i primi soccorsi. I punti di distribuzione degli aiuti umanitari si stanno trasformando in luoghi di esecuzioni mirate: ogni giorno, civili in fila per ricevere farina o cibo vengono colpiti da cecchini israeliani. Diversi rappresentanti delle istituzioni internazionali hanno confermato: Israele sta trasformando i luoghi di soccorso in obiettivi di guerra. Ministero della Salute Palestinese – Gaza – 26/06/2025 Redazione Italia