Tag - Maersk

MODENA: IL 27 GIUGNO ANCORA IN PIAZZA CONTRO LA LOGISTICA DI GUERRA E IL GENOCIDIO A GAZA
Presidio contro l’economia di guerra e la repressione del dissenso, l’appuntamento è venerdì 27 giugno, alle 19:00, in Piazza Grande a Modena. A promuoverlo diverse realtà, tra cui i Giovani Palestinesi d’Italia, dopo le denunce scattate in seguito al blocco dell’11 aprile contro la Mersk, colosso della logistica con un ruolo diretto nel traffico di armi verso Israele. Quello che si denuncia non è solo un atto repressivo ai danni di chi si è mobilitato contro la guerra: al centro del presidio c’è anche la trasformazione sempre più marcata del tessuto produttivo italiano – e modenese in particolare – in direzione dell’economia militare. Ai microfoni di Radio Onda d’Urto, la presentazione dell’iniziativa con Sara dei Giovani Palestinesi d’Italia. Ascolta o scarica.
Il boicottaggio funziona: dopo mesi di pressione Maersk disinveste in Cisgiordania
Dopo mesi di campagna, il movimento di boicottaggio contro il colosso danese della logistica Maersk sta iniziando a portare a casa i primi risultati. L’azienda di trasporto marittimo ha infatti rilasciato un comunicato in cui annuncia che disinvestirà nelle aziende coinvolte in violazioni dei diritti umani in Cisgiordania, interrompendo le spedizioni verso di esse. Una mossa «storica» da parte di Maersk, che potrebbe aprire ad analoghe decisioni da parte delle altre compagnie di trasporto. «Questa vittoria è stata ottenuta dopo una ricerca instancabile», ha commentato il movimento Mask off Maersk, che si batte per boicottare il colosso della logistica; «ma mentre la accogliamo, la lotta non è finita. Finché Maersk continuerà a spedire componenti per armi che consentono il genocidio israeliano contro il nostro popolo a Gaza, non smetteremo di denunciare Maersk e di chiederle di interrompere i legami con il genocidio», ha continuato, rilanciando la battaglia. Il comunicato di Maersk è stato rilasciato a giugno 2025, in coda a un’ulteriore dichiarazione risalente al mese di marzo in cui la compagnia sostiene di non avere mai trasportato armi verso Israele. Maersk di preciso, informa che «a seguito di una recente revisione dei trasporti relativi alla Cisgiordania, abbiamo ulteriormente rafforzato le nostre procedure di screening in relazione agli insediamenti israeliani, anche allineando il nostro processo di screening al database dell’OHCHR delle imprese coinvolte in attività negli insediamenti». Il database dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Diritti Umani (OHCHR) a cui fa riferimento Maersk è stato pubblicato a febbraio del 2020, in attuazione della risoluzione 31/36 del Consiglio dei Diritti Umani dell’ONU del 2016; quest’ultima, tra le varie cose, chiede di non collaborare con le imprese israeliane che contribuiscono al progetto coloniale israeliano. Il database consiste in una lista di 112 entità che partecipano attivamente all’espansione coloniale dello Stato ebraico in Cisgiordania. Maersk, insomma, ha annunciato che smetterà di fornire supporto e attrezzature alle 112 entità elencate nel database OHCHR. Una vittoria «storica», commenta il movimento Mask off Maersk, che tuttavia non basta. Maersk, infatti, come ha sottolineato la stessa compagnia in un altro comunicato, continua a inviare a Israele componenti di aerei F-35, partecipando al programma internazionale di produzione e fornitura dei caccia. Questi sistemi d’armamento sono stati utilizzati in diverse occasioni dallo Stato ebraico nel genocidio a Gaza; in Italia, oltre 200 associazioni si erano mosse contro il loro commercio verso Israele. «Non smetteremo di esporre Maersk pretendendo che tagli i propri legami con il genocidio», hanno invece scritto gli attivisti di Mask off Maersk in riferimento al programma di fornitura di F-35, rilanciando così la mobilitazione.   L'Indipendente
PALESTINA: MAERSK SOSPENDE TEMPORANEAMENTE LE SPEDIZIONI VERSO GLI INSEDIAMENTI ISRAELIANI. “È UNA VITTORIA PER IL MOVIMENTO INTERNAZIONALE DI BOICOTTAGGIO”
Maersk, uno dei maggiori colossi della logistica mondiale, ha annunciato il temporaneo blocco di spedizioni verso gli insediamenti israeliani nei territori palestinesi occupati. L’azienda, accusata di trasportare armi e merci verso Israele, ha subito una crescente pressione internazionale Le organizzazioni internazionali, tra cui gruppi della diaspora palestinese e movimenti di boicottaggio come il Palestinian Youth Movement, hanno lanciato una campagna per fermare queste attività, denominata “Mask of Maersk”. Questa campagna ha evidenziato la necessità di interrompere il traffico di armi e di merci dirette verso le colonie sioniste, alle quali Maersk aveva continuato a rifornire armi. L’annuncio della cessazione delle spedizioni verso gli insediamenti israeliani ha segnato una vittoria significativa per il movimento di boicottaggio e disinvestimento globale. Tuttavia, come sottolineato dagli attivisti, questa è solo una parte della battaglia. Il vero obiettivo rimane fermare completamente il commercio di armi e componenti bellici verso Israele, un compito che richiede un impegno costante e globale. Ai microfoni di Radio Onda d’Urto, Laila dei Giovani Palestinesi d’Italia. Ascolta o scarica