Global March to Gaza, dall’Egitto a Bruxelles con i palestinesi
Dopo l’Egitto la Global March to Gaza ha deciso di partecipare alla settimana di
iniziative per la Palestina e contro il genocidio a Gaza che si stanno tenendo a
Bruxelles nei luoghi simboli del potere dell’Unione Europea: la Borsa il
Parlamento e le commissioni.
Ieri è stata una giornata densa di flash mob e manifestazioni in diverse zone
della città, in particolare quella serale davanti alla Borsa, dove è stata
srotolata un’enorme bandiera palestinese e dove i militanti, soprattutto molti
palestinesi e comunque cittadini stranieri hanno intonato canti e slogan e come
“Tous le monde deteste les sionistes” o “Siamo tutte antifasciste”, e “So so so
solidarité avec le peuple palestinien”.
Dopo l’esperienza in Egitto chi è tornato e chi non ha potuto partire ha pensato
di far rivivere il movimento straordinario della Global March to Gaza, che ci ha
permesso di metterci in contatto in Italia con tutte le regioni. Quindi questi
giorni a Bruxelles sono un’occasione per manifestare per la Palestina, ma anche
un momento per incontrarsi fra i vari pezzi della Global March e ripensare una
forma diversa di organizzazione, orizzontale e non verticistica, che abbia cura
degli altri e delle loro ansie, che sia più chiara e meno opaca possibile nella
comunicazione umana.
Ieri è stata anche una giornata di arresti, perché gli attivisti di Stop Arming
Israel hanno bloccato una fabbrica che produce sistemi per droni chiamata
Syensqo e un sito di produzione militare a Tournée, sempre in Belgio; in
centinaia, vestiti con le tute da lavoro bianche usate nelle centrali nucleari,
hanno circondato la fabbrica, mentre alcuni entravano nei capannoni e con la
vernice scrivevano su tutti i muri Save Gaza, Stop Genocide e Viva Palestina.
Ieri abbiamo fatto un presidio alla sede della polizia per chiedere la
liberazione dei 500 attivisti arrestati e oggi mi sto recando a l’Eglise de
Beguinage per incontrare gli attivisti e le attiviste che da un mese stanno
facendo lo sciopero della fame.
Foto di Manfredo Pavoni Gay
Redazione Italia