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Piracy Shield, i provider italiani presentano il conto: 10 milioni di euro l'anno
Piracy Shield, il sistema italiano per il blocco dinamico dei contenuti pirata online, impone obblighi significativi sugli Internet Service Provider (ISP) nazionali. Sin dalla sua attivazione, gli operatori italiani hanno gestito l'intero carico tecnico e amministrativo del protocollo, inclusi gli adeguamenti infrastrutturali, gli interventi su DNS e indirizzi IP, e le verifiche continue per prevenire blocchi errati. Tuttavia, senza alcuna forma di compensazione economica prevista dalla normativa iniziale, le associazioni di categoria hanno formalizzato una proposta per introdurre un meccanismo di ristoro stabile. L'Associazione Italiana Internet Provider (AIIP) insieme ad Asstel, AIITP, Anie e Assoprovider, propone l'istituzione di un fondo dedicato con una dotazione annua stimata in circa 9,5 milioni di euro da ripartire tra gli aderenti con una quota fissa per operatore e una variabile proporzionale al numero di linee attive, sia fisse che mobili. l’Associazione ha elaborato uno schema di ristoro fondato su criteri oggettivi, proporzionali e progressivi, pensati per riflettere in modo realistico l’impatto tecnico del sistema sui diversi operatori. Leggi l'articolo Quì alcune dichiarazioni di AIIP
GDPR Omnibus
CLOUDFLARE Oggi Cloudflare si è rotta e con lei mezzo internet, cogliamo l’occasione per fare l’ennesimo pippone su piracy shield e su come aziende come Cloudfare stanno facendo lobby negli USA per ostacolare questo tipo di leggi che si stanno diffondendo in europa. DI INTELLLLLLIGENZE ARTIFICIALI Delirio illogico che serve ad alimentare una bolla E ANCORA GDPR Dopo che Draghi aveva bastonato la GDPR come retrograda e inibitrice del boom delle AI in EU (https://www.politico.eu/article/mario-dragi-eu-policy-donald-trump-clean-industrial-deal/) arriva la bozza omnibus a modificarne sostanzialmente il contenuto, e una modifica importante riguarda proprio rendere i nostri dati masticabili dalle AI. Secondo la bozza ottenuta del pacchetto Omnibus (che verrà ufficialmente presentato domani) che avrà delle enormi ripercussioni sulla GDPR, in breve:     1) Le aziende potranno usare quelli che prima erano definiti dati sensibili (salute, opinioni politche e religiose etc.) per addestrare le loro AI.     2) I dati pseudoanonimizzati non saranno considerati dati personali.     3) Introduzione di maggiori giustificazioni per il tracciamento online degli utenti via i cookie, che vanno oltre il semplice accettare le policy.     Sempre secondo Politico non ci sarebbe il consenso da parte di tutti i paesi.     La GDPR è stata comunque oggetto di enormi campagne di lobbying da parte delle aziende high-tech, che hanno speso più di qualsiasi altra industria nel finanziare i lobbisti di Bruxells. Questo anche perché sta oggettivamente bloccando il rilascio di alcune soluzioni basate su AI (X, MEta e Linkedin hanno evitato, Google per Bard è sotto inchiesta dal DPA irlandese).
Europa contro Piracy Shield: UE pretende modifiche per tutelare libertà e trasparenza
La piattaforma antipirateria varata da Agcom non è conforme alla direttiva europea DSA. La Commissione Europea ha recentemente inviato una comunicazione formale all'Italia, esprimendo preoccupazioni sulla piattaforma Piracy Shield, il sistema nazionale anti-pirateria gestito dall'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (Agcom). L'Unione Europea ritiene che la piattaforma, così come strutturata, non sia pienamente conforme al Digital Services Act (DSA), il regolamento europeo che disciplina i servizi digitali. Le critiche si concentrano su squilibri tra la lotta ai contenuti illegali e la tutela dei diritti fondamentali, come la libertà di espressione e informazione, oltre che sulla mancanza di meccanismi adeguati per prevenire blocchi errati e garantire trasparenza. Piracy Shield, operativo dal 31 gennaio 2024, è stato introdotto per contrastare la diffusione illegale di contenuti protetti da diritto d'autore, come partite di calcio, film e serie TV, attraverso il blocco rapido di indirizzi IP e domini segnalati da titolari dei diritti, come Sky e DAZN. La piattaforma consente ai "segnalatori" autorizzati di richiedere il blocco di contenuti entro 30 minuti: un processo quasi interamente automatizzato che non prevede controlli umani preliminari da parte dell'Autorità. Questo meccanismo, pensato per garantire rapidità, ha però generato numerosi problemi, tra cui il blocco di siti e servizi legali: è accaduto lo scorso ottobre, quando una Content Delivery Network (CDN) di Google è stata oscurata per sei ore, rendendo inaccessibili servizi come Google Drive e YouTube per molti utenti italiani. Leggi l'articolo
Le Dita Nella Presa, Chi è il più rinnovabile del reame?
Puntata del 27 aprile La prima parte della puntata è dedicata ad analizzare come sta andando la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, sottolineando le differenze tra quello che avviene in Cina e in Europa. Nella seconda parte, alcune notiziole su temi digitali, prevalentemente riguardanti Google e i suoi problemi con l'antitrust. Ma non mancano informazioni su quanto avviene in Europa: multe morbide a Meta ed Apple, esposti sugli eccessi del piracy shield spagnolo, autodifesa digitale alla commissione europea: forniti cellulari usa e getta e sistemi di schermatura varia per membri dello staff che visitano gli Stati Uniti... e l'Ungheria. Ascolta l'audio sul sito di Radio Onda Rossa