Cento persone intercettate e ricondotte in Libia
Ieri il nostro aereo da ricognizione Seabird ha assistito all’ennesimo
respingimento violento operato dalla cosiddetta Guardia Costiera libica. Quasi
100 persone sono state intercettate e catturate dopo che la loro imbarcazione
era stata segnalata da Frontex. Quello che è seguito è stato un incubo, che
abbiamo potuto solo osservare inermi dall’alto. I miliziani libici armati di
bastoni si sono lanciati all’inseguimento di un gruppo di persone in fuga nel
Mediterraneo e hanno poi dato fuoco alla barca. Adesso le persone catturate sono
rinchiuse nei centri di detenzione libici, noti per torture e abusi sistematici.
Questi sono i criminali che il governo italiano sostiene attraverso il
Memorandum Italia-Libia, ed è per questo che ci uniamo alla denuncia di Refugees
in Libya per chiedere ancora una volta la fine degli accordi che dal 2017
finanziano un ciclo di abusi con i soldi dei contribuenti d’Italia e Europa.
Spiega Giorgia Linardi, portavoce di Sea-Watch:“I cittadini devono sapere che
quasi un miliardo delle loro tasse è stato investito negli ultimi otto anni per
contenere le persone in fuga dall’altro lato del Mediterraneo, ad un altissimo
costo non solo economico, ma innanzitutto umano.”
“È imprescindibile per noi – conclude Linardi – unirci alla voce di chi è
sopravvissuto a questo sistema atroce. Chiediamo alle istituzioni di
interrompere una politica che uccide non solo le persone in fuga, ma anche i
valori fondanti della nostra democrazia e dell’umanità.”
Sea Watch