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Presidio in solidarietà ai reclusi del CPR di Gradisca – Contro lager, gabbie e strutture coloniali del razzismo di stato [13/12]
Presidio sotto al CPRSabato 13 dicembre 2025, ore 17:00 L’ordinaria quotidianità del lager etnico di Gradisca continua a torturare, giorno dopo giorno, con le ormai note complicità delle istituzioni locali, dall’ente gestore Ekene (fresca di rinnovo dell’appalto, lo scorso giugno), all’azienda sanitaria locale – ASUGI – alla questura, alla prefettura, fino a  tutto quell’insieme di […]
Storia di m, minorenne detenuto in CPR
Oggi riportiamo la storia di m, un ragazzo di origine egiziana detenuto nel CPR di Gradisca, per settimane, nonostante la sua minore età. Una storia che racconta dei cambiamenti in atto nella gestione del confine orientale, della totale assenza di catene di responsabilità, della pressoché totale impunità di cui continua a godere la cooperativa Ekene. […]
Torturare e deportare: dal lager CPR di Gradisca [AGGIORNAMENTI]
Il CPR di Gradisca riprende la sua attività di tortura ormai quasi a pieno regime. Sono tante le testimonianze che riceviamo di nuovi ingressi, conseguenza di retate, trasferimenti dalle carceri, banali controlli, trappole nelle questure (tramite invito per regolarizzazione della posizione sul territorio nazionale). Ma un episodio, su tutti, è stato particolarmente incredibile ed ha […]
Fuori dal CPR solo con la violenza: storie di ordinaria aberrazione [AGGIORNAMENTI]
Dentro le galere amministrative dello Stato le giornate passano uguali una all’altra tra la violenza degli assassini in antisommossa, lo scherno dei lavoranti delle coop gestrici, la complicità attiva di medici e infermieri, l’opportunismo di sciacalli di varia estrazione, il “fare la corda” anche solo per farsi portare la nomina dall’avvocato da firmare, andare in […]
Quell’inferno del CPR e i suoi diavoli: aggiornamenti da Gradisca d’Isonzo
Sono giornate calde anche dentro al CPR di Gradisca d’Isonzo. I detenuti, provati dal calore, dall’indifferenza dei lavoranti e dal razzismo delle forze dell’ordine, ricorrono spesso all’utilizzo del proprio corpo come terreno di scontro e trattativa: numerosi sono stati i tentativi di corda, i fuochi appiccati a plexiglas materassi e coperte, le ferite autoinflitte – […]
CPR: A GRADISCA D’ISONZO SI DENUNCIA L’EPIDEMIA DI SCABBIA, TRA ABUSI E VIOLENZE
Da oltre un mese la Rete Mai più Lager – No ai CPR denuncia la presenza di una epidemia di scabbia nel CPR di Gradisca d’Isonzo, che sta colpendo i migranti detenuti. Nonostante le segnalazioni, le autorità competenti non hanno preso misure adeguate, rischiando di peggiorare la situazione sanitaria. Il contagio si diffonde rapidamente in un ambiente già degradato, dove le condizioni igieniche sono precarie e le persone sono trattate come numeri. La situazione non si limita alla scabbia: la sofferenza psicologica dei detenuti è altrettanto grave, con episodi di violenza da parte delle forze di polizia, come nel caso di un migrante che chiedeva assistenza psichiatrica. “Nel 2025 è inaccettabile avere luoghi dove le persone vengono deumanizzate e chiamate per numero, sono costrette a subire un’epidemia di scabbia a causa delle condizioni igienico-sanitarie precarie del luogo. Non vedono riconosciuto un tentativo di diagnosi individuale, ma vengono semplicemente trattate con “un po’ di crema”, non vengono applicate chiare misure di isolamento da contatto e non viene rispettato il criterio di inidoneità al trattenimento per patologie contagiose” Commenta ai microfoni di Radio Onda d’Urto, Nicola Cocco, medico della Rete Mai più Lager – No ai CPR e della SIMM – Società Italiana di Medicina delle Migrazioni. Ascolta o scarica.
Cronache di un sequestro: aggiornamenti di luglio dal CPR di Gradisca d’Isonzo
Che sia per le condizioni inumane, per la calura estiva e il cemento ribollente, per l’indeterminatezza delle modalità di restrizione della libertà personale nella detenzione amministrativa (come sollevato recentemente addirittura dalla corte costituzionale), per un’epidemia di scabbia o per il trattemento degradante a cui sono continuamente sottoposti i reclusi, i CPR rimangono delle forme istituzionalizzate […]
Egitto paese sicuro? Una storia paradigmatica di reclusione e deportazione dal CPR di Gradisca d’Isonzo [OPUSCOLO]
In Italia come in Egitto le persone spariscono. Vengono rapite dal regime di al-Sisi e detenute arbitrariamente nelle carceri egiziane. Sono almeno 60mila i prigionieri politici. Anche in Italia le persone vengono sequestrate, perché prive del documento giusto. Sono gli ostaggi della guerra ai migranti della fortezza europa. Vengono rinchiusi nei CPR. Pubblichiamo di seguito […]
CPR: TRA VIOLENZA, ABUSI E CRIMINALIZZAZIONE DELLE PROTESTE. DA GRADISCA D’ISONZO L’ENNESIMO VIDEO REPRESSIVO CONTRO UN MIGRANTE RECLUSO
I Centri di Permanenza per il Rimpatrio (CPR) in Italia continuano a essere teatri di violenza, sofferenza, abbandono e degrado. Le strutture, destinate alla detenzione di migranti in attesa di rimpatrio, sono ormai da tempo oggetto di segnalazioni che denunciano l’assenza di condizioni igieniche adeguate, la scarsa qualità del cibo e la mancanza di assistenza sanitaria. Il centro di Gradisca d’Isonzo (Gorizia) è stato protagonista in particolare di numerose rivolte negli ultimi tempi. La risposta è stata una repressione dura e sistematica come testimonia un video filtrato dall’interno e diffuso dalle Rete Mai più Lager – No ai CPR che mostra un uomo in biancheria intima che corre tra le celle, inseguito da agenti in tenuta antisommossa: una volta raggiunto, viene circondato e portato di peso in una stanza separata. Quando torna davanti al cellular che sta riprendendo, il migrante è a terra, con il volto insanguinato. Questi episodi non sono isolati e si verificano in molte altre strutture del Paese, come il CPR di Palazzo San Gervasio e quello di Macomer in Sardegna, dove le difficoltà per i detenuti sono simili. Le proteste all’interno dei CPR, solitamente nate per denunciare le loro condizioni di vita, sono ora criminalizzate dal Decreto Sicurezza, che ha introdotto il reato di “rivolta” in questi contesti. La legge ha amplificato la paura di chi si trova già in una situazione di vulnerabilità, impedendo molte volte la possibilità di manifestare disappunto. Ai microfoni di Radio Onda d’Urto l’intervento di Nicola Cocco, medico della Rete Mai più Lager – No ai CPR e della SIMM – Società Italiana di Medicina delle Migrazioni. Ascolta o scarica.